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Gelo d'aurora
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Gelo d'aurora
E-book38 pagine25 minuti

Gelo d'aurora

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Info su questo ebook

Il Circo Brivido è quanto di più terrificante uno spettacolo circense possa offrire. Numeri a effetto in cui gli "artisti" sfidano la morte, prove con acqua gelida, piranha e serpenti si alternano al centro della pista per spaventare il pubblico. L'unico problema, la cosa che la gente ignora, è che gli "artisti" sono in realtà persone sfruttate, affamate e torturate dal padrone del circo Karonna e dai suoi sgherri: Garla, la donna serpente, e Werdel, il nano deforme. La famiglia Smirnenski proviene dalla Bulgaria, il padre Lazar e sua moglie Galina, insieme alle figlie Maria e Zornitsa sono circensi da sempre, ma mai avrebbero pensato che fuggire dal loro paese per approdare in Italia, in cerca di una vita migliore, avrebbe invece segnato il loro destino.
LinguaItaliano
EditoreNero Press
Data di uscita4 gen 2018
ISBN9788898739974
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    Anteprima del libro

    Gelo d'aurora - Veronica Cani

    Insonnia

    Gelo d'aurora

    di Veronica Cani

    Editing di Ramona Andreis

    Revisione finale di Simona  Focetola

    Immagine di copertina elaborata a partire da:

    © rattlesnake-1892417_1920 - Pixabay.com

    Produzione digitale: Daniele Picciuti

    ISBN: 978-88-98739-97-4

    Nero Press Edizioni

    http://neropress.it

    © Associazione Culturale Nero Cafè

    Edizione digitale marzo 2017

    Veronica Cani

    Gelo d'aurora

    Indice

    1

    2

    3

    4

    5

    6

    7

    8

    9

    10

    L'autrice

    1

    Le avevano detto che il suo nome, in italiano, si pronunciava aurora. Come il fenomeno che ora vedeva tingere il cielo di rosa. La sua vista era annebbiata dal freddo gelido, dalla fame e dai dolori che pativa, ma scorgendo il chiarore purpureo del cielo, con le sue delicate striature, trovò la forza per abbozzare un sorriso. Non ricordava quanto tempo fosse passato da quando l’avevano incatenata a quel palo. Ma la temperatura che lentamente si abbassava, grado dopo grado, aveva scandito ogni minuto della sua notte di agonia.

    Era arrivata l’aurora, finalmente, e lei si sentiva ormai allo stremo delle forze. Reclinò la testa su una spalla e con gli occhi semichiusi vide ciò che rimaneva dei suoi vestiti: logori brandelli le coprivano a malapena il torso che da ore aveva smesso di agitarsi spasmodicamente, man mano che il suo respiro si faceva più debole; le gambe erano completamente scoperte, esposte alle intemperie, disarticolate e bluastre. Non avvertiva più alcuna sensazione agli arti inferiori. I topi che le zampettavano intorno avevano già iniziato a pasteggiare con le dita dei suoi piedi, staccandole piccoli brandelli ogni volta che si avvicinavano. Ma lei non sentiva alcun dolore. Nemmeno alle braccia, dove le catene avevano lasciato profonde escoriazioni.

    Poteva ancora muovere qualche dito delle mani, ma cosa importava, ormai? Stava morendo. Il sipario era calato molto in fretta sulla sua giovane vita e, nonostante questo, si reputava fortunata. La sua sorellina lo sarebbe stata di meno, considerando il destino che l’aspettava.

    Un topo più grosso degli altri le strappò un altro pezzo di carne dal piede. Dallo squarcio non fuoruscì nemmeno una goccia di sangue. L’interno era di un

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