Adolescenti online: pericoli e rischi del digitale
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Anteprima del libro
Adolescenti online - Anna Maglioni
Anna Maglioni
ADOLESCENTI ONLINE:
PERICOLI E RISCHI
FACOLTÀ TEOLOGICA DELL’ITALIA SETTENTRIONALE
sezione parallela di Torino
Ciclo di specializzazione in Teologia Morale con indirizzo sociale
Master Universitario in Bioetica
Tesi, 21 settembre 2020
Relatore: Dott. Augusto Consoli
Solo nella misura in cui riusciremo ad essere attuali e contemporanei, Cristo sarà attuale e contemporaneo.
Perché Dio non è né vecchio, né antico, né moderno.
Dio è sempre contemporaneo.
David Maria Turoldo
INDICE
INTRODUZIONE
I. LA GENERATION Z
1. Dalla Silent Generation alla Gen Z
2. Tecnologia e generazioni
3. ‘Adolescenza 2.0’
4. Always on
5. Da fruitore ad autore: potenzialità e rischi dei media digitali
6. Sempre in contatto
7. Legami ‘deboli’ e pensiero ‘veloce’
8. Reale e virtuale
II. NATIVI DIGITALI E CITTADINANZA DIGITALE
1. Nativi digitali
2. Caratteristiche dei nativi digitali
3. Analfabetismo emotivo
4. Nativi digitali e competenza digitale
5. Digital divide nel mondo
6. Digital divide in Italia
7. Cittadinanza digitale per diventare ‘saggi digitali’
7.1 La Cittadinanza Digitale
8. Comportamenti digitali virtuosi
III. EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA DIGITALE NELLA SCUOLA
1. La ‘nuova’ Educazione civica nella scuola
2. Educazione alla Cittadinanza digitale nella scuola
3. Cittadini liberi, consapevoli dei propri diritti e doveri, rispettosi dei diritti degli altri e delle leggi
IV. COSA SA DI NOI LA RETE
1. Adolescenti tra blog, social e motori di ricerca
2. Età minima per l’iscrizione ai social e l’acquisto di un cellulare
3. Profilazione e Cookies
4. ‘Navigazione’ on line: i dati che si possono ricavare dall’utente
5. Rischi: quanto è consapevole un adolescente?
6. I pericoli del ‘web sommerso’
7. Conoscere per dubitare e dubitare per conoscere: fake news e deep fake
V. ALLA RICERCA DELL’APPROVAZIONE: AUTOSTIMA, LIKE E COMMENTI
1. Ricerca di approvazione in Rete
2. Social, like e autostima
3. Condizionati dai social: testimonianze
4. Il valore di un like non è sempre lo stesso
5. Alcuni tra i possibili significati di un like
5.1. Primo caso («banconote per tutti»)
5.2. Ricambiare i like ricevuti («scambio dei regali»)
5.3. Un like improvviso, ripetuto e postato in gran quantità («cotta su Internet»)
5.4. Like selettivo
6. Like e ‘commenti’
7. Narcisismo
8. Diete mediatiche
9. Per la stima di sé non ci sono scorciatoie
VI. SOCIAL: IL PREZZO DELL’APPARIRE
1. L’ideale skinny
2. Modelli irraggiungibili
3. Auto-oggettificazione
4. L’adolescente è molto più del proprio corpo
VII. SFIDE
1. Challenge e Nomination
2. Challenge che utilizzano alcolici
2.1. Binge drinking
2.2. Eyeballing
3. Challenge rischiose per la vita
3.1. Choking game
3.2. Balconing
3.3. Parkour
3.4. Surfers suicide
3.5. Urban climbing
3.6. Sui binari e sotto l’autobus
4. Challenge che causano dolore a sé stessi
4.1. Flambé
4.2. Sale e ghiaccio
5. Challenge che causano dolore agli altri
5.1. Sack tapping
5.2. Chicken
