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Avremo un futuro? Ezechiele, un profeta per il tempo della crisi
Avremo un futuro? Ezechiele, un profeta per il tempo della crisi
Avremo un futuro? Ezechiele, un profeta per il tempo della crisi
E-book110 pagine1 ora

Avremo un futuro? Ezechiele, un profeta per il tempo della crisi

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Info su questo ebook

Il libro del profeta Ezechiele è forse uno dei meno noti della Bibbia, a

motivo del lungo testo a tratti enigmatico e con un simbolismo

accentuato, ripreso poi da Apocalisse. Tuttavia la vicenda di Ezechiele è

particolare e interessante: egli fa parte del primo gruppo di giudei

condotti in esilio a Babilonia; da lì egli segue, col cuore dell'esule,

la catastrofe di Gerusalemme nel suo avvicinarsi e nel suo compiersi,

pochi anni dopo. In mezzo agli esuli, Ezechiele riceve da Dio la

chiamata profetica e il messaggio da portare: un forte richiamo alla

conversione prima, per scongiurare la catastrofe, e una promessa di

consolazione e di futuro poi, rivolta a coloro che ormai hanno perso

tutto. Proprio per questo suo duplice messaggio, Ezechiele è sempre

stato considerato un profeta per i tempi di profonda crisi; ricordiamo

che davanti all'avanzata dei barbari su Roma nel sesto secolo, in mezzo

alla paura e al disfacimento della società di allora, papa Gregorio

Magno commentava al suo popolo il libro del profeta Ezechiele, per

trarne un messaggio di orientamento e di speranza.
LinguaItaliano
Data di uscita25 mar 2021
ISBN9791220327367
Avremo un futuro? Ezechiele, un profeta per il tempo della crisi

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    Anteprima del libro

    Avremo un futuro? Ezechiele, un profeta per il tempo della crisi - Lucia Alessandrini

    2000.

    I. Un invito alla lettura

    Quello di Ezechiele è un libro oggettivamente difficile, complicato e lungo (ben 48 capitoli), forse anche per questo un po’ sacrificato nella liturgia (anche a motivo dell’assenza, in quel contesto, dell’ambien-tazione storica che permetterebbe di comprendere meglio).

    Inoltre, il linguaggio e lo stile sono particolari, a volte contorti; ci sono simboli, immagini, azioni simboliche, parabole. Alcuni tratti caratteristici di Ezechiele li ritro-viamo nel libro dell’Apocalisse, ma anche altrove, per esempio nel Vangelo di Giovanni (il buon pastore, la gloria di Dio, …). A questo proposito, riportiamo da [AS], p. 763:

    Quanto all’Apocalisse, generalmente non vi si cita Ezechiele in modo esplicito; ma ben conosciamo l’abilità dell’autore nell’incastonare testi assai diversi e ottenere con essi un prodotto originale, totalmente alieno dal plagio. Tuttavia Ezechiele vi ha lasciato un’orma profonda quasi ad ogni pagina. I capitoli che più hanno interessato l’autore dell’Apocalisse sono stati: la visione della Gloria (Ez 1 e 10), dai quali ha preso il materiale per la presentazione di Gesù e la descrizione del trono; i due oracoli contro Tiro (Ez 27-28), ai quali si ispira ampiamente Ap 18 per descrivere la ricchezza e la rovina della nuova Babilonia (Roma); il combattimento contro Gog (Ez 38-39), cui si allude in vari passi, e specialmente in Ap 19-20; infine, la descrizione della nuova Gerusalemme e del mondo nuovo (Ap 21-22) si ispira, come ci si poteva aspettare, a Ez 40-48 (prescindendo, grazie a Dio, dal noio-sissimo materiale giuridico).

    Quello di Ezechiele in qualche caso è un libro enigmatico, ma ciò non poche volte è dovuto alle aggiunte dei suoi discepoli, che invece di spiegare hanno complicato il testo. Per accostarci al libro di Ezechiele, la cosa migliore è cominciare a presentarlo in generale.

    Per afferrare la sua struttura, conviene considerare il libro come composto da due parti, che si distinguono per l’ottica diversa: semplificando un po’, potremmo identificare le due parti come il prima e il dopo il terribile evento della conquista e distruzione di Gerusalemme (dove la prima parte tematizza la condanna e la seconda parte la speranza).

    A sua volta, la prima parte può essere così suddivisa:

    - racconto della vocazione di Ezechiele (capp. 1-3)

    - profezie contro Gerusalemme e il popolo di Israele (capp. 4-24)

    - profezie contro le nazioni straniere (capp. 25-32), che vengono a separare le due parti: infatti la seconda parte del libro comprende i capitoli dal 33 al 48.

    Il racconto della vocazione è spesso presente nei libri profetici e lo affronteremo per primo; vediamo qui di accennare ai contenuti delle altre parti partendo dal contesto storico, che a nostro parere è l’unico modo per comprendere il senso profondo del messaggio profetico di Ezechiele.

    Il libro di Ezechiele è costellato di date, a partire dal primo versetto. Purtroppo non tutti i biblisti sono d’accordo sulla datazione di quel periodo: l’esempio più eclatante è la data della caduta di Gerusalemme: luglio 586 a.C. secondo [AS], luglio 587 a.C. secondo le note della maggior parte delle edizioni attuali del Bibbia³. Dato che il nostro manuale di riferimento è [AS], citeremo quella datazione, omettendo l’indicazione a.C.

