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Le Profondità: L'Isola
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Le Profondità: L'Isola
E-book285 pagine3 ore

Le Profondità: L'Isola

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Info su questo ebook

'Il mondo è sconfinato.

Non mi sono mai resa conto di quanto spazio ci sia: quanto si estenda l'acqua attorno alla nostra isola in lungo e in largo. Da qualche parte in un pensiero di secondo piano, potrei aver creduto che una seconda Muraglia circondasse Tresco, contenendo le acque infinite di modo che non venissimo inondati oltre il confine e non precipitassimo giù nelle profondità.'

Leia e Walt sono sulla loro strada per l'Altro Lato, dove la leggendaria terra di Cornwall li aspetta. Tony, il loro nuovo amico, ha detto loro che tutte le guerre del passato sono state dimenticate ed i cittadini di Bodmin e Dartmoor vivono in pace. La gente aderisce ai princìpi di una religione antica che inneggia al perdono e alla non violenza. 

Tuttavia, Walt e Leia scoprono presto che persino una società ideale, amante della pace come questa, possa avere le sue lacune. Durante un viaggio proibito per Exeter, la vecchia città dei loro antenati, i due abitanti dell'isola scoprono più di quanto consentito del nuovo mondo. 

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita26 feb 2021
ISBN9781071589946
Le Profondità: L'Isola
Autore

Jen Minkman

Jen Minkman (1978) was born in the Netherlands and lived in Austria, Belgium and the UK during her studies. She learned how to read at the age of three and has never stopped reading since. Her favourite books to read are (YA) paranormal/fantasy, sci-fi, dystopian and romance, and this is reflected in the stories she writes. In her home country, she is a trade-published author of paranormal romance and chicklit. Across the border, she is a self-published author of poetry, paranormal romance and dystopian fiction. So far, her books are available in English, Dutch, Chinese, German, French, Spanish, Italian, Portuguese and Afrikaans. She currently resides in The Hague where she works and lives with her husband and two noisy zebra finches.

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    Le Profondità - Jen Minkman

    Le Profondità

    Jen Minkman

    E tergerà ogni lacrima dai loro occhi.

    Non ci sarà più morte, né lutto,

    né lamento, né affanno,

    perché le cose di prima

    sono passate.

    Apocalisse 21,4

    Il Mondo Oltre le Acque

    1 – Leia

    Il mondo è sconfinato.

    Non mi sono mai resa conto di quanto spazio ci sia: quanto si estenda l'acqua attorno alla nostra isola in lungo e in largo. Da qualche parte in un pensiero di secondo piano, potrei aver creduto che una seconda Muraglia circondasse Tresco, contenendo le acque infinite di modo che non venissimo inondati oltre il confine e non precipitassimo giù nelle profondità.

    Ma quella Muraglia non c'è. Navighiamo, e navighiamo, giorno e notte, e non ci sono confini a contenerci, nessun limite ad impedirci di proseguire. Non c'è nemmeno un abisso profondo ad inghiottirci. C'è solamente l'orizzonte, sempre più vicino eppure immutato allo stesso tempo. E quando scende la notte, ci sono stelle luminose, luccicanti, che non paiono muoversi mai nonostante il continuo viaggio dell'Explorer.

    Walt, sussurro, la terza notte stiamo sul ponte insieme. Credi che arriveremo mai da qualche parte? Sembriamo immobili.

    Walt scuote la testa, sorridendo verso di me. No, risponde. Per la prima volta in anni ci stiamo davvero spostando. Lungo il tragitto per qualche luogo. L'attesa eterna è terminata.

    Gli sorrido anch'io. Suoni così poetico.

    Già, posso essere romantico. Walt mi tira a sé per un abbraccio. O mi sto vantando troppo se lo dico? No, direi di no. È strano, ma più lontano dall’isola navighiamo, tanto più Walt si sta rilassando. È come se non avesse più bisogno di dimostrare nulla: e non ne ha, infatti. Senza giri di parole, la sua gente aveva ragione, e la mia no. Eppure, gente da entrambi i lati della Muraglia hanno perso la loro fede, anche se potrebbe aver colpito più duramente noi. A Newexter, la tensione stava crescendo quando me ne sono andata. Giovani che lasciarono le case dei loro genitori anni fa venivano improvvisamente costretti a ritornarvici, ed il cambiamento non era un successo in tutti i casi. Almeno Colin non dovette affrontare quel problema perché stava per accasarsi con Ami in ogni caso. Tra l’altro, non gli sarebbe dispiaciuto vivere con nostra madre per un altro po'. Era così felice di vederla. Ora che le nostre vecchie leggi non valgono più, può visitarla ogni giorno. 

