Nomofobia: Cos'è, chi ne soffre, perché esiste
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Il presente lavoro trova motivo d’indagine nella grande diffusione dei disturbi d’ansia, spesso definiti “il malessere del XXI secolo”. Tali disturbi sono strettamente connessi ai ritmi veloci, allo sviluppo tecnologico e alle esigenze sempre più pressanti quanto vuote in cui si è sommersi, che portano l’individuo a bloccarsi, sia fisicamente che mentalmente.
La ricerca ha inizio con l’analisi della Generazione Z, composta dai ragazzi nati tra il 1995 e il 2012, i quali accusano più di tutti i danni di un utilizzo della tecnologia smoderato e senza freni.
La sua trattazione ha permesso di approfondire il problema della nomofobia, definita come una “paura capace di generare un vissuto interno di ansia e di angoscia al solo pensiero di rimanere senza il telefono cellulare e, quindi, senza la possibilità di accedere alla rete mobile e ai suoi servizi come le chat e i social network”; individuando inoltre come la comunicazione sociale abbia affrontato la questione, quali strumenti siano stati utilizzati, gli errori commessi e i punti efficaci da approfondire.
Il fine ultimo del progetto di tesi è stato quello di ammonire i genitori riguardo alcuni comportamenti scorretti/disattenzioni nei confronti dei figli adolescenti, dimostrando loro, inoltre, come a volte un ragazzo preferisce nascondersi dietro uno schermo piuttosto che esternare i propri pensieri e i propri dubbi. La nomofobia è un disturbo psicologico che si presta perfettamente a comunicare quelle che sono state le trasformazioni socio-culturali e tecnologiche di questa epoca, capace di instillare in ognuno un sentimento di ansia sempre più generalizzata.
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Anteprima del libro
Nomofobia - Domenico Signorile
NOMOFOBIA
COS’È
CHI NE SOFFRE
PERCHÉ ESISTE
Relatore : Prof. Giuseppe Lotti
Correlatore : Prof. Pietro Meloni, Valentina Frosini Laureando : Domenico Signorile
Matricola : 5882970
Università degli Studi di Firenze
Dipartimento di Architettura
Corso di Laurea Triennale in Disegno Industriale
A.A. 2018 - 2019
A mia madre,
la donna più forte
che conosca
ABSTRACT
Il presente lavoro trova motivo d’indagine nella grande diffusione dei disturbi d’ansia, spesso definiti il malessere del XXI secolo
. Tali disturbi sono strettamente connessi ai ritmi veloci, allo sviluppo tecnologico e alle esigenze sempre più pressanti quanto vuote in cui si è sommersi, che portano l’individuo a bloccarsi, sia fisicamente che mentalmente.
La ricerca ha inizio con l’analisi della Generazione Z, composta dai ragazzi nati tra il 1995 e il 2012, i quali accusano più di tutti i danni di un utilizzo della tecnologia smoderato e senza freni.
La sua trattazione ha permesso di approfondire il problema della nomofobia, definita come una paura capace di generare un vissuto interno di ansia e di angoscia al solo pensiero di rimanere senza il telefono cellulare e, quindi, senza la possibilità di accedere alla rete mobile e ai suoi servizi come le chat e i social network
; individuando inoltre come la comunicazione sociale abbia affrontato la questione, quali strumenti siano stati utilizzati, gli errori commessi e i punti efficaci da approfondire.
Il fine ultimo del progetto di tesi è stato quello di ammonire i genitori riguardo alcuni comportamenti scorretti/disattenzioni nei confronti dei figli adolescenti, dimostrando loro, inoltre, come a volte un ragazzo preferisce nascondersi dietro uno schermo piuttosto che esternare i propri pensieri e i propri dubbi.
La nomofobia è un disturbo psicologico che si presta perfettamente a comunicare quelle che sono state le trasformazioni socio-culturali e tecnologiche di questa epoca, capace di instillare in ognuno un sentimento di ansia sempre più generalizzata.
INDICE
Scenario
1.0 Generazione Z, cosa sappiamo di loro?
1.1 Online, il nuovo mondo è qui
1.2 Correre rischi? Perché no!
1.3 Stress, stress ovunque
1.4 Internet, smartphone e videogiochi: le droghe di oggi 1.5 Conclusioni
Stato dell’arte
2.0 Nomofobia: la dipendenza dallo smartphone esiste 2.1 Dipendenze da sostanze e dipendenze comportamentali
2.1.1 Smartphone addicted: tu lo sei?
2.2 Ansia tecnologica
, come è stata affrontata 2.3 Analisi e sensibilizzazione del problema
2.3.1 Riprese video e video animati
2.3.2 Programmi di intrattenimento e interviste
2.3.3 Articoli e pubblicazioni
2.4 Conclusioni
Comunicazione sociale
3.1 Cos’è la comunicazione sociale
3.1 Tecniche e strumenti della comunicazione sociale 3.1.1 Elementi di base: il nome, il logo, la baseline 3.1.2 Le pubbliche relazioni: le media relations, gli eventi, i premi e i concorsi
