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Casi paradigmatici per Sherlock Holmes
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E-book277 pagine4 ore

Casi paradigmatici per Sherlock Holmes

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Giallo - racconti (237 pagine) - Otto casi intriganti per Sherlock Holmes: quattro autori internazionali e quattro di casa nostra in un mix di trame, stili e modalità di approccio all’apocrifo sherlockiano per soddisfare ogni appassionato.

Quattro autori internazionali e quattro di casa nostra in un mix di trame, stili e modalità di approccio all’apocrifo sherlockiano per soddisfare tutti i palati. Sherlockiana Investigazioni propone, in questa raccolta antologica, racconti di Peter K. Andersson, autore svedese che ha pubblicato molteplici lavori sulla vita e la cultura popolare in epoca vittoriana, Dick Gillman, che ha al suo attivo oltre venti racconti sherlockiani e quello che presentiamo è il primo di una serie di tre storie da lui scritte che propone un personaggio extra-canonico piuttosto curioso: Julia Moriarty, Mark Mower, autore e storico britannico e membro della Crime Writers’ Association e della Sherlock Holmes Society di Londra e poi Archie Rushden, di professione archivista, con oltre trent'anni di esperienza nella cura dei manoscritti, dai testi medievali ai diari della Grande Guerra. Gli autori italiani scelti in questo primo volume sono, invece, Samuele Nava, Lucio Nocentini, Patrizia Trinchero ed Elena Vesnaver, tutte firme consolidate e molto abili nella scrittura di apocrifi sherlockiani.

Luigi Pachì è consulente editoriale per Il Giallo Mondadori Sherlock e direttore della rivista Sherlock Magazine. Ha curato diverse collane (Baker Street CollectionOdissea MysteryIl Club di Sherlock HolmesTechnoVisions) per diversi editori e le antologie Le cronache di Sherlock HolmesI nuovi casi di Sherlock Holmes (Fabbri editori), Delitti di lago (Lampi di stampa), Sherlock Holmes in Italia (Mondadori), Sherlock Holmes: indagini quasi sovrannaturali (Delos Books) e Sherlock Holmes – Donne, intrighi e indagini (Mondadori). Coordina lo Sherlock Magazine Award, dedicato ai racconti apocrifi sherlockiani e cura le collana di ebook Sherlockiana e Sherlockiana Saggi, oltre all'edizione inglese 221B. Ha pubblicato diversi racconti, tra cui Giù nei territori, uscito anche in Francia all'interno di un'antologia sulla fantascienza italiana a cura di Valerio Evangelisti e il romanzo a quattro mani con Franco Forte dal titolo Ombre nel silenzio.
LinguaItaliano
Data di uscita22 set 2020
ISBN9788825412888
Casi paradigmatici per Sherlock Holmes

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    Anteprima del libro

    Casi paradigmatici per Sherlock Holmes - Luigi Pachì

    9788825408546

    Introduzione

    Luigi Pachì

    Dal 1887 il personaggio di Arthur Conan Doyle, l’iconico Sherlock Holmes, accompagna i lettori di tutto il mondo attraverso le sue indagini canoniche, riprese nel tempo da moltissimi autori di apocrifi.

    In questi anni ho avuto modo di leggere e selezionare centinaia di avventure con il segugio di Baker Street. Ho iniziato a farlo nel 2002 per la collana Il Club di Sherlock Holmes della Solid, l’anno dopo con Fabbri/RCS per Sherlock Holmes &Co – Tutti i capolavori di Conan Doyle, poi ancora con le direzioni di Odissea Mystery, Baker Street Collection, Sherlock Magazine, Sherlockiana e persino per la collana in lingua inglese 221B. Per non parlare delle consulenze editoriali per Il Giallo Mondadori Sherlock (circa settanta romanzi selezionati e introdotti a tutt'oggi) e dei racconti letti e giunti allo Sherlock Magazine Award, quest’anno alla sua sedicesima edizione.

