Voci di una piccola eternità
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Anteprima del libro
Voci di una piccola eternità - Arianna Succi Leonelli
casuali.
.Lettera di un suicida
Oggi, la nebbia ricopre gli alberi secchi e rivestiti da un sottilissimo strato di ghiaccio, rendendoli trasparenti; proprio come il latte, che ho accidentalmente versato prima di uscire, ha reso velati i ghirigori argentati della tua tovaglia blu. Questo silenzio tombale intimidisce il sole, che si nasconde come un ladro, dietro i ciuffi candidi delle nuvole. I fiori, racchiusi in semi, custoditi a loro volta dall’abbraccio della terra dura e senza vita, si chiedono perché germogliare, dato che la quiete della morte è così terribilmente semplice rispetto alla vivacità della vita. La nebbia li ricopre con un bianco sudario, mentre il sole inizia piano a sorgere, senza che nessuno se ne accorga. Ogni cosa è congelata nella poesia e nel dolore di questa mattina di sangue. Ho deciso di morire adesso, perché è al sorgere del sole, quando i sogni della notte non sono ancora del tutto sbiaditi, che concepisco le idee più grandi; anche se, ammetto che, in questo momento, mi sento piuttosto svuotato e non saprei cosa dire.
Cosa dovrebbe scrivere un suicida nella sua ultima lettera? Poche banali parole di addio? I motivi della sua decisione? Una marea di mi dispiace
? Non lo so e, sinceramente, non me ne importa più di tanto, perciò mi affiderò al caso, scrivendo semplicemente tutto ciò che mi viene in mente.
Non so quanto la mia morte possa veramente dispiacerti, Margherita. Forse, dopo che avrai trovato questa lettera, accanto al mio corpo, ti sentirai in colpa e questo sarà l’unico sentimento negativo, che proverai, e che gli altri scambieranno per dolore. Se nel tuo cuore è rimasto ancora un piccolo accenno dell’amore, che, un tempo, sentivi per me, però, ti prego di non colpevolizzarti.
Avrei dovuto capire da subito che una giovane ragazza di vent’anni non avrebbe potuto rimanere innamorata troppo a lungo di un uomo di ben dieci anni più vecchio di lei. Avrei dovuto cogliere immediatamente i segnali che mi lanciavi, e quei tuoi sussurrii quasi indecifrabile in cui confessavi a te stessa di non essere felice.
Forse, dovrei lasciarmi tutto alle spalle e accettare semplicemente che non possono esserci dei sinceri per sempre
in vite destinate a terminare, ma non ci riesco. Noi non siamo creature mortali, Margherita; siamo artisti di successo e le nostre opere e i nostri nomi saranno ricordati in eterno. Per noi, un’infinità sarebbe stata veramente possibile.
Mi pare quasi di riuscire a vedere la tua reazione a queste parole. Ti conosco troppo bene per non sapere esattamente cosa farai, giunta a questo punto della lettera, con le lacrime, che ti rigano il volto e scivolano lungo il tuo esile collo. Penserai che, dopo tutto, ogni cosa è destinata a morire e lo stesso vale per l’umanità e il nostro mondo. Alla fine dei tempi, delle nostre opere e del nostro ricordo non rimarrà nemmeno la polvere e sarà allora che cesseremo veramente di esistere. Dopo aver pensato questo, riderai fra le lacrime e ti renderai conto che era destino che la nostra storia d’amore finisse così e che, forse, avresti dovuto capirlo prima, proprio come io avrei dovuto comprendere molto tempo fa che il tuo cuore non sarebbe mai stato eternamente mio.
Avevi ragione: sono sempre stato troppo attaccato alle cose, troppo romantico e troppo pronto ad andare in escandescenza per delle sciocchezze. Non sono fatto per vivere una vita mortale e piena di cose destinate a cambiare.
Se te lo stai chiedendo, sì, so della tua tresca con mio cugino e so anche che, dopo ciò che accadrà, non riuscirai più a guardare in faccia il tuo amante e ti darai la colpa di tutto quanto. Rimarrai chiusa in casa per molto tempo, non vorrai amare più nessuno, desidererai farla finita anche tu, ma non lo farai, perché avrai paura, perché non hai mai creduto in una vita dopo la morte e perché ami la tua esistenza mortale. Ti sentirai in colpa e, per questo, ti consumerai, anche se ti ho chiesto di non farlo. Lo farai perché non mi ami più e perché non mi devi nessun giuramento e nessuna promessa. Poi, però, dimenticherai, raccoglierai i pezzi di te stessa, rinascerai come nuova, amerai di nuovo, sbaglierai ancora, soffrirai e poi sarai felice. Lo so perché tu sei nata per vivere questa vita e perché me l’hai sempre detto che le cose sono belle perché finiscono. Siamo così profondamente diversi, Margherita, così tanto che ci siamo innamorati senza accorgercene.
Ho sempre desiderato essere simile a un dio, immortale e indimenticabile. Avrei voluto scoprire i segreti della realtà, vivisezionare l’universo e capire come funzionano le stelle. Per te, invece, tutto questo non ha mai avuto senso. Ami questa vita mortale perché pensi che tutto acquisti più significato per i condannati a morte, mentre a me pare che le cose di questo mondo finiscano talmente in fretta da non permettermi di apprezzarle appieno.
Forse, hai ragione tu o forse no… non lo so. Se c’è una cosa che mi ha insegnato la vita è che ogni verità è vera per chi la afferma.
Non muoio per causa tua, anche se lo penserai, vorrei comunque dirtelo. Sapere che mi hai tradito con mio cugino mi ha fatto male, certo, ma, credimi se ti dico che questo dolore è stato solamente un pretesto per riflettere sulla mia vita. Mi ha fatto capire che tutto termina e che non posso farci niente.
Avevi ragione tu. Forse, avrei dovuto far tesoro delle tue parole e imprimerle nella mia mente, per poterle capire e imparare