3.1.3 La pubblicità e i mezzi tradizionali 3.2 Come realizzare una campagna pubblicitaria
3.2.1 Comunicazione sociale sul Web
3.2.2 I linguaggi della pubblicità sociale
3.3 Quando informare non basta: l’arte della persuasione 3.3.1 Persuasione e manipolazione: c’è differenza?
3.4 Conclusioni
Progetto
4.0 Accenni di storia dell’animazione
4.1 Tecniche e strumenti d’animazione in campo pubblicitario 4.1.1 La narrazione
4.1.2 Lo storytelling e il suo utilizzo negli spot pubblicitari
4.2 Lo Short Film: Care
4.2.1 Influenze
4.2.2 Storyboard
4.2.3
Character design
4.2.4 Style frames
4.2.5 Processo di animazione
4.3 Canali di diffusione
4.4 Conclusioni
Bibliografia
Ringraziamenti
1
Scenario
1.0 Generazione Z, cosa sappiamo di loro?
Nati dal 1995 in poi, sono cresciuti con i loro smartphone, hanno aperto un profilo Instagram prima di iniziare le scuole superiori e non ricordano un periodo prima che Internet non esistesse. Quando nell’ormai lontano 2007
venne presentato il primo Iphone, loro erano appena adolescenti.
La Generazione Z si differenzia dalle precedenti per come i propri membri impiegano il loro tempo, per come si comportano e per i loro pensieri riguardo temi quali la religione, il sesso e la politica. Socializzano in modi del tutto nuovi e vogliono cose completamente diverse per le loro vite e per le loro carriere. Sono ossessionati e allo stesso tempo preoccupati per la stabilità del loro futuro economico e non hanno pazienza per le ineguaglianze basate sul genere, razza o sul personale orientamento sessuale.
È la generazione più diversa a livello etnico nella storia americana: un ragazzo su quattro è di origini ispaniche e quasi il 5% è multi raziale; i bianchi non ispanici sono ancora la maggioranza, il 53%. Controllando però le nascite di quelli che sono considerati gli ultimi anni di questa generazione si nota come non ci sia più questa maggioranza bianca e ciò sta a significare che la prossima generazione sarà probabilmente la prima a rispecchiare la definizione di diversità.
La differenza più grande fra i Millenials (nati fra il 1982 e il 1994) e la precedente generazione era la loro visione del mondo, più incentrata su sé stessi e meno sulle regole sociali (per questo chiamata anche Generazione Io
). Con l’ormai popolarità raggiunta dagli smartphone però, gli Generazione Z si distinguono invece per come spendono il loro tempo.
Se i giovani adulti sono soliti utilizzare Internet come strumento per apprendere nuove conoscenze e per approfondire argomenti già noti, gli adolescenti di oggi passano molto del loro tempo online tra chat e videochiamate, interagendo anche con persone che conoscono al di fuori di Internet. I social network infatti Scenario
17
1
Generazione Z
Generazione Millenials
2
vengono utilizzati ormai sia per rimanere aggiornati sulle ultime novità e per mantenere vive le connessioni create online, sia per interagire online con le proprie amicizie offline.
Queste piattaforme sono quindi diventate una parte centrale dell’esperienza quotidiana sia individuale sia sociale di molti Generazione Z che possiedono 18
uno smartphone. Per tale motivo numerosi autori hanno definito quella attuale una generazione digitale
, che ha un rapporto con la tecnologia molto diverso da quello dei propri genitori.
Partendo da questo dato, il ricercatore americano Marc Prensky ha introdotto il termine nativo digitale
per indicare i ragazzi di ora e l’ha contrapposto a quello di immigrato digitale
, cioè chi ha imparato ad utilizzare le tecnologie digitali solo in età avanzata.
A caratterizzare i nativi digitali sono le seguenti caratteristiche:
• l’apprendimento dell’uso della tecnologia avviene nelle fasi precoci dello sviluppo, in alcuni casi addirittura prima di iniziare a parlare o scrivere;
• l’uso della tecnologia avviene in modo spontaneo e continuativo per anni;
• l’uso della tecnologia svolge un ruolo sempre maggiore all’interno delle pratiche della vita quotidiana, dal gioco alle relazioni interpersonali.
La principale differenza tra un ragazzo della Generazione Z e gli altri è legata all’energia richiesta per utilizzare la tecnologia: il nativo digitale è in grado di utilizzarla in modo intuitivo, senza sforzo; le persone appartenenti alle generazioni precedenti molto spesso devono pensarci, capire e sforzarsi.
È bene precisare che essere nativi digitali
non è una questione generazionale, ma di capacità: non lo si diventa perché nati dopo una determinata data, ma poiché hanno dedicato il proprio tempo e le proprie energie nell’interazione quotidiana con i nuovi media.
Contrariamente però a quanto si pensa, rispetto alle generazioni precedenti i ragazzi di oggi crescono molto più lentamente: i diciottenni si comportano da quindicenni e i tredicenni come quelli di dieci anni.
Se si volesse seguire poi l’ipotesi ormai consolidata che ogni generazione dura circa diciassette anni, la Generazione Z andrebbe dal 1995 al 2012 e tutto verrebbe Scenario
19
influenzato dalle tecnologie sviluppate nei prossimi dieci anni e come potrebbero cambiare il modo di vivere. Ovviamente ogni taglio generazionale è arbitrario, dato che non esiste nessuna scienza esatta che consenta di determinare l’inizio o la fine di una generazione e proprio per questo le persone nate poco prima o poco dopo l’inizio o la fine di una generazione hanno essenzialmente la stessa cultura, mentre i ragazzi nati circa dieci anni dopo vivono esperienze culturalmente differenti.
Gli adolescenti di oggi, se da un lato sono più sicuri fisicamente, dall’altro sono più vulnerabili mentalmente: si viene sommersi da uno tsunami