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Soltanto una tersa goccia nello stagno
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Soltanto una tersa goccia nello stagno
E-book346 pagine4 ore

Soltanto una tersa goccia nello stagno

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Info su questo ebook

L'Autore si propone di tracciare un profilo delle sue idee intorno a una possibile e non convenzionale visione generale e particolare, presente e futura, della vita comunitaria italiana e non solo. E' una collezione di pensieri, considerazioni e ricordi, che spesso non sono organizzati secondo i criteri di una logica lineare e che non sono sempre originali pur essendo originari, cioè suoi. Ne consegue che il libro nel suo insieme potrebbe risultare, come dire … mancante di un filo logico. E' più una registrazione di pensieri pensati ed emozioni sentite attraverso gli anni, che un testo organico. Si potrebbe anche dire che si tratta di un aggregato di ricordate considerazioni fatte dall'Autore o esposte da alcuni amici che ha invitato nel salotto della sua mente. Questa Edizione include, dunque, un insieme di appunti di ieri (e di oggi) riguardanti le sue esperienze quotidiane, che toccano argomenti come gli incontri e gli scontri con amici e conoscenti; alcuni fatti ed emozioni della sua vita personale; la Burocrazia, che insieme con le Corporazioni Orizzontali (le nuove Classi?) sono il Male del nostro tempo; le Religioni, sia quella Cristiana sia l'Islam e i loro problemi; la Storia vista come un concatenarsi di Dimensioni; i Migranti; il Tempo Libero e l'Industria del Turismo … e via via toccando molti altri aspetti della vita privata e pubblica delle Persone che hanno scelto di far parte Comunità italiana. E', insomma, una sorta di diario del cuore e della mente di un Cittadino preoccupato e non disperato, che vorrebbe invitare chi legge a non guardare solo il proprio (e il suo) dito ma a osservare anche la luna … e a meditare.
LinguaItaliano
Data di uscita16 ago 2016
ISBN9788892619746
Soltanto una tersa goccia nello stagno

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    Anteprima del libro

    Soltanto una tersa goccia nello stagno - Forgiadubbi

    amici.

    Premessa

    Quando ero molto giovane, divoravo sorridendo il mio guscio del Mondo e poi vegliavo trepidante insieme con i miei amici, crisalidi in attesa … immaginando di poter diventare abbastanza forte da affrontare un certamente luminoso cambiamento.

    Non so quanti di loro siano diventati farfalle. Io, non ancora.

    Tuttavia, alcuni anni fa, frastornato da quel che mi suonava come un fastidioso rumore di fondo, generato da dichiarazioni scritte o verbali di questo o quel luminare o politico o esperto, per tacere di quelle più o meno diffuse fra noi gente comune, ho pensato di verificarne la natura e il significato.

    Non l’avessi mai fatto. Ho dovuto leggere centinaia di pagine di pensieri e di considerazioni varie oppure scriverne altrettante di appunti quasi viscerali, accumulatisi disordinatamente sugli scaffali della mia biblioteca in grossi e polverosi fascicoli in attesa … Mi sono reso conto di come fossero tutte idee dettate più dai fatti contingenti che ispirate da una chiara e ben definita visione organica e globale della quale sento e, chissà, sentiamo tutti la mancanza. Insomma, che ognuno parlava e scriveva solamente pro domo sua. Anch’io. Allora?

    Anche se non ho mai pensato né penso di scrivere un trattato impersonale, semmai preferisco continuare ad annotare una raccolta di pensieri, di emozioni e di considerazioni personali, voglio tentare di chiarire univocamente parole e fatti pro domo nostra ossia riguardanti l’Italia tutta e senza presumere di suggerire soluzioni e offrire commenti validi per tutti.