    Per quanto riguarda me: non so dove vivrò quando tornerò indietro. Sia l’est sia l’ovest sono entrambe opzioni fattibili. Forse potrei costruire una casa vicino al viottolo dove la Via Scilla taglia attraverso la Muraglia, e diventare una portinaia. Il traffico fra Porto Speranza e Newexter è illimitato, ma fa sempre bene buttare un occhio su come vanno le cose, suppongo.

    A cosa stai pensando? mi bisbiglia Walt da sopra la testa.

    Al mio futuro a Tresco, gli rispondo.

    Vorresti ritornare?

    Certo che sì. Gli lancio uno sguardo sospettoso. Tu no?

    Sì, anche io. Voglio ricostruire la nostra città. Dopotutto, sarò grande abbastanza da diventare il prossimo Custode presto. Sospira. Ma devo ammetterlo, è carino essere un nessuno per un po'.

    Sia i Folli sia i Miscredenti stanno viaggiando a bordo dell’Explorer, e vanno molto d’accordo. Non mi sorprende, perché sono i nostri avventurieri. Le persone che di solito stanno indietro e guardano da che parte soffia il vento hanno deciso di restare a casa. Beh, la gente a bordo ti ammira ancora, dico. Solo che tu non lo ritieni più così importante.

    Walt annuisce lentamente. "Credo di sì. L’unica cosa che mi preoccupa questi giorni è se io piaccia abbastanza a te."

    Gli sorrido sfacciatamente. Ovvio che mi piaci abbastanza.

    Walt ride un po'. Allora dimostramelo, dice piano.

    Allora vieni qui, lo sfido.

    Egli cala la testa e mi bacia delicatamente sulla bocca mentre le sue mani scivolano giù dalla mia schiena alla mia vita, girovagando persino un po' più giù. Lentamente, le mie guance si infiammano, mentre lui mi apre le labbra con cautela con la sua lingua per accarezzare la mia. In un attimo ripenso a quel primo bacio che condividemmo: al cimitero, di tutti i posti. Tutto il mio corpo strimpella di desiderio sotto il suo tocco. Ogni aspetto di questa situazione è nuovo, eppure, il mio corpo sa esattamente cosa dovrebbe fare, e cosa vuole.

    Avvinghio le mie mani attorno al suo collo e aggroviglio le mie dita nei suoi capelli ricci. Walt geme quasi in modo impercettibile quando scontro la mia parte superiore del corpo con la sua per avvicinarmi ulteriormente. Leia, dice con voce roca. Vuoi restare a dormire?

    Walt ha la sua cabina. Beh, non del tutto: la condivide con suo padre, ma William è impegnato spesso nel cuore della notte, ad aiutare il Capitano Tom e Tony a tenere la nave sulla sua rotta.

    Non lo so, Gli dico, improvvisamente timida.

    Nel silenzio successivo, il mio respiro è veloce quanto il suo. Perdonami, mormora, indietreggiando e lasciandosi le mani lungo i fianchi. Si lascia scappare una risatina nervosa. Io, ehm, mi sono lasciato andare.

    Non ti preoccupare. Lascio scorrere una mano fra i miei capelli. Anche io. In verità, ho paura di non riuscire proprio più a fermarmi se siamo solo noi due. Ora che mi sono liberata del dittatore nella sua magione, che ho rivelato le sue menzogne riguardo la nostra isola e salvaguardato il benessere della mia famiglia, sento l’irrefrenabile brama di godermi la vita. E Walt contribuisce certamente al mio godermi la vita: questo è chiaro.

    Che ne dici se resto con te finché non ti addormenti? suggerisce. Io sto in uno dei dormitori femminili al di sotto del ponte per le ragazze del mio lato dell’isola. Le ragazze dalla magione sono così abituate a stare separate dai ragazzi finché non prendono una decisione e si sposano che avrebbero difficoltà a dormire in una stanza con membri maschi del nostro gruppo. La maggior parte di loro sono contente della camera da letto per sole femmine. Non Padma, però, che ha il suo materassino accanto al mio. Avrebbe adorato mettersi in contatto con i ragazzi dalla parte occidentale dell’isola, perché è curiosa quanto la mia amica Mara.

    Sì, mi piacerebbe tanto. Colgo la sua mano e gli bacio la guancia. Sono così grata che Walt stia con me. Anche se non lo conosco da molto tempo, abbiamo passato così tanto da sembrare che fossimo stati amici da molto più che solo qualche giorno.

