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La Fine della Terra
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E-book105 pagine1 ora

La Fine della Terra

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Info su questo ebook

Questa storia parla del Madagascar.
Ma non di quello da cartolina, con le spiagge tropicali, la natura mozzafiato e i bambini sorridenti.
Parla dell’altro Madagascar: povertà estrema, sfruttamento economico, contraddizioni sociali, misticismo ancestrale.
Parla di un’associazione umanitaria che a Tulear, la città più povera di tutto il paese, da anni porta istruzione scolastica e acqua potabile alla popolazione.
Parla di un ragazzo che, a distanza di tre anni dal suo primo viaggio, torna in Madagascar da volontario. Per girare un documentario e scrivere un libro.
Parla anche di te, ma questo lo scoprirai solo alla fine.
Tutto ciò che devi fare è aprire questo libro e iniziare il viaggio.
LinguaItaliano
Data di uscita9 ott 2019
ISBN9788834196663
La Fine della Terra

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    La Fine della Terra - Massimo Lazzari

    Massimo Lazzari

    La Fine della Terra

    copyright © 2019 Massimo Lazzari

    all rights reserved

    www.massimolazzari.com

    Immagine di copertina di Pietro Franca (Mastro Pennello)

    UUID: e63ed9d0-c971-11e9-8fe5-1166c27e52f1

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice

    IL LIBRO

    MAPPE

    1 – VIAGGI CHE CAMBIANO VITE

    2 – THE DARK SIDE OF MADAGASCAR

    3 – UN UOMO SEMPLICE

    4 – I MOLTI INVINCIBILI

    5 – ANIME VAGANTI NELLA NOTTE

    6 – LA DANZA DEL BAOBAB

    7 – LA CITTA’ DEL SOLE

    8 – IL GIORNO PIU’ BELLO

    9 – È SUCCESSA UNA COSA INCREDIBILE

    10 – SETE

    11 – A SUD DEL CONFINE

    12 – THIS MUST BE THE PLACE

    13 – ANARCHY IN ANAKAO

    14 – NELLA TORRE

    15 – L’UNIVERSITA’ DELLA VITA

    16 – PAPAYA DAY

    17 – CHE FESTA

    18 – IL POZZO DELLA NONNA

    19 – I SOLDATI DELL’ACQUA

    20 – VELOMA

    MISAOTRA

    L'AUTORE

    A Matilde e Gregorio,

    insieme andremo fino alla Fine della Terra e oltre

    IL LIBRO

    Questa storia parla del Madagascar.

    Ma non di quello da cartolina, con le spiagge tropicali, la natura mozzafiato e i bambini sorridenti.

    Parla dell’altro Madagascar: povertà estrema, sfruttamento economico, contraddizioni sociali, misticismo ancestrale.

    Parla di un’associazione umanitaria che a Tulear, la città più povera di tutto il paese, da anni porta istruzione scolastica e acqua potabile alla popolazione.

    Parla di un ragazzo che, a distanza di tre anni dal suo primo viaggio, torna in Madagascar da volontario. Per girare un documentario e scrivere un libro.

    Parla anche di te, ma questo lo scoprirai solo alla fine.

    Tutto ciò che devi fare è girare pagina e iniziare il viaggio.

    MAPPE

    1 – VIAGGI CHE CAMBIANO VITE

    1 giugno 2019

    Ci sono viaggi che cambiano la vita.

    In realtà ogni viaggio, se affrontato nel modo giusto, può creare un cambiamento significativo nella vita di chi lo compie. Anzi, si dovrebbe viaggiare proprio per questo motivo.

    Quando sono venuto in Madagascar la prima volta con Matilde, tre anni fa, un po’ lo speravo. Che quel viaggio mi avrebbe cambiato la vita. Ma non avrei mai immaginato così tanto.

    Oggi sto tornando in questa terra a cui negli ultimi anni ho dedicato tantissimo tempo, impegno ed energia. Sto tornando non come viaggiatore, ma come volontario. Sto tornando per fare un viaggio che possa innescare di nuovo un cambiamento nella mia vita. Ma non solo.

    Con me ci sono David, Elia e Yari, tre ragazzi giovani e molto motivati, che mi daranno una mano a realizzare un documentario.