5.3. Mikado, capro espiatorio
5.4. Happy slapping
5.5. Sharking
5.6. Knockout game
6. Challenge che ridicolizzano
6.1. Sellotape
6.2. Jackass
6.3. Pausa Challenge
7. Challenge ispirate ai film
7.1. Samara Challenge
7.2. Bird Box Challenge
8. Acting out
9. Sensation seeking
10. «Per favore, non fatevi del male…»
10.1. Prevedere le reazioni altrui e le conseguenze di ciò che si fa
10.2. Importanza della paura
10.3. Saper dire di no
11. Rimozione dei contenuti e responsabilità individuale
VIII. CYBERCRIME E CYBERSTUPIDITY
1. Cyber stupidity
2. Dalla cyberstupidity al cyberbullismo
2.1 Flaming
2.2 Cyberharassment
2.3 Denigration
2.4 Body shaming
2.5 Happy slapping
2.6 Exclusion
2.7 Impersonation
2.8 Outing
2.9 Trickery
2.10 Sexting
2.11 Candy Girl
2.12 Grooming
2.13 Pedopornografia
2.14 Cyberstalking
2.15 Spamming
2.16 Malware
2.17 Pro-ana, Pro-mia
3 Bullismo e cyberbullismo, differenze
4 Bullismo e cyberbullismo, ruoli
IX. WEB 2.0: LEGAMI SENTIMENTALI ONLINE, RISCHI E PERICOLI
1. Web 2.0: legami sentimentali online, rischi e pericoli
2. Sessualità e adolescenza nel mondo 2.0
3. Relazioni sentimentali e cyberbullismo: grooming, sexting e revenge porn
4. Ricatti
5. Adolescenti 2.0: accompagnarli nella costruzione di un’etica dell’uso del web
X. DIPENDENZE DIGITALI
1. Dipendence e Addiction
2. La dipendenza patologica
3. Vizio o malattia?
4. Dipendenze senza sostanze
5. Internet e dipendenza. DSM-V vs APA
6. Internet Addiction Disorder, Technological Addiction, Accessibility, Control and Excitement, Internet Related Psicopatology
7. IAD: dipendenze digitali e adolescenti
8. IA: adolescenti e tipi di dipendenze
8.1 Dipendenza da videogiochi online (Internet Gaming Addiction)
8.2 Dipendenza da relazioni virtuali (Cyber Relationship Addiction)
8.3 Dipendenza da sesso virtuale (Cybersex Addiction)
8.4 Dipendenza da eccessive informazioni (Information Overload Addiction)
8.5 Dipendenza da cellulare (Nomofobia)
9. La Trance Dissociativa da Videoterminale
10. Abuso del digitale e disturbi psico-fisici
10.1 Disturbi fisici
10.2 Uso del web e disturbi del sonno
10.3 Problemi psicologici e di socializzazione
11. Dipendenze e dipendenze
11.1 Hikikomori
11.2 Hastag pericolosi: autolesionismo e altri comportamenti a rischio per la salute
11.3 Anoressia
11.4 Autolesionismo
12. Per uno sviluppo dell’adolescente-persona nel mondo digitale
13. Breve riflessione bioetica sulle dipendenze
XI. EDUCARE AL DIGITALE: CENNI
1. Internet ci trasforma ma come?
2. Il cervello in adolescenza e il digitale: cenni
3. Cenni sul ruolo genitoriale nell’educazione al digitale
4. Genitori: regole e valori
5. Valori e compiti evolutivi nell’adolescenza
CONCLUSIONI
APPENDICE 1 I social più usati dalla Gen Z
APPENDICE 2 La ‘L. 29 maggio 2017, n. 71’
BIBLIOGRAFIA
INTRODUZIONE
Queste pagine sono un tentativo di rilevare come il digitale influenza il mondo dei preadolescenti e degli adolescenti. Questo tema mi tocca particolarmente come insegnante e mi coinvolge come persona anagraficamente appartenente alla Generation X e per molti aspetti, soggetta alla fascinazione del mondo digitale con i suoi pro e i suoi contro.
