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Custodi dell'eternità: Il custode dell'Eterno si affaccia al mondo in vesti variopinte e talvolta persino mascherato per non lasciare mai l'uomo solo nella difficile lotta per la sopravvivenza
Custodi dell'eternità: Il custode dell'Eterno si affaccia al mondo in vesti variopinte e talvolta persino mascherato per non lasciare mai l'uomo solo nella difficile lotta per la sopravvivenza
Custodi dell'eternità: Il custode dell'Eterno si affaccia al mondo in vesti variopinte e talvolta persino mascherato per non lasciare mai l'uomo solo nella difficile lotta per la sopravvivenza
E-book176 pagine2 ore

Custodi dell'eternità: Il custode dell'Eterno si affaccia al mondo in vesti variopinte e talvolta persino mascherato per non lasciare mai l'uomo solo nella difficile lotta per la sopravvivenza

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Info su questo ebook

Il libro "I Custodi dell'Eternità" di Giancarlo Rosati offre una galoppata nella metafisica insegnata dai grandi maestri antichi e moderni.
Giunge un momento nella vita in cui si ha la necessità inderogabile di dare risposta alle domande esistenziali che ci hanno accompagnato fin dall’infanzia.
A quel punto bisogna prendere una decisione e tuffarsi a capofitto nell’impresa, facendo tabula rasa di tutto quello che ci è stato inculcato nella mente da una cultura condizionata e condizionante che non solo non è riuscita a soddisfare i nostri interrogativi, ma ci ha addirittura portati fuori strada, gettandoci in un pantano di dualismo nel quale buona parte della società sprofonda lentamente e inesorabilmente.
La fatica di fare tabula rasa di una cultura religiosa che ci ha plasmato in modo unidirezionale è gravosa.
Qualcuno, più fortunato, non si è lasciato plasmare in un senso così deviante e ha aperto la strada verso altre filosofie, come facevano i grandi esploratori dei secoli passati.
Seguendo la loro rotta molti ricercatori sono riusciti a trovare la luce o almeno un porto ragionevolmente sicuro.
Trovare la luce non significa soltanto accogliere un insegnamento più razionale, ma avere la possibilità di sperimentare in prima persona che le istruzioni ricevute portino effettivamente all’obiettivo previsto.
LinguaItaliano
Data di uscita30 mag 2020
ISBN9788892720350
Custodi dell'eternità: Il custode dell'Eterno si affaccia al mondo in vesti variopinte e talvolta persino mascherato per non lasciare mai l'uomo solo nella difficile lotta per la sopravvivenza

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    Custodi dell'eternità - Giancarlo Rosati

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    Email dell’Autore: gcrosati@ibero.it

    ©2020

    OM EDIZIONI

    Tutti i diritti letterari ed artistici sono riservati.

    è vietata qualsiasi riproduzione, anche parziale, di quest’opera.

    Qualsiasi copia o riproduzione effettuata con qualsiasi procedimento (fotografia, microfilm, nastro magnetico, disco o altro) costituisce una contraffazione passibile delle pene previste dalla legge 11 marzo 1975 dei diritti d’Autore.

    Stampato in Italia nel mese di Febbraio 2020 presso

    Graphicolor snc, via Cesare Sisi 2 – 06012 – Cerbara (PG)

    OM EDIZIONI

    Via I Maggio, 3/E – 40057 Quarto Inferiore (BO) – Italy

    Tel (+39) 051 768377 – (+39) 051 767079

    info@omedizioni

    www.omedizioni.it

    ISBN

    978-88-32299-72-4

    ISBN

    e

    B

    ook 9788892720350

    Giancarlo Rosati

    I custodi

    dell’eternità

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    Ringrazio mia moglie Luciana per i suggerimenti, i ricordi storici e gli interventi.

    INTRODUZIONE

    Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa è la via che conduce alla perdizione e molti sono coloro che entrano per essa. Quanto è stretta invece la porta e angusta la via che conduce alla vita e quanti pochi sono coloro che la trovano.

    Vangelo di Matteo

    Giunge un momento nella vita in cui si ha la necessità inderogabile di dare risposta alle domande esistenziali che ci hanno accompagnato fin dall’infanzia. A quel punto bisogna prendere una decisione e tuffarsi a capofitto nell’impresa, facendo tabula rasa di tutto quello che ci è stato inculcato nella mente da una cultura condizionata e condizionante che non solo non è riuscita a soddisfare i nostri interrogativi, ma ci ha addirittura portati fuori strada, gettandoci in un pantano di dualismo del quale buona parte della società sprofonda lentamente e inesorabilmente.

    La maggior parte di noi è cresciuta all’ombra di una religione dogmatica che non dà spazio alle domande e ritiene persino peccaminoso formularle. In tal modo si generano da una parte degli scettici e dall’altra dei fanatici. Gli scettici si allontanano dalla religione e cercano una via più ragionevole pe giungere alla Verità, i fanatici invece vanno in giro predicando la loro verità come se fosse l’unica del pianeta, creando sempre più barriere e ostilità.

