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Regina dell'oscurità
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E-book308 pagine3 ore

Regina dell'oscurità

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Info su questo ebook

--- Si tratta del retelling de Il Fantasma dell'Opera in chiave moderna e NON FANTASY ---
Una Mosca corrotta e oscura.
Una giovane soprano e promessa della lirica
E il suo severo e imperscrutabile maestro... 

È stato un attimo.
Sono la promessa dell’Opera lirica, non ho potuto lasciarmi sfuggire l’occasione d’esibirmi in una prima al Bolshoi. Il fantasma dell’Opera, una trasposizione del musical e del libro proprio sul palco dell’oscura e bella Mosca… ed io sono stata scelta per il ruolo dell’angelica protagonista. 
E ho conosciuto il fantasma del Bolshoi. 
Il suo nome è Gabriel Cavalieri, un uomo con le fattezze di un demone, il mio protettore, il mio maestro e l’uomo più affascinante e terribile che possa esistere. La sua cicatrice, quel suo fare così tirannico… lui mi innervosisce, mi confonde. È capace di assumere mille maschere, è bravissimo nell’arte della seduzione e dell’inganno. 
Ha chiesto di rispettare delle regole, fin da subito ha chiarito che sarei stata nient’altro che la sua protetta, ma come possiamo mantenere un rapporto formale, se ogni volta che ci guardiamo, ci sentiamo ardere da una passione incontrollabile?
Non posso niente contro di lui. 
Mi ha sedotta, mi reclama. 
Il confine tra Opera e realtà non esiste più…
Lui è il re, il fantasma della mia Opera. 
Io la regina della sua oscurità…

Se volete scrivermi, farmi conoscere la vostra sincera opionione, potete trovarmi sulla mia pagina Facebook o potete scrivermi all'email : author@irenecolabianchi.com  
Vi aspetto!!! 
LinguaItaliano
Data di uscita10 gen 2019
ISBN9788829591442
Regina dell'oscurità

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    Anteprima del libro

    Regina dell'oscurità - Irene Colabianchi

    Irene Colabianchi

    REGINA DELL’OSCURITÁ

    UUID: 0ae6224a-1386-11e9-9a85-17532927e555

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    REGINA DELL’OSCURITÁ

    PROLOGO

    CAPITOLO UNO

    CAPITOLO DUE

    CAPITOLO TRE

    CAPITOLO QUATTRO

    CAPITOLO CINQUE

    CAPITOLO SEI

    CAPITOLO SETTE

    CAPITOLO OTTO

    CAPITOLO NOVE

    CAPITOLO DIECI

    CAPITOLO UNDICI

    CAPITOLO DODICI

    CAPITOLO TREDICI

    CAPITOLO QUATTORDICI

    CAPITOLO QUINDICI

    CAPITOLO SEDICI

    CAPITOLO DICIASSETTE

    CAPITOLO DICIOTTO

    CAPITOLO DICIANNOVE

    CAPITOLO VENTI

    CAPITOLO VENTUNO

    CAPITOLO VENTIDUE

    CAPITOLO VENTITRE

    CAPITOLO VENTIQUATTRO

    CAPITOLO VENTICINQUE

    CAPITOLO VENTISEI

    CAPITOLO VENTISETTE

    CAPITOLO VENTOTTO

    CAPITOLO VENTINOVE

    CAPITOLO TRENTA

    CAPITOLO TRENTUNO

    CAPITOLO TRENTADUE

    CAPITOLO TRENTATRE

    EPILOGO

    REGINA DELL’OSCURITÁ

    romanzo

    I R E N E C O L A B I A N C H I

    Regina dell’oscurità

    ©Irene Colabianchi

    Gennaio 2019

    Tutti i diritti sono riservati. È severamente vietata ogni riproduzione dell’opera, anche parziale.

    Questa è un’opera di fantasia.

    Nomi, personaggi, luoghi ed eventi narrati sono il frutto della fantasia dell’autore o sono usati in maniera fittizia.

    Qualsiasi somiglianza con persone reali, viventi o defunte, eventi o luoghi esistenti è da ritenersi puramente casuale.

