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Cantastorie. Racconti di andata e ritorno
Cantastorie. Racconti di andata e ritorno
Cantastorie. Racconti di andata e ritorno
E-book207 pagine2 ore

Cantastorie. Racconti di andata e ritorno

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Info su questo ebook

Sei racconti per trasportare il lettore in un viaggio interiore carico di simboli con cui potersi confrontare, così viene riscoperto il ruolo magico e spirituale del Cantastorie. Un viaggio attraverso le forze della natura, il femminile sacro e molto altro ancora per ritrovare il coraggio di essere se stessi.
LinguaItaliano
Data di uscita3 mag 2019
ISBN9788831617956
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    Anteprima del libro

    Cantastorie. Racconti di andata e ritorno - Tamara Catania

    Ringraziamenti

    Ringrazio le persone che hanno creduto in me e mi hanno sostenuta.

    Un sincero grazie all'Universo che, con le sue sfide, ha messo alla prova il mio amore per la vita e mi ha permesso di focalizzare quei principi di cui i miei racconti si fanno messaggeri.

    A tutte le donne incontrate lungo il cammino va un pensiero speciale, siete state grandi fonti d'ispirazione; la vostra sensibilità, forza e ironia mi hanno motivata e rincuorata più di qualsiasi altra cosa.

    Il mio amore va ad Andrea per avermi fatta sentire un piccolo iris nel suo giardino e ai miei genitori per avermi fatto prendere parte allo strano, divertente, a tratti incomprensibile, doloroso e magico gioco della vita.

    Infine un piccola dedica alla mia tenacia, una forma più matura della mia testardaggine, senza di lei non sarei mai riuscita a terminare questo libro.

    Suona il tamburo suona suona ancora

    risveglia la memoria.

    Viaggia col tamburo viaggia viaggia ancora

    per le quattro direzioni della Terra.

    Canta col tamburo canta canta ancora

    la Storia antica e nuova.

    Guidami tamburo guidami ancora

    per le quattro direzioni della Terra.

    Per le quattro direzioni della Terra.

    Affinché l'Arte di Raccontare non vada perduta.

    P R E F A Z I O N E  D E L L‘  A U T R I C E

    L’ Eredità Spirituale dei Cantastorie

    Il cielo era una distesa infinita di stelle,

    il fuoco bruciava nel cerchio di pietre

    le fiamme si allungavano come a voler sfiorare il firmamento.

    Tutt’intorno c’erano persone:

    donne e uomini danzavano,

    bambini giocavano,

    gli anziani fissavano il fuoco con occhi sognanti.

    Da una tenda poco distante uscì una vecchia dai capelli lunghi e bianchi,

    scintillavano nella notte buia;

    a passi lenti raggiunse il gruppo di persone intorno al fuoco

    e si sedette con non poca fatica sulla terra umida.

    Allora i tamburi fecero silenzio e tutti si misero in ascolto:

    l’anziana donna chiuse gli occhi e cominciò a raccontare...

    Si potrebbe dire che il mondo dei cantastorie si trovi a cavallo tra fantasia e realtà.

    Il confine sottile spesso si confonde nei versi recitati intorno al fuoco durante le notti d’estate. Indovinelli enigmatici, storie le cui radici affondano nel mito, riferimenti, citazioni e chiavi di lettura sono stati disseminati nel tempo, lungo tutta la storia dell’uomo.

    La sapienza di costoro rimane silenziosa e ben mascherata: le parole dei cantastorie in superficie appaiono come estro artistico da intrattenimento ma in profondità rivelano il potere iniziatico del viaggio spirituale.

    Custodi di magie perdute, ricordano a tutti noi che c’è molto più di quello che i nostri occhi riescono a scorgere.

    In questo libro ho voluto racchiudere l’eredità spirituale che mi è stata tramandata in questi anni di viaggio e formazione.

    Dove finisce la realtà e comincia la fantasia lo lascio decidere a voi lettori, così come il cosa fare dei messaggi dei miei racconti; il mio compito d’altronde è semplicemente quello di rendere testimonianza.

    Il mio viaggio è cominciato nell’estate del 2009 e le storie di queste pagine ho cominciato a metterle su carta nel 2012. Dopo sette lunghi anni e molte vicende finalmente il libro ha preso forma; ogni tassello, ogni parola racchiude qualcosa di prezioso che si è formato e stratificato nel tempo.

    All’inizio ignoravo completamente dove stessi andando, mi lasciavo guidare dall’istinto, dalla passione e dalla curiosità. E meno male mi viene da pensare oggi, perché se la diciassettenne che ero avesse saputo quanto dolore celava ciò che tanto mi affascinava dubito che avrei avuto il coraggio di cominciare questa avventura.

