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T.G. Borghesi racconta "IL FAMOSO ANGUILLESI"
T.G. Borghesi racconta "IL FAMOSO ANGUILLESI"
T.G. Borghesi racconta "IL FAMOSO ANGUILLESI"
E-book121 pagine1 ora

T.G. Borghesi racconta "IL FAMOSO ANGUILLESI"

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Info su questo ebook

Ancora dei Racconti da quell'inesauribile fonte che è T.G. Borghesi , il

quale narra le gesta di una vecchia conoscenza già comparsa in alcune

sue precedenti narrazioni: il suo eclettico amico Fabiano Anguillesi.

Anche questa volta, egli lo fa con degli scopi ben precisi: in primo

luogo per portare un esempio dimostrativo della validità di alcune sue

convinzioni; in secondo luogo, come sempre, per rendere più divertente e

interessante la Serata rallegrando lo Spirito dei presenti con degli

aneddoti piacevoli riguardanti, appunto, "Il famoso Anguillesi".
LinguaItaliano
Data di uscita19 mar 2021
ISBN9791220328777
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    Anteprima del libro

    T.G. Borghesi racconta "IL FAMOSO ANGUILLESI" - Carlo Silipo

    iniziò.

    IN RITARDO

    "Quando frequentavo il Liceo, in prossimità della fine di ogni anno scolastico, si svolgevano i Campionati Sportivi Studenteschi; e oltre alle gare di Atletica Leggera, venivano effettuati dei Tornei fra i vari Istituti della Provincia per i diversi Giochi di Squadra come Pallavolo, Calcio e Pallacanestro; e fu proprio in occasione di una di queste Partite che feci la conoscenza del soggetto di cui vi voglio parlare.

    In seno appunto a uno di questi Tornei , si stava disputando una Partita di Pallavolo Maschile fra l’Istituto Tecnico Commerciale e l’Istituto Magistrale; ed io, come del resto molti altri studenti, pur non appartenendo a nessuna di queste due Scuole, mi ero recato, per puro e semplice divertimento, al Campo di Gioco presso il quale doveva sostenersi l’incontro. Questo era un Campo da Pallavolo situato nel cortile comune di tre importanti Scuole cittadine, il Liceo Scientifico, il Liceo Classico e l’Istituto Tecnico Commerciale. L’incontro si disputava su tre Set , il primo dei quali era stato vinto dalla squadra dell’I.T.C. ; e fu durante l’intervallo fra il primo e il secondo Set che un giovane aitante e baldanzoso, munito di una vistosa grossa Borsa Sportiva, facendosi largo fra i presenti tifosi delle due opposte fazioni raggiunse l’Insegnante di Educazione Fisica e Allenatore della squadra dell’Istituto Magistrale.

    Questo fatto in sé stesso non rappresentava alcunché di rimarchevole; probabilmente si trattava di un Giocatore convocato che si era presentato in ritardo sul Campo di Gioco; la cosa, viceversa, che risultava alquanto bizzarra era il diverbio che si era instaurato fra questo tipo e l’Insegnante; infatti non si trattava, come ci si sarebbe potuti aspettare, di un rimbrotto o di una ramanzina da parte del suddetto Insegnante per il ritardo con il quale il supposto Giocatore si era presentato per la disputa della Partita, bensì di una protesta vivace e risentita da parte del Giocatore, presumibilmente ritardatario, nei confronti dell’Insegnante! Egli chiedeva con insistente veemenza, anche se in realtà la sua sembrava più una pretesa, di essere immediatamente inserito nella Squadra in Campo , mentre l’Insegnante-Allenatore non sembrava volerne minimamente sapere adducendo come motivo del suo diniego il ritardo del giocatore stesso che, a quanto era dato capire, era tutt’altro che nuovo alla mancanza di puntualità e addirittura alla frequente e sistematica elusione delle sedute di allenamento. Sembrava perciò più che corretto e legittimo che il suddetto Insegnante non volesse escludere dal gioco qualche altro componente della Squadra certamente più diligente e quindi più meritevole di questo singolare tipo, anche se magari un pochino meno rilevante ai fini dell’efficienza della Squadra stessa. Fatto sta che, dopo alcuni minuti di tira e molla, questo splendido tipo, che dopo seppi chiamarsi Fabiano Anguillesi, prese sottobraccio il Professore, lo condusse un po’ in disparte e gli comunicò qualcosa in maniera molto riservata e confidenziale; il Professore lo guardò dritto negli occhi e dopo alcuni istanti decise di farlo entrare in Squadra al secondo Set. E ,udite, udite!, il secondo Set, dopo avvincenti alterne vicende, fu vinto dalla Squadra dell’Istituto Magistrale! Rimaneva così da giocare il terzo e ultimo Set. E in effetti questo ultimo e decisivo Set fu combattutissimo! A quel tempo, non era come oggi che ogni errore comporta un punto a favore o a sfavore di ognuna delle due Squadre; allora, se chi commetteva errore era in possesso di palla come si dice, ovvero aveva effettuato la battuta, non determinava un punto a favore degli avversari ma c’era cambio palla, cioè, passava la battuta e gli avversari conquistavano la battuto o servizio che dir si voglia. Ecco quindi, perché, questa fase decisiva della partita si protrasse, in effetti, per un tempo imprevedibilmente lungo. Ma alla fine, proprio su battuta del ritardatario Anguillesi, l’Istituto Magistrale conquistò la vittoria. Al termine dell’incontro , l’amico con il quale mi ero recato ad assistervi, il quale conosceva molto bene il giovane protagonista dei fatti fin qui narrati, lo avvicinò insieme a me e dopo averci presentati e essersi congratulato con lui per la vittoria, gli chiese: Senti!...Ma cosa gli hai detto al Professore per farti mettere in Squadra?! E il tipo, sfoderando il furbo sorrisetto di chi la sa lunga, rispose: Gli ho detto che se mi teneva fuori avremmo perso; se invece mi avesse fatto entrare, avremmo vinto! E’ logico! Quindi si allontanò ridacchiando; e fu così che feci la conoscenza del Famoso Anguillesi. In realtà, dopo un po’ di tempo venni a sapere che , riguardo all’episodio della famosa Partita di Pallavolo fra l’I.T.C. e l’Istituto Magistrale, l’Anguillesi aveva confidato all’Insegnante che il suo ritardo era dovuto all’improvvisa scomparsa della nonna materna alla quale era molto affezionato e gli aveva inoltre confessato di essere a conoscenza di alcuni fatti riguardanti due giocatori della Squadra avversaria dell’I.T.C. che, guarda caso, lui conosceva molto bene, e che, sempre secondo lui, costituivano un punto debole per tutta la Squadra. In realtà, questi due giocatori si erano bisticciati per una ragazza; e in effetti, in campo risultavano nervosi, poco concentrati e indispettiti l’un l’altro. Fatto, questo, che l’Anguillesi seppe sfruttare con scaltrezza e intraprendenza a proprio favore effettuando delle Battute calibrate e piazzando dei pallonetti ad arte in maniera tale da acuire l’atmosfera già di per sé tesa fra i due giocatori dell’I.T.C., ottenendo così che le sue azioni risultassero determinanti per il raggiungimento della vittoria da parte della Squadra dell’Istituto Magistrale".

