Il Professionista
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Come chiunque altro, dopo le prime vane ricerche, chiede aiuto alla polizia, ma qui la trama si infittisce, le autorità francesi non sembrano molto interessate a ritrovare Jeanne, anzi lo invitano in modo brusco a lasciar perdere la sua ricerca ed a tornarsene in Italia.
Ma il protagonista non si arrende facilmente e dopo aver smosso un po’ le acque, con l'aiuto di alcuni amici giornalisti, viene avvicinato da un uomo, un certo Delveaux che asserisce di lavorare per il governo Francese, il quale gli propone, in cambio del suo silenzio, di coinvolgerlo nelle indagini sulla scomparsa della donna.
Francesco, dopo qualche perplessità iniziale, accetta la proposta non immaginando che questa scelta lo trascinerà in una torbida storia di spionaggio tra nazioni e in un lungo viaggio verso oriente, dalla capitale Francese alle rive del Mar Nero, un viaggio disseminato di inganni e di sconvolgenti rivelazioni che porteranno più domande che risposte, ma soprattutto irto di pericoli che lo costringeranno a lottare e ad uccidere, per difendere la sua stessa vita e quella della donna che ama, fino a svelare l'ultima oscura menzogna che costringe il lettore a rivalutare l’intera storia.
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Anteprima del libro
Il Professionista - Giuseppe Vannini
Giuseppe Vannini
Il professionista
Editrice GDS
Via Pozzo 34
20069 Vaprio d’Adda-Mi
Tel 02.90970439
www.gdsedizioni.it
Foto e grafica in copertina di ©Giuseppe Vannini
Progetto copertina di ©Iolanda Massa
TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Il presente romanzo è frutto della fantasia dell’Autore. Ogni riferimento a persone, fatti e/o luoghi realmente esistenti e/o esistiti è puramente casuale.
A zio Tanino, mi manchi...
È già tarda mattinata quando apro gli occhi, devo essermi riaddormentato, però decido di restare nel letto ancora qualche secondo, la leggera brezza che entra dalla finestra è molto piacevole, siamo a fine maggio e qui a Parigi il tempo è splendido. Ad interrompere questo piacevole momento è il sopraggiungere di un leggero languorino nello stomaco, ed in effetti guardando la sveglia sul comodino mi rendo conto che sono le undici e ancora non ho fatto colazione.....ecco due cornetti ci stanno proprio bene , adesso il primo istinto è chiamare Jeanne, visto che non è in camera da letto con me.
Pronuncio il nomignolo che uso per chiamarla JiJi
per tre volte a voce sempre più alta e quando al terzo tentativo non risponde decido finalmente di alzarmi e comincio a girare per casa, siccome vive in un bilocale ci metto poco a capire che non è ancora rientrata, prendo il cellulare e la chiamo ma il suo risulta staccato o non raggiungibile.....ed è in questo preciso momento che sento come un brivido salirmi lungo la schiena.
Jeanne mi aveva detto che scendeva al bar vicino casa a prendere la colazione, ma è successo oltre due ore fa...eh si, non erano neppure le nove quando è uscita.
Dopo aver riprovato una seconda volta a chiamarla col cellulare senza ottenere risultati, mi vesto con una certa celerità ed esco di casa, mi dirigo subito verso il bar dove spesso facciamo colazione, lo stesso nel quale doveva comprare i cornetti. La proprietaria ci conosce entrambi, soprattutto Jeanne visto che qui siamo a casa sua. Appena entrato in modo un po’ brusco supero la fila alla cassa e domando ad Arielle, la titolare, se ha visto Jeanne verso le nove, ma Arielle mi risponde negativamente, oggi non si è fatta vedere.
Con evidente sorpresa le chiedo se ne è sicura, lei mi conferma di non averla vista per niente oggi e la stessa cosa asserisce la ragazza che lavora con lei nel bar, di cui neppure ricordo il nome al momento.
Arielle vedendomi preoccupato scende dal bancone e si avvicina domandandomi se vada tutto bene e, dopo averle spiegato brevemente la situazione, decido di farmi un giro nel quartiere per cercare Jeanne. Prima di andarmene la stessa Arielle cerca di rassicurarmi e si raccomanda di tornare al bar nel caso avessi problemi nel rintracciare Jeanne. La ringrazio ed inizio il mio giro nel quartiere di Clichy.
La mia ricerca non dura molto, faccio un giro tra gli esercizi commerciali della zona, dei quali la mia ragazza è cliente abituale, qui la conoscono tutti, vive in questo quartiere a nord di Parigi già da tre anni ed essendo una ragazza solare ha fatto amicizia un po’ con tutti.
Purtroppo la mia ricerca è del tutto infruttuosa, oggi nessuno sembra averla vista, mi dirigo anche in un altro bar dall'altra parte del quartiere ma niente di niente.
A passo svelto ritorno verso casa sua mentre insisto col cellulare, poi arrivato davanti il palazzo incrocio la vicina di casa di Jeanne, una gentile signora che per fortuna stamattina l’ha notata di sfuggita ....finalmente...mentre rientrava dalla messa mattutina, l’ha vista prendere un taxi proprio davanti il portone, mi riferisce di aver fatto appena in tempo a salutarla, le sembrava che avesse molta fretta.