    Scendiamo le scale per il ponte più basso. Il dondolio morbido della nave sulle onde mi fece scattare svegliandomi continuamente durante la mia prima notte a bordo, ma la seconda notte trascorse meglio. Ed ora mi sta anche piacendo la sensazione di venir cullata verso il sonno mentre Walt è disteso accanto a me e mi racconta storie della sua infanzia.

    Che ne dici se mi racconti ancora quella storia sui Miscredenti? Gli chiedo, distendendo il mio materassino. Padma sta già dormendo, quindi devo tenere il tono di voce basso. Ma quanto erano lunghi i nostri artigli esattamente?

    Walt sogghigna, mentre l’imbarazzo attraversa il suo volto. Ehi, non credevo più a queste storie prima che scavalcassi la Muraglia, chiaro? risponde sulla difensiva, prendendomi la mano e sfregandone il dorso prima di continuare. I sacerdoti dissero che era tutto vero, ovviamente. Avevano perfino un libro stracolmo di fiabe di un uomo che poteva camminare sull’acqua e diceva di essere stato mandato dagli dèi. Secondo Praed I, era un Miscredente sotto mentite spoglie il quale obbiettivo consisteva nel tentarci a seguirlo, nell’acqua, cosicché potessimo annegare prima che Annabel ci raggiungesse. La bocca di Walt si ritira in un sorriso amaro. Si chiamava Jesse, e la leggenda narrava che si fosse tagliato gli artigli e che avesse scambiato il suo mantello nero per uno bianco per impedirci di riconoscere chi fosse davvero. Pazzesco eh?

    Proprio inaudito, già, gli rispondo con un sorriso seducente. Proprio il tipo di storia che mi aspetterei da un Folle.

    Ha-ha. Mi fa il solletico ai fianchi, e mi mordo il labbro per non ridere ad alta voce.

    Basta, ridacchio ansiosamente. Sveglieremo Padma.

    Lentamente, Walt mi rilascia e mi guarda contemplandomi. Ancora non riesco a credere che tu sia riuscita a sopravvivere senza genitori da quando avevi dieci anni, mormora. Deve essere stata dura.

    Andava bene, sussurro, Avevo Colin, e Mara.

    Ci supportavamo a vicenda, donandoci l’un l’altro un po' di Forza ogni qualvolta l’altro non sarebbe riuscito ad andare avanti. In effetti, noi tre avevamo scoperto anni fa che la collaborazione ci rendeva più forti di chiunque altro. Sapevamo che non ruotava tutto attorno al cercare la Forza dentro di sé.

    Colin lo aveva sempre saputo meglio di tutti. C’era sempre stato per me, nonostante il fatto che non mi avesse mai completamente perdonato per averlo preparato a vita per quella nella magione così brutalmente. Dopo che avemmo lasciato Newexter, non permisi a me stessa di essere emotiva. Lo avevo sgridato durante quelle notti solitarie piene di lacrime che versò per la mancanza di mamma e papà. Sapevo che non saremmo mai potuti tornare indietro, e che il mio fratello più piccolo di me di mezz’ora si abituasse all’idea prima era e meglio era.

    E fu solo fin quando i nostri ruoli non si scambiarono. Quando Colin pareva fosse cresciuto pollici e pollici nel giro di una notte, divenendo un giovanotto dalle spalle larghe e le braccia muscolose, quasi forte come Saul, Cal, e Max. Allora era diventato il mio di protettore. E Mara aveva conosciuto tutti i miei segreti, eccetto la mia paura più grande: aspettarmi troppo dalla vita e rimanerne delusa.

    Tutt’a un tratto, mi mancano terribilmente mio fratello e la mia migliore amica. Comprendo molto bene il motivo per cui non sono venuti con noi: volevano costruire una vita a casa prima di avventurarsi fuori. Colin ed Ami avevano iniziato a costruire una piccola casa quando lasciai Newexter, e Mara si era trasferita con Andy ed i suoi genitori per abituarsi a vivere insieme. Puoi raccontarmi tutto di Cornwall, aveva detto. E una volta che le navi salperanno ogni settimana qui, voglio portarmi Andy e dare un’occhiata in giro.

    Non appena ci sarà il via libera, Colin e Mara potranno salpare a Penzance anche loro, Walt disse silenziosamente, apparentemente indovinando i miei pensieri.

    Perché non dovrebbe essere sicuro? borbotto io. Tony ci ha detto che le persone in questa città vivono insieme in pace. Ed il capo di quell’altro posto, Dartmoor, lavora con loro per mantenere quella pace.

