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Antinfluencer: contro i nuovi persuasori del nulla
Antinfluencer: contro i nuovi persuasori del nulla
Antinfluencer: contro i nuovi persuasori del nulla
E-book101 pagine2 ore

Antinfluencer: contro i nuovi persuasori del nulla

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Info su questo ebook

"Questo è un libro che andava fatto; solo che non lo faceva nessuno, così alla fine ci abbiamo pensato noi". Così i due autori, Massimo Del Papa e Daniela Martani, su "Antinfluencer", indagine sul controverso fenomeno degli influencer, disponibile in edizione cartacea e in formato ebook su tutti gli store digitali. Una indagine "contro i nuovi persuasori del nulla", come recita, polemicamente, il sottotitolo, che volutamente prescinde dagli aspetti legati al gossip, scegliendo di addentrarsi nei dietro le quinte, nei troppi coni d'ombra che una informazione troppo indulgente rinuncia a illuminare. Passando in rassegna le principali figure di influencer italiani, da Chiara Ferragni a Giulia de Lellis a Taylor Mega, senza trascurare i protagonisti internazionali, il pamphlet affronta un gran numero di casi, di situazioni, di aneddoti e retroscena poco noti a un pubblico che sembra insaziabile nel consumo di questi "persuasori". Vengono analizzate le carriere, le dinamiche, le cifre, a volte fuori da ogni logica, di successi e affermazioni clamorose quanto a volte effimere, così come l'impatto sui più giovani.
Tra gli aspetti maggiormente polemici, il confronto tra i valori sbandierati dagli influencer - solidarietà, tolleranza, rispetto - e l'effettiva condotta che li ha portati a diventare punti di riferimento per milioni di "follower", di seguaci, veri o presunti; un esempio su tutti, quello del presunto animalismo di influencer che non rinunciano a mostrarsi in compagnia di teneri animali, ma non tradiscono scrupoli di sorta nel fare da testimonial a prodotti realizzati con la pelle di animali scuoiati quali borse, scarpe, stole, pellicce. Ugualmente studiate sono le strategie legate ad una comunicazione sempre esasperata, immanente, capace di sfruttare tutte le sinergie possibili, ma che non esita a rifugiarsi in un vittimismo aggressivo appena la situazione lo richiede.
Lavoro rigoroso, di taglio giornalistico, assai documentato, con fonti puntualmente citate ad ogni passo, il che, tra l'altro, testimonia di un atteggiamento effettivamente imbarazzante da parte di una informazione difficilmente distinguibile, troppo spesso, dalla comunicazione pubblicitaria.
Alla fine, nessuna morale, se non quella che scaturisce naturalmente, spontaneamente da eventi e situazioni. Libro che esce orgogliosamente in autoproduzione, per potersi permettere di restare "assolutamente liberi" di dire tutto. Perché, come scrivono i due autori in conclusione, "anche solo scriverlo, un libro così, ha il sapore di una ribellione".

Massimo Del Papa collabora con diverse testate nazionali e ha scritto alcuni libri su svariati argomenti.
Daniela Martani, ex assistente di volo, è opinionista televisiva, cantante, conduttrice radiofonica. E' attivista animalista e vegana. Questo è il suo primo libro.

LinguaItaliano
Data di uscita9 dic 2019
ISBN9780463641279
Antinfluencer: contro i nuovi persuasori del nulla
Autore

Massimo Del Papa

Faccio il giornalista dal 1990. Ho scritto alcuni libri, di preferenza in formato ebook.

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    Scritto bene con una lettura piacevole e ricco di spunti interessanti e intelligenti. L'argomento è sviscerato ampiamente e in modo non convenzionale, da far leggere a scuola.

