Il Mistero della Vita e della Forma
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Info su questo ebook
allora la sua creazione dev’essere stata
un atto del pensiero
Jinarajadasa era un discepolo di C.W. Leadbeater, uno degli scrittori teosofici più chiari e più prolifici del tardo diciannovesimo secolo e del primo Novecento, con il quale diede vita a una corrente di pensiero chiamata "Neo-Theosophy", che Jinarajadasa presenta qui. Il testo è un resoconto chiaro e leggibile della mappa dell'universo frutto di questa nuova visione.
«Il Cosmo intero è scaturito dal Pensiero Divino.
Questo pensiero impregna la materia che è coeterna
con la Realtà Unica; e tutto ciò che vive e respira
è il prodotto delle emanazioni dell’immutabile Unità,
la Radice Unica eterna».
Possa questo libro aiutare gl’insoddisfatti dei dogmi, coloro a cui non persuadono le interpretazioni delle Sacre Scritture ed i racconti puerili che ne derivano, quanti aspirano ad una visione ampia e completa dei problemi della Vita, e portare un contributo a quanti vogliono studiare seriamente i Misteri della Vita.
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Anteprima del libro
Il Mistero della Vita e della Forma - C. Jinarajadasa
CONCLUSIONE
PREFAZIONI DELL’AUTORE
IL SISTEMA SOLARE IN FORMA DI FIORE
PREFAZIONE DELL’AUTORE ALLA I EDIZIONE
Questo libro è la raccolta di una serie di conferenze tenute a Chicago nel 1909. Feci allora il tentativo di esporre a un numeroso pubblico la teosofia con l’aiuto di diagrammi. Le diapositive furono quindi proiettate su di uno schermo mediante una lanterna magica. Potemmo constatare che il pubblico ricavava considerevole vantaggio dal poter guardare il diagramma mentre ascoltava la parola del conferenziere.
Terminata la serie di conferenze avevo l’intenzione di metterle in iscritto per pubblicarle. I clichés furono preparati subito e i primi tre capitoli apparvero nel 1910 in The Theosophic Messenger, giornale della Sezione Americana della Società Teosofica. Il fatto che mi sono occorsi undici anni per completare i rimanenti dodici capitoli servirà a dimostrare quanto sia occupata la vita di un Teosofo attivo, tra le conferenze, la corrispondenza, il lavoro letterario ed i viaggi. Tuttavia non deploro il ritardo nel completare il lavoro poiché gli anni trascorsi hanno approfondito i miei studi teosofici e mi hanno così reso capace di meglio esporre il mio argomento.
Molti Teosofi cooperarono volonterosamente allo schema di questo libro e tra essi devo grazie speciali al Sig. R. E. Packard, che nel 1909 a Chicago disegnò i diagrammi originali per le diapositive. Metà dei diagrammi contenuti in questo libro furono preparati da lui. Terminato il suo lavoro di disegnatore alle Ferrovie egli, per tre mesi, dedicò le sue serate a tracciare i diagrammi secondo le mie indicazioni. Al Sig. Claud F. Bragdon sono dovuti due diagrammi, figure 67 e 78. I solidi Platonici (fig. 81 e 124) sono ricavati dai bellissimi modelli costruiti dal Sig. G. E. Hemus di Auckland ed accuratamente fotografati dal Sig. Ragnar Lindberg della stessa città. Le figure 87, 88 e 123 sono opera del Sig. E. Warner di Sydney.
Sono tenuto a varie pubblicazioni per alcuni dei diagrammi; la fig. 5 è tolta dal First Course in Zoology di T. W. Galloway; le figure 14 e 15 dal Knowledge and Scientific News; le figure 21-24 dal L’Atlantide di Scott Elliott (le carte originali furono tuttavia disegnate da C. W. Leadbeater) ; la figura 48 da «Splendour of the Heavens» di Hutchinson; la fig. 94 devo alla cortesia degli editori delle immagini della Mitologia Indiana di Ravi Varma; la fig. 125 è tolta dalla Mineralogia Generale di L. Bombicci (Milano).
Ulteriori chiarimenti sono dati alla fine del libro.
Devo anche ringraziare la Sezione Americana della S. T. per avermi concesso, a mezzo del Dr. Weller Van Hook (Segretario Generale della Sezione dal 1907 al 1911), sessantacinque dei clichés adoperati nel libro, originariamente preparati per il Theosophic Messenger.
Per tutti i diagrammi non vi sono diritti d'autore e chiunque lo desidera può ristamparli quali sono, oppure modificarli come meglio crede.
Giugno 1921.
