Non siamo pronti: Lettere digitali dal fronte Covid-19
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Anteprima del libro
Non siamo pronti - Anna Vagli Martina Benedetti
Non Siamo Pronti
Lettere digitali dal fronte Covid-19
Anna Vagli - Martina Benedetti
Meligrana Editore
Copyright Anna Vagli - Martina Benedetti
Tutti i diritti riservati
Meligrana Editore
Via della Vittoria, 14 - 89861, Tropea (VV)
Tel. (+ 39) 338 6157041
www.meligranaeditore.com
info@meligranaeditore.com
I edizione: maggio 2020
ISBN: 9788868153540
Indice
Frontespizio
Colophon
Licenza d’uso
Dediche
Avvertenza
Non Siamo Pronti
1. Nella fine, il principio
2. Dall’arrivo del virus all’inizio del lockdown
3. Non siamo pronti!
4. Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie
5. Il primo paziente Covid-19
6. Dare voce a chi voce non ha
7. In guerra senza armature
8. Il potere delle emozioni
9. Non chiamateci eroi
10. Ventisei aprile duemilaventi
11. Ali in gabbia
12. Non sarà l’ultimo dei nostri viaggi
Note
Licenza d’uso
Questo ebook è concesso in uso per l’intrattenimento personale.
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Grazie per il rispetto verso il duro lavoro di queste autrici.
Avvertenza
La presente opera non contiene alcuna indicazione terapeutica o fornisce informazioni mediche per la cura o la prevenzione del COVID-19 né vuole sostenere specifiche teorie, tesi o correnti politiche, sociali ed economiche. Ogni opinione relativa a fatti, luoghi, persone e avvenimenti è da intendersi pertanto come strettamente personale, non finalizzata dunque al convincimento di terzi.
Ai caduti per mano del nemico codardo chiamato Covid-19.
Agli operatori sanitari che hanno perso la vita svolgendo il loro mestiere.
Alle generazioni future,
affinché utilizzino questa esperienza per coltivare i propri sogni.
* * *
A mio padre e mia madre.
A Giulia e Lucia.
Anna Vagli
* * *
A Nicolò, Nicole, Ginevra, Linda,
Leonardo, Désirée, Zanobi e Sirio,
le stelle più luminose.
Martina Benedetti
NON SIAMO PRONTI
Lettere digitali dal fronte Covid-19
Agisci in modo da considerare l’umanità, nella tua persona e nella persona di ogni altro, sempre come fine e mai come mezzo.
Immanuel Kant
Ho compreso, infine, che nel bel mezzo dell’inverno, vi era in me un’invincibile estate.
Albert Camus
1. Nella fine, il principio
Anna Vagli
Cara Martina, il giorno in cui ti ho proposto di dialogare insieme sull’emergenza Covid-19 l’ho fatto con non poche remore: il delicato momento professionale che stai attraversando ti espone costantemente e sufficientemente a rischi, stress ed emozioni destinati a segnare per sempre la tua vita. Non ti nego, e sai, quanta stima io nutra nei tuoi confronti, per il percorso che hai fatto e per l’amore e la dedizione che impieghi nel tuo lavoro. La nostra amicizia ha certamente le spalle larghe ed è stata plasmata in questi sei anni dalla stima reciproca, dal confronto, dalla condivisione di passioni, di libri e di passeggiate in riva al mare.
Ho così pensato che non potevo fare a meno di chiederti, visto il ruolo determinante che sei chiamata a svolgere in corsia, di scrivere insieme qualcosa di tanto significativo quanto delicato.
Eccoci qui, dunque, a parlare dell’emergenza Coronavirus. Non sarà semplice farlo in modo corretto, vista l’attualità e la drammaticità del tema che lascia disorientati ed intimoriti.
Negli ultimi anni la società ci ha sicuramente spinti verso una sorta di mito della salute a tutti i costi. Verso una presunzione nei confronti dell’immortalità e del perfezionismo che non lascia spazio all’esperienza della malattia. È proprio da qui che vorrei iniziare: dalla consapevolezza che è bastato un virus a sparigliare le carte in tavola, a lasciarci smarriti, in preda ad una nuova solitudine e a sperimentare quella cosa che noi chiamiamo paura.
Ricordo molto bene il 31 dicembre 2019 e l’ingresso nella mia casa della parola Wuhan. Qualcosa mi è scattato dentro e ho immediatamente avvertito la necessità di scambiare con te opinioni di fronte a quanto stava accadendo nell’altra parte del mondo. Nessuna delle due ha mai nascosto all’altra i timori per il futuro. Un sesto senso, una paura insita o semplicemente la presa di coscienza che qualche cosa avrebbe potuto cambiare per sempre le nostre vite e le nostre abitudini.
Non so se condividi queste mie osservazioni ma vorrei chiederti da cosa è nata, secondo te, questa lungimirante proiezione in avanti. Proiezione che, però, è il presente.
* * *
Martina Benedetti
Cara Anna, come tu sai bene avrei creduto di scrivere su carta qualcosa di mio parlando di avventura, mondi lontani, un bel racconto o magari un romanzo. La storia di cui stiamo parlando è diversa, è reale e racconta dell’umanità che sta lottando contro un nemico invisibile.
Come diceva Bill Gates nel 2015: «Se qualcuno ucciderà 10 milioni di persone nelle prossime decadi, è più probabile che sia un virus altamente contagioso invece di una guerra. Non missili ma microbi»¹.
Il nostro nemico è un nuovo coronavirus SARS-CoV-2 (precedentemente 2019-nCoV), un nuovo ceppo di Coronavirus mai identificato prima nell’uomo sino a dicembre 2019, a Wuhan. Il SaRS-CoV-2 è stato così nominato da un gruppo di esperti dopo aver appurato che si tratta di un fratello di quello che ha provocato la SARS, da qua il nome scelto di SARS-CoV-2. Precisiamo, appartiene alla stessa famiglia, ma non è lo stesso virus. La malattia provocata dal SARS-CoV2 si chiama Covid-19².
Dopo aver brevemente presentato il nemico
, che attraverso i notiziari prepotentemente è entrato nella tua casa, nella mia, ed in quella di miliardi di altre persone, posso dirti che la nostra paura ed il nostro allarmismo - da molti considerato paranoia - sono sempre stati più che giustificati.
Qualcuno, come noi, mi ha confidato di sentirsi Don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento e penso che in una prima fase il non vedere il problema o sottovalutarlo siano stati dati dall’incapacità di superare due limiti umani molto grandi: indifferenza ed egoismo.
Spesso è molto più facile chiudere gli occhi e girarsi dall’altra parte piuttosto che affrontare di petto le situazioni, specialmente se ciò comporta cambiamenti radicali nella propria vita routinaria. Non trovi?
Per molti di noi