    Questo libro è un’altra delle intriganti e toste avventure che mi piace intraprendere.

    Sono partita dall'idea di voler cercare qualcosa che mi desse uno stimolo a creare, immaginare e… semplicemente sognare. Il fantasma dell’Opera è un libro, un film e poi è diventato un famoso musical; questo romanzo si ripropone come retelling, non fantasy, di una storia che mi ha letteralmente spezzato il cuore.

    Be’, per chi sa la storia e ha sempre scelto il fantasma, deve esser stato un colpo duro, ma non vi preoccupate… anche io ho sempre tifato per il fantasma. Perché insomma, chi è che non vorrebbe scoprire cosa si cela al di là delle nebbie del regno tenebroso e pericoloso dell’affascinante e tormentato fantasma?

    Io in prima persona, certo!

    E chi vuole scoprirlo, mi segua tra le pagine di questo libro, tra i fogli proibiti del copione di quest’Opera.

    Cosa sceglierete?

    L’essere sedotti?

    O avere salva la vostra anima?

    Io mi auguro che qualsiasi sia la vostra scelta, la lettura sarà di vostro gradimento!

    PROLOGO

    Hai sentito l’ultima, Renée?

    La mia amica Cassie entra nel nostro camerino agitando un foglio con palpabile entusiasmo. Mi volto a guardarla e afferro l’articolo di giornale che continua a sventolare.

    È sicuramente qualcosa che ha a che fare con il teatro, ma è scritto in russo e non saprei proprio cosa c’è scritto. Conosco l’italiano e il francese, ma il russo… chi ha mai pensato che sarebbe stato importante?

    Cos’è?

    Cassie si siede di peso sulla poltrona davanti agli specchi e si sistema il trucco con un pennello da sfumatura. Se davvero il Bolshoi ha deciso di fare una cosa del genere, ho intenzione di comprare un biglietto in una delle gallerie dei ricchi.

    Poso l’articolo di giornale sul tavolino e incrocio le braccia al petto. Vuoi dirmi cosa c’è scritto? Invidio il tuo soggiorno di tre anni a San Pietroburgo, sai? Le do una pacca sulla spalla. Avanti, su! Sputa questo rospo.

    Richiude la palette di ombretti e mi sorride. "Conosci Il fantasma dell’Opera ? Il romanzo di Gaston Leroux e il musical teatrale composto da Andrew Lloyd Webber?"

    Annuisco. Penso di averlo letto alle medie in francese, mia madre aveva insistito molto affinché frequentassi le lezioni.

    Cassie solleva un sopracciglio e fa un cenno di assenso con la testa verso l’articolo di giornale. "Il Bolshoi ha deciso di creare una versione del romanzo e del musical per il teatro dell’opera. Insomma, proprio come se fosse una Traviata o una Carmen ".

    Ho letto il libro in francese, ma è stato dieci anni fa e comunque sia ricordo a grandi linee la storia. So che il fulcro della vicenda è qualcosa che ha a che fare con un amore che sfiora l’ossessione, di un, per così dire, ‘fantasma’… nulla più. E ora vogliono farne la trasposizione lirica al pari della Traviata . Interessante, il Bolshoi sicuramente sa che è una scelta piuttosto straordinaria.

    Si sente tanto parlare di te, ormai dice Cassie facendo un sorrisetto malizioso. E il Bolshoi è interessato a te, non è vero?

    Annuisco, senza sapere, però, dove vuole arrivare.

    Magari ti dicono di recarti al Bolshoi proprio quando c’è la prima, potresti vederla o avere una parte. Dà una rapida occhiata all’articolo. La prima è il venticinque marzo… Arriccia le labbra, dispiaciuta. Peccato, manca più di un mese, non potresti neanche fare la parte di Meg.

    Scrollo le spalle e faccio per ribattere, quando la signora Jansen entra nel camerino con una cartella sotto il braccio. Signora Jansen mormoro sorpresa di vederla qui. È pomeriggio presto e solitamente dopo pranzo ritorna a casa per stare un po’ con la figlia. C’è qualche problema?

