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Il barbiere di Siviglia
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E-book166 pagine59 minuti

Il barbiere di Siviglia

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SAGGIO (54 pagine) - MUSICA - IL BARBIERE DI SIVIGLIA: il capolavoro di Rossini e il barbiere più famoso del mondo!

Non servono molte parole per presentare il capolavoro assoluto di Gioachino Rossini. Forse non esiste persona al mondo che non abbia intonato almeno una volta l'aria del barbiere Figaro, quel "largo al factotum" che è impossibile non conoscere. Un'opera buffa e divertente, scritta dal compositore in una manciata di giorni e che dopo "Le Nozze di Figaro" di Mozart riporta al successo un personaggio davvero unico e inimitabile. Andata in scena per la prima volta nel 1816 (duecento anni fa) oggi è ancora attuale e popolarissima. Noi l'abbiamo ascoltata per voi!

Andrea Franco ha vinto il Premio Tedeschi nel 2013 con il romanzo giallo storico "L'odore del Peccato". Oltre alla serie con monsignor Verzi (edita da Mondadori) ha pubblicato anche "Jeffrey Dahmer: lo sguardo del Diavolo", "1849: guerra, delitti, passione" (Delos Digital). A inizio 2016 uscirà il romanzo "L'odore dell'inganno" (Mondadori). Per la serie "Andiamo all'Opera" sono già usciti i volumi "Tosca", "La traviata" e "L'elisir d'Amore".
LinguaItaliano
Data di uscita13 ott 2015
ISBN9788867759156
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    Anteprima del libro

    Il barbiere di Siviglia - Andrea Franco

    9788867758760

    Introduzione Generale

    L’opera lirica l’abbiamo inventata noi italiani. È una delle tante cose di cui dovremmo andare fieri, anche se tendiamo spesso a dimenticare i nostri meriti artistici, a guardare oltreoceano per trovare il bello (siamo un popolo esterofilo, lo siamo ora, lo siamo diventati, purtroppo). Ripeto, L’Opera Lirica l’abbiamo inventata noi, tanti, tantissimi anni fa, quando ancora sapevamo non solo essere creativi, ma illuminare il resto del mondo.

    Le prime opere documentate risalgono alla fine del sedicesimo secolo, ma se vogliamo fissare una data concreta e in modo altrettanto tangibile fornire dei nomi, l’opera alla quale dobbiamo fare riferimento è la Dafne di Jacopo Peri e Jacopo Corsi, la cui prima rappresentazione risale presumibilmente all’anno 1594. Pietro Bardi, un loro contemporaneo, descriveva con queste parole la semplicità strumentale della rappresentazione: messa in musica dal Peri con poco numero di suoni, con brevità di scene e in piccola stanza rappresentata.

    Bene, l’opera che abbiamo imparato ad amare è ben diversa, oggigiorno, basti pensare alla solennità della Turandot di Puccini o dell’Aida di Verdi, alle meravigliose scenografie di alcune edizioni della Bohème, del Trovatore, della Carmen. Oggi l’opera è anche spettacolo, intrattenimento in grande stile, incontri galanti nei foyer, platee piene di prime donne (insomma, un momento per tanta gente che magari non ne capisce nulla, ma che trova giusta occasione per mettersi in mostra). L’opera è anche l’attesa di un applauso o dei fischi dalle gallerie, dove solitamente sono in trepidante attesa i veri esperti, quelli che non affittano lo smoking per farsi fotografare, ma che vanno a teatro semplicemente con la speranza di emozionarsi.

    È impossibile sintetizzare in poche parole cosa sia l’Opera. Di certo non è questo il luogo per tracciarne la storia. Basti pensare però che ha appassionato numerosi compositori, anche tanto dissimili tra di loro: Puccini, Verdi, Mozart, Beethoven, Strauss, Donizetti, Ciajkovskij, Wagner… e la lista potrebbe essere davvero interminabile.

    L’intento di questi snelli manualetti è quello di arrivare alle nuove generazioni, quelle che sono cresciute ascoltando tutt’altro e di arrivare a chi finora non si è avvicinato perché spaventato da qualcosa che sembra fin troppo complesso e difficilmente comprensibile. L’Opera, in effetti, richiede un minimo di impegno, di predisposizione. Ma è alla portata di tutti, basta voler essere recettivi e dedicarsi un po’ alle proprie emozioni. Sono dell’idea che occorra un minimo di conoscenza, prima di approcciarsi a questo mondo e l’esperienza mi ha dato ragione più di una volta, quando mi sono trovato a poter introdurre qualcuno a modo mio.

    Minimo. Questa è la parola chiave. Chi si avvicina a queste pagine non troverà nozioni pedanti, non troverà lunghissimi trattati sull’armonia (non potrei farne, nonostante suoni il pianoforte da sempre) o interminabili spiegazioni sulla tecnica di composizione. Troverà quello che è necessario sapere per appassionarsi all’opera e magari prendere un cd (o un dvd) per rilassarsi un paio d’ore. L’idea non è quella di insegnare, primo perché non mi sento all’altezza di insegnare alcunché, in questo campo, secondo perché l’ascolto non si insegna, semmai si guida. Guida è la parola più corretta, infatti. Poi, tutto quello che non è scritto tra queste pagine, statene certi, lo troverete in giro, in centinaia di pubblicazioni, in rete, da migliaia di esperti che non vedono l’ora di condividere le proprie esperienze.

    Quindi, visto che l’intento è portare nuovi appassionati a teatro, ovviamente il nostro percorso seguirà le Opere più famose, quelle che non potete non conoscere, quelle le cui arie sono già nella vostra testa. Ma appassionarsi significa anche essere curiosi. Proprio per questo motivo andremo ad attingere anche a un repertorio meno noto (per chi è a digiuno, non certo per i melomani), ma non meno affascinante.

    Tosca, Traviata, Turandot, Aida, quindi.

    Ma anche Adriana Lecouvreur, Don Pasquale e tante altre.

    Insomma, un lungo viaggio, appassionante.

    Spero che alla fine, anche voi possiate definirvi dei melomani.

    Buona lettura e… buon ascolto, soprattutto.

    Introduzione al volume

    Andiamo all'Opera è un percorso di avvicinamento, un viaggio alla scoperta delle meraviglie che pochi, al giorno d'oggi, dimostrano di conoscere. Un viaggio di solito ci conduce verso qualcosa, in avanti, ma curiosamente, senza una reale intenzione, questo nuovo capitolo dedicato all'opera più celebre di Gioachino Rossini ci porta ancora una volta indietro nel tempo, lungo una direttiva che un passo alla voltaci fa scivolare verso lidi lontani. Abbiamo iniziato parlando della Tosca di Puccini (prima rappresentazione 14 gennaio 1900), quindi è venuta La Traviata verdiana (6 marzo 1853) e la frizzante opera di Donizetti, L'elisir d'Amore (12 maggio 1832). Il Barbiere di Siviglia fa il suo esordio il 20 febbraio 1816. Partendo da Puccini abbiamo fatto un viaggio indietro nel tempo di quasi un secolo. Sebbene questo percorso non segua un progetto intenzionale, lo stesso ha una logica che forse si è imposta da sola, visto che partendo da una delle opere concettualmente e tecnicamente più evolute, più vicina alla nostra sensibilità, abbiamo potuto analizzare i cambiamenti di un genere che nell'arco di quattro secoli è mutato più volte (e noi ne abbiamo

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