    La fatica di fare tabula rasa di una cultura religiosa che ci ha plasmato in modo unidirezionale è gravosa. Almeno lo è stata per me. Qualcun altro, più fortunato, non si è lasciato plasmare in un senso così deviante e ha aperto la strada verso altre filosofie, come facevano i grandi esploratori dei secoli passati. Seguendo la loro rotta molti ricercatori sono riusciti a trovare la luce o almeno un porto ragionevolmente sicuro. Trovare la luce non significa soltanto accogliere un insegnamento più razionale, ma avere la possibilità di sperimentare in prima persona che le istruzioni ricevute portino effettivamente all’obiettivo previsto.

    La maggior parte di noi ha dentro di sé una spinta che lo conduce su un sentiero spirituale o comunque a porsi delle domande di tipo esistenziale. Il genere umano si divide in due categorie. Quelli che hanno la volontà di trovare una soluzione ai propri quesiti e quelli che invece accettano passivamente ciò che offre la cultura dei propri padri. Non so dire se sia più fortunato chi accetta la mondanità sic et simpliciter o chi si addentri invece in una ricerca che richiede costi psicologici non indifferenti.

    Secondo i mistici non c’è nessuno più fortunato di chi cerca e ha compreso il principio dell’unità di tutta la creazione. Ma per arrivare così in alto bisogna prima scoprire il mistero della vita e il segreto di Dio. In questo senso la filosofia orientale, suffragata dalla fisica quantistica, offre questa opportunità. Molti, delusi dalle religioni monoteiste, si sono imbarcati in avventure non sempre produttive.

    Se i principi enunciati da una dottrina non sono confortati da esperimenti scientifici, il Buddha e con lui il Dalai Lama e i mistici contemporanei suggeriscono di allontanarsene o di rivederli e correggerli.

    Fino ad oggi l’unica filosofia i cui principi vengono continuamente confermati dagli esperimenti di laboratorio della fisica quantistica è quella dell’Advaita Vedanta. L’Advaita Vedanta è un sistema filosofico al di là delle religioni, dedotto dagli antichi Veda dal filosofo indiano Shankara.

    Fino a pochi anni fa gli scienziati non erano riusciti a colmare la frattura tra scienza e religione. Ora i tempi sembrano maturi e la fisica quantistica è andata persino oltre, poiché ha trovato il legame tra la scienza e la metafisica confermando sperimentalmente tutti gli enunciati del misticismo universale.

    Neuroscienziati e fisici sono pronti per sostituire la vecchia teologia con una nuova scienza che ingloba anche il misticismo antico. La nuova scienza è quella della neuroteologia o della metascienza.

    Ma per convincere le persone religiose dovranno passare ancora degli anni poiché non tutti sono al corrente delle nuove scoperte della fisica quantistica e non tutti sono così umili da mettere in discussione ciò in cui hanno creduto fino a questo momento. Non lo fanno i preti, figuriamoci se il popolo osa distaccarsi dalla parrocchia per seguire gli scienziati moderni. Siamo tuttavia abbastanza ottimisti per credere che questo avverrà.

    Solo così, infatti, si potrà garantire la sopravvivenza della razza umana e persino del pianeta che la ospita. Le autorità clericali hanno ancora grande potere in seno alle società cristiane e islamiche, ma i semi della scienza sono stati gettati e non potranno essere ignorati a lungo. Le teorie di Galileo e Copernico furono ignorate dal popolo e combattute dalla chiesa, ma alla fine si estesero ogni dove e il mondo ne trasse grande beneficio.

    Chi sarà avvantaggiato sarà l’Oriente che dovrà soltanto sostituire i termini della loro mitologia con quelli della scienza moderna per avere un quadro preciso della cosmogonia e della cosmologia, di quello che percepiamo e del fatto che al di sotto della realtà percepita dai sensi c’è una matrice invisibile ed eterna che fornisce al mondo l’energia utile per sopravvivere.

    Il fatto poi che la maggior parte dei maestri illuminati (ma soprattutto gli Avatar, cioè le incarnazioni divine) discendano proprio in Oriente, facilita quella popolazione ad adeguarsi alle nuove scoperte. I maestri spirituali moderni sono propensi a riconoscere nella scienza una grande verità e sono convinti che se la interpretazione delle antiche scritture non fossero confermate dalla scienza, si dovrebbe avere la saggezza e la volontà di rivederla e correggerla. In verità, questa osservazione l’aveva già fatta il Gotama Buddha, il quale avvertiva i discepoli di rigettare tutto ciò che era irragionevole o irrazionale.

    Il libro offre una galoppata nella metafisica insegnata dai grandi maestri antichi e moderni e, nello stesso tempo, invita il lettore che desiderasse approfondire l’argomento a fare riferimento alla ricca bibliografia che trova alla fine.

    1.

    LE RADICI

    Io sono stato mandato dal Padre mio

    che sta nell’alto dei cieli

    Gesù

    Da ragazzo ero rimasto colpito dalla storia di Gesù. La chiesa proponeva un uomo comparso nella Palestina di duemila anni fa, proveniente dal cielo, che aveva assunto il titolo di Figlio di Dio e faceva miracoli di ogni genere. A quell’età l’aspetto che più mi aveva colpito del Nazareno era la compassione verso i malati, i poveri e i diseredati.

