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L'elisir d'amore
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E-book126 pagine1 ora

L'elisir d'amore

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SAGGIO (52 pagine) - MUSICA - L'ELISIR D'AMORE: Un'opera che commuove e diverte. La magia dell'amore non smette mai di sorprendere!

Una delle opere buffe e più famose nel repertorio operistico. Gaetano Donizetti ha unito la tradizione comica alla passione delle grandi storie d'amore raccontate a teatro, regalandoci due ore avvincenti e commoventi. L'amore di Nemorino è genuino e infinito, ma conquistare il cuore della bella Adina non è certo facile. Forse la soluzione è proprio in quell'elisir magico. Il resto della magia la mette Donizetti, componendo un capolavoro assoluto. Impariamo a conoscere "L'Elisir d'Amore". All'interno, intervista al compositore Solomon Epstein.  

Andrea Franco ha vinto il Premio Tedeschi nel 2013 con il romanzo giallo storico "L'odore del Peccato". Per Delos Digital ha scritto anche la serie "Scrivere fantasy" e ha curato la collana "Fantasy Tales". Oltre alla serie con monsignor Verzi (edita da Mondadori) ha pubblicato anche "Jeffrey Dahmer: lo sguardo del Diavolo", "1849: guerra, delitti, passione","Il riscatto dei Kerr" (con Franco Forte), "Fata Morgana" (con Enrico Luceri). A inizio 2016 uscirà il romanzo "L'odore dell'inganno "(Mondadori). Per la collana "Andiamo all'Opera" ha già presentato "Tosca" e "La traviata".  
LinguaItaliano
Data di uscita15 set 2015
ISBN9788867758760
L'elisir d'amore

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    Anteprima del libro

    L'elisir d'amore - Andrea Franco

    9788867758333

    Introduzione Generale

    L’opera lirica l’abbiamo inventata noi italiani. È una delle tante cose di cui dovremmo andare fieri, anche se tendiamo spesso a dimenticare i nostri meriti artistici, a guardare oltreoceano per trovare il bello (siamo un popolo esterofilo, lo siamo ora, lo siamo diventati, purtroppo). Ripeto, L’Opera Lirica l’abbiamo inventata noi, tanti, tantissimi anni fa, quando ancora sapevamo non solo essere creativi, ma illuminare il resto del mondo.

    Le prime opere documentate risalgono alla fine del sedicesimo secolo, ma se vogliamo fissare una data concreta e in modo altrettanto tangibile fornire dei nomi, l’opera alla quale dobbiamo fare riferimento è la Dafne di Jacopo Peri e Jacopo Corsi, la cui prima rappresentazione risale presumibilmente all’anno 1594. Pietro Bardi, un loro contemporaneo, descriveva con queste parole la semplicità strumentale della rappresentazione: messa in musica dal Peri con poco numero di suoni, con brevità di scene e in piccola stanza rappresentata.

    Bene, l’opera che abbiamo imparato ad amare è ben diversa, oggigiorno, basti pensare alla solennità della Turandot di Puccini o dell’Aida di Verdi, alle meravigliose scenografie di alcune edizioni della Bohème, del Trovatore, della Carmen. Oggi l’opera è anche spettacolo, intrattenimento in grande stile, incontri galanti nei foyer, platee piene di prime donne (insomma, un momento per tanta gente che magari non ne capisce nulla, ma che trova giusta occasione per mettersi in mostra). L’Opera è anche l’attesa di un applauso o dei fischi dalle gallerie, dove solitamente sono in trepidante attesa i veri esperti, quelli che non affittano lo smoking per farsi fotografare, ma che vanno a teatro semplicemente con la speranza di emozionarsi.

    È impossibile sintetizzare in poche parole cosa sia l’Opera. Di certo non è questo il luogo per tracciarne la storia. Basti pensare però che ha appassionato numerosi compositori, anche tanto dissimili tra loro: Puccini, Verdi, Mozart, Beethoven, Strauss, Donizetti, Ciajkovskij, Wagner… e la lista potrebbe essere davvero interminabile.

    L’intento di questi snelli manualetti è quello di arrivare alle nuove generazioni, quelle che sono cresciute ascoltando tutt’altro e di arrivare a chi finora non si è avvicinato perché spaventato da qualcosa che sembra fin troppo complesso e difficilmente comprensibile. L’Opera, in effetti, richiede un minimo di impegno, di predisposizione. Ma è alla portata di tutti, basta voler essere recettivi e dedicarsi un po’ alle proprie emozioni. Sono dell’idea che occorra un minimo di conoscenza, prima di approcciarsi a questo mondo e l’esperienza mi ha dato ragione più di una volta, quando mi sono trovato a poter introdurre qualcuno a modo mio.

    Minimo. Questa è la parola chiave. Chi si avvicina a queste pagine non troverà nozioni pedanti, non troverà lunghissimi trattati sull’armonia (non potrei farne, nonostante suoni il pianoforte da sempre) o interminabili spiegazioni sulla tecnica di composizione. Troverà quello che è necessario sapere per appassionarsi all’opera e magari prendere un cd (o un dvd) per rilassarsi un paio d’ore. L’idea non è quella di insegnare, primo perché non mi sento all’altezza di insegnare alcunché, in questo campo, secondo perché l’ascolto non si insegna, semmai si guida. Guida è la parola più corretta, infatti. Poi, tutto quello che non è scritto tra queste pagine, statene certi, lo troverete in giro, in centinaia di pubblicazioni, in rete, da migliaia di esperti che non vedono l’ora di condividere le proprie esperienze.

    Quindi, visto che l’intento è portare nuovi appassionati a teatro, ovviamente il nostro percorso seguirà le Opere più famose, quelle che non potete non conoscere, quelle le cui arie sono già nella vostra testa. Ma appassionarsi significa anche essere curiosi. Proprio per questo motivo andremo ad attingere anche a un repertorio meno noto (per chi è a digiuno, non certo per i melomani), ma non meno affascinante.

    Tosca, Traviata, Turandot, Aida, quindi.

    Ma anche Adriana Lecouvreur, Don Pasquale e tante altre.

    Insomma, un lungo viaggio, appassionante.

    Spero che alla fine, anche voi possiate definirvi dei melomani.

    Buona lettura e… buon ascolto, soprattutto.

    Introduzione al volume

    Non so dirvi in che modo ci si approcci all’opera lirica da profani. Ognuno fa il suo percorso, chi partendo dalle arie famose e lasciandosi incuriosire da quello che c’è da contorno, chi approfittando di qualche occasione per andare la prima volta a teatro a vedere nulla di preciso, ma solo per darsi un’occasione (è capitato a molti miei conoscenti, che hanno approcciato all’opera sfruttando un evento specifico, poi dopo si sono o allontanati o incuriositi, ma dietro non c’era un progetto specifico). Allo stesso modo non so dire se è preferibile scegliere un autore piuttosto che un altro, un’opera drammatica piuttosto che una comica. Ogni scelta ha i suoi perché, può essere quella giusta come quella sbagliata. Puccini è intenso, ma per entrare in confidenza con il suo modo di comporre a volte è necessario un ascolto più profondo. Alcune opere di Verdi hanno

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