Anteprima del libro

Antinfluencer - Massimo Del Papa

Antinfluencer

Contro i nuovi persuasori del nulla

Massimo Del Papa Daniela Martani

Prima edizione: dicembre 2019

Proprietà letteraria riservata

Progetto grafico: Federico Mele

ANTINFLUENCER

La natura del potere è simile alla fama, che va aumentando man mano che avanza

(Thomas Hobbes)

Introduzione

Le belle persone

Nella bolla

Valori forti

In vetrina

La pubblicità etica

Sinergie obbligatorie

Quelle brave ragazze

L'informazione complice

Oltre l'influencer

Trasparenze e opacità

Esaltazione di un business

8 secondi

Influencer laureati

Ultime simpatiche follie

Influencer anno zero

Ma chi è Cecilia?

Ravioli al vapore

La cacciatrice bionda

Il labirinto

La prateria da bruciare

Tutto fa brodo

Coronainfluencer

Una questione di soldi

Introduzione

La serie è Chicago Med, l'episodio in America va in onda alla metà di novembre. Un influencer si presenta in ospedale contorto per gli atroci dolori addominali: gli diagnosticano una appendicite perforata che ha sviluppato setticemia. Non c'è tempo da perdere, bisogna operare subito. Ma l'influencer, seguito dalla addetta all'immagine, che riprende tutto ossessivamente, dal suo letto di dolore lancia un sondaggio: debbo operarmi o no? I follower in pochi secondi decidono: no all'85%. I nostri ricavi pubblicitari andranno alle stelle si esalta l'addetta. Il follower si adegua: niente intervento, al massimo una terapia antibiotica. I medici, esterrefatti, spiegano che, allo stadio ormai avanzato dell'infezione, sarebbe inutile, che è un suicidio, per di più deciso da milioni di sconosciuti. Amen: i follower hanno deciso per gli antibiotici e così si farà. La situazione precipita, le condizioni si fanno disperate, i medici premono. Ma l'influencer non cede. Inopinatamente, però, la sua sorte non interessa più a nessuno, è ormai un cadavere quello che si riprende in diretta social, i seguaci, stufi di quella morte annunciata, stanno già sciamando altrove. Stiamo perdendo tutto, fai qualcosa! urla, sconvolta, l'assistente. L'influencer, rantolante, si fa portare, sempre filmato dalla collaboratrice, sul tetto dell'ospedale e qui lancia un nuovo sondaggio: che dovrei fare? Forse gettarmi di sotto? Conta sulla compassione di chi lo segue, ma questa volta, inopinatamente, i follower decidono per il sì: devi morire, devi toglierti di mezzo. L'influencer capisce di non essere niente per i suoi follower, niente per nessuno – visto che la sua vita è totalmente dipendente dai social; realizza che non vale la pena di morire per un esercito del nulla e, con l'ultimo fiato che gli resta, autorizza l'operazione. No! Sei matto! Li stiamo perdendo tutti!, gli ringhia contro l'assistente prima di abbandonarlo.