    Inizia con questa antologia dal titolo Casi paradigmatici per Sherlock Holmes una nuova avventura editoriale che vuole proporre una selezione di apocrifi e pastiche sherlockiani di autori internazionali e nazionali che in passato hanno visto luce solo in versione ebook e che adesso diventano disponibili anche in edizione cartacea. Anche se la lettura di libri elettronici ha un suo discreto pubblico, tuttavia sappiamo che molti appassionati del Grande Detective prediligono poter sfogliare le nuove indagini del Nostro su volumi cartacei. Per questo motivo abbiamo deciso di varare Sherlockiana Investigazioni, augurandoci che possa ottenere l’interesse di un numero sufficiente di lettori in modo da permetterci di pubblicare con regolarità nuovi volumi nel corso del tempo. Attualmente ho pianificato le prime tre uscite, ma dipenderà tutto dall’interesse che verrà dimostrato da voi fan di Sherlock Holmes fin da questo esordio. Sarà il vostro attaccamento alla collana, il passaparola, la condivisione di commenti positivi e non sediziosi a determinarne il prosieguo o meno di questo progetto editoriale. Purtroppo in Italia l’hobby della lettura, intesa come narrativa, è sempre meno frequente tra i giovani e i meno giovani. In realtà si legge anche molto, ma si passa gran parte del proprio tempo (stando alle statistiche) incollati al proprio smartphone – o scrollando il proprio browser del computer – all’interno dei social network più rinomati.

    Ma veniamo ora ad analizzare in breve le indagini di Sherlock Holmes che sono presenti in questo volume. Cominciamo col dire che sono stati scelti quattro autori internazionali e quattro di casa nostra. Un mix di trame, stili e modalità di approccio all’apocrifo sherlockiano che mi auguro possa soddisfare tutti i palati. Certo, lo si sa, non è cosa facile accontentare tutti i gusti, ma Sherlockiana Investigazioni ci prova ugualmente, ben sapendo che all'interno di qualsiasi antologia vengono pubblicati racconti che a livello soggettivo possono piacere e colpire più di altri.

    Il primo racconto che apre Sherlockiana Investigazioni, in preciso ordine alfabetico, è opera di Peter K. Andersson, autore svedese che ha pubblicato molteplici lavori sulla vita e la cultura popolare in epoca vittoriana. In Sherlock Holmes e l’avventura della Piramide di Tooting una vecchia signora aristocratica e la sua dama di compagnia vivono sole in una antica villa a lungo abbandonata. Alcuni piani della costruzione risultano tuttora disabitati e proprio da questi, quando si allungano le ombre della sera, si odono provenire strani rumori. Holmes dovrà indagare sulle strane presenze che si aggirano nella villa, ma anche su un vicino piuttosto desideroso di fare conoscenza con l'aristocratica e la sua assistente personale.

    Nel racconto L’ombra di James Moriarty facciamo la conoscenza di Dick Gillman. Al suo attivo ha oltre venti racconti sherlockiani e quello che presentiamo è il primo di una serie di tre storie da lui scritte che propone un personaggio extra-canonico piuttosto curioso: Julia Moriarty. Gillman, da tempo in pensione, vive con la moglie, due cani e un gatto soriano, nella regione francese della Bretagna.

    L'avventura successiva si intitola Sherlock Holmes e il caso del biglietto d'addio in cuneiforme e ce la propone Mark Mower, autore e storico britannico la cui passione per le avventure di Sherlock Holmes e del dottor Watson risale all’età di dodici anni, quando vide una pellicola in bianco e nero interpretata dagli ineguagliabili Basil Rathbone e Nigel Bruce. Membro della Crime Writers’ Association e della Sherlock Holmes Society di Londra, Mark ha scritto numerosi libri che trattano di omicidi e misteri, sia reali che di fantasia. È anche docente di criminologia e storia sociale. Vive in Inghilterra, nel Suffolk, non lontano da Beccles. Nel suo racconto presente in questa antologia l'archeologo e studioso Henry Canham-Page viene trovato cadavere mentre era atteso per una conferenza al British Museum. Sul suo corpo si rinviene un biglietto con riportati alcuni simboli mesopotamici. Holmes e Watson scorgono di avere idee divergenti sul caso.

    Sherlock Holmes e la sfida dell'astrologo è invece il primo racconto di autore italiano in ordine di apparizione in questo volume. Lo ha scritto Samuele Nava, classe 1970, ben noto ai lettori di apocrifi editi dalla nostra casa editrice. Con otto racconti dedicati al detective di Baker Street, quello che qui pubblichiamo ha visto luce parecchi anni fa, uscendo come secondo titolo nella collana Sherlockiana (collana presto alla sua trecentesima uscita). Nava sottopone a Holmes e Watson il compito di sbugiardare pubblicamente le doti divinatorie di Rob de Lees, sedicente astrologo e occultista che, grazie al suo forte carisma, ammalia e affabula ambienti vicini alla casa reale inglese.

