Seduta spiritica
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Anteprima del libro
Seduta spiritica - Fabio Anfossi
SPIRITICA
SEDUTA SPIRITICA
LE LEGGI DELL'ALDILÀ
PRIMA LEGGE:
Esiste un Mondo dei Vivi. Esiste un Mondo dei Morti.
Laddove finisce uno, inizia l'altro e viceversa.
SECONDA LEGGE:
Un morto è solo un morto. Non è il primo, non sarà l'ultimo.
Non è il solo, non sarà l'unico.
TERZA LEGGE:
Ogni defunto, riconosciuta ed accettata la sua condizione, non può
ritornare nel Mondo dei Vivi.
Qualora anche lo volesse, tuttavia, non potrebbe riuscirci, a meno
che non trovi la giusta Leva...
L'auto sportiva sfrecciava lungo la litoranea, costeggiando il
guard rail, senza fermarsi e senza rallentare, neppure per un
istante, irrompendo nella notte scura che non concedeva grazia e
non faceva sconti. Era una strada stretta, deserta a quell'ora
della notte, che decorreva per diverse miglia sul filo di una
ripida scarpata rocciosa, fredda e sinistra solo a guardarsi. Sotto
ad essa c'era un baratro vero e proprio, un dirupo che andava a
gettarsi a picco proprio sugli scogli lungo la costa del mare le
cui onde spossate andavano ad infrangersi contro la pietra con
violenza inaudita. Lo scenario suddetto era incantevole ma
minaccioso nel contempo.
Diane, alla guida del mezzo, pigiò ulteriormente l'acceleratore
mentre sua sorella Tess, in piena eccitazione, urlava con le
braccia alzate. Sfrecciavano come un proiettile nella notte. Erano
due giovani trentenni in cerca di adrenalina, volevano assaporare
il rischio, quello vero, fino in fondo. La decappottabile fendeva
come una lama l'aria, facendola poi rimbalzare e sbattere contro i
visi delle due donne, accarezzandone labbra, naso e ciglia nel
medesimo istante con estrema rapidità. I fari della macchina
zigzagavano sulle carreggiate seguendo il repentino cambio di
direzione delle ruote. Gli pneumatici soffrivano per l'attrito,
lasciando sull'asfalto una spessa scia nera. Affrontavano curve e
controcurve, una dopo l'altra, senza decelerare mai e senza trovar
riposo. La situazione era pericolosa, molto pericolosa. Volutamente
pericolosa. Sarebbe bastata una piccola svista e la situazione
avrebbe svoltato per il peggio. Era una sfrenata corsa sul filo del
rasoio e sull'orlo del rischio vero e proprio. Era, in fondo,
quello che le due sorelle stavano cercando. C'era poco da fare.
Il chiarore della luna, riflesso sulla distesa d'acqua oceanica, le
accompagnava in quella bravata come ad assisterle da un palco
lontano, senza proferir parola, senza giudicare. Come una buona
matrigna osservava, soltanto avvolta dal quel residuo di tepore
dell'estate oramai lontana. Diane scalò la marcia ed accelerò
ancora. Non contenta, volle spingersi oltre. Poteva fare di più.
Sterzò bruscamente, scivolando con il veicolo sulla carreggiata e
passando, così, alla corsia di sinistra, quella deputata allo
scorrimento dei veicoli in senso opposto di marcia. Da lì non si
mosse più.
Magnifico
pensava che libidine
, una corsa contro il destino con
il potere di Dio nel motore, mordendo una manciata di chilometri di
asfalto senza paura di niente e nessuno. Voleva il brivido, quello
vero.
Il guard rail era pericolosamente vicino e gli pneumatici
sbandavano a singhiozzo. Nel mentre, le due donne ridevano,
ridevano a più non posso, incuranti del pericolo. Pareva loro di
toccare il cielo con un dito. L'iniziativa era stata presa da
Diane, certo, ma pure Tess si stava divertendo, era innegabile.
Tuttavia, quello che ancora non sapevano, era che si trovavano nel
posto sbagliato al momento sbagliato. Superata l'ultima curva,
infatti, un imprevisto le sorprese. Non avrebbero potuto certo
prevederlo prima ma, dietro il tornante, un grosso camion stava
arrivando in senso opposto. Come si suol dire la fortuna è cieca ma
la sfortuna, al contrario, vede benissimo. Il tempismo avrebbe
fatto il resto. Troppo tardi se ne accorse Diane, quando oramai,
erano l'una di fronte all'altro, ad alta velocità ed a pochi metri
di distanza tra loro. Di certo, nessuno dei due avrebbe fatto in
tempo a