    La signora Jansen si sistema i capelli biondi su una spalla, in un gesto nervoso, e fa cenno a Cassie di uscire subito dal camerino. Rimango in piedi finché la Jansen non si accomoda sulla poltrona e mi dice di fare lo stesso. Per quale motivo è così silenziosa? E perché sembra così preoccupata?

    Cara Renée…

    Il tono di voce che ha assunto non preannuncia niente di buono.

    Sei ormai diventata una promessa dell’Opera e hai ricevuto nell’ultimo mese una proposta di contratto dal Teatro alla Scala di Milano e dal Teatro Bolshoi di Mosca. Dalla cartella estrae un foglio stampato e me lo porge. Il Bolshoi ha insistito affinché ti presenti alla loro compagnia per lo spettacolo che stanno allestendo.

    Annuisco lentamente, cercando di capire cosa sta per dirmi.

    Lancia un’occhiata all’articolo di giornale sul tavolo ed emette una risatina bassa. Quindi sai della loro nuovissima decisione per la prima del venticinque marzo. Bene, perché hai ricevuto una lettera dalla regista dello spettacolo e vuole capire il tuo valore: vorrebbe darti la parte di Christine, ma non ti conosce bene e vorrebbe testarti sul campo, darti una possibilità.

    Corrugo la fronte, perplessa. Ma la prima è tra un mese praticamente, dovrei imparare le parti e…

    " La regista ha detto di avere già una soprano piuttosto brava per la parte, ma, dopo aver sentito la tua ultima esibizione di Violetta per la Traviata , be’… vuole verificare se sei in grado di sostenere il ruolo di Christine, dato che le sei piaciuta moltissimo".

    Deglutisco, sono lusingata. Il teatro Bolshoi è uno dei più famosi al mondo e quando ho ricevuto la lettera per un possibile contratto, ho iniziato davvero a credere nel mio talento. È ormai da quattro mesi che si parla di me come la promessa dell’opera lirica, ma non ho mai voluto vantarmi di tutta questa notorietà.

    Ho ventitré anni e devo ancora crescere, per questo quando ho ricevuto la lettera dal Bolshoi ho iniziato a credere di poter raggiungere il successo, potendo migliorare, però, ancora con quest’opportunità. Ma ora… ora la regista dell’opera che presto verrà realizzata al Bolshoi, mi sta chiedendo di trasferirmi lì per un po’ e capire se posso ‘vestire’ la parte della protagonista de Il fantasma dell’Opera .

    Sbatto le palpebre. Io… non so che dire.

    La signora Jansen mi prende la mano. Questa è la tua occasione, Renée. È ciò che hai sempre voluto: far parte della compagnia di un teatro di fama internazionale. Non ce ne sono molti in giro e a pochi capita un’occasione del genere.

    Corrugo la fronte. Sono al Metropolitan di New York, anche questo è rilevante.

    Sorride scuotendo la testa. Certo, ma vorresti dirmi che fare esperienza al prestigioso Bolshoi è la stessa cosa che stare qui? Hai preso parte a opere importantissime qui, sei maturata molto negli ultimi tre anni e credo che i tuoi genitori abbiano sempre sperato per te, impegnato le loro energie per una carriera così di pregio.

    Abbasso lo sguardo e ripenso ai sacrifici della mia famiglia. Loro mi hanno sempre spronata in questa mia passione e hanno sempre voluto che io raggiungessi i livelli più alti della lirica, perché ritengono io abbia il potenziale e il talento per raggiungere vette altissime. Ho l’occasione di dimostrare il mio valore, posso migliorare ancora, posso essere la ragazza di provincia che ha inseguito i suoi sogni e ha accettato un ingaggio dal Bolshoi.

    Jansen mi consegna la cartellina. La regista è convinta che tu accetterai la parte, per questo ti ha inviato il copione che dovrai studiare per presentarti al meglio.

    Accetto il plico di fogli. Quindi mi sta suggerendo di partire?

