L'odio per il teatro
Di Lord Schadt
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Info su questo ebook
Un pezzo teatrale furioso, un cannone di insulti alla cultura teatrale tedesca che non lascia nulla all'immaginazione. (Südkurier)
Teatro d'intrattenimento postmoderno che provoca, che si agita, che infastidisce, che si lamenta, che brontola, che brontola, che brontola, che brontola, che brontola, che brontola, che brontola, che brontola, che brontola, che brontola, che brontola, che brontola, che brontola, che brontola, che brontola, che brontola, che brontola, che brontola, che brontola, che scoppia, che assilla, che si lamenta, rimproverando, schernendo, prendendo in giro, imbarazzando, punzecchiando, disilludendo, mettendo alla berlina, punzecchiando, disincantando, mettendo in imbarazzo, snobbando, e piagnucolando il tutto attraverso un'attrice.
Genere: DRAMA
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Anteprima del libro
L'odio per il teatro - Lord Schadt
Rappresentazione teatrale per un’attrice
E il clown,
che deve ridere,
anche se ha voglia di piangere,
e il pubblico non vede,
che scende una lacrima.
Katja Ebstein: Teatro
Sul palcoscenico ci sono una sedia, un tavolo ed una pentola. Durante l’entrata del pubblico, sul palco un’attrice in piedi a braccia conserte vestita in stile Gothic-Lolita. Davanti a lei un Tetra Pak di sangria. L’attrice scruta il pubblico. Quando tutti sono seduti, lei fa un passo avanti.
Stimatissimo pubblico,
sei veramente così stupido,
oppure sei veramente qui seduto?
Io non lo farei.
E perché no?
Perché no?
Perché io odio il teatro.
Sì, io odio il teatro.
Io odio il teatro.
Io odio il teatro.
A tal proposito ho diversi motivi, direi troppi motivi, per dirvi tutto oggi ma non ho tempo sono qui per esibirmi.
Inizio subito, prima però bevo un po’di coraggio. Hihi.
(Beve un sorso di sangria.)
Innanzi tutto ho un banalissimo motivo per odiare il teatro: ho un problema alla vescica. Devo fare continuamente pipì. Grazie a Dio non è più una vescica debole. Ho lasciato la Chiesa di proposito, così non devo sempre correre alla toilette. Un grosso errore! La mia debolezza ha anche un’altra importante ragione: mi piace bere. Senza alcol non sopporto più il teatro contemporaneo. Successivamente viene tutto naturale: dopo un’ora al massimo avverto l’impulso di dover correre in bagno. Capite cosa intendo, no? Immaginate la scena, un’opera di Wagner è appena iniziata e voi già dopo dieci minuti non riuscite più a seguire la storia della diva emigrata dalla Russia perchè pensate esclusivamente al vostro impellente bisogno di pisciare.
Quello che vi sto raccontando è così vero e meschino che alcuni di voi adesso staranno sicuramente pensando a come scappare alla toilette senza dare nell’occhio. Non andate. Questo non funziona. Credetemi! I teatri sono costruiti in modo che non si possa uscire dalla sala senza farsi notare. Durante la pausa si sparlerà sicuramente di qualcuno. „Avete visto? Il Signor Meier, quello zotico, se l’è semplicemente squagliata. Non ha assolutamente nessun tipo di comprensione per il teatro moderno."
Qualcuno deve pisciare? L’argomento è volgare, lo so. In realtà pensate di poterla tenere fino alla prossima pausa ma, ora che ne ho parlato, la vostra vescica piena vi tormenterà per le prossime due, ma che dico, tre ore. Riuscirete a sopportarla. Non pensate agli spruzzi di frizzanti cascate e neanche ad un rubinetto sgocciolante. Non pensate alle toilette, all’incontinenza, all’urina, allo stimolo di pisciare, alle cascate, ai bagni chimici, alle latrine, ai silenziosi gabinetti, ai cessi e a zero-zero-sette! Meno che mai a urinare, pisciare, fare pipì, minzione, orinare, fare due gocce, cambiare l’acqua al pesce, fare due goccette, andare in bagno, mingere, lasciare che l’urina esca dalla vescica, svuotare la vescica, far piovere a dirotto, oppure fare pipì.
Come avete potuto capire e sentire, ho una certa dimestichezza con il lessico ed i sinonimi. Perché? Perché mi piace tormentare il pubblico.
Che diamine, adesso facciamo qualcosa di completamente diverso.