    Non lo so. Walt si distende vicino a me e mi tira in un abbraccio caloroso. Dovrò vederlo prima di crederci. Le persone sulla terraferma potrebbero pur aver imparato dagli errori dei loro antenati, ma non ho intenzione di buttarmici a capofitto senza tenere gli occhi aperti.

    Gli do un bacio sulla guancia. Sono contenta che tu non sia un amante del rischio, ammetto delicatamente. Mi fai sentire al sicuro.

    Il movimento dondolante del vascello ed il respiro di Walt sulla mia guancia mi cullano lentamente nel sonno.

    2 – Leia

    La mattina successiva, l’intero dormitorio è in subbuglio. Padma si inginocchia affianco al mio materasso e mi afferra la spalla. Ci siamo! mi dice, con un fremito nella sua voce. Riusciamo a vedere la terraferma!

    Santo Luke. Dice davvero? Mi tiro su a sedere e inciampo in piedi mentre guardo in giro. Le altre donne e le ragazze stanno accalcate insieme vicino alla tromba delle scale. Vogliono tutte quante dirigersi sopra e vedere anche solo un pezzo dell’Altro Lato.

    Quando giungo sul ponte, Walt e suo padre si sono uniti a Tony alla ringhiera vicino alla prua.

    Ce l’abbiamo fatta, dice Walt senza fiato, girandosi verso di me. Ci siamo. Si possono vedere i vecchi edifici di Penzance in lontananza. Mi afferra in un abbraccio appassionato e mi bacia sulla guancia. Io fisso l’Altro Lato: una costiera in cui non osavo credere tempo addietro. Una terra che non avevo mai visto. E gli edifici che Walt ha menzionato sono così diversi da quello a cui sono abituata. Le strutture del porto sono quadrate, grigie, e costruite in pietra. Ma più nell’entroterra, ho visto anche case decorate splendidamente con volute lungo le cornici e muri costituiti di un materiale marrone rossastro. E ancora più in lontananza, riesco a vedere cumuli di macerie e rovine dalla forma strana. Non è rimasto molto di questa città. Alla gente che una volta decise di sganciare le bombe qui non interessava della bellezza di Penzance. Doveva essere tutto distrutto.

    Nonostante ciò, non ce la faccio a fermare il formarsi di lacrime di gioia nei miei occhi quando adocchiano questa vista. Ce l’abbiamo proprio fatta. Questa è la città dove i nostri avi mandarono via i loro bambini per offrirgli una nuova vita.

    Tony sorride pieno d’entusiasmo, un barlume nei suoi occhi marroni. Lieto di essere riuscito a trovare la strada del ritorno, commenta. La vecchia mappa del mare che trovammo a Penzance rimase distrutta assieme alla nostra nave. Ho veramente dovuto fare affidamento alla memoria questa volta. Henry avrebbe fatto meglio, suppongo. Era un navigatore talentuoso. Per un momento, la sua faccia si incupisce mentre pensa al suo amico, morto e sepolto sulla nostra isola.

    Appoggio la mia mano sul braccio di Tony. Grazie per essere arrivato a trovarci, gli dico solennemente. Senza di te, non avremmo mai avuto l’opportunità di vivere quest’avventura.

    Se Tony ed Henry non fossero finiti a riva sulla nostra spiaggia, Walt potrebbe non aver mai attraversato la Muraglia e non mi avrebbe mai incontrata. Senza di lui, starei ancora soffrendo sotto il regime di ferro di Saul: o sarei stata potenzialmente sposata con un altro avanzo come me.

    Il litorale si sta avvicinando sempre di più. Osservo tutto con gli occhi spalancati, impazienti, e Walt non è impressionato di meno dal nuovo ambiente circostante. Mary ed Agnes, balbetta una volta che siamo abbastanza vicini per vedere gli edifici intatti del porto di Penzance, a distanza ravvicinata. Le costruzioni sono altissime. Come se i costruttori avessero impilato una decina di case normali l’una sull’altra per costruire queste torri gigantesche.

    Perché la gente vuole vivere così in alto? Gli domando a bassa voce.

    Per risparmiare spazio, risponde Tony. Una volta la terra era sovrappopolata. Ma adesso, tutte le grandi città giacciono in rovina. Fu bombardata ogni cosa. E le città più piccole ed i villaggi si arresero alle malattie. Tutte le zone una volta densamente popolate sono incoltivabili. Avvelenate dalle radiazioni.

    Allora i tuoi antenati come hanno ricostruito Bodmin? chiede Walt.