C. J.
PREFAZIONE ALLA V EDIZIONE
Allo scopo di dare al mio pensiero maggior chiarezza e precisione, ho riveduto tutti i capitoli. Fatta eccezione per il nuovo Cap. XII, il libro non è cambiato, tranne qualche piccola correzione od aggiunta.
Il Cap. XII, su «Il Messaggio di Bellezza della Natura», ha lo scopo, io spero, di completare l'esame del processo evolutivo esposto nel libro. La scienza d'oggi, specialmente in Inghilterra, è pronta ad accettare il postulato di un «Puro Matematico» il cui pensiero costruisce la struttura dell'universo. Ma anche questo passo innanzi rispecchia una assai piccola parte della realtà.
Finchè la concezione della natura, come una rivelazione della Bellezza e insieme della Legge, rimarrà compito esclusivo della Scienza, tutta la verità riguardante le operazioni della natura non potrà essere realizzata, lo spero che il nuovo capitolo possa aiutare lo studioso a sentire, anche solo un poco, il mistero della Bellezza nel processo cosmico.
Coimbra (Portogallo), 24 febbraio 1938
C. J.
INTRODUZIONE
La Teosofia è la sapienza che deriva dallo studio dell’evoluzione della vita e della forma. Questa sapienza esiste già poiché una serie ininterrotta di indagatori dei misteri della natura, dotati delle facoltà necessarie allo scopo, ha per lunghe età perseguito questo studio. Questi indagatori, chiamati i Maestri della Sapienza, sono quelle anime umane che nel corso del processo evolutivo hanno trasceso lo stadio dell’uomo e raggiunto quello dell’«Adepto».
Quando l’uomo diviene Adepto acquista la conoscenza mediante l’investigazione e l’esperimento. La conoscenza raggiunta sin qui da una serie ininterrotta di Adepti è la Teosofia, la Sapienza Antica.
Raggiunto lo stadio di Adepto, l’uomo cessa di essere soltanto un frammento nel processo evolutivo e diviene Maestro e fattore dirigente di tal processo, sotto la suprema direzione di una grande Coscienza che in Teosofia è chiamata il LOGOS. Come cooperatore del LOGOS il Maestro può vedere la Natura dal punto di vista di LUI e, fino ad un certo punto, esaminarla non qual creatura, ma qual Creatore in breve analisi questa è la Teosofia del giorno d’oggi.
Questi Maestri della Sapienza, agenti del LOGOS, dirigono il processo evolutivo in tutte le sue fasi e ciascuno di essi ha l’alta direzione del proprio speciale dipartimento nell’evoluzione della vita e della forma. Essi formano la cosiddetta Grande Gerarchia, o Grande Fratellanza Bianca; dirigono la costruzione e la distruzione delle forme nel mare e sulla terra; guidano il sorgere e il tramontare delle nazioni, dando a ciascuna quel tanto dell’Antica Sapienza che è necessario al suo sviluppo e che essa può assimilare.
Talvolta questa Sapienza è data indirettamente mediante i ricercatori della conoscenza, ispirati a loro insaputa a nuove scoperte; talvolta è data direttamente, sotto forma di rivelazione.
Tutti e due questi metodi sono osservabili ora nel ventesimo secolo. I Maestri della Sapienza, che hanno in loro cura l’evoluzione di tutto ciò che vive, danno indirettamente la Sapienza — la scienza dei fatti — ispirando e guidando invisibilmente gli uomini di scienza; direttamente l’hanno data in un insieme di conoscenze note sotto il nome di Teosofia.
La Teosofia è quindi, in un certo senso, una rivelazione, ma è la rivelazione di una conoscenza, da parte di quelli che l’hanno scoperta, a coloro che ne sono ancora ignari.
Per chiunque la studi non può al principio costituire altro che un’ipotesi; può divenire conoscenza propria e personale solo mediante l’esperimento e l’esperienza.
Nella Teosofia oggi non abbiamo la piena conoscenza di lutti i fatti; ci sono stati dati solo alcuni fatti importanti e alcune leggi generali, sufficienti a spronarci allo studio ed alla scoperta, ma che lasciano tuttavia innumerevoli lacune da colmare.
Alcune sono man mano colmate dai nostri studiosi, ma la conoscenza che possediamo è una goccia nell’oceano rispetto a ciò che rimane da scoprire e da rivelare.
Il poco che abbiamo ha tuttavia un fascino meraviglioso e rivela ovunque nuova bellezza ispiratrice.
La Teosofia oggi, nella moderna letteratura Teosofica, si occupa principalmente dell’evoluzione della vita.