    A questo racconto fa seguito Sherlock Holmes e il mistero della pendola che non suonò le dieci (e nemmeno le undici) di Lucio Nocentini, istrionico personaggio nato nel 1954 che quando non scrive, non dipinge e non fa il giornalista, fa il dentista! Ha scritto diversi libri, uno a quattro mani con Lia Volpatti e intitolato Il terrore corre sul Nilo, (2008-2012, Hobby & Work). Si è aggiudicato diversi premi letterari, tra cui la quindicesima edizione dello Sherlock Magazine Award. Suoi anche i libri Alimentare Watson! e Alimentare Sherlock! editi da Morgani Editore. Quella che proponiamo è una eccentrica storia in cui ci troviamo innanzi a tre cadaveri, tre vedove molto consolabili e trenta e più segreti della famosa marmellata di Irwing Irwing & Son, alla quale Holmes non sa proprio resistere.

    Successivamente troviamo l'indagine che ci propone Archie Rushden, di professione archivista, con oltre trent'anni di esperienza nella cura dei manoscritti, dai testi medievali ai diari della Grande Guerra. Ha pubblicato, sotto altro nome, numerose opere scolastiche e libri di storia locale e militare. In Sherlock Holmes e il panfilo a vapore Pegasus il detective e il suo fedele amico, il dottor John Watson, si trovano a dover risolvere un caso lungo la costa della Cornovaglia. Il marito di Lady Bampton è accusato dell’omicidio di Sir Roland Dundas, il cui cadavere viene rinvenuto a bordo del panfilo a vapore Pegasus di sua proprietà.

    Nell'esordio di questa nuova collana dedicata al super-segugio di Baker Street non potevamo esimerci dal pubblicare almeno un paio di racconti apocrifi scritti da autrici italiane. Tra le tante che si conoscono e si apprezzano si è scelto per primo il nome di Patrizia Trinchero. Astigiana, appassionata ed esperta sherlockiana, ha esordito sulle pagine della Sherlock Magazine e successivamente nell'antologia Sherlock Holmes in Italia a mia cura (Delos Books, 2012 e Il Giallo Mondadori Sherlock, 2016). Ha anche vinto un'edizione dello Sherlock Magazine Award col racconto apocrifo Il gioco è cominciato, Holmes! che è tuttora il titolo di Sherlockiana più venduto in eBook. Il racconto che qui pubblichiamo si intitola Senza traccia e vede il rapimento di un grafologo americano e di sua sorella. Gli unici indizi che giungono a Holmes in modo piuttosto rocambolesco serviranno a mettere in luce tutte le sue capacità deduttive.

    La seconda autrice presente in questo volume è Elena Vesnaver, altra importante conoscenza del panorama letterario apocrifo e non. Nata a Trieste nel 1964, dopo essersi diplomata all’Istituto d’Arte Drammatica della sua città, ha lavorato come attrice per più di vent’anni e scritto adattamenti e testi originali per la sua e altre compagnie. Dal 2004 si dedica esclusivamente alla scrittura, esplorando le varie sfumature della narrativa, passando dai libri per ragazzi al giallo, dal noir al rosa. Nell'apocrifo che viene qui proposto, ambientato in quel di Torquay, Holmes e un malinconico e pieno di rimpianti Watson, indagano su alcune lettere anonime che minacciano la vita della signora Abigail Spencer e non solo. Da questa avventura il lettore potrà comprendere come le luci e le ombre di una donna siano a volte ambigue come quelle di un giorno d’estate, mentre gli occhi di una fanciulla sono in grado di aiutare un grande investigatore a vedere di più.