    Inoltre, raggiunti ormai gli ottant’anni, mi sembra ragionevole ed equo cercar di capire (magari insieme con altri) se esistono Idee e Parole dai sensi e dai significati chiari, concreti e condivisibili, tali da offrire, forse solo a me o a pochi singoli o a un piccolo gruppo principi e fini in corrispondenza biunivoca, atti a dissipare (pur non essendo ricette e panacee ma solo possibili mete) le nebbie nelle quali siamo immersi e quindi giustificare la ragione della mia del tutto personale speranza che, ovviamente in forme e con contenuti più precisi ed equamente stimolanti di quelli attuali, la possibile e futura Civiltà Italiana diventi probabile (e poi reale nel cuore di un’Europa Unita anche politicamente) e che sia di nuovo in grado di interpretare serenamente la vita e di creare bellezza, anche grazie a una rinnovata comprensione.

    Devo confessare, infine, che durante gli ultimi sessant’anni ho letto d’un fiato e senza alcun ordine o metodo, almeno una trentina di libri l’anno: sono un quasi lettore-cannibale con tendenze vampiresche che legge per sopravvivere. Divoro e metto i denti su qualsiasi cosa: dai Gialli ai romanzi d’avventura, dalla Fantascienza agli articoli di Divulgazione Scientifica, dai Classici ai Moderni, dall’Arte alla Filosofia, dalla Pubblicità alle scritte sui muri … In conseguenza non saprei citare con precisione né i contenuti né gli autori dei singoli scritti … Però talvolta, molto di rado, mi sono innamorato: allora ho desiderato disperatamente che quel particolare Testo diventasse parte di me. Troppo spesso, purtroppo, ciò non è avvenuto … e la nebbia è rimasta.

    Me ne scuso e mi assolvo … non mi sembra grave. In fondo, molti argomenti tratti dalle varie letture, sono ormai diventati miei … perché si sono mescolati in modo inestricabile con le mie elucubrazioni, che sono state via via influenzate da forse centinaia di ore di conversazioni e chiacchere durante innumerevoli Notti Bianche, nonché da qualche ora di Internet … e poiché questi modesti appunti (che ho qua e là ampliato e modificato) non vogliono essere, come ho già detto, un saggio.

    Insomma, ho criticato o commentato in passato (anche e solo col mio elaboratore) molte considerazioni e idee o vari ricordi e pensieri miei e altrui, ma ho pensato di sottoporre la creta di questa mia cernita (ho afferrato probabilmente più di una pietra fra quelle rimaste nel setaccio e, spero, anche qualche pepita) alla critica e al commento di altri, nella forse illusoria speranza d’incontrare qualche amico col quale ricominciare a sorridere, invitandolo a non guardare solo il mio dito e a osservare anche la luna.

    Introduzione

    Desidero così iniziare componendo a modo mio un mosaico di parole e detti che considero importanti…

    - il Secolarizzato proclama l’uguaglianza davanti alla Morte: una Livella. Il Credente afferma l’uguaglianza davanti alla Vita: Dio.

    - se è vero che per la Persona non c’è vera Libertà (interiore) senza Intelligenza, per il Cittadino non c’è Pace senza vera Equità (nella Comunità).

    - il Cuore ha delle ragioni che la Ragione non intende e la Ragione ha delle sensazioni che il Cuore non sente;

    … anche perché lo ritengo il mio originale biglietto di visita.

    E, inoltre, esporre una considerazione.

    Ricordo che quando avevo vent’anni, mio padre, mentre passeggiavamo e parlavamo dei massimi sistemi, mi disse all’incirca così: "Non dimenticare che la Legge si basa sulla spettanza di ogni Unità Comunitaria, che è oggetto della Giustizia, e che solamente un Sapiente può fare veramente Giustizia" cioè comportarsi con Equità, io aggiunsi…che è bello e quasi poetico ma, oggi, mi conforta e mi avvilisce allo stesso tempo.

    Mi avvilisce? Sì, poiché io e tutti noi ci rendiamo conto di vivere quasi nel caos, ma non ammettiamo di comportarci come sudditi per aver, di fatto, negato le nostre Responsabilità di Cittadini, dimenticando i nostri Doveri, il Rispetto reciproco e quello verso lo spirito di quelle Istituzioni da noi stessi volute, almeno così si dice.