Ma la conoscenza circa l’evoluzione della forma, raccolta in ogni ramo della scienza moderna, fa ugualmente parte della Sapienza Antica. Vi sono in entrambe lacune da colmare, ma, giustamente considerate, si completano a vicenda.
In questa esposizione di Teosofia, come in ogni opera scientifica, vi sono di necessità due elementi. Un’autore espone i fatti accettati da tutti o dalla maggioranza degli investigatori scientifici, ma allo stesso tempo può includere il risultato dell’opera di alcuni pochi o anche dei propri studi, risultato che può richiedere conferma o revisione.
Nel corso del suo lavoro egli può, incoscientemente o per mancanza di rigido allenamento scientifico, non separare sufficientemente questi due elementi. Allo stesso modo pur potendosi considerare «Teosofiche» le idee fondamentali di quest’opera e ritenere che costituiscano un’esposizione abbastanza esatta della conoscenza rivelata dai Maestri della Sapienza, vi sono però delle parti che non pretendono essere incluse in questa definizione. Ma poiché ciascuno deve scoprire la Verità per conto proprio, gli altri non possono fare altro che indicare la via. Le verità scientificamente provate e ciò che può essere solo un punto di vista personale ed erroneo debbono ugualmente essere sottoposti allo stesso criterio di prova.
Quantunque la Teosofia nelle sue idee fondamentali sia una rivelazione, pur non costituisce una autorità per alcun individuo, a meno che non vi corrisponda l’assenso del suo intimo io. L’uomo deve attenersi alla più nobile teoria della vita che il cuore e la mente gli permettono di concepire e questo libro è scritto per mostrare che simile teoria si trova nella Teosofia.
CAPITOLO I L’EVOLUZIONE DELLA VITA E DELLA FORMA
Per ben comprendere la Teosofia non vi è migliore preparazione di una conoscenza estesa e generale della scienza moderna. La scienza si occupa dei fatti, li classifica, e scopre delle leggi; la Teosofia tratta dei medesimi fatti e quantunque li classifichi diversamente, le conclusioni sono in massima le stesse. Quando differiscono, non è perché la Teosofia metta in dubbio i fatti accertati dagli scienziati, ma semplicemente perché prima di trarne le conclusioni essa prende in considerazione altri fatti che la Scienza moderna o trascura o non ha ancora scoperto. Fino a tanto che i fatti rimangono gli stessi non vi è che una Scienza sola; ciò che è rigorosamente scientifico è Teosofico, e ciò che è veramente Teosofico è in pieno accordo con tutti i fatti e quindi è scienza nel più alto senso della parola.
La più grande conquista della scienza moderna è il concetto offerto alle menti riflessive che i fenomeni dell’esistenza sono fattori di un grande processo chiamato Evoluzione. Cerchiamo di comprEndere in linea generale che cosa significa l’evoluzione secondo la scienza e saremo in grado di comprendere ciò che significa secondo la Teosofia.
Consideriamo per prima cosa la grande nebulosa situata in Orione (fig. 1). E' una massa caotica di materia in stato incandescente e del diametro di milioni e milioni di chilometri. E’ una massa vaga, nebulosa, piena di energia; ma, per quanto possiamo vedere, tale energia non compie alcun lavoro utile.
Ma vi sono altre nebulose che ci danno la dimostrazione di un preciso intento nell’evoluzione. La nebulosa nella costellazione dei Canes Venantes non ruota soltanto intorno al centro, ma essa appare anche divisa in due sezioni o braccia. La materia di ciascun braccio, mentre conserva il suo moto rotatorio, si va lentamente condensando attorno ad uno o più nuclei. Ciascun nucleo diventerà una stella.
Un processo analogo può essere formulato per il successivo stadio di evoluzione. La materia di ciascuna stella subirà un cambiamento. Sia a causa della sua condizione interna, sia per l’attrazione di una stella di passaggio nelle vicinanze, si svilupperanno dei centri sussidiari. La materia nebulare si condenserà attorno ad essi e lentamente questi centri diventeranno pianeti rotanti attorno al nucleo centrale della stella. Così, per quanto riguarda la nostra stella, il Sole, notiamo che la sua evoluzione è compiuta; esso è oggi un sistema solare ordinato, con un sole centrale e dei pianeti che gli girano attorno (fig. 3).
Quale sarà lo stadio successivo? Per certo saranno già apparsi entro il sistema solare gli elementi chimici più leggeri. L’idrogeno, il carbonio, l’azoto, l’ossigeno, il fosforo, il calcio, il ferro ed altri esisteranno già; formeranno certe combinazioni ed allora si manifesterà la prima apparenza di Vita. Una parte della materia sarà divenuta protoplasma, prima forma di Vita. Quale sarà allora lo stadio successivo?
