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Il circo dei granchi
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E-book110 pagine1 ora

Il circo dei granchi

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Fantascienza - romanzo breve (77 pagine) - Il gioco di prestigio del granchio blu sembrava magia. Pareva un miracolo.


Il granchio blu: un mistero, una sfida, una rivoluzione…

Il Cirque de la Lune è in crisi. Il suo rivale, Giuseppe Keller de l'Alicia Sogni, ha tirato fuori dal cappello una nuova attrazione: un granchio che sembra violare ogni legge fisica e dell'illusionismo esistenti. Un miracolo? Un alieno? Un androide? Il granchio blu sta attirando l'attenzione di tutti, compresi i Carbonai, un gruppo di rivoluzionari che lo vedono come un simbolo di speranza. Davide Penna deve scoprire il trucco del granchio, ma è una sfida difficile. Se non ci riuscirà, il Cirque de la Lune fallirà e lui perderà tutto.


Alessandro Montoro vive a Roma. Lavora come consulente per una grande multinazionale di IT ricoprendo il ruolo di Team Leader nel settore della AI. Ha studiato presso l’Università degli Studi di Roma "La Sapienza", conseguendo una laurea triennale in fisica e una magistrale in matematica. Possiede una licenza di Solfeggio ed è principalmente pianista. Ha esordito come scrittore di fantascienza con Per un’abiura in meno (2021) per Delos Digital e ha proseguito pubblicando altri romanzi brevi con cadenza di circa uno al mese. Con il racconto Partenogenesi (2022) è comparso in Urania Collezione, mentre nell'ottobre dello stesso hanno ha vinto la sesta edizione del Premio Urania Short con La Causa Fantasma, uscito su Urania 1707. Nel 2023 è uscito il suo primo romanzo, Gli abissi dei Porci.

LinguaItaliano
Data di uscita3 ott 2023
ISBN9788825426243
Il circo dei granchi

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    Anteprima del libro

    Il circo dei granchi - Alessandro Montoro

    Prefazione

    Che Alessandro Montoro fosse uomo dal multiforme ingegno lo avevamo già capito, ma ancora non si sapeva che si dilettasse a fare il prestigiatore. Sono riuscita perfino a strappargli la promessa di darne una dimostrazione a me e a quanti volessero metterlo alla prova. In questa novella si trova dunque a proprio agio, tanto più che nel suo scrivere dà l’impressione di divertirsi un mondo. E a ben pensarci, il suo è proprio il divertimento dell’illusionista che gioca a sorprendere lo spettatore.

    Il circo dei granchi è un titolo tutt’altro che metaforico: qui c’è il circo e ci sono i granchi. L’elemento delle bizzarre presenze animali è ormai familiare a chi pratica la letteratura di Montoro. Animali grotteschi, surreali, talvolta pericolosamente umani, stavolta in forma di crostacei e non solo.

    L’ambientazione è ideale per una storia così fantastica, perché il circo e il fantastico vanno a braccetto dalla notte dei tempi. È vero nel cinema, dall’indimenticabile Freaks di Tom Browning al recente Freaks Out di Mainetti. E in letteratura, se non vogliamo scomodare Thomas Mann con il suo Mario e il mago (storia non propriamente fantastica ma fantasticamente allucinata), troviamo ottimi esempi vicino a noi, come Freakshow di Pee Gee Daniel, Grotesquerie di Emanuela Valentini e il racconto di Valeria Barbera Bestie feroci. Citazioni niente affatto esaustive, perché credo di avere numerosi altri esempi in quei cassetti della memoria destinati alle cose che si sanno ma non si ricordano.

    Il potenziale grottesco e tragico del circo è evidente a tutti e, aggiungendo a questo la passione di Montoro per la prestidigitazione, la scelta non meraviglia. Ma perché il racconto parla di un granchio blu? (Piccolo spoiler: il granchio è blu). Dal momento che la presenza del granchio blu nei nostri mari balza ogni giorno agli onori della cronaca, mi sono posta domande sull’abilità del nostro autore nel cavalcare l’attualità in modo così tempestivo. Non ho potuto fare a meno di chiederlo a lui e la risposta è stata spiazzante. Si tratta di un puro caso di sincronicità, me lo ha assicurato e io ci credo perché di questi casi ne ho conosciuti non pochi. Altrimenti resterebbe la terza ipotesi, ancora nel campo dell’illusionismo: che questi esotici invasori dei nostri mari siano scaturiti direttamente dal suo cappello a cilindro! Purtroppo i numeri sono contrari a una probabilità così golosa (pare che il crostaceo sia ottimo in tavola).