    David ha ventiquattro anni e fa tante cose: il videomaker, l’ influencer, il social media manager. E da oggi, con questo viaggio, anche il documentarista. È un ragazzo determinato, assertivo e molto maturo per la sua età. Se penso a come ero io quindici anni fa, mi rendo conto che forse David è troppo maturo. O forse io lo sono stato troppo poco.

    Elia è suo fratello, ha venticinque anni e vive in montagna. Ha fondato e gestisce Noi Siamo Agricoltura, una community online di agricoltori, ma non è molto interessato all’agricoltura. Le sue passioni sono gli sport estremi e il commercio di opere d’arte. Da quel che ho capito è molto diverso da suo fratello, più istintivo forse.

    E poi c’è Yari, un loro amico di ventisette anni, fondatore di Ninjalitics, una startup che si occupa di analisi dei profili Instagram. Ancora non sono riuscito a capire che tipo di carattere abbia, anche perché l’ho conosciuto per la prima volta in aeroporto a Istanbul stanotte. Io e i due fratelli siamo partiti da Bologna, lui da Milano. La cosa divertente è che David ed Elia non sapevano che sarebbe venuto anche Yari. Glielo abbiamo tenuto nascosto fino all’ultimo, e le loro reazioni in aeroporto quando se lo sono visto arrivare non me le dimenticherò facilmente.

    Insieme sono un bel gruppo, molto affiatati e uniti. Io non c’entro nulla con loro. Appartengo a una generazione differente, più riflessiva e inquadrata in certi schemi sociali oggi forse anacronistici. Ho deciso di fare questo viaggio così importante per me insieme a loro anche per questo motivo. Per vedere e vivere il Madagascar attraverso i loro occhi e le loro emozioni. Per raccontarlo con un punto di vista nuovo. E per fare qualcosa che aiuti me e Aid4Mada, l’associazione di cui sono volontario e ambasciatore, ad arrivare al cuore dei giovani, delle nuove generazioni, delle persone che spero possano diffondere il nostro messaggio e la nostra missione ovunque.

    Realizzeremo un documentario, nel quale cercheremo di far capire il più possibile qual è la realtà in cui vive la popolazione del Madagascar. E che cosa sta facendo la nostra associazione per aiutarla. Non sarà un viaggio facile, dovremo lavorare sodo e cercare di fare qualcosa di nuovo, di diverso dal solito. Quello su cui mi sto impegnando da due anni insieme all’associazione per creare un nuovo stile comunicativo. Uno stile che arrivi al cuore delle persone senza usare le immagini stereotipate, e a mio avviso strumentalizzate, del bambino di colore con la pancia gonfia e le mosche intorno alla faccia.

    Certo, la realtà è quella, anche in Madagascar. E la vedremo con i nostri occhi. E dobbiamo senza dubbio fare tutto quello che possiamo per cambiarla. Però non voglio spingere le persone ad aprire il portafoglio per pulirsi la coscienza. Io voglio coinvolgere le persone in un progetto incredibile come quello che stiamo portando avanti da anni a Tulear. Un progetto a cui ognuno può contribuire in prima persona, anche dal divano di casa sua. Un progetto in cui ognuno può concretamente fare la differenza e cambiare la vita di tante persone che vivono dall’altra parte del mondo. Un progetto che può cambiare la vita perfino a chi vi partecipa, come in effetti sta succedendo a me.

    Tre anni fa, tornato dal mio primo viaggio in Madagascar, sono entrato in contatto con Aid4Mada e ho iniziato insieme a Matilde a sostenere a distanza una bambina, dandole la possibilità di andare a scuola a Tulear. Oggi sto tornando in Madagascar per girare un documentario. Questo può succedere a tutti, anche a te che stai leggendo questo libro.

    Quindi questo sarà un viaggio che cambierà sicuramente tante vite.

    La mia, di nuovo.

    Quelle dei ragazzi che sono seduti accanto a me su questo aereo che sembra non arrivare mai.

    Quelle delle persone che stiamo aiutando e che aiuteremo a Tulear.

    Quelle delle persone che dall’Italia, dopo aver visto il documentario o letto questo libro, decideranno di aiutarci.

    La tua, forse.

    In questo momento, dal finestrino vedo finalmente la costa del

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