Fig. 1. - La grande nebulosa di Orione.
Fig- 2. - La nebulosa spirale dell’Orsa Maggiore
Anche questo protoplasma si aggruppa e forma delle combinazioni, dando origine ad organismi vegetali ed animali. Osserviamo anzi tutto ciò che avviene quando appaiono i primi organismi vegetali.
Fin dal principio in questa materia vivente si manifestano due attività: l’una, prodotta dal desiderio che ha l’organismo di conservare la propria vita più a lungo possibile, mediante la nutrizione; l’altra, prodotta dall’impulso di generare un altro organismo simile a sé. Sotto lo stimolo di questi due istinti, «evolverà»; vale a dire vedremo l’organismo semplice assumere una struttura complessa.
Questo processo continuerà attraverso stadi successivi, finché lentamente, su ciascun pianeta, sorgerà un regno vegetale quale abbiamo sul nostro (fig. 4). Ogni stadio successivo si svilupperà dal precedente; ciascuno sarà organizzato in modo da essere meglio capace di prolungare la propria esistenza e di riprodursi. Ciascuno sarà più «evoluto» di quello che lo precedette. Dagli organismi unicellulari, bacteri, alghe e funghi, si svilupperanno le piante crittogame, capaci di disseminare la propria progenie in una nuova maniera. Più tardi si svilupperà un mezzo migliore di propagazione per mezzo di semi; più tardi ancora verrà lo stadio delle piante produttrici di fiori in cui l’organismo individuale, col minimo dispendio d’energia riterrà la propria vita, dando allo stesso tempo origine a numerosa progenie. Di stadio in stadio, l’accresciuta complessità permette all’organismo di «vivere» meglio, vale a dire, di riprodursi col minimo dispendio di forza, di prolungare la propria vita ed allo stesso tempo di produrre un tipo di progenie dotata di nuove e maggiori potenzialità di auto-espressione.
Un processo di evoluzione simile ha luogo nel protoplasma allorché evolve il regno animale. Dai protozoi, semplici organismi unicellulari, derivano di stadio in stadio i vari gruppi degli invertebrati (fig. 5). Dai semplici organismi unicellulari agli organismi multicellulari provvisti di tessuti, di circolazione e di sistema nervoso, la complessità va sempre aumentando da un gruppo all’altro. Quindi lo sviluppo degli organismi fa un nuovo passo allorché il lascio dei nervi centrali si riveste di vertebre ed appaiono i vertebrati. Da uno degli ordini dei vertebrati, i rettili, derivano i mammiferi. Tra i mammiferi superiori, appaiono i primati. In quest’ultimo ordine del regno animale il più perfettamente organizzato è l’Uomo.
Gli istinti della conservazione e della riproduzione si trovano anche nel regno animale. A misura che la struttura diventa più complessa, l’organismo è meglio capace di adattarsi ai mutamenti dell’ambiente, meglio capace, con sempre minor dispendio di forza, di vivere e di produrre organismi simili a sé. Ma tra i vertebrati superiori appare un nuovo elemento di vita.
Se esaminiamo la vita in generale nelle sue forme ascendenti, vediamo che nelle creature più basse le energie sono completamente assorbite dal sostentamento proprio e della razza.
Ogni miglioramento nell’organismo effettuando un’economia di qualche specie, rende più facile la conservazione della vita; onde le energie prodotte da una data quantità di cibo sono più che sufficienti a provvedere per l’individuo e per la progenie: rimane una certa parte d’energia non adoperata. Risalendo alle creature di tipo superiore, le quali hanno strutture più sviluppate, vediamo che questo sopravanzo d’energia diventa sempre maggiore; e nei tipi più alti vi sono lunghi intervalli di riposo nella ricerca del cibo, durante i quali non è infrequente il dispendio spontaneo del sopravanzo d’energia in quel piacevole uso delle facoltà chiamato gioco.
Bisogna riconoscere l’applicabilità di questa verità generale anche alla vita nelle sue l'orme più perfette, alla vita umana come .ad ogni altra vita. Sotto un certo aspetto il progresso dell’umanità è un mezzo per liberare sempre maggior copia di vita disponibile per la ricreazione, per la piacevole cultura, per le soddisfazioni estetiche, per i viaggi, per i giuochi.