    Eppure, nonostante la sofferenza, ho provato anche grande gioia e profonda commozione nei confronti di questa esistenza, del pianeta e di tutta l’umanità.

    Per prima ho scoperto la saggezza della natura. Entrai in comunione con lei attraverso l’aria, l’acqua, il fuoco e la terra, lei fu la mia prima maestra.

    Mi ha insegnato a non temere la morte poiché tutto è un ciclo e ad una fine segue sempre una rinascita, un rinnovamento.

    Recuperando la ciclicità della natura entrai in contatto con quella del mio corpo in quanto donna.

    Le mestruazioni, che si presentavano dolorosamente ogni mese, divennero le mie seconde maestre. Fu in quel momento che cominciai a non scappare più dal dolore per imparare l’ascolto e l’accoglienza. Compresi che, in quanto donna, mi era stato fatto dono di poter danzare insieme alla Terra e alla Luna ma soprattutto compresi che la forza e l’amore di cui ero capace mi rendevano custode della Terra e levatrice di una nuova umanità.

    Questo è il senso del nuovo risveglio femminile: non la rivendicazione di un potere matriarcale pieno di rancore nei confronti del maschile bensì l’accoglienza di un mondo nuovo possibile solo con l’amore.

    Durante gli anni di apprendistato scoprii che ognuno di noi viene qui con un compito, uno scopo dell’anima. In esso è racchiuso il senso della propria esistenza: le prove da affrontare, il contributo da donare alla vita.

    Quando l’universo mi venne a chiamare risposi di si dal più profondo del cuore ma anche con gravità, consapevole che la via si sarebbe fatta impervia e avrei dovuto dimostrare coraggio.

    Fu così che incontrai il tempo. Egli mi fece fare i conti con il passato e con chi ero stata.

    Mi mostrò arcani misteri di cui io stessa avevo fatto parte molti secoli fa e i ricordi sbiaditi scatenarono forti emozioni dentro di me tanto da sviluppare una sorta di malinconia verso epoche lontane.

    Ma il tempo insegna che il passato, con le sue gioie e i suoi dolori, va lasciato andare o meglio, trasformato, affinché il sogno di un nuovo mondo non si dissolva nella polvere.

    Seguì il dolore, l’insegnante più severo. Qui smarrii la strada per un piccolo tratto; discesi nel buio che era in me e credetti di morire. E forse in parte è accaduto per davvero.

    Il dolore mi ha messa con le spalle al muro, mi ha fatta sentire piccola, arrogante, impotente e sciocca. Crollarono tutte le illusioni e si dissolse il velo che avevo sugli occhi.

    Verità è colei a cui avevo dedicato il mio pellegrinare e le energie della mia estenuante ricerca. Non potevo immaginare che mi si sarebbe rivelata in tutto il suo terrificante splendore; bella e devastante per quanto l’avessi anelata  cominciai a detestarla. Eppure fu lei a rendermi libera, ma quella libertà era un fardello al quanto pesante.

    Infine, nel momento in cui tutto sembrava essere troppo grande per me, giunse l’amore: maestro dei maestri. Non mi era richiesto niente di più e niente di meno che il semplice essere nella verità.

    Sembra facile a leggersi e in effetti non sarebbe tanto difficile se non fosse che viviamo in una società dove non c’è molto spazio per essere: la maggior parte del tempo infatti lo trascorriamo a (dover o voler) dimostrare agli altri qualcosa.

    Nel luogo dell’amore non c’è conflitto, il dolore si tramuta in pace.

    Tutto è perfetto e noi siamo destinati a ritrovarci lì, nel grembo dell’Universo.

    Grandi vie di silenzio conducevano

    a paesi di calma.

    Non vi erano notizie né discordie,

    né universo, né leggi.

    Gli orologi dicevano il mattino,

    e campane lontane chiamavano la notte;

    ma il tempo qui non aveva più base,

    era svanita ogni misura.

    Emily Dickinson

    I N T R O D U Z I O N E

    Intraprendendo un percorso volto alla ricerca di sé stessi si può arrivare ad una prima conclusione: quella di non conoscersi quasi per niente.

    Si scoprono aspetti profondi del proprio essere che inizialmente, anziché fornire qualche risposta, pongono nuovi interrogativi più grandi rispetto a quelli di partenza.

    La ricerca della propria identità inizia da quando si viene al mondo e dura tutta una vita, spesso si tenta di trovare il proprio io in una moda, nella politica, nella professione, in una relazione, si tenta di far proprio qualcosa di preconfezionato, di rientrare in idee e schemi che questa società ci propone come se per trovare sé stessi occorra semplicemente andare al supermercato.

    Sullo scaffale c’è il pacchetto casa - auto - due bambini, vicino è possibile trovare quello studio - carriera - posizione importante e prestigiosa e così via.