Dopo aver avuto questa notizia ora sono più tranquillo, cominciavo a temere che avesse avuto un incidente o qualcosa del genere, certo permangono diversi quesiti, non capisco dove sia andata così di fretta, oggi è domenica e non deve lavorare, e poi perché dirmi che scendeva un attimo a prendere la colazione se invece aveva altri piani e soprattutto per quale motivo non mi ha avvertito e tiene il suo cellulare spento?
Mentre faccio queste riflessioni rientro nell’ appartamento, sono da poco passate le dodici e trenta, per ora decido di attendere che ritorni o che mi dia sue notizie.
Le due ore successive sono molto lunghe, le circa trenta chiamate che le faccio cadono nel vuoto, so cosa state pensando, magari il suo cellulare è scarico, ma sono sicuro che non è cosi, io stesso ieri sera gliel’ho messo in carica, ma quello che più mi desta inquietudine è che Jeanne è una persona molto abitudinaria non cambia mai i suoi piani se non strettamente necessario e poi ha la consuetudine di contattarmi anche solo se ritarda di dieci minuti, in più anche le chiamate alle sue amiche più intime di cui ho il contatto in rubrica sono un buco nell'acqua, nessuna di loro l’ha sentita oggi.
La somma di tutte queste ansie mi porta, in prossimità delle quindici, a rompere gli indugi. Scendo nel bar di Arielle, mi ricordo che suo marito è brigadiere nel vicino commissariato di polizia, magari lui può aiutarmi. Appena mi vede nel bar mi domanda se ho novità, alla mia risposta negativa, non ho neanche il tempo di chiedergli il numero del marito, che lei stessa prende la borsa e si propone di accompagnarmi al commissariato dove lavora il marito.
In cinque minuti siamo a destinazione e Arielle mi presenta Pierre il suo consorte, brigadiere maggiore della Police Nationale Francese. Effettuate le presentazioni e dopo averlo messo a parte del mio problema mi accompagna al piano superiore per parlare con l'ispettore capo, a seguito di un breve colloquio tra i due, l'ispettore accetta di ricevermi e comincia a farmi alcune domande di rito, vuole sapere chi sono e cosa faccio, tanto per cominciare, cosa che finora non ho detto neppure a voi che avete la pazienza di ascoltarmi. Mi chiamo Francesco Vannini nato a Roma e di professione fotografo di moda freelance, sono fidanzato con Jeanne già da due anni, l’ho conosciuta proprio qui a Parigi mentre ero impegnato in una campagna pubblicitaria nella capitale francese. Dopo aver controllato i miei documenti che attestano la mia identità mi chiede di Jeanne, lei si chiama Jeanne Volkov, di padre russo ma nata in Francia e cittadina francese, la sua occupazione è quella di Ingegnere aerospaziale presso una azienda francese che opera nel settore navale, è orfana di entrambi i genitori ed è figlia unica, quindi non ci sono parenti da contattare.
Espletate le questioni burocratiche, espongo al commissario i miei timori per la situazione di Jeanne, sono oltre sette ore che non ho sue notizie e neppure le sue amiche l'hanno sentita, ma soprattutto non comprendo il motivo per cui ha preso un taxi quando doveva solo scendere al bar per prendere dei cornetti.
Il mio interlocutore mi ascolta con attenzione, però mi comunica che per ora può solo registrare la mia denuncia ma non intervenire per una ricerca vera e propria, sono passate poche ore a suo avviso, e trattandosi di una persona adulta bisogna attendere, anche perché dal mio racconto risulta che lei ha deciso di allontanarsi volontariamente con un mezzo pubblico.
Per sicurezza si segna il nome della vicina ed il suo recapito telefonico per poterla contattare ed avere conferma delle mia versione sulla corsa in taxi. Prima di congedarmi tenta di rassicurarmi anche lui e mi invita a tornare a casa di Jeanne ed attendere lì il suo ritorno, restiamo d'accordo nel risentirci verso le venti nel caso ancora non fosse tornata.
Seguendo le indicazioni dell'Ispettore rientro a casa della mia fidanzata non prima di aver ringraziato Arielle e suo marito per la loro disponibilità e aver promesso di tenerli informati.
Bene, si fa per dire, ora non resta che attendere e sperare sia stato tutto un equivoco....
Però le ore passano inesorabili ed il mio stato di agitazione aumenta, ho pensato a mille motivi diversi per questo suo allontanamento ma nessuno sembra avere senso.
Si è fatto buio, dovrei cenare, non mangio nulla da ieri sera ma non ne ho nessuna voglia, poi poco prima delle nove finalmente il telefono squilla, ma non è Jeanne è la polizia, vogliono sapere se ci sono novità, quando rispondo che non ho ancora nessuna notizia mi invitano a tornare da loro.
Sono già le ventuno quando oltrepasso il portone del commissariato, ad accogliermi c'è un gendarme che mi accompagna