Ho scelto di approfondire l’argomento dei media digitali alla luce della Bioetica cristiana¹ sperando di poter essere utile ai miei allievi. Credo che non si possa ignorare quanto ci chiede Turoldo: cercare di essere «attuali» e «contemporanei» per testimoniare il Cristo «attuale e contemporaneo». Il mondo degli adolescenti include anche il digitale e per aiutarli nella costruzione della loro etica è importante saper attualizzare e contestualizzare i valori cristiani e di cittadinanza in una vita fatta di offline e online o, come dice P.C. Rivoltella, dove il digitale è on life.
Gli ‘incidenti’ di carattere digitale nella scuola sono tra i più svariati: il telefonino utilizzato per risolvere il compito in classe; le foto o le videoriprese d’insegnanti e compagni pubblicate su social; gli innamoramenti in seguito a scambi di chat; il cyberbullismo; l’esclusione dal gruppo virtuale; i litigi tra adolescenti su social; i litigi tra adolescenti su social cui si aggiungono i loro genitori; la pubblicazione d’immagini altrui che violano la privacy e il pudore; …
Certo, non tutti questi fatti avvengono a scuola e sicuramente non tutto questo ha a che fare con la didattica ma i problemi degli alunni, sebbene non siano sorti all’interno dell’edificio scolastico, influiscono sulla qualità delle relazioni interpersonali che si vivono anche nel gruppo classe stesso. Esistono, inoltre, comportamenti online che possono minare gravemente l’autostima e la serenità dei singoli, condizionando negativamente anche le opportunità di apprendimento.
Il digitale presenta rischi e punti di forza: questo induce a porsi delle domande e a cercare delle risposte personali guidate da scelte etiche e valoriali per prepararsi a percorrere, anche assieme agli allievi e i loro genitori, un cammino verso una maggiore consapevolezza e maturità nell’utilizzo della Rete.
Non si può prescindere, infatti, dal considerare l’incidenza sugli adolescenti delle abitudini digitali di quei giovani-adulti che sono i loro genitori che faticano a trovare una via di mezzo tra regole rigide ed eccessivo permissivismo. Per gli adolescenti è fondamentale un ambiente famigliare nel quale non vengano a mancare i valori, le regole ma al contempo il dialogo e l’esempio quotidiano anche nell’uso equilibrato del digitale. Tropo spesso si dimentica che proprio loro diventeranno gli adulti e gli educatori di domani e ciò che si riesce a fare per loro avrà una ricaduta sulle generazioni future.
In questo scritto prendo in considerazione i giovani della Generation Z che oggi, nel 2020, hanno tra gli otto e i ventitré anni, secondo la demarcazione tra generazioni individuata dal Pew. Come cambia per gli adolescenti digitali italiani della Gen Z la percezione di sé e dei legami amicali e affettivi rispetto alle generazioni precedenti? Quali sono i loro social preferiti? In quali pericoli potrebbero incorrere navigando sul web? Quanto sono consapevoli dei dati che si possono ricavare dai loro ‘passi’ nella Rete, dei post di cui potrebbero pentirsi e che non saranno forse mai cancellati? Quanto un ‘profilo’ social contribuisce all’immagine sociale di un giovane?
Tutto ciò che si pubblica nel presente, sopravvivrà come passato e potrà avere ripercussioni sul futuro. Nel mondo reale ogni azione ha una conseguenza: se un oggetto cade, si rompe. Nel mondo virtuale è diverso: l’oggetto può cadere mille volte e non rompersi mai; si spara ma i nemici non muoiono; si hanno gravi incidenti automobilistici ma i veicoli non sono mai distrutti… il gioco ricomincia. Se agli adolescenti venisse a mancare il contatto tra reale e digitale, rischierebbero di ignorare le conseguenze, presenti e future, delle loro azioni.
Inoltre, uno dei tanti pericoli del digitale è abusarne, come nel caso della dipendenza da Internet. L’opposto di dipendenza è indipendenza, sinonimo di libertà: quanto sono davvero ‘liberi’ gli adolescenti?