    Abbiamo così acriticamente e impropriamente delegato ai Guru (predicatori di verità più che opinabili) o ai Magistrati talvolta politicizzati (alcuni anni fa uno di loro proclamò: Noi siamo i migliori) la soluzione dei nostri problemi privati e pubblici, permettendo a troppi giudici (professionisti e non) di dimenticare che non si giudica la Persona come tale, poiché ognuno ha la stessa Dignità degli altri (Non giudicate, se non volete essere giudicati), ma il suo comportamento come Persona e come Cittadino e prescindendo dai suoi convincimenti politici.

    Mi viene in mente, allora, una battuta di C. Marchesi: La Legge è uguale per tutti…se sei raccomandato. Questo suggerisce che, se sei amico di un Potente (di un politico, di un partito, di un magnate ecc.), i giudicanti avranno riguardo per te Persona o per te Cittadino e che, se sei nemico di un Potente, non terranno conto di te né come Persona né come Cittadino! Anzi… Questo, non è mai essere Equi, come non è Equo accanirsi contro i Deboli e riverire i Forti, come troppo spesso accade: basta guardare le Cronache televisive o leggere quelle giornalistiche, per costatarlo o ricordare la recente e tragica catena di Artigiani, di Operai, di Imprenditori suicidi, che è stata la conseguenza diretta di una Violenza di Stato. Mi scuso con loro per aver usato solo un eufemismo.

    Il rimedio? Non lo conosco. Forse ispirarsi al Diritto inglese e americano, ricordando che è il frutto di una rigorosa etica liberal-comunitaria e di un personale severo sentimento morale d’ispirazione Puritana, e chiarirci le idee intorno alla nostra etica e alla nostra morale, magari scegliendo di vivere insieme con antichi e nuovi Principi, che illuminino il nostro cammino verso mete più eque e condivise?

    Del resto, anche se lo conoscessi, non saprei come nuotare in questo torbido stagno di confusione e di violenza. Per restare a galla e nuotare verso una meta chiaramente definita e condivisa, mi occorrono un equilibrato aiuto e un salvagente. Come trovarli?

    Aspettando un sostegno, tenterò di rispondere a questa domanda con un insieme di considerazioni suddivise in capitoli di differente e non preordinata lunghezza e non necessariamente disposti secondo una logica lineare.

    Ne consegue che il libro nel suo insieme potrebbe risultare, come dire … mancante di un filo logico. Infatti, è più una registrazione di pensieri pensati ed emozioni sentite attraverso gli anni, che un testo organico. Potrei dire che si tratta di un insieme di ricordate considerazioni fatte da me o esposte da alcuni amici che ho invitato nel salotto della mia mente. Devo anche ammettere che è stato proprio liberatorio disfarmi di tutte queste voci, mettendole sulla carta.

    La vita: diritti e doveri

    L’Universo, secondo molti (e secondo me) e sinora, è un mistero, composto di enigmi articolati in problemi interconnessi. E’ un’inafferrata unità di eventi interdipendenti, così come lo è la nostra Terra nella quale si è manifestata (solamente qui?) la Vita, che è come uno straordinario e multicolore tappeto la cui trama, ordito e nodi non sono tutti visibili … Bisognerebbe osservarne il retro per tentare di capire la sua vera natura, ma poche, pochissime persone, forse e talvolta, ci sono riuscite, quindi, non tento neanche di rispondere alla domanda delle domande:

    Perché c’è la Vita e che cos’è la Vita nella sua spontanea e affascinante asimmetria? Penso cioè e per esempio, che due manifestazioni della natura vivente non siano mai identiche e che le eccessive generalizzazioni siano quindi arbitrarie.

    Inoltre, poiché se è vero (com’è vero) che la Vita che conosciamo è fondata sulla non Vita (il tetraedrico carbonio) e che Morte e Vita si nutrono reciprocamente, allora cosa veramente significa vivo e che cosa vuol dire morto e che cosa c’è nel contenitore morte? Separarle e distinguerle nettamente è logico, ma è corretto? Forse dobbiamo acriticamente accontentarci delle ipotesi (gabellate come Verità) degli atei, dei religiosi e degli scienziati? Non posso che dire: A ognuno la sua scelta coerente … e non voglio precisare che, a rigore, si può affermare con certezza di un organismo che ci sembra ancora vivente e in un quasi preciso e verificato momento, che: C’è assenza di vita o La sua vita è finita e poi dichiarare che è morto, considerando quest’aggettivo qualificativo il sinonimo di una di dette domande, ma senza conoscere (anche se chi parla è un filosofo) il senso e il significato del vuoto (perché manca dei dati sperimentali relativi al suo contenuto) sostantivo-etichetta Morte.

