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Odiseea Nerd
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E-book254 pagine3 ore

Odiseea Nerd

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dissea Nerd. Innanzitutto, leggere questo libro non è stata affatto un’odissea, piuttosto un viaggio ascensionale verso il paradiso dei Nerd! Una genia di personaggi strampalati, coinvolti in storie funamboliche che vi terranno incollati alle pagine, incapaci d’uscirne, alla stregua di un “pulcin nella stoppa”. Sì, ho fatto una citazione, ma non per piacer mio, quanto per farvi entrare subito nello spirito dell’odissea. Troverete citazioni che solo un vero Nerd saprà riconoscere, tratte da tutto ciò che era possibile leggere o vedere negli anni settanta e ottanta, fino a giungere ai giorni nostri. Tuttavia, non è un libro per soli nerd. Pur non conoscendo i fumetti, i romanzi, i film, le sitcom, le battute e i personaggi citati, troverete ugualmente appassionanti le vicende che seguono, e non potrete fare a meno di parteggiare per Templeton, Natasha o Jacopo Shomel. La scrittura di Andrea Fulgheri è vergata con stile originalissimo e ritmo incalzante, i dialoghi sono esilaranti, e le caratterizzazioni dei personaggi sono talmente realistiche, che faticherete a credere che nessuno di loro esista o sia esistito veramente… e fate bene!
LinguaItaliano
Data di uscita25 mar 2021
ISBN9791220283458
Odiseea Nerd

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    Anteprima del libro

    Odiseea Nerd - Andrea Fulgheri

    GLOSSARIO

    CHAPTER ZERO

    M

    entre le ombre cancellavano i nomi dalle lapidi, il cimitero di San Michele spurgava la sua necropoli dagli invasori, i vivi. La notte era calda, gravida dell’umidità che il calore agostano le restituiva. Una ragazza… e invece no! Nessuna ragazza, almeno per ora. Già, perché questo non è ancora l’inizio della storia. È un espediente meschino per farvi leggere la prefazione.

    Dunque… Odissea Nerd. Innanzitutto, leggere questo libro non è stata affatto un’odissea, piuttosto un viaggio ascensionale verso il paradiso dei Nerd!

    Una genia di personaggi strampalati, coinvolti in storie funamboliche che vi terranno incollati alle pagine, incapaci d’uscirne, alla stregua di un pulcin nella stoppa. Sì, ho fatto una citazione, ma non per piacer mio, quanto per farvi entrare subito nello spirito dell’odissea. Troverete citazioni che solo un vero Nerd saprà riconoscere, tratte da tutto ciò che era possibile leggere o vedere negli anni settanta e ottanta, fino a giungere ai giorni nostri.

    Tuttavia, non è un libro per soli nerd. Pur non conoscendo i fumetti, i romanzi, i film, le sitcom, le battute e i personaggi citati, troverete ugualmente appassionanti le vicende che seguono, e non potrete fare a meno di parteggiare per Templeton, Natasha o Jacopo Shomel.

    La scrittura di Andrea Fulgheri è vergata con stile originalissimo e ritmo incalzante, i dialoghi sono esilaranti, e le caratterizzazioni dei personaggi sono talmente realistiche, che faticherete a credere che nessuno di loro esista o sia esistito veramente… e fate bene!

    Prima di lasciarvi, voglio spendere due parole sul glossario che si trova nella seconda parte del libro: eccezionale! Toh! Ne è bastata una.

    Ho finito.

    Vi auguro di divertirvi come è accaduto a me. Buona lettura.

    Giorgio Binnella

    Introduzione

    Cos’è un nerd

    S

    apete qual è la differenza tra Nerd e Geek? Se la conoscete, allora vuol dire che siete sulla buona strada per essere un nerd doc, altrimenti pazientate ancora un poco. Ora tenetevi forte e allacciate le cinture perché andremo oltre i confini della contea, supereremo il ponte arcobaleno, attraverseremo Tatooine, vagheremo per il Grande Nord, navigheremo oltre i bastioni di Orione e le porte di Tannhäuser… per arrivare là, dove nessuno è mai giunto prima.

    Bene, se non vi siete già demoralizzati, (nel glossario troverete tutti i termini e i personaggi che cito) possiamo far partire Così parlò Zarathustra di Strauss. Come, cos’è? È il brano più famoso di 2001 Odissea nello spazio, quello che a un certo punto fa Dum dum dum dum… Comunque, dicevamo della distinzione tra Nerd e Geek.