Le belle persone

Chiara Ferragni, la influencer, è ragazza dalle convinzioni salde: Sono una bella persona, ho forti valori. E vanta gli incassi del documentario su se stessa medesima. È riuscita a farsi ammettere al Festival del Cinema di Venezia, che dovrebbe occuparsi di cinema, e un giornale ha scritto: lode a Chiara, lei ha avvicinato alle sale di proiezione una generazione che mai era entrata in un cinema. La chiamano la bocconiana, avendo frequentato, senza finirla, la prestigiosa università meneghina, ma di nozioni economiche nella sua perenne epifania non si scorge traccia, forse le tiene dietro le quinte: tante immagini di borse, scarpe, accessori i più vari, perfino un visone rosa, oppure del fondoschiena, magari col consorte, il rapper Fedez. C'è, a debita distanza, una concorrente, più giovane, che si vantava (poi si è pentita) di non avere mai letto un libro, si chiama Giulia de Lellis, 24 anni, di professione corteggiatrice a un programma di Maria de Filippi: si è fatta scrivere un libro da una che tiene un blog, Memorie di una vagina, e anche di lei la stampa agiografica ha scritto: Avvicina alla letteratura i millenials che non leggono. Non scrivere un non libro per gente che non legge: sembra un aforisma di Frank Zappa, ma la sedicente illetterata de Lellis ha capito perfettamente la regola delle tre S: soldi sesso successo. Il suo volumetto tratta di corna, di orgasmi, di scopate, ed è puntualmente finito in cima alla classifica dei libri. Poi c'è una, tale Martina Finocchio da Pescara, che si dipinge sul fisico procace i risultati delle partite di calcio e sponsorizza aggeggi sessuali. Se si masturbano sulle mie foto mi va benissimo spiega. Cosa sono queste? Nelle rispettive diversità, anche marcate, sono tutte influencer, che può voler dire tutto e niente ma in definitiva sarebbe il gioco delle tre carte nella stagione dei social. Non esiste influencer senza Instagram, e Instagram è il regno dell'esibizionismo e perché no dell'onanismo di ritorno di chi guarda, spia, scruta. Giulia non ha frequentato la Bocconi ma è salita in cattedra alla Iulm, che sarebbe l'ateneo della Comunicazione: ci sono stati dei tafferugli, tutti volevano selfarsi con l'estemporanea professoressa che non aveva mai preso in mano un testo scritto. Tutti, anche i docenti.

Ma le Chiara e le Giulia non si improvvisano, la prima ha dietro la forza di una famiglia, la mamma, Marina Di Guardo, con alcuni romanzi all'attivo, sotto i riflettori è a suo agio quanto la figlia e la vera bocconiana forse è lei, per dire quella che capisce di soldi, di faccende commerciali. Ferragni è stata costruita con cura, passo passo, da uno stratega che l'ha fatta passare dal blog vetrina di merce di lusso a feticcio di se stessa. Giulia ha una ascesa in apparenza più ruspante: parte direttamente dalla televisione consumabile, prima Uomini e Donne, poi il Grande Fratello, quindi sbarca in rete ma la rete dei social non basta, bisogna rifluire nel grande schermo, nella esposizione che arriva dovunque e ci vuole la benevola attenzione dell'informazione pubblicitaria, opportunamente sollecitata, diciamo così. Ci vogliono insomma le sinergie, il pacchetto completo: alla fine una su un milione ce la fa, ma il messaggio, che poi coincide con il vero valore, è uno: se ci provi, anche tu puoi arrivare alla triade, sesso soldi successo, riproducendoti in mutande o abbarbicata al fidanzato a scadenza. Siamo al tutto e al suo contrario specie in libreria, dove le parole dovrebbero avere un peso concreto, definitivo. Invece non c'è gioco di specchi e di maschere come nei libri, io credo ch'ei credette ch'io credesse: prima in classifica è una che colloca la capitale dell'Africa in Egitto, fa risalire la scoperta dell'America al 1942 e ha venduto cinquantamila copie in pochi giorni. Siamo all'homunculus videns di youtube, alla decifrazione dell'immagine ma non della parola scritta; siamo all'impossibilità di astrarre un concetto, senza visione non c'è elaborazione. Siamo anche all'infantilismo perenne, senza possibilità di uscita: il climax del libretto di de Lellis arriva quando lei scarica la playstation del fidanzato nella vasca da bagno e poi gli tagliuzza i vestiti. Davvero chi ha più di 15 anni può appassionarsi a questi racconti di ordinaria intimità? Ma guai a parlarne male! Si scatena l'inferno, vi ritrovate da soli, in fama di rosiconi, contro tutti i giornali, nessuno escluso, che celebrano il non-libro della non-scrittrice scritto dalla non-femminista con accenti squisitamente mercantili: è primo in classifica, fa un sacco di soldi, tu che hai da dire?

Ed è impossibile non sospettare un'operazione di conquista a largo raggio quando si vedono testate mainstream spiegare

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