    Sono vagamente tentato dal noto agnostico detto: Se ci sono io, la morte non c’è e se c’è la morte non ci sono io … ma posso non temerla, anche perché è, da sempre e per tutti, uno stimolo vitale!

    Tutto questo pur non sapendo che cosa veramente siano la Vita … e la Morte, anche se le volessi pensare come l’incubo oppure come il sogno dell’anima.

    Potrò, dunque, permettermi di esporre alcune considerazioni che mi sembrano ragionevoli tentativi di chiarire le mie idee, almeno intorno alla vita.

    Se è vero che la Vita, di suo, vuole Vivere ed è Neghentropica, è a entropia negativa (primo livello), manifesta cioè un ordine che si oppone allo spontaneo disordine della fine entropica …, allora la manifestazione (secondo livello) di questa volontà è l’Istinto di Sopravvivenza che è interpretato dagli Umani (terzo livello) con la Morale del Singolo con l’Etica della Comunità e col Lavoro come strumento di sopravvivenza non predatorio e non parassitario.

    Con questo intendo dire che ogni Essere Umano, ogni Persona, ogni Cittadino ha il Dovere di agire con Equità e di operare a regola d’arte ( eccetto chi ne è oggettivamente impedito) e che soltanto allora ha il Diritto di ricevere un equo riconoscimento e/o emolumento commisurato al Valore oggettivo dell’Opera compiuta.

    Inoltre, sono convinto che il limite di un Diritto sia un Dovere e che il limite di un Dovere sia un Diritto. Allora, ai Diritti Positivi della Persona-Cittadino, fondati sui Diritti Naturali dell’Essere Umano e dell’Umanità, è necessario che all’interno delle varie Comunità si affianchino i Doveri Positivi della Persona-Cittadino, che non dovrebbero essere solamente delle enunciazioni di principio, ma bisognerebbe che fossero, è ovvio, delle verità morali ed etiche profondamente assimilate da tutti e ricordare che, se la scelta è libera, può essere lecito rinunciare a un Diritto e che non è mai lecito sottrarsi a un Dovere.

    Infine, se secondo noi, Vivere è il nostro Diritto Naturale Inalienabile, rispettare la Nostra Vita è il nostro Dovere Naturale per eccellenza. Diritto e Dovere da formalizzare con Leggi Positive (fondate su una Costituzione Flessibile, all’Americana?), allora, affinché la Persona sopravviva e una Nazione Vitale di Cittadini possa essere istituita, occorre che:

    - i Diritti Positivi (Leggi, Regolamenti ecc.), fondati in primis su sei punti naturali: l’apprendimento e la ricerca e, ovviamente, il vitto, l’alloggio, la sicurezza e la salute (senza di essi il Cittadino non sopravvive né una Nazione può essere costruita e svilupparsi), siano bilanciati dai

    - Doveri Positivi, primi fra tutti

    a) sia il Lavoro (fisico o intellettuale) come unico mezzo lecito per soddisfare le necessità, i bisogni e le aspirazioni delle Unità della Comunità, bilanciato sia dal Diritto al Riposo sia dall’Ozio Creativo (attività libere da regole imposte da altri e a qualsiasi titolo) o almeno non distruttivo sia dal Gioco (non d’azzardo, è ovvio), poiché ogni Gioco ci abitua a rispettare le Regole, ci fa capire che soltanto i Giocatori geniali possono inventarne nuove che siano anche eque e ci insegna a guardarci da chi bara.