    Gesù veniva anche proposto come un martire che era salito sulla croce per riscattare le colpe degli uomini. Quando si è ragazzi non si pongono domanda come queste: Che colpe hanno commesso i nostri padri? E perché quella colpa è stata trasmessa di generazione in generazione per migliaia di anni?.

    Nella mia ingenuità accettavo la cosa come un peccato che ciascuno di noi doveva scontare. I preti chiamavano la colpa peccato originale, e tutti i bambini del mondo, nati dopo quella colpa si portavano dietro un carico che li avrebbe fatti soffrire per tutta la vita, salvo che non si sottoponessero a un cerimoniale assurdo come il battesimo. Secondo la chiesa, l’immersione in acqua aveva il potere di mondare l’individuo e di renderlo ancora degno di Dio.

    Come tutti i cattolici, anch’io ero stato indottrinato e indotto a recitare la commedia più sciocca che si possa immaginare, quella di sentirsi peccatori per una colpa commessa migliaia di anni fa da un uomo creato di sana pianta dal fango.

    Dopo averlo creato, Dio lo aveva posto in un luogo felice chiamato Eden e per non farlo sentire solo gli aveva creato anche una donna, Eva, dalla quale aveva avuto almeno tre figli (Abele, Caino e Seth). Abele rappresentava il figlio buono e Caino quello cattivo. Durante un diverbio Caino aveva ucciso Abele: il Male aveva avuto il sopravvento sul Bene. Ma la colpa che era ricaduta su tutto il genere umano non era quella del fratricidio. Era qualcosa di più banale. Il fratricidio passava in secondo piano per lasciare posto al furto di una mela da un albero che agli uomini era vietato toccare. Era quella disobbedienza che aveva macchiato il DNA dell’uomo costringendolo a vagabondare senza meta per un pianeta ancora sconosciuto, faticando per nutrirsi, per proteggere i figli, per costruirsi un riparo, per difendersi dagli animali feroci. Dell’omicidio di Caino non se ne parlava nemmeno. Era più importante il furto di una mela!

    Dopo avere subito la perdita di Abele, Eva aveva indotto il marito Adamo a disobbedire al Signore che li aveva creati a condizione di non mangiare il frutto di un albero proibito. Dopo avere mangiato il frutto, Adamo era entrato in una sorta di trance durante la quale la sua mente si era proiettata nel futuro e aveva visto quello che sarebbe accaduto nei cento anni successivi.

    Il melo dal quale Eva aveva colto il frutto era chiamato albero della conoscenza e a noi ragazzini non era mai venuto il sospetto che si trattasse di una pianta allucinogena in grado di espandere la coscienza fino alla chiaroveggenza e oltre. Nell’infanzia e nell’adolescenza non avevo mai sentito parlare di stupefacenti, di droghe, di sostanze psicoattive e degli effetti che avevano sulla psiche. Eppure tutti i popoli ne facevano uso.

    Nell’America Centrale (Messico) e in quella del Nord (Texas) esistono ancor oggi comunità religiose che affermano di potersi mettere in contatto diretto con Dio grazie al consumo di dosi adeguate di mescalina. La mescalina, un alcaloide psichedelico, è contenuto nel peyote cactus. Nella Siberia invece i cercatori della Verità si affidano all’amanita muscaria uno dei funghi magici che inducono uno stato di trance se usato nella giusta dose, ma che diventa mortale se la dose è sbagliata. Anche in Palestina, la terra di Gesù, si faceva uso di alcune droghe: la mandragola, l’asclepiade acida, l’Hashish e l’Haoma proveniente dalla Persia.

    Cactus Peyote

    Cactus Peyote

    Noi bambini che frequentavamo la parrocchia avevamo connotato Gesù come un’incarnazione divina e non posso nascondere che abbia influenzato il nostro comportamento e persino le scelte della nostra vita.

    Gesù era compassionevole soprattutto verso i poveri e i malati, e nel cuore di alcuni di noi era germogliato un analogo sentimento che pensavamo di mettere in pratica in un modo o nell’altro. Gesù curava i malati con il tocco o l’ordine verbale e io aveva pensato che fare il medico dei poveri potesse essere un modo di imitarlo.

    Ai miei tempi si parlava molto di un medico missionario che esercitava la professione nel Gabon. Il dottor Albert Schweitzer (1875-1965) aveva rinunciato al mondo moderno per dedicarsi alla cura dei malati del paese africano.

    Mi laureai in Europa e poi tornai in Africa, dove ero nato e dove ancora risiedeva la mia famiglia, con l’intento di praticare la medicina tra la gente più povera ed abbandonata del paese. Dopo un intenso tirocinio all’ospedale di Asmara, uno degli ospedali più quotati del Corno d’Africa grazie al lavoro di prestigiosi clinici italiani, come Ferroluzzi, Musso, e Manfredonia che ne avevano fatto la storia, venni incaricato di un ospedale che confinava con il Mar Rosso e con

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