    Incredibile! Ma che furbacchione! Disse la ragazza rivolta a T.G., e lui, di rimando. Sì! Ma questo è niente! Aspetta e capirai!

    IL CAVALIERE

    Una delle volte che ebbi successivamente modo di imbattermi nel Famoso Anguillesi fu durante la Festa delle Matricole, o Feriae Matricularum", di cui vi ho già parlato in altre occasioni. Infatti, l’anno successivo alla nostra conoscenza, io, L’Anguillesi e il nostro amico comune, un certo Luigi, essendo coe-tanei, ci eravamo iscritti tutti e tre all’Università.

    Ma l’Anguillesi, essendo un assiduo sportivo, aveva scelto di iscriversi all’Istituto Superiore di Educazione Fisica -( I.S.E.F.)- di Firenze tirandosi dietro anche il nostro comune amico Luigi.

    Come ho già avuto modo di raccontarvi in altra sede, a quei tempi, durante la Festa delle Matricole che si protraeva per tre giorni, era in uso che gli Studenti Universitari allestissero una Sfilata in stile carnevalesco nella quale, tutti i partecipanti si travestivano da personaggi famosi oppure organizzavano e mettevano in atto delle scenette itineranti in costume, riferentisi a fatti e avvenimenti rilevanti , apprezzati o comunque molto noti alla collettività non solo locale. Perciò quell’anno, la mattina in cui doveva svolgersi questa Sfilata per le principali vie cittadine, io mi trovavo insieme ad altri miei amici sul Ponte di Mezzo che per l’occasione era gremito da Studenti di tutte le Scuole cittadine i quali avevano beneficiato, secondo tradizione, di un giorno di vacanza ad opera degli Universitari per la consueta Liberatio Scholarum , e di cittadini comuni attratti e divertiti dall’evento. E in effetti la Sfilata fu particolarmente divertente; fra le numerose rappresentazioni satiriche c’era il Circo con uno Studente travestito da domatore con addosso una sgargiante e variopinta Livrea in stile Napoleonico il quale cercava di addomesticare una gallina legata per una zampa con un cordino e un altro travestito da Pagliaccio che in sella ad una grossa motocicletta portava a spasso sul sedile posteriore un altro Studente avvolto dentro una finta Pelle d’Orso; e poi la scenetta comicamente irriverente riferita al Film famoso in quei tempi, Divorzio all’Italiana, che per l’occasione era diventato Matrimonio all’Italiana, con quattro Studenti travestiti da Picciotti con tanto di baffi, Coppola e Lupara i quali procedevano tenendo ben steso un grande lenzuolo con l’enorme caricaturale prova dell’illibatezza della Sposa i quali precedevano altri due Studenti travestiti da Coppia di Sposi appena convolati a Nozze . Ma tra le due ali di folla che applaudivano festanti la Sfilata, ad un certo momento si diffuse uno scompiglio improvviso che generò un fuggifuggi generale! Ci vollero più di alcuni istanti prima di renderci conto che questa improvvisa confusione era stata causata da un Cavallo che si era imprevedibilmente imbizzarrito e dava in escandescenze rizzandosi ripetutamente sulle zampe posteriori emettendo sonori e prolungati nitriti; e indovinate chi era il Cavaliere in groppa al focoso destriero?...Certamente!! Il Famoso Anguillesi! Fortunatamente però, non si sapeva bene come e da dove, sbucò fuori dalla folla un tipo che, con sorprendente decisione, prese il Cavallo per il morso e riuscì a tranquillizzarlo ripristinando così l’ordine e la calma. Con il repentino e provvidenziale intervento di quel tipo, l’ Anguillesi riuscì a rimanere in sella e a condurre a termine la Sfilata con fiera baldanza fra gli applausi degli astanti. Solo in seguito venimmo a sapere che il nostro eroe si era furbescamente premunito contro ogni imprevedibile evenienza facendosi accompagnare a distanza e in maniera discreta e quasi furtiva , dal padrone del Cavallo, provetto Stalliere, mentre lui, in groppa allo scalpitante morello impersonava spavaldo e con portamento altero e , ovviamente tanto di costume d’Epoca, il celebre

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