    Luigi Pachì

    Sherlock Holmes e l’avventura della Piramide di Tooting

    Peter K. Andersson

    Traduzione di Simonetta Badioli

    Capitolo 1

    Al tempo in cui avvennero i fatti, i molti misteri di Albany Place non furono mai svelati e, fin da allora, ho sempre pensato che avrei dovuto narrare la vicenda ai miei lettori. La mia esitazione al riguardo era dovuta al rispetto che serbavo per le persone coinvolte, nonché alla riluttanza al solo pensiero di rievocare la dolorosa immagine di Miss Landseer, la zitella solitaria, e quel suo modo di sedere in quella grande poltrona, alla quale era stata legata dalle catene del fato. Il motivo per cui, alla fine, ho deciso di impugnare la penna per rievocare i dettagli del caso, è stata una toccante lettera della signorina Brill, la giovane domestica e dama di compagnia dell’anziana donna, la quale mi chiedeva di rendere pubblica la storia per restituire il giusto onore a Miss Landseer. La signorina Brill, che si era così disinteressatamente presa cura della vecchia signora negli ultimi anni della sua vita, risvegliò la mia compassione, come prima di lei la sua padrona, e sono lieto di presentare questo resoconto quale tributo alla forza di queste due donne e al modello di umanità che la loro vita in comune ha costituito.

    Tutto cominciò un tedioso giorno di settembre quando Holmes, che non sentivo da un paio di settimane, mi inviò, inaspettatamente, un telegramma in cui mi invitava a cenare con lui. Mia moglie quella sera avrebbe incontrato alcune amiche e quindi accettò di buon grado la mia assenza; io mi accomiatai dall'ultimo paziente della giornata e presi una carrozza verso Piccadilly, dove Holmes mi stava già aspettando in un séparé del Criterion. Sembrò felicissimo di vedermi e io fui lieto di trovarlo di buon umore.

    – È arrivato proprio al momento giusto, Watson! Si sieda, vecchio mio, e dia un’occhiata discreta a quel cameriere laggiù. Credo che lavori qui da poco e, dal modo disinvolto in cui regge quei vassoi con i bicchieri di vino, deduco che voglia fare una buona impressione sul suo nuovo datore di lavoro mostrandosi così a suo agio. La sua mancanza di esperienza è comunque evidente, e la si nota da piccoli dettagli: di tanto in quando fa un po’ troppo lo spavaldo e, due minuti fa, stava quasi per rovesciare del vino sull’abito di una signora. È solo questione di tempo prima che combini qualche guaio.

    Holmes non aveva neanche terminato la frase che i bicchieri di vino sul vassoio del cameriere, che stava facendo il giro del tavolo, avevano cominciato a scivolare, e caddero uno dopo l’altro sul pavimento. Lo schianto fu coperto dal mormorio continuo degli ospiti che stavano cenando, ma parecchi tra coloro che erano seduti lì vicino furono colpiti dagli schizzi di vino, al punto che un gentiluomo ben presto si alzò per rimbrottare il cameriere troppo sicuro di sé. Holmes si girò verso di me lasciando perdere quel trambusto e mi lanciò uno dei suoi sguardi impercettibilmente penetranti.

    – Spero che stia bene, Watson. Jenkins è tornato con un’altra delle sue malattie immaginarie, vero?

    Philip Jenkins era uno dei miei pazienti, un uomo di trentacinque anni in perfetta salute, se non fosse che soffriva di una gravissima ipocondria, e che aveva l’abitudine di venire nel mio studio almeno una volta al mese per consultarmi su qualunque sintomo, fosse anche un semplice dolorino che, secondo lui, era senz’altro spia di una grave malattia.

    – Sì, Jenkins è passato oggi. Da cosa lo ha dedotto?

    – Lei una volta mi ha parlato della curiosa abitudine del signor Jenkins di appuntare il fermacravatta sul risvolto della sua giacca quando si sbottona la camicia per farle auscultare il battito cardiaco.

    – E allora?

    – Oggi se n’è dimenticato.

    Ho rivolto lo sguardo in basso e cosa vedo? Il fermacravatta di Jenkins, proprio sul risvolto dove lo aveva messo alcune ore prima. Risi dell’acume di Holmes ma lasciai lì il fermacravatta, così da ricordarmi di restituirlo alla prima occasione.

    – È vero. Sono stato piuttosto occupato in questi ultimi giorni, se può essere una giustificazione ragionevole per la mia distrazione.

    – Non ha nulla di cui vergognarsi, vecchio mio. La distrazione è una conseguenza inevitabile del successo professionale. Sono davvero felice che i suoi affari stiano andando a gonfie vele.

    – Lei difficilmente soffre di distrazioni quando i suoi affari vanno a gonfie vele, – scherzai.

    Holmes tirò alcune boccate dal sigaro, naturalmente per cercare di nascondere un sorriso di contentezza.

