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Like Me: 100 Mosse Per Piacere A Tutti Sui Social e In Società
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Like Me: 100 Mosse Per Piacere A Tutti Sui Social e In Società
E-book114 pagine1 ora

Like Me: 100 Mosse Per Piacere A Tutti Sui Social e In Società

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Info su questo ebook

Un dizionarietto curioso e pratico di 100 voci, in rigoroso ordine alfabetico.

Un manuale indispensabile ed espandibile per il popolo felice e colto del "Mi Piace", dei retweet, dei followers.

Un galattico galateo elegante del XXI secolo che illustra come dar piacere e farsi piacere nei salotti (virtuali e non).

Una mappa portatile ed in progress di citazioni azzeccate, di opinioni dissonanti, di riflessioni stupefacenti.

Un libro per lettori forti, lettori deboli, lettori non scrittori, scrittori non lettori, non lettori, né scrittori.

Un libro per me, per te, per tutti e per nessuno.

Un libro come nessun altro perché nessun libro è come "Like me”.
LinguaItaliano
Data di uscita6 ott 2016
ISBN9788893370738
Like Me: 100 Mosse Per Piacere A Tutti Sui Social e In Società

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    Anteprima del libro

    Like Me - Linnio Accorroni

    Bianciardi)

    Dedica

    Questo libro è per te, mio caro saggio non-lettore, mio simile, fratello mio.

    Questo libro è per te che, a ragione, consideri la lettura come il bizzarro relitto di un’epoca arcaica.

    Questo libro è per te che odi la spocchia boriosa dei lettori forti, concentrati a nascondere la loro abissale infelicità tra le pagine di un libro.

    Questo libro è per te che, sulle vetrine dei social ed in società, sai brillare come un diamante purissimo, circonfuso dalla gloria dei 'Mi Piace', dei retweet, dei followers.

    Questo libro è per te: qui troverai, pronte all'uso, la citazione colta, l’opinione dissonante, l'atteggiamento anticonformista, la riflessione stupefacente.

    Questo libro è per te, mio caro saggio non-lettore, mio simile, fratello mio: un dizionarietto composto da 100 voci in rigoroso ordine alfabetico, un Galateo del XXI secolo che illustra come ci si muove nei salotti (virtuali e non). 

    1 Abbandono

    I futuristi volevano uccidere il chiaro di luna. Riserveresti volentieri lo stesso trattamento a quelli che, a proposito dello spettacolo appena visto, cinguettano: 'Proprio carino'. Tu no. Tu appartieni all'esigua schiera di chi va, al teatro od al cinema, essenzialmente per soccombere alla seduzione del mistero. Quello che chiedi è di essere modificato nel profondo da ciò che hai visto. Se non accade, vuol dire che era solo un filmetto, uno spettacolino, un insignificante intrattenimento. 

    Insomma: una cosuccia 'proprio carina' e nient’altro. Una serata persa. L’ennesima.

    ​2 Adorno

    Ami, argutamente, parlare ed intervenire, soprattutto se si tratta di argomenti che non conosci troppo. C'è sempre il cretino di turno che vorrebbe precluderti questa possibilità e, per impaurirti, cita con sussiego la settima proposizione del Tractatus di Wittgenstein: Su ciò di cui non si può parlare si deve tacere.

    Ma tu rispondigli a tono, stroncando la sua stucchevole obiezione con il noto aforisma di Adorno, secondo il quale proprio di quello di cui non si può parlare bisogna parlare.

    Il cretino si tacerà, almeno per un po'.

    ​3 Al flauto: Socrate

    E poi ti chiederanno: ma perché conoscere visto che siamo mortali? A che serve? La conoscenza, per sua fortuna, non è serva di nessuno; ama, piuttosto, la gratuità e l'inutilità. Come un vecchio che, poco prima di morire, si metta a suonare un flauto. Questo è ciò che ci consegna una deliziosa parabola di Cioran. 

    Tu raccontala, sperando che quell'aria di flauto possa essere raccolta e suonata da qualcun altro.

    L’ultimo giorno di Socrate. La sua ultima alba. Il filosofo sa che, di lì a poco, dovrà bere la cicuta che lo condurrà a morte sicura, perché accusato di aver corrotto i giovani ateniesi e di aver introdotto nuovi dei. Critone, uno dei suoi discepoli più cari, va a trovare il maestro prima della morte. Lo scopre intento a suonare un flauto; si sorprende perché Socrate, per tutto il corso della sua esistenza, non aveva neppure sfiorato uno strumento. Critone, allibito, domanda a quel vecchio scandaloso: Maestro, a che cosa ti servirà?.

    Socrate risponde: Voglio imparare quest’aria di flauto, prima di morire.

    ​4 Ambaradan

    O Padre del sacro idioma italico, non perdonare loro perché non sanno. Perché, o Padre, essi si ostinano nell'errore. Pensa, o Padre, al destino di questo sostantivo, disgustosamente cacofonico, usato sempre in modo inappropriato. E si divertono pure, quando lo storpiano, senza rispetto alcuno del sacro idioma italico. Allora tu, o Padre,

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