    Diciamo subito che Wikipedia non ci aiuta molto, d’altronde la stessa definizione che dà di nerd è piuttosto, ambigua: Ha predisposizione per la tecnologia ed è al contempo tendenzialmente solitario e con una più o meno ridotta propensione alla socializzazione. Quindi, secondo il famoso sito, se a casa vostra arriva un bravo tecnico per montarvi la parabola, e non vi saluta, non vi rivolge la parola, magari s’infastidisce perfino se gli parlate, quello è un nerd.

    E invece no, anzi fatemelo ribadire, assolutamente no!

    Il nerd è una persona dotata di grande intelligenza, profondamente esperta verso una qualche disciplina accademica, possibilmente di carattere scientifico. È tendenzialmente asociale, decisamente poco scaltro in ambito amoroso, fortemente inetto verso qualsiasi attività fisica. Altra importante caratteristica è la passione verso tutto quel mondo immaginifico e fantastico rappresentato da comics, manga, anime, games, giochi di ruolo, serie tv, film sci-fi e fantasy, action figure e, naturalmente, mister Isaac Asimov.

    Un geek, invece, è un soggetto il cui interesse è rivolto a un’attività di nicchia. Non necessariamente una di quelle elencate sopra. Possono anche essere gli scacchi o la filatelia. Il geek, come il nerd, tende a essere visto come uno sfigato, ma non è necessariamente così. Inoltre, non è detto che egli abbia attitudine allo studio, tantomeno che sia rapito dalla passione per la tecnologia.

    Torniamo invece al nostro interesse, capire cosa bisogna fare per essere un vero nerd, ma soprattutto come fare ad individuarlo in mezzo ad altri appassionati della materia. Permettetemi però di fare un passo indietro. Oggi è facile essere nerd, serie come The Big Bang Theory hanno sdoganato il nerd imbranato, facendolo assurgere al nuovo ruolo di ragazzo popolare. Anche moltissime ragazze si sono riscoperte decisamente nerdy. Ma provate, come il sottoscritto, a essere nerd negli anni ’80 o ’90, quando, alle convention di cosplay, se incontravi una ragazza, era una Sailor Moon di centoventi chili. Quando nelle fumetterie trovavi solo altri sfigati mal vestiti, miopi e con tanto di quell’acne giovanile da far sembrare Freddy Krueger un gran figo. Gli acquisti preferiti erano gli albi della Marvel e della Dc. Gli Otaku, i fanatici dei manga, sarebbero arrivati solo da lì a qualche anno.

    Il 4 maggio vestitevi come uno dei personaggi di Guerre Stellari e fate la maratona dei film in compagnia di altri cosplayer. Mpf! Perché proprio in quella data? Semplice, perché è lo Star Wars Day. La citazione più famosa del film recita May the Force be with you (che la Forza sia con te) che in inglese ha una assonanza fonetica fortissima con May the fourth be with you (che il quattro maggio sia con te).

    Leggete con frequenza ciclica le seguenti saghe: Il Signore degli Anelli, Il ciclo della Fondazione, Game of Thrones, Trilogia dello Sprawl, Guida galattica per autostoppisti. Oltre ai già citati Asimov e Gibson, non trascurate altri scrittori classici di Sci-Fi, Robert Heinlein, Ray Bradbury, Van Vogt, Clifford D. Simak, Philip K. Dick, Philip José Farmer. Non li conoscete? Scopriteli.

    Guardate tutti i classici Sci-fi del cinema e della televisione: Firefly (più volte citato da Sheldon Cooper nel corso di TBBT), Star Trek, Doctor Who, Tron (ma solo il primo), Wargames - Giochi di guerra, oltre naturalmente a Star Wars. Chiaramente non fatevi sfuggire tutta la produzione contemporanea; The Avengers, Marvel’s Daredevil, Star Wars - Il risveglio della forza…

    Giunti a questo punto, abbiamo visto cosa fare per essere very nerdy, ma come riconoscerli in mezzo a tanti millantatori? Ricordatevi che oggi è cool essere nerd.

