Bleu
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Anteprima del libro
Bleu - Simone Giovanni Bregante
Tre…
I
Cari equilibristi della lettura, sapete che cosa hanno in comune le nuvole, gli uccelli e gli aeroplani? Sì, è vero. Le nuvole, gli uccelli e gli aeroplani possono volare, ma non è questa la risposta.
La risposta è più in alto.
Essi possono osservare lo scenario del mondo con gli stessi occhi del cielo. Ma a dire la verità, le nuvole, gli uccelli e gli aeroplani non sono gli unici a vedere le cose da questo punto di vista. C’è qualcun altro capace di osservare lo scenario del mondo da lassù.
I funamboli.
Vi siete mai chiesti come fanno i funamboli a non cadere? Eppure non c’è nessun trucco, è solo una questione di fiducia. Bisogna solo fidarsi dell’aria per non perdere l’equilibrio.
Bleu è capace a fidarsi dell’aria, ma Bleu non è semplicemente un funambolo, lui non cammina sul filo come gli altri equilibristi, no. Lui è nato sul filo.
Accadde un giorno che il grasso e baffuto Monsieur Chef, padrone del circo Ici Magie
, vide una culla sulla corda degli equilibristi. Avvertì il vagito di un neonato e avvicinando il suo stupore, scoprì che là dentro c’era un bambino.
«Questo bambino è un prodigio!», esclamò stupefatto. Nessuno riusciva a credere ai propri occhi, nessuno sapeva da dove provenisse o chi fossero i suoi genitori.
«Sortez! non abbiamo più bisogno di voi!», gridò Monsieur Chef scalciando i poveri trapezisti che con il fagotto in spalla lasciarono il tendone.
Fu il patron di Ici Magie a decidere il nome che avrebbe accompagnato il piccolo per tutta la vita. Monsieur Chef veniva dalla Francia e quindi, diede al piccolo un nome francese: Bleu.
Decise di chiamarlo così perché il giorno in cui fu trovato sulla fune, il cielo era così azzurro da sembrare il colore della tavolozza di un pittore.
II
Bleu ha vissuto lassù, sui trefoli della fune. È cresciuto sul filo, mangiando sul filo, dormendo sul filo, facendosi addirittura la doccia sul filo. I suoi capelli castani e il suo collo allampanato sono cresciuti d’un centimetro all’anno, un passo alla volta lungo la fune del tempo.
Fin da bambino, ha indossato una calzamaglia nera e un copricapo da aviatore.
Fu Gastone Fellini a donargli il copricapo. A quel tempo, Gastone era l’artista di punta della compagnia, il pagliaccio Augusto di Ici Magie, una delle più celebri icone dell’arte istrionica, soprannominato Il Re pagliaccio
.
Nonostante la fama e il successo, il suo sorriso di cera sbiadiva spettacolo dopo spettacolo. Amava gironzolare nel tendone indossando costumi stravaganti e quel giorno, indossava un cappello da aviatore. Al termine dello spettacolo si recò alla fune, alzò lo sguardo e richiamò l’attenzione del piccolo prodigio.
«Bleu, amico! sono venuto a dirti addio!», gridò con il naso all’insù, «parto per un lungo viaggio».
«E dove andrai?», replicò il fanciullo seduto sul filo.
«Non lo so» rispose Gastone, «forse comprerò un biglietto del treno ad occhi chiusi. Non so se troverò un posto migliore di questo. Ma sono certo che se rimanessi qui, arriverebbe il giorno in cui mi guarderei allo specchio e non riuscirei più a distinguere il trucco dalla mia faccia». E lanciò il copricapo in sella alla fune.
«Che cosa dovrei farci?», chiese il fanciullo afferrando il cappello.
«Sei nato sull’aria» disse Gastone, «nessun funambolo ha mai posseduto il tuo talento. La tua unicità è così preziosa che ti permetterà di conquistare una vita incredibile, ma dovrai imparare a pilotare le tue qualità».
E aggiunse:
«Un cappello da aviatore ti servirà per volare».
Il giovane prodigio non disse nulla. Probabilmente non aveva compreso le parole di Gastone, ma in cuor suo sentiva un’ineffabile verità, come se la sua anima fosse stata sfiorata dalle parole di un veggente.
III
Siete liberi di non credere alle mie parole, ma dal giorno in cui è nato, Bleu non è mai sceso dall’aria. È diventato un uomo senza aver mai posato un piede sulla Terra.
Di solito, gli altri circensi sollevavano i loro sguardi e gli rivolgevano alcune domande.
«Sulla fune non esiste la necessità del pensiero. L’unica necessità è camminare». Rispondeva Bleu, «ogni passo è presente, ogni passo è nel presente, il presente non va pensato, altrimenti, perdiamo l’equilibrio e rischiamo di cadere».
«Giusto!», esclamavano i circensi senza aver capito un accidente e sempre, capitombolavano via fra un salto e una piroetta.
Non essendo mai sceso