Dalla nebulosa caotica di una volta All’uomo di oggi il quale pensa, gioca ed ama — questo è il processo chiamato Evoluzione. Un caos è divenuto un cosmos, con eventi ordinati, che la mente umana può classificare sotto il nome di leggi: l’«a-dharma» instabile è divenuto il «dharma» stabile. Nel diagramma che segue (fig. 6) si vedono gli stadi osservabili a misura che l’UNO diventa i Molti, che il disordine diviene ordine.
E’ vero che mente d’uomo non vide mai il principio del processo, né ha potuto seguirlo continua- mente fino ad oggi, in modo da poter descrivere ogni passo dell’evoluzione mediante l’osservazione diretta e da poter dire che l’evoluzione è un fatto. Possiamo soltanto ricostruire tal processo osservando diverse specie di nebulose, studiando la struttura di organismi estinti e viventi, ricostruendo l’insieme da frammenti tolti qua e là. Nessuno può dire che l’universo con tutte le sue complessità non sia venuto all’esistenza poche migliaia d’anni fa, immediatamente prima che cominciasse la tradizione storica; e nessuno può dire che l’universo non cesserà di esistere domani, ma l’uomo non rimane soddisfatto considerando soltanto i brevi momenti del presente, che la sua coscienza può registrare; ha bisogno di qualche concetto della natura, che contenga un passato ed un futuro. Questo passato e questo futuro sono esposti, in larga parte per analogia, nel processo chiamato evoluzione. In un senso, l’evoluzione è un’ipotesi: ma è la più soddisfacente ipotesi avanzata fin qui nella storia dell’umanità ed è anche un ipotesi che una volta accettata trova la sua applicazione in tutti i campi.
Fig. 6 .
Per quanto affascinante sia l’esame del cosmos alla luce dell’evoluzione, quale è insegnala dalla scienza moderna, è tuttavia elemento di sconforto la parte insignificante che l’individuo ha nel dramma infinito. La natura nell’opera «d’evoluzione» prodiga le sue energie costruendo una forma dopo l’altra, ma appare di una prodigalità terribile perché produce molte più forme di quante può sostentare. Il tempo non ha valore e l’individuo ne ha ben poco, e in ogni caso soltanto mentre vive. Durante la breve vita dell’individuo la natura gli sorride, lo accarezza, come se ogni cosa fosse stata disposta per il suo benessere. Ma dopo che egli ha compiuto l’atto che essa lo guida a commettere, dopo che si è riprodotto od ha leggermente modificato con la sua vita l’ambiente per gli altri, sopravviene la morte ed egli è annientato. Quell’Io sono Io che ci spinge a vivere, a lottare, a cercare la felicità, cessa di esistere perché non siamo noi ad essere importanti, ma il tipo. «Essa sembra aver tanta cura del tipo, ed essere così noncurante della vita individuale». Dove sono oggi Ninive e Babilonia, e «la gloria della Grecia e la grandezza di Roma?».
«E’ tutta una Scacchiera di Giorni e di Notti, in cui
Destino gioca con gli uomini quali Pezzi degli scacchi, spingendoli qua e là, vincendoli, uccidendoli, per poi riporli uno ad uno nel cassetto a giacere».
Da quest’aspetto l’evoluzione appare terribile, è un processo meccanico., sereno nella sua onnipotente implacabilità. Ma appunto perché si tratta in fin dei conti di un processo meccanico, forse non è lecito porre in campo il sentimento. Tuttavia siamo uomini e donne, pensiamo e desideriamo, e inevitabilmente l’elemento personale fa parte del nostro concetto della vita. E se consideriamo l’evoluzione, certo essa non presenta per noi quali individui una prospettiva incoraggiante. Siamo come bolle d’aria sul mare, emergiamo non per nostra volontà e cessiamo di esistere secondo lo sviluppo di un processo che non è in nostra facoltà di modificare. «Siamo della sostanza di cui sono fatti i sogni e la nostra piccola vita è circoscritta da un sonno».
E’ possibile concepire un processo evolutivo la cui prospettiva sia più incoraggiante? Questo è ciò che offre la Teosofia nella dottrina dell’Evoluzione della Vita mediante l’evoluzione delle forme.
Lo scienziato odierno, esaminando la natura, nota due elementi inseparabili: materia e forza; egli ritiene che un terzo elemento, da noi chiamato «vita», sia il risultato dell’azione reciproca dei due. Nella, materia egli vede le possibilità della vita e della coscienza, ma non ammette che né l’una né l’altra possano avere un’esistenza indipendente della materia. In massima questo concetto è vero, ma, secondo la Teosofia, richiede una modificazione che può formularsi così:
Come vediamo non esservi materia senza forza né