    Ezechiele visse in un periodo molto difficile della storia di Israele, un periodo di grande crisi: ne parleremo un po’ più approfonditamente nel terzo capitolo. Qui ricordiamo solo che nel 597 c’è la sconfitta degli israeliti da parte dei babilonesi, e di conseguenza l’esilio del primo gruppo di israeliti a Babilonia insieme al loro re Ioiachin: fra questi esiliati c’è il sacerdote Ezechiele. Negli anni successivi Nabucodonosor, re di Babilonia, deve combattere varie guerre e domare rivolte interne, cosicché gli esuli pensano che presto le cose cambieranno, l’oppressore verrà sconfitto ed essi torneranno in Palestina: sarà dunque un castigo passeggero.

    Già Geremia, con una lettera⁴, avvisa gli esiliati che non sarà così, che non devono ragionare come se il ritorno fosse imminente; ma non gli credono.

    Allora Dio suscita tra gli esuli il profeta Ezechiele, il quale deve annunciare che il castigo non è finito, perché Gerusalemme non si è convertita: ci sarà una catastrofe, molto peggiore della prima. Dio gliene mostra le cause (profezie degli anni 592 – 588): si spazia dalla storia passata alla storia presente, ma alla fine risulta chiaro che niente potrà salvare Gerusalemme.

    Arriva il giorno tragico della caduta della città, dopo un anno e mezzo di assedio; nei mesi che seguono, Gerusalemme viene distrutta e gran parte dei superstiti del popolo di Israele viene portata in esilio a Babilonia. Quando arriva il giorno della caduta di Gerusalemme, Ezechiele, pur non sapendolo perché è lontano, diventa muto e come paralizzato; verrà a conoscenza della notizia sei mesi dopo, da uno che è scampato, e allora recupera la parola (Ez 33,21-22). La predicazione di Ezechiele da questo momento in poi è diversa, come si vede nella seconda parte del libro.

    Nel libro di Ezechiele sono inseriti alcuni oracoli di giudizio e di condanna contro i popoli che hanno contribuito alla caduta di Gerusalemme (o non l’hanno soccorsa, come l’Egitto), e questa è la terza sezione della prima parte (capp. 25-32), di cui non tratteremo. Notiamo comunque che dal profeta Amos in poi, è tradizione che nei libri profetici vi siano gli oracoli contro le nazioni pagane, geograficamente vicine a Israele: l’accusa è principalmente quella della superbia contro Dio⁵, insieme al disprezzo di Gerusalemme conquistata (curiosamente, manca Babilonia, contro cui profeterà il Secondo Isaia). Un paio di questi oracoli (contro Seir e contro Gog) sono finiti nell’ultima parte del libro di Ezechiele.

    Nel capitolo 33 inizia la seconda parte del libro, che vede l’apertura a una speranza nuova. Detto in estrema sintesi (questi temi saranno esaminati nei capitoli da VI a IX): la condanna del modo sbagliato di pensare degli israeliti (cap. 33) e dei loro capi-pastori che li hanno portati allo sfacelo (cap. 34), apre la strada all’annuncio di un mondo nuovo: Dio stesso sarà il pastore, tutto il territorio verrà rinnovato, i cuori verranno cambiati, il popolo morto rivivrà, ci sarà un nuovo Tempio da cui verrà ogni consolazione, e il Signore vi abiterà ancora, nuovamente alleato del suo popolo.

    Come abbiamo potuto intuire da questa breve presentazione, il libro di Ezechiele non è omogeneo; forse si può trovare un filo conduttore nel tema della gloria del Signore, che si presenta a Ezechiele al mo-mento della vocazione, che se ne va da Gerusalemme a causa del suo peccato, che ritorna poi nel nuovo Tempio. La gloria del Signore è la sua presenza potente, la sua splendida maestà, anzi adombra JHWH stesso che si manifesta con potenza grande: perciò spesso si intende, con l’espressione Gloria del Signore, il Signore stesso nella sua presenza onnipotente.

    I profeti

    Oltre a presentare il contesto storico del libro di Ezechiele, è opportuno situarlo nell’insieme dei libri della Bibbia, e quindi fare un accenno ai libri dei profeti nell’Antico Testamento.

    I libri profetici nella Bibbia sono: Isaia, Geremia (con Lamentazioni e Baruc), Ezechiele, Daniele e i dodici profeti minori. Ma altri profeti sono protagonisti nei libri storici, come Elia e Samuele.

    E’ interessante notare che ogni popolo antico aveva i suoi profeti/veggenti/indovini, come anche i suoi maghi/stregoni/uomini della medicina⁶: pensiamo agli sciamani o agli oracoli e alle sibille dei greci e dei roma-ni. Anche l’antico Israele conosceva queste figure: un esempio è il profeta (straniero) Balaam, in Nm 22-24.

    In cosa questi profeti popolari erano diversi da quelli che consideriamo i profeti biblici? Possiamo evidenziare tre aspetti, parlando dei profeti popolari:

    - la gente del popolo, ma anche la corte, di sua iniziativa li consultava, per avere un vaticinio o una risposta da parte del dio, e per questo li ricompensava; invece, con il profeta biblico è Dio che prende l’iniziativa;

    - essi davano i loro responsi in mezzo a fenomeni estatici, provocati anche da musiche ritmate o da incensi e droghe; invece, il profeta biblico riflette lucidamente sulle vicende storiche;

    - di solito i profeti popolari stavano insieme, in confraternite, specialmente a corte: di rado erano degli isolati, come spesso succedeva per i profeti biblici.

    Nella Bibbia abbiamo dei testi che si riferiscono a questo tipo di profeti popolari (es. 1 Sam 10,5-6.10-11),

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