    Questo per ricordare che si lavora per vivere serenamente … e che, per esempio, sono difficilmente giustificabili le ragioni addotte da un manuale fascista del ’40 che sosteneva che gli operai dovevano essere ben nutriti, quando erano in fabbrica, per mantenere un’alta produttività ossia dovevano mangiare per produrre! Come galline ovaiole chiuse in gabbia! Con buona pace del pranzo come piacere conviviale … nel nome di un’astratta Etica del Lavoro.

    b) sia il Rispetto delle Leggi Naturali e di eque Leggi Positive volute e accettate da tutti.

    Insomma, tutte le Leggi e tutti i Regolamenti (forme di Diritti e di Doveri Positivi) di una Nazione e relativi alla vita delle singole Persone-Cittadini, alla vita delle altre Unità e a quella della Comunità dovrebbero essere prima di tutto ispirati,

    -ricordando che si diventa Persone e poi si sceglie di essere Cittadini di una Nazione e si decide di delegare la propria Autorevolezza a chi, per servire i Cittadini e la Nazione, li amministra e dirige-

    dai Diritti e dai Doveri Naturali e dalle loro implicazioni morali ed etiche insieme con le implicazioni politiche ed economico-organizzative, che definiscono anche le Responsabilità personali e civili (Diritti e Doveri Positivi) dei singoli attori nel favorire almeno i "sei più a) e b)" punti di cui sopra.

    Commento

    Penso che sia necessario commentare adesso queste enunciazioni.

    Sappiamo che in natura vale il detto: Mors tua, vita mea, tutto ciò che vive, viene dalla morte e vive grazie alla predazione.

    Mi dicono che qualche miliardo di anni fa, i procarioti (organismi unicellulari senza nucleo come i batteri che si riproducono per scissione binaria) in grado di assimilare grandi quantità di nutrimento, siano entrati in simbiosi (si sono mutuamente "mangiati!) con cellule proto mitocondriali, cioè cellule con nucleo capaci di respirazione cellulare (oggi, il reciproco vantaggio del mix funghi+alghe, i licheni), così il nuovo essere può e mangiare e respirare e diventare più competitivo.

    La predazione (anche mutua), quindi, è più economica (efficiente ed efficace) nel favorire la sopravvivenza.

    E poi ci chiediamo come mai gli esseri viventi, in particolare gli Umani, arraffino, a torto o a ragione e a destra e a manca, tutto quello su cui riescono a mettere le mani (o i denti o le ventose). Ahinoi, è cosa congenita e universale.

    Per consolarmi e per quel che ci riguarda direttamente, ricordo un’ipotesi fantascientifica qui da me rielaborata.

    I Saggi che governavano l’Impero Galattico erano stanchi di guerre e di eccidi. Così, selezionato un congruo numero di abitanti (magari i più primitivi, però, guidati da alcuni Sapienti) dei vari pianeti simili alla Terra, li hanno deportati sul nostro pianeta, pensando che col tempo avrebbero imparato a convivere in pace a dispetto delle differenze esteriori e delle tradizioni contrastanti, fornendo così, a tutta la Galassia, una ricetta adeguata alla formazione di un Impero di Pace … Ma … duemila nostri anni fa si sono accorti che le cose non andavano secondo i loro piani e sono stati costretti a inviare un loro rappresentante eccezionale recante quello che avrebbe dovuto essere l’insegnamento risolutivo: l’Amore.

    Purtroppo stanno ancora aspettando e sorvegliando: gli UFO? Speriamo che non osservino con particolare attenzione i Fondamentalisti e i Burocrati … Se gli Alieni ci sono, si vedrà.

    In ogni caso non vorrei che ci somigliassero: il Diavolo prende sempre un aspetto gradevole e rassicurante … Invece con un mostro si può trattare e se necessario combattere, senza farsi abbindolare … C’è però chi dice, con un cinico sorriso, che gli Alieni siano già qui: i cani e i gatti domestici e non, nei quali i Visitatori, da tempo immemorabile, si sono incarnati e si stanno ancora incarnando.