    Ma lasciamo il circo e torniamo alla lettura. Il fatto che sia questa novella di Alessandro Montoro a inaugurare una nuova collana dedicata al Cyberpunk fa capire quanto siano cambiati i tempi. Il Cyberpunk non è più quello di una volta, e aggiungo… per fortuna! La letteratura di fantascienza si evolve, e così i suoi generi e sottogeneri, con buona pace dei frequentatori di bancarelle (che frequento anch’io, è vero, ma con moderazione). È bene saperlo. Montoro non è un annusatore di scie, un camminatore su orme altrui. Dobbiamo tenerlo d’occhio, questo ragazzo che sta esplodendo in una produzione pirotecnica di testi lunghi e brevi. Credete a me, Montoro è un innovatore. Ha coraggio, non esita a sperimentare e contaminare, ad abbandonare strade tracciate per seguire la stella cometa del suo genio creativo. L’ironia, il gioco scanzonato, la capacità di maneggiare l’aspetto grottesco, compongono una cifra originale e riconoscibile.

    Se proprio dovessi analizzare il suo bagaglio genetico, metterei Bulgakov fra i suoi ascendenti.

    Per godere di questa lettura, infine, dobbiamo recarci di nuovo al circo. Naso all’aria, bocca aperta e occhi spalancati, lasciamoci travolgere dalle sue acrobazie offrendogli la necessaria sospensione d’incredulità. Glielo dobbiamo, mentre lui si lancia senza rete.

    Giovanna Repetto

    Questo romanzo è dedicato agli appassionati dei giochi di prestigio, della magia e dell’illusionismo!

    1 – Il circo è in città

    Davide Penna

    Non riuscivo a staccare gli occhi da quel gioco d’abilità incredibile.

    Sedevo fra la gente nella cavea del circo, proprio in mezzo agli applausi, ai dolci e alle urla. Come tutti, ero rapito da quel fenomeno mai visto prima, e me ne intendevo d’illusionismo, ve l’assicuro.

    Non trovavo spiegazioni.

    Mi tirai indietro i capelli impomatati cercando di non manifestare il disagio a chi mi stava vicino come un elefante impossibile da nascondere. Detersi il sudore.

    Quell’animale alieno addestrato sarebbe stato la mia rovina.

    Il pubblico nel tendone era in delirio. Gli spalti erano pieni. Il circo interplanetario Alicia Sogni aveva fatto il tutto esaurito anche su quel pianeta. Avevo controllato i resoconti inviatimi da Nanoc, il mio impiccione automatico di fiducia.

    Il mio pensiero volò per un solo istante alla ragazza che dava il nome a quel luogo. Alicia. Il mio cuore iniziò a battere più forte.

    Quanto tempo ci vorrà per capire cosa sta succedendo?

    Il pubblicò esplose in una fragorosa ovazione.

    Non riuscivo a capire.

    Tenevo nella destra una carta francese, un tre di fiori, che continuavo a piegare e a far sparire cercando di riflettere. Era un mio vizio, non riuscivo a farne a meno. Alcuni dei miei vicini di seduta l’avevano notato. Più di qualche occhio bionico era inchiodato su di me. Un bambino mi fissava con i popcorn in bocca come se avesse visto una vera magia per la prima volta.

    Il piccolo tornò a guardare lo spettacolo. Le luci si alzarono.

    Il presentatore lo conoscevo bene. Prese un microfono e iniziò a parlare.

    – Avete visto signori? Spettacolare! Ora il granchio Krabster ricomporrà questi cocci di vetro e li riempirà con dell’acqua! – Il pubblicò andò completamente in delirio.

    La vasca di pezzi di cristallo brillava. Sapevo bene che sarebbe rimasta in quello stato ancora per poco.

    Ma come fa?

    Avevo pagato cinque dobloni per vedere quello spettacolo nel circo Alicia Sogni, gestito appunto da Alicia Sogni e da Giuseppe Keller, il presentatore. Lui, il mio rivale di una vita, il mio principale contendente.

    Il Cirque de la Lune non ha mai avuto un’attrazione simile. Ovunque io vada mi ruba il pubblico.

    Keller agitò le mani. Il vestito cremisi da domatore, con tanto di spalliere, oscillava insieme a lui.

    Krabster, il granchio alieno blu gigante, si incamminò al centro dell’arena con i suoi tipici movimenti aritmici. Un clown dall’aria svogliata e dal naso rosso avvicinò il secchio pieno di vetri e li riversò davanti all’animale alieno. Mi sentii toccare la spalla, la mano che mi sfiorava era cibernetica.

    – Scusi signore, ma lei non è per caso Davide Penna, il noto prestigiatore? – L’uomo che aveva fatto la domanda era sovrappeso, vestito elegantemente e con foltissimi baffi. L’arto artificiale era saldato all’altezza della spalla.

    Mi appuntai mentalmente di travestirmi meglio in futuro. – No, mi dispiace. Me lo dicono in molti, deve aver frainteso.

    L’omaccione fece spallucce e tornò a fissare l’arena.

    Krabster, dopo un colpo di frusta di Giuseppe Keller, si avvicinò ai cocci brillanti. Dopo aver portato la chela destra al di sopra di essi, questi saltarono in alto, ricomponendosi in un bicchiere.

    Voilà, signori! Un applauso per Krabster.

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