    Quando vi trovate davanti a un gruppo di appassionati di Game of Thrones, provate a chiedere quale sia il personaggio preferito. Il mero fruitore della serie probabilmente vi risponderà il nano, ignorando completamente nome, casata, attore o altro. Poi ci sarà qualcuno, che possiamo definire conoscitore medio dello show, che vi risponderà Tyrion Lannister, che sarebbe sempre il nano, giusto per capirci. Il nerd invece lo riconosciamo perché sarà quello che sparerà il nome di un character sicuramente secondario, tipo Daario Naharis, il capo dei corvi della tempesta, a cui farà seguire una disamina sulla piaga del recasting. Sì, perché il tipo è stato interpretato prima da un attore poi da un altro. Finché non gli sparate, come fosse uno zombie, egli proseguirà indefessamente.

    Se, durante una discussione qualunque, non ha importanza l’argomento, qualcuno nel gruppo prova a dare la spiegazione definitiva scomodando il paradosso del gatto di Schrödinger o il rasoio di Occam, ecco, quello è sicuramente un nerd. Cosa, Cosa? Non ne avete mai sentito parlare? Sbagliato, è solo che non siete stati attenti, come al solito. Per farvi un esempio, il gatto di Schrödinger altri non è che un esperimento mentale di meccanica quantistica, nominato almeno una volta nei telefilm di Doctor House, Doctor Who, The Big Bang Theory (strano eh?), I Viaggiatori, negli albi di Dylan Dog e Spider Man, nei film The Prestige, Repo Man e Dejà vu - corsa contro il tempo, e molti altri ancora. Stupiti? Se volete saperne di più, andate in rete e scomodate Wikipedia.

    Il nerd lo distingui anche dal look, totalmente avulso a qualsiasi tipo di tendenza. Vestirsi per lui è un semplice bisogno di copertura del corpo, anche se negli ultimi anni questo stereotipo sta leggermente sbiadendo. Tutto il merchandising legato al mondo videoludico, delle serie fantasy, delle anime, ecc… sta ridisegnando il nerd dressing.

    È sicuramente nerd chi, nella trasposizione filmica di un fumetto o libro, lamenterà tutte le differenze rispetto all’originale, anzi, ne farà una guerra di religione. Così, dopo la visione di Avengers: Age of Ultron, vi ammorberà con il fatto che Ultron in realtà è stato costruito da Hank Pym e non da Tony Stark, che Pietro/Quicksilver/Maximoff e Wanda sono fratelli gemelli figli di Magneto, quindi sono mutanti e non, come invece mostrato nel film, frutto di un esperimento del Barone Strucker. Almeno finché la Marvel non cambia idea e magari trasforma i loro poteri nel frutto degli esperimenti dell’Alto Evoluzionario, ma non temete questa ipotesi è altamente improbabile… non ci avete capito nulla, vero? Beh, per questo esistono i glossari.

    Comunque, torniamo a noi, ormai dovreste aver capito cosa è un nerd e come fare a riconoscerlo. Prima di chiudere, permettetemi di riavvolgere il nastro all’inizio della nostra chiacchierata. Abbiamo sviscerato il chi, il cosa e il come, ma qual è l’etimologia della parola nerd?

    Partiamo con le certezze. È del 1984 la diffusione su larga scala del termine nerd, grazie al film cult di Jeff Kanew, La rivincita dei nerds. Va detto che nella pellicola citata i protagonisti sono visti più che altro come antagonisti dei Jocks, ragazzi americani nerboruti, sportivi e poco avvezzi allo studio. Insomma, per capirci, la rivincita che dà il titolo al film è degli imbranati nei confronti dei popolari. Siamo ancora lontanucci dall’accezione corrente del termine, anche se i tratti estetici sono già delineati. Occhialoni fuori scala, tanti brufoli da poterci ritrovare una galassia di stelle di Okuto, bocche flagellate da improbabili apparecchi per i denti, abbigliamento stile Grande depressione.

    Fra le versioni più accreditate sull’etimo della parola nerd c’è il libro per fanciullini del Dr. Seuss, If I ran the Zoo, dove compare un personaggio appunto chiamato Nerd. Il Dr. Seuss da noi è conosciuto soprattutto per l’adattamento cinematografico del film omonimo, Il Grinch, con protagonista Jim Carrey.

    Nel 1951, sulla rivista Newsweek, compare un articolo che riporta la parola nerd come sinonimo di drip o square, cioè squadrato. Il riferimento è rivolto a tipi noiosi e dal look decisamente fuori moda. Questo si può considerare il vero battesimo della parola nerd. Il resto è storia…

    Siamo arrivati alla fine, ma tenete le cinture ancora allacciate per un momento. Vorrei lasciarvi con le parole dell’archetipo del nerd, il grande Bill Gates: Siate gentili nei confronti dei nerd. Ci sono buone probabilità che un giorno finiate con il lavorare per uno di loro.