    Anche i processi biologici di noi Umani, i fratelli della Natura, sono fondati sulla predazione: i fisiologi affermano che durante cicli variabili tutte le nostre cellule (vive o morte) sono mangiate o disperse e nuove cellule vivono. Tuttavia le Persone e le loro Comunità considerano la Morte quasi un insulto e pensano che la loro Vita sia, a prescindere,

    un Diritto Naturale Inalienabile, il Diritto dei Diritti. Sì, ma suscita un paradossale atteggiamento: nessuno vuol morire e nessuno vuole invecchiare! Che sia la Vita che c’ispira e ci stimola?

    Si tratta di un assunto solamente Umano (laico e religioso) che noi abbiamo esteso - come Rispetto - a tutto ciò che vive e non vive nell’Universo. In Natura, infatti, le cose si limitano a esistere o a mutare, direi, spontaneamente.

    Per esempio, a vibrare se minerali, a sentire se vegetali,

    - a pensare (processo istintivo che consente di ricordare e attuare quei comportamenti necessari e sufficienti per permettere la sopravvivenza) come fanno gli animali (le cui speci sono di solito collegate a un particolare ambiente: gli ecosistemi locali) e facciamo noi che, in qualche modo, possiamo anche sentire e vibrare;

    - a sopravvivere (umani, animali, insetti, vegetali e micro organismi) come speci. Tuttavia nessuna specie come tale né i loro membri elaborano teorie filosofiche o emettono giudizi estetici o di valore o creano le arti e così via: solamente gli Umani lo fanno e per scelte autonome.

    Insomma l’idea di Diritto alla Vita anche dei Singoli (con i suoi corollari etici e morali) è il frutto della nostra Intelligenza e della nostra Libertà e forse l’abbiamo mutuato e suddiviso (per i Singoli) astraendolo volontariamente dal nostro impulso di sopravvivenza come specie dimorfica (secondo natura la competizione sessuale fra i maschi (attiva) e fra le femmine (passiva) e la conseguente selezione, accelerano i processi dell’evoluzione).

    Sostengo, quindi, che siamo stati noi ad attribuire alle cose della Natura sia la nostra idea di Diritto di Esistere sia la nostra Matematica, che consideriamo il fondamentale strumento per illustrare ciò che è: il Reale (composto di energia-materia) come a noi appare…

    Universi e Matematiche che esistono anche senza di noi, che forse siamo gli unici Osservatori Coscienti? E qual è l’effetto del nostro e del possibile altrui osservare e operare? Qui, preferisco evitare questa via troppo sdrucciolevole.

    Ritorno al tema. Posso dire che i Diritti Umani Naturali e Inalienabili siano un postulato Umano e nulla abbiano a che fare con eventuali Diritti della Natura come tale?

    Si potrebbe, infatti, osservare che anche noi facciamo parte della Natura, dell’Universo e che da esso potremmo derivare direttamente la nostra intelligenza, la nostra libertà e le altre nostre qualità, ma questo susciterebbe una domanda, ahimè, assai complessa e controversa: L’universo è Libero e Intelligente … e ha il Senso dell’Umorismo?.

    Io mi limito ad affermare che se così fosse, si tratterebbe di un’intelligenza e di una libertà intese come un’attitudine spontanea a mutare in armonia col tutto, di un modo di cambiare impersonale, senza sorrisi (se così non fosse, qualche volta potrebbe essere la coda ad agitare il cane) e secondo ritmi da noi definiti Leggi e che nulla ha a che vedere con dèe, dèi, volontà coscienti, anime del mondo e simili.

    Tuttavia, da alcuni anni, una curiosa domanda animistica solletica la mia mente: siccità, inondazioni, epidemie, sterilità maschile e femminile, impotenza, aumento dell’omosessualità, rifiuto di procreare e così via … Che siano un messaggio della Vita Naturale che, prevedendo un sovra popolamento della Terra, ci invita a cercare e ad attuare tutte le misure necessarie che ci permettano di evitare un incombente tracollo? Non sono pochi i Demografi che prevedono un aumento della popolazione mondiale sino a 11 miliardi entro il 2060 e sostengono che, raggiunto questo traguardo, l’incremento cesserà … Per spontanea capacità di autoregolarsi o per il sopraggiungere di un’ormai inevitabile catastrofe, magari non improvvisa ma lentamente e subdolamente letale (il pericolo di batteri e virus resistenti agli antibiotici, per esempio, che ci spinge all’affannosa ricerca di rimedi sempre più potenti ai quali la Natura, spontaneamente, opporrà nuove forme sempre più aggressive)?