    – La mia mente non è mai assente. È questa la mia maledizione.

    Gli ultimi frammenti dei bicchieri rotti erano stati raccolti e gli ospiti all’altro capo della stanza avevano ripreso a conversare piacevolmente. Il cameriere inesperto, invece, era sparito di scena e io per un attimo lo compatii, al pensiero della sgradevole discussione che stava probabilmente affrontando in cucina con il gestore del ristorante. Ma mi dimenticai di lui non appena Holmes e io cominciammo a conversare del più e del meno, e fu solo dopo aver gustato un pasto delizioso, costituito da faraona e zuppa inglese, che il mio amico mi accennò il vero motivo del suo invito.

    – Devo partire per Tooting tra pochi minuti. Ho ricevuto da una povera giovane una lettera accorata, contenente una supplica così toccante che non potevo ignorarla.

    – Di cosa si tratta?

    – Da quanto ho potuto accertare, è una storia di solitudine, tristezza, mancanza d’amore e incapacità a difendersi, problemi che, a giudicare dalla loro frequenza nella vita di ognuno, sono futili e banali, ma che ai nostri tempi raramente ci si preoccupa di affrontare. Non ci sono né scandali né drammi o avventure in queste faccende, ma soltanto tragedie represse e soffocate, vissute da persone non eccessivamente infelici e che pertanto non avranno mai diritto alla carità dell’Esercito della Salvezza.

    – Sembra assolutamente deplorevole, Holmes. Sebbene debba confessare che sono un po’ sorpreso nel vedere che si interessa a qualcosa per pura compassione.

    Il fremito che si produsse sulle labbra di Holmes poteva indicare sofferenza o divertimento.

    – Non crede che io sia una persona sensibile?

    – Certo che sì. Ma lei stesso ha detto che nei suoi casi ciò che l’attrae non è l’aspetto umano ma la razionalità della sfida. Un cliente non è che un’unità, un fattore in un problema: mi sembra fossero state queste le sue parole esatte.

    – Veramente ho detto questo? Allora sono proprio un tipo strano, non è vero?

    – Questo significa che ha cambiato opinione?

    – Non esattamente, ma sono sorpreso di essere stato così categorico nelle mie dichiarazioni. Forse potremmo attribuirle alla follia della gioventù. Ora direi che il dominio del ragionamento non si ferma sulla soglia delle passioni umane. Anche le emozioni sono soggette alle leggi e ai metodi della logica, e l’accurata analisi dei più minuti dettagli della vita interiore di un uomo riveleranno i più affascinanti modelli delle strutture cogenti. I miei metodi di indagine hanno sempre valutato la mente umana tanto nel suo aspetto razionale quanto in quello emotivo, anche se per lungo tempo ho faticato a conciliarli. Ho dedicato un intero paragrafo a questo problema nel mio articolo Il libro della vita, se ricorda.

    – Questo mi sembra più da lei, – commentai.

    – Mi sforzo di essere coerente, mio caro Watson. Allora, vuole accompagnarmi o no a Tooting?

    – Mi permetta prima di leggere la lettera.

    – La leggerà dopo che saremo partiti. Preferisco che basi la sua decisione sulla lealtà nei miei confronti piuttosto che sulla compassione per una donna che non ha mai conosciuto. – Quand’è così sarò più che felice di venire con lei, se posso esserle utile.

    Holmes mi diede un colpetto affettuoso sulla spalla, come avrebbe fatto con un bambino obbediente, poi pagammo il conto e salimmo su una delle carrozze in attesa di clienti fuori dal ristorante. Proprio mentre stavamo procedendo rumorosamente lungo Waterloo Place in direzione del fiume, Holmes estrasse dalla tasca interna del cappotto una busta e me la porse. La lettera era scritta in una calligrafia chiara e ordinata, tipica di chi non scrive molto spesso, e diceva:

    Egregio Signor Holmes,

    Le scrivo per conto della mia padrona, che ha grande necessità del Suo aiuto. Miss Dorothy Landseer è una zitella anziana e invalida. Mi sono presa cura di lei fin da quando ero una ragazzina, prima come dama di compagnia e successivamente come amica affettuosa, motivo per cui desidero per lei tutta l’assistenza che merita e di cui necessita. Mi hanno parlato delle Sue abilità e della Sua abitudine di prestare aiuto agli sventurati che altrimenti non sarebbero in grado di permettersi un consulente e, se c’è qualcuno che può aiutare la mia povera padrona, questi è Lei. Poiché la signora è inferma e anziana, La prego di volerci fare visita non appena sarà disponibile. Si tratta di un problema estremamente grave e urgente.