    L’antica Bodmin è andata. Tony ferma il suo sguardo sulla costa. I nostri progenitori costruirono una nuova città sulla Brughiera di Bodmin. Le lande erano quasi disabitate una volta, quindi il nemico non le attaccò. Difficilmente il terreno rimase contaminato.

    Qualche anno fa, ci aveva detto che esistono due grandi città in questa regione: Bodmin a Cornwall, e Dartmoor a Devon. La gente di Devon creò la sua capitale ricostruendo una vecchia prigione e aggiungendole molteplici dimore. Ora, Dartmoor è una regione con diecimila abitanti: un numero incredibilmente alto per una ragazza di villaggio come me. Walt mi ha dovuto spiegare cosa sia una prigione. La sua gente possiede numerose celle di contenimento a Porto Speranza, che utilizzano per rinchiudere le persone che hanno fatto qualcosa di sbagliato. Più grave è l’offesa più tempo devono rimanere rinchiusi. Noi non abbiamo nulla del genere. Se gli adulti di Newexter non rispettano le regole della comunità, vengono espulsi. Non è quasi mai successo. Tutti dal nostro lato della Muraglia sanno che una vita solitaria, senza un partner o degli amici, non è proprio per niente una vita.

    Quando il Capitano Tom finalmente attracca in sicurezza l’Explorer al Porto di Penzance, stiamo tutti sul ponte. Siamo silenziosi: solamente il capitano enuncia gli ordini ai marinai comuni. Per la prima volta dopo tanto tempo, una nave sta attraccando alla banchina di questa città distrutta. I gabbiani stridono mentre squarciano il cielo blu, e vuoto.

    Cosa succederà adesso? domanda Walt. Si volta verso suo padre, che se ne sta lì un po' senza poter fare nulla. William mantiene il suo sguardo fisso sulla plancia che sta venendo estesa sugli ormeggi: un ponte verso un nuovo mondo sconosciuto.

    Non ne ho idea, risponde lui.

    Sarebbe opportuno che visitassi il cimitero dove furono seppelliti i tuoi antenati, suggerisce Tony delicatamente.

    Sì. Annuisce William. Mi sa che lo farò.

    Piano piano, i passeggeri della nave si riversano nell’area intorno al molo, guardandosi attorno goffamente e allo stesso tempo con curiosità. Tony indica la via verso una costruzione grande e grigia, poco lontano dagli ormeggi.

    Questo è l’edificio del porto dove io ed Henry trovammo la radio emettere la chiamata d’emergenza, ci dice, alzando la voce più che può per permettere anche alle persone in fondo al gruppo di ascoltarlo. "Qui è dove trovammo il manifesto con i nomi di tutti i bambini che si imbarcarono sull’Annabelle."

    Ci scompigliamo nell’edificio. All’interno, l’aria è calda e stagnante. Il sole estivo si riversa attraverso le lastre di vetro alle finestre. Assomigliano alle finestre di Porto Speranza: noi avevamo il vetro alle finestre solamente nella magione, e da nessun’altra parte. Ficcata via nell’angolo in una sorta di tavolo con bottoni e binari. Mi ricorda del dispositivo che utilizzò Tony per farci ascoltare il messaggio. Quella deve essere la radio, dunque.

    Funziona ancora quell’aggeggio? Domando a Tony.

    Lui scuote il capo. Henry scollegò la maggior parte dei pannelli solari collegati a quella radio a frequenze molto elevate e li caricò su un vecchio autobus, cosicché potessimo guidare verso Bodmin una volta tornati a Penzance. Usò i pannelli leggeri per ricaricare il motore del vecchio battello che usammo per salpare a Tresco.

    Ah. Non ho per niente idea di cosa abbia appena detto.

    Nel frattempo, Walt è andato verso un tavolo ricco di libri antichi. Le sue mani accarezzano le copertine con rispetto. Leia, mi chiama. Vieni a dare un’occhiata. Qui c’è il diario che apparteneva al padre di Luke.

    Devo ancora abituarmi al fatto che il padre di Luke non sia Dart Fener: era un ragazzo normale, gentile, che cercava di salvare suo figlio trasmettendo un messaggio finale. Pochi giorni fa, ho letto la lista dei nomi nel manifesto della nave assieme a Walt, ed è così che abbiamo scoperto che il bambino che aveva scritto il nostro Libro si chiamava Lucas Walker. Forse è per questo che si sentì ispirato a prendere il nome del suo eroe, Luke Skywalker, quando iniziò la sua nuova vita.

    Quando apro il diario e fisso l’ultima pagina, non riesco a non versare qualche lacrima. Le parole si pasticciano insieme e nuotano via. Se solo Lucas avesse saputo quanto suo padre lo aveva

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