    Osservazioni I

    Mi sembra il momento di ricordare, solo con una nota storiella, che pensare e essere Intelligenti, non sono sinonimi.

    Un entomologo studia con passione e costanza il comportamento delle pulci. Volendo dimostrare che questi insetti sono intelligenti, decide di compiere l’esperimento conclusivo servendosi della pulce che meglio ha risposto nel corso delle prove precedenti. La pone all’interno di un’ampia scatola rettangolare di vetro trasparente con base graduata e le ordina: Pulce, salta! La pulce, obbediente, fa un salto di un metro. Le toglie una zampetta e dice: Pulce, salta! e la pulce salta 80 cm. Le toglie una zampetta dopo l’altra e la pulce esegue salti sempre più brevi. Infine, toltale l’ultima zampetta, la esorta: Pulce, salta!. La pulce, ovviamente, non si muove. L’entomologo conclude la relazione scritta delle prove effettuate con l’affermazione: Le pulci senza zampe sono sorde. C.V.D.

    Nel Mondo, quanti sono gli entomologi, affetti da questa quasi Sindrome della Menzogna Vitale, sparsi all’interno delle nostre Comunità come sali avvelenanti? Che cercano volontariamente di adattare il Reale ai loro preconcetti, invece di fare il possibile per coglierne il vero senso e significato?

    Non vorrei proprio cadere in questa trappola, quando cerco di trattare temi universali … anche se sono ben consapevole che la mappa (qualsiasi mappa e figuriamoci la mia) non è il territorio e che il territorio nasconde sempre impreviste trame e inattesi orditi.

    In ogni modo, mi piace ritenere che la nostra specie sia Unica nelle sue qualità positive.

    A ben vedere, ogni specie in natura e a modo suo, è unica e in modo collettivo pensante… ma i singoli membri non hanno un’intelligenza individuale, anche se pensano e alcuni possono imparare, col gioco e se adeguatamente da noi sollecitati, comportamenti per loro convenienti e non spontanei.

    E’ vero che alcuni animali e, col tempo, alcune speci modificano il loro comportamento al modificarsi dell’ambiente nel quale vivono e che intere speci migrano. A mio parere ciò non avviene perché sono intelligenti, ma solo perché e in modo semplicemente naturale devono farlo, anche se sono mosse solamente dall’istinto di sopravvivenza.

    Penso, invece, che gli Esseri Umani, le Persone, i Cittadini, le Unità e le Comunità dovrebbero sì ascoltare l’istinto di sopravvivenza, ma sentirsi e comportarsi anche e sempre come …

    - rispettosi Usufruttuari cioè sia Fruitori sia Custodi dei Beni naturali di questo Mondo. Devono sapere, poiché sono intelligenti, di non esserne i Proprietari assoluti e di non poterne disporre arbitrariamente ma, pur avendo il Diritto Naturale di Usare e di Possedere tali Beni, hanno il Dovere Etico di conservarli e possibilmente migliorarli, soprattutto per Rispetto verso le generazioni future.

    In Inghilterra, dove il suolo apparteneva al Re e oggi è dello Stato, la nostra idea di Proprietà assoluta di un Bene è alquanto rara e di solito vale l’idea di Proprietà relativa (una sorta di diritto esclusivo, talvolta limitato nel tempo, all’uso e al possesso) regolata nelle sue varie forme dalle Leggi della Common Law.

    Mi sembra un modo di considerare tutti i Cittadini simile a quanto ho appena descritto cioè e soprattutto come Custodi e Fruitori dei Beni disponibili.

    Osservazioni II

    Tutti sappiamo che nel corso della nostra storia ci siamo specchiati di volta in volta in vari modelli di Persona:

    - Il Civis nel mondo classico greco-romano;

    - I Chierici, i Monaci e i Cavalieri durante il Medioevo;

    - Il Signore Illuminato e

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