    Non ti sto suggerendo niente, ti sto dicendo di farlo per la tua bellissima voce.

    CAPITOLO UNO

    Mosca è così diversa da New York…

    In febbraio la neve è ancora piuttosto alta e il freddo riesce a sorprendermi ogni giorno di più. Mi sono dovuta comprare un cappotto di pelliccia per non arrivare al Bolshoi somigliante a un merluzzo congelato ogni giorno. Ho visto poco la città, in una settimana non ho avuto neanche il tempo di respirare: prova, canta, prova, canta… esibisciti di fronte alla regista e poi davanti agli altri compagni, poi al direttore del Bolshoi.

    Dopo una settimana di ansia e paura, ma anche di gioia ed eccitazione, forse oggi dovrei venire a conoscenza della decisione della regista. Ho conosciuto la soprano con cui mi sto ‘contendendo’ la parte di Christine, la protagonista del romanzo di Leroux, e sarò sincera: non è stata molto gentile con me, il suo atteggiamento è risultato davvero molto ostile.

    Un po’ di sana competizione penso che sia lecita, ma non credo che parlarmi alle spalle sia molto leale. Eccetto Charlotte Dumont, la mia ‘rivale’, tutti sono stati molto disponibili e ben felici di accogliermi nella famiglia Bolshoi , come la definisce una delle ballerine, Mya, che dovrebbe interpretare Meg, l’amica di Christine. Con lei ho legato, mi ricorda un po’ Cassie del Metropolitan e questo mi ha aiutata ad ambientarmi meglio in questa nuova situazione.

    Cambiare città così, da un giorno all’altro, impegnarsi al massimo tutti i giorni dormendo poco, cantare ripetutamente è stato sfibrante, ma mi rendo conto che ci vuole lavoro duro e perseveranza per raggiungere il massimo richiesto.

    Entro nel teatro guardandomi nuovamente intorno. Sono giorni che entro qui, eppure ancora questo teatro riesce ad affascinarmi come la prima volta. Pareti color crema, scalinate sontuose, tappeti rossi e dettagli dei soffitti che mi lasciano sempre senza fiato. Si respira aria d’eleganza e leggerezza, è un tempio dove l’opera e il balletto si manifestano in tutto il loro splendore.

    L’auditorium è di una bellezza mozzafiato, entrandoci mi calo così tanto nel suo stile che mi sembra quasi di essere un teatrante del XIX secolo ed è una meraviglia osservare le decorazioni ed i drappeggi color porpora acceso della lodge, mentre vari arabeschi in gesso decorano ogni piano.

    Renée! mi chiama Mya da una delle poltroncine.

    La raggiungo e saluto anche gli altri, constatando che non stanno provando sul palco, dove l’unica è Evelina, la regista, che sta scribacchiando qualcosa su alcuni fogli. Ha un atteggiamento piuttosto assorto, come se qualcosa non tornasse ai suoi pensieri. Cosa succede?

    Oleg, il tenore che ha la parte di Erik, il fantasma, mi scocca un sorrisetto e fa un cenno con la testa verso Evelina. Sta riorganizzando alcune partiture dice. Ora che Charlotte è fuori…

    Cosa?!

    Mya gesticola come se tutto fosse evidente. Charlotte si è rotta una gamba ieri, proprio mentre tornava a casa dal teatro. Non abita molto distante dalla Piazza Rossa e di solito ritorna a piedi a casa. Dicono che è stato un pirata della strada, stava attraversando quando è successo.

    Oh mio Dio, e chi poteva immaginarlo? Sono scioccata e piuttosto sconvolta. Come sta ora?

    Be’, si è rotta una gamba, ma è a dir poco scossa, vero Oleg? Abbiamo fatto un salto in ospedale stamattina ed era letteralmente isterica. È sempre stata molto teatrale, d’altro canto nasce anche come attrice. Ridacchia. Sembrava un’oca starnazzante. Capisco che ha avuto un incidente ed ora non avrà più la parte, ma la credevo dotata di un certo autocontrollo.