    Ora potete rilassarvi, vi lascio in dote alcuni nomi di nerd o protonerd presi dal cinema e dal mondo delle serie.

    CINEMA

    1963 - Professor Julius Kelp (Jerry Lewis) - Le folli notti del dott. Jerryll - di Jerry Lewis

    1982 - Kevin Flynn (Jeff Bridges) - Tron - di Steven Lisberger

    1983 - David Lightman (Matthew Broderick) - War Games - di John Badham

    1984 - Lewis Skolnick (Robert Carradine) - La rivincita dei nerd - di Jeff Kanew

    1984 - Alex Rogan (Lance Guest) - Giochi stellari - di Nick Castle

    1989 - Jimmy Woods (Luke Edwards) - Il piccolo grande mago dei videogames - di Todd Holland

    2002 - Peter Parker (Tobey Maguire) – Spider-Man - di Sam Raimi

    2005 - Andy Stitzer (Steve Carell) - 40 anni vergine - di Judd Apatow

    2009 - Tutti i protagonisti di Fanboys - di Kyle Newman

    SERIE TV

    2007 - The Big Bang Theory - Devo anche parlarne?

    2014 - Silicon Valley

    2015 - Mr. Robot

    Questa volta è davvero il saluto finale. Se non conoscete i titoli sopra citati non è colpa mia, non è che posso farvi la sinossi di ogni pellicola. Fatevi un giro nel mondo dello streaming, noleggiate il dvd, insomma fate come vi pare. Ah! Scordavo l’ultima cosa. Il vero nerd è fortemente intollerante verso l’ignoranza relativa alle sue passioni o fissazioni, spesso rasenta la maleducazione. A buon intenditor, poche parole! Bene, buona lettura ciurma, ora tutti all’arrembaggio (anche questa è una citazione).

    CHAPTER ONE - 01 - 001

    C

    i fu un tempo, tra lo sprofondamento di Atlantide… no, così non va. Proviamo diversamente. Steve Austin Astronauta… no, non c’entra nulla. Spazio, ultima frontiera, eccovi i viaggi… dieci anni fa, gli uomini di un commando specializzato… c’erano una volta tre ragazze che frequentavano un’accademia di polizia… minchia, com’è difficile trovare un opening all’altezza dei fatti che voglio narrarvi. Non so perché, ma quelli sopra mi sanno tanto di già sentito.

    Ma che maleducato, scusate, non mi sono neanche presentato, ma d’altronde, il mio nome, almeno per ora, non è importante. Potete però chiamarmi ‘Narratore Onnisciente’, oppure Mr. NO. È una definizione che ho imparato da poco, ed è perfettamente calzante al mio ruolo. Ah! Già, che scemo, non vi ho detto qual è il mio ruolo. Beh! Lo scoprirete. Vi basti sapere che sono colui che sa tutto, anche i pensieri più reconditi dei personaggi. Va beh! Ci sentiamo dopo, ora leggetevi la prima storia. Quasi scordavo la cosa più importante: ricordatevi che nulla accade per caso, tutto è connesso, quindi il caso è connesso a ciò che accade, anzi, accade ciò che il caso ha connesso… sì, così va bene.

    Margherita e lo spiritello porcello

    Mentre le ombre cancellavano i nomi dalle lapidi, il cimitero di San Michele spurgava la sua necropoli dagli invasori: i vivi. La notte era calda, gravida dell’umidità che il calore agostano le restituiva. Una ragazza in jeans attillati e canottiera scura si attardava curva sulla lapide sotto cui riposava il defunto padre.

    In lontananza, un altoparlante gracchiava parole incomprensibili sull’orario di visita terminato e l’imminente chiusura dei cancelli. La fanciulla non si avvide di nulla, assorta com’era nella preghiera. Raccolse in una coda di cavallo i lunghi e vaporosi capelli color mogano, liberando il collo niveo, poi estrasse dalla tasca posteriore il cellulare e lo pose sul selciato insieme alle chiavi della macchina, che fino a quel momento teneva strette nel pugno. Non voleva impedimenti per la pulizia della lastra di marmo.