    Non che avere un lavoro appagante, una bella casa e una famiglia sia sbagliato, tutte queste cose sono utili e offrono la possibilità di realizzarci nella nostra vita. Ma cosa succede quando non si rientra in nessun pacchetto? Oppure quando siamo riusciti a realizzare tutto quanto: si possiede una casa da sogno, un buon lavoro, un* compagn* e dei figli magari e nonostante tutto dentro si avverte una sensazione di disagio come se mancasse lo stesso qualcosa? Si comincia a sentirsi sbagliati, difettosi, non compatibili con quella che è l’esistenza standard e comincia l’alienazione.

    Questo disagio che si avverte dentro fa prendere le distanze da tutto, il sentirsi non adatti crea un senso di colpa che porta alla solitudine e qualche volta anche all’odio verso sé stessi.

    Può anche succedere che la propria frustrazione la si riversi sugli altri: le pareti di quella bellissima casa diventano insopportabili, i problemi a lavoro insormontabili, i figli delle preoccupazioni e l* compagn* la causa di tutti i mali.

    Tutto questo l’ho visto accadere molte volte osservando le persone che avevo intorno, anche a me è successo ed è stato proprio ciò che ha dato inizio alla mia ricerca personale: quando ho compreso che non avrei trovato me stessa identificandomi in pacchetti trovati al supermercato, annegando nel senso di colpa, nel mio sentirmi sbagliata, scendendo ancora più giù dentro di me tutto si è fatto buio e silenzioso.

    Allora ho chiesto: Chi sono io?

    Qualche anno fa, durante una visita alle grotte di Toirano, tra stalattiti e stalagmiti contemplavo la meraviglia di quel luogo riflettendo su come tanta bellezza fosse rimasta celata per moltissimo tempo nell’oscurità.

    Mentre camminavo tra le rocce plasmate dall’acqua mi sono venute in mente queste parole che scrissi in uno dei miei diari:

    Ho scoperto spazi infiniti dentro di me,

    ho percorso corridoi nascosti

    nella penombra della mia Anima;

    improvvisamente dall’angolo più buio

    si è acceso un grande fuoco così luminoso

    che la luna e le stelle impallidivano al suo cospetto.

    Queste semplici parole riassumono il viaggio che ognuno di noi compie alla ricerca del proprio sé: abbandonando la convinzione che a definirci siano titoli acquisiti, posizioni sociali raggiunte, cose che si possiedono, attraversando il dolore, la rabbia e la paura che covano dentro al proprio cuore si giunge davanti all’ingresso di un’antica grotta oscura e profonda, fatta di cunicoli angusti e umidi.

    In quella grotta da qualche parte c’è un fuoco, è la propria verità personale che brucia quanto non ci appartiene davvero illuminando quegli spazi bui, rivelandone tutto lo splendore.

    Questo luogo si trova nella dimensione del sogno dove realtà e fantasia si mescolano, i colori assumono sfumature indescrivibili e una musica avvolgente risuona all’infinito.

    E’ proprio in questa dimensione che prendono vita i miei racconti, storie che narrano di un mondo tanto intimo quanto vasto, visibile solo a tratti; i personaggi che lo abitano danno voce alla solitudine provata a non rientrare in nessun pacchetto disponibile sul mercato, alle paure generate dall’incertezza e dal dolore ma anche alla forza e alla saggezza di coloro che scelgono di conoscere e vivere il proprio Essere.

    Chi sono io? chiesi al fuoco dopo aver vagato per diverso tempo lungo i corridoi della mia Anima.

    Una Cantastorie rispose una voce.

    E da allora viaggio (vivo) per raccontare.

    U N  C O N S I G L I O  P R I M A 

    D I  C O M I N C I A R E . . .

    Caro lettore, hai tra le mani una serie di racconti che può allietare momenti speciali ritagliati dalla tua quotidianità. La lettura può essere un’opzione molto valida per mettere in pausa la routine e dedicarsi un momento di intimità.

    Il mio invito, prima di cominciare quest’avventura, è quello di guardare questo libro da un diverso punto di vista. Se te la senti prova a immaginarlo come a un viaggio personale che compierai dentro te stesso attraverso le mie parole. Potresti scoprire che molti dei volti dei personaggi di cui narro racchiudono qualcosa che parla un po’ anche di te.

    Questo libro allora da una piacevole distrazione diverrebbe uno strumento, una vera e propria occasione che sceglierai tu come cogliere al meglio.

    Cantastorie - Racconti di Andata e Ritorno raccoglie sei racconti che ho ideato con l' obiettivo di trasportarti in un viaggio interiore carico di simboli con cui poterti confrontare.

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