    Mya non può capire, da quello che mi ha raccontato è sempre stata sul palco per ruoli secondari. Ricordo la prima volta che ho avuto la parte di Violetta della Traviata , facevo attenzione a qualsiasi cosa mangiassi, a qualsiasi cosa facessi per evitare che accadesse qualche disastro e non potessi cantare. A sentire una cosa del genere, chiunque direbbe che sono stata paranoica, ma capisco Charlotte: ha lavorato duro per la parte di Christine, questo è innegabile e la rispetto, e soprattutto è la prima volta che Il fantasma dell’Opera diventa una trasposizione per il teatro lirico, è stato un musical teatrale a Brodway, quindi per lei era una grandissima opportunità.

    Complimenti, comunque, hai avuto la parte! esclama entusiasta Oleg.

    Sono contenta di avere la parte, ma devo ammettere che Charlotte è stata proprio sfortunata. Sì, certo… balbetto avvicinandomi al palco. Vado a parlare con Evelina.

    Mentre raggiungo il palco, è come se mi sentissi osservata dall’oscurità, come se qualcuno si nascondesse nelle parti in ombra del teatro. È una sensazione strana, qualcosa che ormai provo ogni volta che sono qui. È come se qualcuno mi osservasse nascosto nel buio, come se il fantasma di Leroux mi studiasse e assorbisse la mia voce senza mai poter uscire allo scoperto, bloccato nell’oscurità.

    Percepisco la sensazione anche mentre canto, ma in qualche modo riesco ad escluderla dal contesto, per restare concentrata. Quando invece non accade, mi sento scuotere le viscere e la schiena viene percossa da mille brividi gelidi. Ovviamente, non esiste alcun fantasma, sono il carico d’emozioni e di intensità che sto impiegando in questo progetto che mi rendono un po’ irrequieta e spaventata. Non dimentico mai di essere piombata qui da un giorno all’altro, cambiando tutto e tutte le mie abitudini.

    Evelina ha notato la mia presenza e abbassa i fogli.

    Ho saputo di Charlotte e mi dispiace per l’accaduto.

    Anche a me, ma in fondo avrei scelto te anche se lei non avesse avuto quell’incidente. Mi consegna il copione con alcune correzioni e appunti. Mi sei piaciuta dal primo istante in cui una semplice vocale in chiave di Do è uscita dalla tua bocca. E sei perfetta per Christine, anzi, oserei quasi dire che mi fa paura immaginare che tu sia nata proprio per questo ruolo.

    Ridacchio e la seguo dietro le quinte. Be’, la ringrazio signora Evelina, ma credo che anche Charlotte fosse perfetta.

    Non fare la modesta mi rimprovera con dolcezza Evelina controllando il contenuto di una scatola. Non era all’altezza, è stata brava in tante opere, ma per questa non era adatta.

    Mi fermo vicino a lei.

    Evelina si volta a guardarmi e mi scruta attentamente. Sai, per questo tipo di ruolo ci vuole un viso aggraziato, di un rosa pallido puro e di una voce soave e decisa come la tua. Scuote la testa e ricomincia a camminare. Charlotte non è mai stata perfetta per questo ruolo e ora che l’abbiamo scoperto, bisogna subito mettersi a lavoro. Ti ho dato il copione che ho rivisto io stessa, affinché sia fatto su misura per te.

    Lancio un’occhiata al testo e corrugo la fronte. Ma Leroux era francese, ancora mi chiedo perché abbia deciso di presentarlo in italiano.

    Un sondaggio preferisce la versione italiana cantata, ritengono che si possa ottenere un effetto più profondo e caratterizzante.

    Ho studiato italiano durante gli anni del liceo per prepararmi al meglio per alcune delle opere più famose e devo dire che Evelina ha ragione: il canto italiano lirico ha una profondità capace di scuoterti. E in fondo mi sono allenata in italiano per quest’Opera, quindi non ci sono problemi. Cosa ne sarà di Charlotte? domando seguendola nel camerino della soprano.

    Allarga le braccia nella stanza. Direi che questo è per te, ora. Per quanto riguarda Charlotte, le ho regalato il biglietto per la prima se vorrà venire.