    Distinti saluti.

    Signorina Constance Brill

    Albany Place, Tooting

    Capitolo 2

    – Che cosa ne pensa, Watson? – chiese Holmes, mentre sollevavo gli occhi dalla lettera.

    – Sicuramente è accorata e commovente, ma non vedo come abbia potuto attrarre il suo interesse. Lei riceverà decine di lettere come questa ogni settimana.

    – Effettivamente. Appena l’altro giorno il principe ereditario di Danimarca mi ha chiesto di aiutarlo a ritrovare un registro del catasto andato perduto, ma il caso descritto nella lettera era così banale che mi è bastato un breve telegramma per risolverlo. Qui invece abbiamo qualcosa di più promettente. Una lettera ben scritta, seppure dal tono leggermente impacciato, da parte di una donna la cui modestia sembra costituire l’intima essenza della sua personalità. E tuttavia prova una tale compassione per la padrona che ha chiamato a raccolta tutte le sue forze per scrivere a Sherlock Holmes, il famoso investigatore, e chiedere la sua assistenza. Questa Miss Landseer è tutto per lei. Probabilmente vede pochissima altra gente, così che il legame tra le due donne, che presumibilmente hanno una differenza di età di parecchi decenni, si è fatto straordinariamente forte. Se poi la questione di fondo dovesse rivelarsi per nulla interessante, sarà stata comunque l’occasione per studiare da vicino una relazione estremamente affascinante.

    – Sono d’accordo con lei. Ma come fa a essere tanto sicuro che la relazione sia così forte? Sicuramente questa signorina Brill sembra preoccuparsi della padrona ma non c’è nulla di strano al riguardo.

    Holmes prese la lettera e la osservò da vicino.

    – Ho effettuato un esame chimico della carta a Baker Street e ho ragione di credere che questa lettera sia stata scritta su un tavolino da toeletta. Sul retro del foglio ci sono tracce di cipria e di acido salicilico. Questo tipo di cipria è stato messo in vendita solo di recente, il che suggerisce che si tratti della cipria di una donna giovane, perché un’anziana sicuramente sceglierebbe la marca di fiducia che usa da decenni. Ma quando a questo aggiungiamo le piccole macchie di acido salicilico, presenti in un angolo del foglio, acido che è un medicinale comunemente usato per prevenire i dolori reumatici, è evidente la presenza di una persona anziana nella stessa casa. Il fatto che usino lo stesso tavolino da toeletta per oggetti di uso così personale è, secondo me, indizio di una relazione molto stretta tra le due.

    – Non sapevo che la cipria per signore fosse stata oggetto delle sue ricerche.

    – Mio caro Watson, non posso limitarmi ai vari tipi di cenere di sigaretta o cera per baffi. Se guarda nella mia libreria troverà un discreto numero di copie, lette e rilette, del catalogo annuale del Derwent’s Lady’s Emporium. E, come lei ben sa, in più di un’occasione ho avuto modo di sfruttare la mia conoscenza della toeletta femminile.

    – E con notevole successo presso l’altro sesso, se ben ricordo.

    – Esattamente. Ma che ne dice delle mie deduzioni?

    – Le trovo ragionevoli.

    – Non vedo in quale altro modo si potrebbero spiegare queste coincidenze. Quindi, a questo punto, il mistero principale non è a che cosa si riferisce la signorina Brill nella sua lettera, ma il dilemma fantasioso che ha preso forma nella sua mente, combinando il problema oggettivo con la sua appassionata solidarietà nei confronti della donna affidata alle sue cure. Sarà una bella sfida separare l’uno dall’altra.

    Mentre procedevamo rumorosamente verso sud, cominciai a sentirmi contagiato dall’entusiasmo di Holmes e fui affascinato dalla sua capacità di mettere in luce gli aspetti più seducenti di un caso che, in apparenza, sembrava banale e anche un po’ inconsistente. Quando Holmes si trovava in questa disposizione d’animo, erano certamente pochi i soggetti verso i quali non nutrisse interesse, tanto che

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