Altra questione è l’identità: non è detto che l’io reale e l’io virtuale siano sempre corrispondenti e coerenti e a questo proposito preoccupano i giochi online nei quali si rischia di identificarsi con il proprio avatar o di trovarsi ad avere una personalità sdoppiata.
In Rete, poi, si trova di tutto e spesso i giovani guardano tutto quel che trovano. Non sempre i genitori provvedono al Parental Control o ai ‘filtri’. La possibilità di accesso senza controllo è già negativa per un adolescente ma quando si trova a non poter contestualizzare la situazione diventa critica: la consapevolezza dell’uso del mezzo fa la differenza.
Toccherò infine alcuni temi più tecnici quali sono alcuni tra i reati digitali; a chi è possibile e conveniente rivolgersi in caso di cyberbulling; l’entrata in vigore dal prossimo anno scolastico 2020-2021 dell’Educazione alla Cittadinanza digitale nella scuola; le responsabilità e i doveri di genitori, insegnanti e educatori.
Sono questioni che interpellano l’etica, la morale, la bioetica. Non sempre si trovano risposte precise ma sempre più il mondo digitalizzato ci pone degli interrogativi e ci propone diversi punti di vista ai quali non possiamo restare indifferenti volendo partecipare, nel mondo delle comunicazioni, a «una buona battaglia per preservare i capisaldi dell’umano²».
I.
LA GENERATION Z
1. Dalla Silent Generation alla Gen Z
Nei capitoli che seguiranno proverò ad analizzare le principali caratteristiche nell’uso del digitale da parte di quei giovani, adolescenti e preadolescenti che oggi, nell’anno 2020, appartengono alla Generation Z, che comprende soggetti tra gli otto e i ventitré anni. I genitori dei ragazzi di questa generazione si possono, per lo più, collocare tra i Millenials o nell’ambito della Generation X.
E’ importante stabilire la durata di una generazione per individuare le differenze tra quella generazione e le precedenti, soprattutto per quanto riguarda il comportamento nell’ambito del web. La Generation Z, cui appartengono i nati dal 1997 al 2012 è stata individuata dal Pew³ solo recentemente. Lo stesso Centro di ricerca ha individuato anche le generazioni dalla Grande guerra in poi: la Silent Generation è costituita dai nati dal 1928 al 1945; per Baby Boomers s’intendono i nati dal 1946 al 1964; alla Generation X apparterrebbero i nati dal 1965 al 1980; i Millenials sono i nati dal 1981 al 1996⁴.
Tuttavia, come si può leggere anche nella premessa di Michael Dimock all’articolo Defining generations: Where Millennials end and Generation Z begins⁵, le generazioni non hanno tutte la stessa durata: la generazione dei Millennials ha una durata equivalente (16 anni) a quella della precedente Generation X; entrambe, però, ricoprono un arco di tempo più breve di quello che caratterizza i Baby Boomers (19 anni).
I Baby Boomers sono l’unica generazione ufficialmente riconosciuta dal Census Bureau degli Sati Uniti⁶ ed è delimitata con una tale evidenza che non riscontriamo più nei dati utilizzati per definire le generazioni successive.
Nell’identificare la recente Gen Z, il Pew ha ritenuto l’anno 1996 un limite eloquente sia per i fattori politici, economici e sociali ma anche per quelli tecnologico-comunicativi che caratterizzano gli anni formativi della precedente generazione dei Millennials.
2. Tecnologia e generazioni
Le diverse generazioni utilizzano Internet in maniera differente, caratterizzata dal modo in cui la tecnologia è entrata a far parte della loro vita. Infatti, la tecnologia, in particolare attraverso la rapida evoluzione dei modi di comunicazione e interazione, ‘plasma’ le generazioni.
I Baby Boomers sono cresciuti durante la diffusione della televisione, che ha cambiato significativamente il loro stile di vita e il loro modo di rapportarsi con il mondo.
La Gen X è cresciuta mentre la rivoluzione informatica stava prendendo piede.