    Due fanciulli camminavano imitando l’andatura caracollante degli zombie, come nei film di Romero. I suoni sgraziati che partorivano le loro gole violavano la sacralità del luogo. Il più alto dei due si bloccò, come folgorato da un’intuizione divina.

    Stavo pensando, cioè, pensa che figata se tutti i supereroi della Marvel diventassero zombie, cioè proprio zombie, cioè tipo Thor o Capitan America.

    Il bassetto si illuminò in viso e aggiunse: Cioè, figo, cioè ma proprio zombie, cavolo ma sei un genio.

    La fanciulla, visibilmente infastidita dalla distrazione non richiesta, sbottò tra sé e sé.

    Deficienti, basta frequentare qualsiasi fumetteria per sapere che la Marvel ha già prodotto una serie intitolata Marvel Zombie.

    I gorgoglii dei due deficienti andavano via via attenuandosi mentre guadagnavano l’uscita.

    Appollaiato sulla lapide attigua, un ragazzo sui sedici anni osservava la scena, capelli lunghi e arruffati che arrivavano a coprirgli le orecchie, viso segnato da una ragnatela di acne giovanile, giubbotto in jeans, smanicato e, sotto, una magliettina con l’effige di Superman.

    Mamma mia, che bona, ed è pure un’esperta di fumetti… ora su, da brava, inchinati ancora un pochetto.

    La ragazza proseguì nel sacro rituale, mentre l’adolescente era sempre più rapito dalla procace estetica di quella visitatrice fuori orario.

    Come vorrei essere al posto di quella canotta, così aderente, così pregna del tuo profumo. Non ho mai visto tette così grandi.

    La fanciulla si rizzò di scatto, serrò i pugni sui fianchi e, visibilmente infastidita, sbottò.

    Ehi! Ragazzino, cerca di darti una calmata.

    Il ragazzino gettò un urlo misto di sorpresa e paura, e se avesse potuto, sarebbe ruzzolato gambe all’aria.

    Ma tu mi vedi! E mi senti, perfino! Ma come è possibile?

    Certo che ti vedo e ti sento, idiota, ho solo pensato che se ti avessi ignorato saresti scomparso.

    Ma io sono un fantasma e tu… tu… non puoi vedermi.

    Invece, sai che c’è? Purtroppo, ti vedo e ti sento, razza di maniaco imbecille.

    Il fantasma cercò di ricomporsi, avrebbe voluto darle una risposta piccata, di quelle che non lasciano spazio a nessuna replica, ma non gli sovvenne nulla. Era troppo distratto dallo spettacolo di quel decolleté fuori calibro. Fu la ragazza a riprendere la parola.

    Risolleva la mascella, idiota, e avvicinati. Dimmi come ti chiami e perché non hai completato il tuo trapasso.

    Cosa?

    Il tuo nome, deficiente, e dimmi perché sei sospeso in questo limbo.

    Come?

    Santa pazienza, dimmi come cavolo ti chiami e perché non sei con gli altri morti. È chiaro o devo farti un disegnino?

    Io… io mi chiamo… ma tu? Come?

    Il fantasma non riusciva ad articolare nessuna frase di senso compiuto. Fu la ragazza a toglierlo dall’impiccio.

    Ok, inizio io. Mi chiamo Margherita e sono una medium. Non posso comunicare con tutti i morti, ma solo con quelli che per qualche motivo non hanno potuto fare il grande salto. Manco da Cagliari da alcuni anni, cioè da quando mio padre è scomparso. Ora tocca a te. Una parola per volta e vedrai che la frase si compone.

    Va bene, ci provo. Allora, mi chiamo Simone e sono morto nel novembre del 1984. Sul perché mi trovo ancora qui invece… boh!

    "Santa pietà, ma che razza di risposta è boh? Prova almeno a raccontarmi come sei morto, è pur sempre un punto di partenza".

    "Mi trovavo al bastione di San Remy quando è successo. Abitavo in Castello. Ero con un ragazzo che avevo conosciuto pochi mesi prima a scuola. Ci siamo incontrati per scambiarci dei giochi per il Commodore 64. Una vecchia, forse una zingara, si avvicinò per chiederci delle monetine. Il mio amico le diede 50 lire, io invece feci lo stronzo. Le iniziai a parlare in klingoniano. Lo avevo imparato da mio fratello maggiore, un vero fanatico di Star Trek. Comunque, la vecchia non gradì la presa in giro. Iniziò a mormorare delle frasi

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