    Sollevo un sopracciglio, sorpresa dalla freddezza con cui Evelina sta parlando di Charlotte. Avere un camerino tutto mio? Al Metropolitan lo condividevo con Cassie, ma averne uno per sé è tutt’altra cosa. E non mi importa neanche tanto, in fondo, i miei genitori mi hanno sempre insegnato ad essere umile, ad apprezzare ciò che già si possiede, per poi godere di ciò che ci viene donato.

    Evelina si siede sullo sgabello di fronte allo specchio per il trucco. C’è un’altra novità, Renée annuncia con un sorriso, cambiando del tutto atteggiamento. Riguarda il tuo attuale alloggio presso una delle case del maestro Georgi.

    Negli ultimi giorni, ho soggiornato in uno dei tanti appartamenti in affitto del maestro Georgi, un insegnante del Bolshoi che mette a disposizione delle sistemazioni per gli artisti della compagnia. Ma sapere che Evelina mi deve parlare proprio di questo, mi mette in agitazione, poiché non saprei interpretare la sua espressione e, quindi, capire se c’è la possibilità che io abbia perso l’alloggio. Non posso…?

    Al momento, soggiorni da Georgi vicino al Monument Rachmaninov, se non erro.

    Sì, è così.

    Conosci Gabriel Cavalieri?

    Mi acciglio. Non è la prima volta che sento questo nome.

    Gabriel è un tenore italiano molto famoso. È stato nella nostra compagnia per due stagioni, finché tre anni fa ha deciso di ritirarsi. Evelina sospira come se qualcosa l’avesse turbata per qualche secondo. Vive ancora qui a Mosca, al Serebryany Bor.

    Attende che io dica qualcosa, ma non so nemmeno che diavolo di posto è. Dovrei sapere cosa…

    È un’area verdeggiante molto bella con alberi che hanno almeno duecento anni. È un po’ fuori mano, su un lago artificiale. Evelina accenna un sorriso, ma è evidente che c’è dell’altro che impegna i suoi pensieri. Cavalieri abita in una dacha molto bella e non perde neanche una stagione del Bolshoi. Ha proposto di ospitarti nella sua dacha senza dover pagare alcun affitto.

    Deglutisco e mi alzo lentamente dalla poltrona, senza riuscire a credere alle mie orecchie. Gabriel Cavalieri è un nome che ho già sentito, ma al momento proprio non mi viene in mente né la sua storia né le Opere che ha interpretato. È gentile da parte sua ospitarmi, permettermi di risparmiare i soldi ed evitare di spenderli per l’affitto all’alloggio di Georgi, ma chi diavolo è quest’uomo? Io non lo conosco, come potrei accettare? Io non… ho mai incontrato questo Cavalieri e non so se posso fidarmi di lui.

    Evelina si alza di scatto. Posso garantire io per lui, Renée, e poi si è offerto di farti da mentore.

    Inarco un sopracciglio, sorpresa, e la guardo di sottecchi. E perché mai quest’uomo vorrebbe che io andassi a vivere nella sua… Rifletto. Dacha, giusto?

    Annuisce e mi si avvicina. Il suo è un gesto gentile, accettalo perché non credo che potrà mai ricapitarti un’occasione del genere. Preme un dito sul copione. Si è proposto di essere tuo maestro poiché è italiano e potrebbe rendere indimenticabile la tua esibizione. Il Bolshoi tiene alla qualità dei suoi spettacoli e non vorrei che quest’Opera fosse un fallimento. Ti serve un protettore, comunque, e Cavalieri è perfetto.

    La sua insistenza mi mette a disagio e genera in me mille dubbi. Capisco che lei voglia che quest’Opera coinvolga, affascini e tolga il fiato ed è per questo che ho rispetto per lei, ma… chi è questo Cavalieri! Avrà deciso di ospitare me perché sono la nuova arrivata, una giovane americana di ventitré anni in una città straniera e in un teatro che la vuole vedere subito interpretare il personaggio principale.