I Millennials sono diventati maggiorenni durante il boom di Internet.
La Gen Z ha la caratteristica di aver vissuto sin dall’inizio tutte le innovazioni tecnologiche delle altre generazioni. Inoltre, l’iPhone è stato lanciato sul mercato nel 2007, quando i più grandi della Gen Z avevano dieci anni.
Mentre i Millennials sono cresciuti in un rapporto di progressivo adattamento ai social media, con una connessione costante per l’intrattenimento e le nuove tipologie di comunicazione informatica, per i nati dopo il 1996, invece, tutto questo è dato per scontato: sono cresciuti in un ambiente tecnologico sempre connesso. Ricerche recenti hanno evidenziato cambiamenti sia positivi sia preoccupanti nel comportamento, negli atteggiamenti e nello stile di vita dei giovani. Non possiamo ancora sapere se queste caratteristiche generazionali saranno durature oppure limitate al periodo dell’adolescenza per poi affievolirsi in età adulta. Molto probabilmente i dati storici, tecnologici e comportamentali mostreranno, com’è avvenuto in passato, un continuum attraverso le generazioni piuttosto che stacchi netti.
Nel frattempo, come ricorda M. Dimock, è bene tener presente che la suddivisione in generazioni non dovrebbe essere una ‘etichetta’ utile a semplificare ma piuttosto una ‘ lente’ attraverso la quale comprendere meglio i cambiamenti sociali.
3. ‘Adolescenza 2.0’
Con il termine ‘adolescenza 2.0’, come il Pew ha fatto rispetto alla Gen Z, si tenta di stabilire uno spartiacque generazionale tra il periodo precedente all’avvento dei social e quello successivo, tenendo conto in particolare dei giovani che sono cresciuti con il web 2.0. Il suffisso ‘2.0’ indica la digitalità di una generazione; con il termine adolescenza si sottolineano le peculiarità dell’età. La parola ‘Adolescenza 2.0’ ha origine dal termine web 2.0 che viene così definito nell’Enciclopedia Treccani online:
Il termine, apparso nel 2005, indica genericamente la seconda fase di sviluppo e diffusione di Internet, caratterizzata da un forte incremento dell’interazione tra sito e utente: maggiore partecipazione dei fruitori, che spesso diventano anche autori (blog, chat, forum, wiki); più efficiente condivisione delle informazioni, che possono essere più facilmente recuperate e scambiate con strumenti peer to peer o con sistemi di diffusione di contenuti multimediali come Youtube; affermazione dei social network. Nuovi linguaggi di programmazione consentono un rapido e costante aggiornamento dei siti web anche per chi non possieda una preparazione tecnica specifica. Il fenomeno è ancora in fortissima evoluzione.
4. Always on
Nonostante il digital divide tecnologico continui a creare significative differenze di opportunità tra i giovani del mondo, la Gen Z si potrebbe definire always on, ovvero ‘sempre connessa’. Le tecnologie della comunicazione che molte persone appartenenti a generazioni precedenti continuano a definire come ‘nuove’, per i ‘giovani 2.0’ sono perfettamente inserite nella quotidianità e gli strumenti tecnologici vengono da loro percepiti come ‘addomesticati’. Poiché la GenZ è sempre potenzialmente connessa a ogni luogo e in ogni momento, percepisce le distanze come ‘accorciate’ e lo spazio fisico è quasi annullato: tempo e spazio assumono un altro valore e un altro significato rispetto a quello tradizionale.
5. Da fruitore ad autore: potenzialità e rischi dei media digitali
Essendo cambiate le modalità di produzione delle informazioni, oggi è possibile pubblicare on line senza spesa, in tempo reale e raggiungendo un vasto pubblico. Nel campo delle TIC è così avvenuto il passaggio dal fruitore allo ‘spettatore-autore’ e al ‘commentatore-autore’. Accanto agli organi d’informazione legati ai grandi poteri è presente, dunque, una forma di produzione culturale cooperativa informale legata ai singoli utenti o a gruppi che si organizzano e pubblicano in proprio