    Dall’occhiata che mi rivolge Evelina, però, capisco che non ho nessuna scusa plausibile per rifiutare. Mi ha legato le mani nell’istante in cui ha detto che Cavalieri è italiano e può aiutarmi a rendere indimenticabile l’esibizione su questo bellissimo palco. Certo, però, New York, Mosca e ora… chissà cosa mi aspetterà?

    Riprendo il mio copione e seguo le istruzioni di Evelina, che mi spiega cosa accadrà stasera: un uomo di Cavalieri verrà nell’appartamento di Georgi e mi aiuterà a portare tutto ciò che è mio alla dacha di Gabriel. Diavolo, sta avvenendo tutto in modo decisamente troppo veloce e, anche se io non posso obiettare, la cosa non mi convince molto. E tutto questo diventa quasi inquietante quando incrocio Mya.

    Allora, buone notizie, eh?

    Annuisco e le mostro il copione. Ho avuto la parte.

    Mya sorride, entusiasta. Davvero Renée, hai una voce formidabile, sei perfetta per Christine!

    Ridacchio. Grazie Mya, sei davvero gentile. La osservo mentre la curiosità sorge spontanea. Tu sai chi è Gabriel Cavalieri?

    In un primo momento, Mya batte le palpebre come se stesse cercando di ricordare, poi arretra di scatto e mi rivolge uno sguardo perplesso. Perché me lo chiedi?

    Rifletto sulla possibilità di dirle il vero motivo della mia domanda, ma alla fine decido di non farlo per una stranissima sensazione. In fondo, tutto questo è molto strano. Così, Evelina me ne ha parlato per darmi un’idea sul come prepararmi.

    Mya scrolla le spalle. Oh, be’… Gabriel Cavalieri è un uomo che non riuscirei a descriverti. Ci ho intrattenuto una conversazione, tempo fa: è un tipo brillante, davvero… davvero brillante. Sospira con fare teatrale. Davvero un bell’uomo, Dio Santo!

    Perché ho come la sensazione che ci sia un ‘ma’?

    Arriccia le labbra. Ma credo che per lui ci siano stati giorni migliori.

    CAPITOLO DUE

    Il Serebryany Bor è un luogo mozzafiato, alberi ovunque innevati e una fresca aria pura mi fa venire la pelle d’oca sul collo. La dacha, all’interno di questo parco, deve essere costata una fortuna a questo Cavalieri. È qualcosa di straordinario e immenso, ma sembra avvolto da una perenne oscurità invernale.

    Questo angolo del Serebryany, sembra l’unico piombato in uno stato di buio insolito, che mette i brividi. Lo spiazzo per le macchine proprio davanti l’ingresso è curato e pulito, c’è un’attenzione sull’esterno della casa che quasi mi sorprende.

    Qui è tutto tranquillo e la quiete regna sovrana.

    L’uomo di Cavalieri, Dimitri, continua a fare avanti e indietro per la casa con i miei scatoloni. Mi sono offerta di aiutarlo, ma lui non vuole che mi affatichi e così sono rimasta qui, imbambolata a fissare questa casa moderna e classica allo stesso tempo, elegante ed oscura nello stesso identico modo.

    Signorina Hastings, intanto si accomodi. Il signor Cavalieri non è ancora rientrato, ma può riscaldarsi davanti il caminetto, mentre aspetta il padrone di casa.

    Dimitri è molto gentile, ha una carnagione chiarissima, ho subito pensato che fosse russo. Non credo sia un uomo molto socievole, in macchina è stato piuttosto silenzioso e non ha accennato neanche a chi sia davvero il suo, per così dire, padrone.

    Accetto l’invito e mi stringo la borsa contro il fianco, quindi raggiungo l’ingresso della dacha, che emana un calore piacevole e ospitale, che mi incoraggia ad entrare.

    Legno e legno… questa assomiglia più a una baita super elegante che a una casa normale. Le pareti rivestite completamente in legno danno l’idea di essere un luogo pregiato, il grande camino in salone è acceso. Rimango sbalordita, credo

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