Black or White
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Info su questo ebook
Fra tutte le star apparse durante diversi decenni, Michael Jackson resta la più affascinante, quella che sfugge di più all'analisi immediata.
Pieno di talento, capace di mettere in scena spettacoli di rara qualità, di scrivere canzoni indimenticabili, di muovere il suo corpo in modo sbalorditivo, Michael Jackson ha sedotto il pubblico innanzitutto per le sue qualità artistiche. Come contropartita, il pubblico ha dovuto accettare le eccentricità fuori dal normale di un personaggio mai classificabile, una specie di eccentrico eroe di una favola che avrebbe deragliato lungo la strada.
Resta il fatto che la Storia ricorderà l'essenziale : « Billy Jean », « Thriller », « Don’t stop til you get enough » e altre canzoni diventate dei classici e destinate a resistere all'usura del tempo…
Come ha dichiarato un altro maestro della sua arte, Steven Spielberg : « Così come non avremo mai più altri Fred Astaire o altri Chuck Berry o altri Elvis Presley, non ci sarà mai più nessuno paragonabile a Michael Jackson. ». « Il suo talento, la sua vivacità e il suo lato misterioso fanno di lui una leggenda... ».
Questo libro racconta la vita di Michael, si sofferma in modo approfondito sugli episodi più rilevanti della sua esistenza e descrive l'evoluzione del cantante. Parla del "dietro le quinte" di Thriller, l'album di tutti i records. Contiene anche dei ritratti di Quincy Jones, Janet Jackson e La Toya.
Per quale motivo un genio della pop music si è trasformato in un personaggio enigmatico, alla ricerca di un'identità parallela?
Daniel Ichbiah
Ecrivain, auteur-compositeur et musicien, Daniel Ichbiah est l'auteur de plusieurs livres à succès.* Les 4 vies de Steve Jobs (plus de 20 000 exemplaires* La saga des jeux vidéo (5 éditions : 14 000 ex.)* Bill Gates et la saga de Microsoft (1995 - 200 000 ex.),* Solfège (2003 - environ 100 000 ex.). Très régulièrement dans le Top 100 de Amazon.* Dictionnaire des instruments de musique (2004 - environ 25 000 ex.),* Enigma (2005 - 10 000 ex.)* Des biographies de Madonna, les Beatles, Téléphone (Jean-Louis Aubert), les Rolling Stones, Coldplay, Georges Brassens...)En version ebook, mes best-sellers sont :. Rock Vibrations, la saga des hits du rock. Téléphone, au coeur de la vie. 50 ans de chansons française. Bill Gates et la saga de Microsoft. Elvis Presley, histoires & légendes. La musique des années hippiesJ'offre aussi gratuitement à tous un livre que j'ai écrit afin de répandre la bonne humeur : le Livre de la Bonne Humeur.
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Anteprima del libro
Black or White - Daniel Ichbiah
Black or White
Biografia di
Michael Jackson
––––––––
Daniel Ichbiah
© Daniel Ichbiah
2013, 2014, 2016, 2019
Michael Jackson, Black or White ?
Daniel Ichbiah
Babelculbe
Copyright 2013, 2014, 2016, Daniel Ichbiah
Traduttore : Anna Scarlato – 2019
Fotografie di copertina :
© Imagecollect | Dreamstime.com
File ID: 21344764
Premessa
Fra tutte le star apparse durante diversi decenni, Michael Jackson resta la più affascinante, quella che sfugge di più all'analisi immediata.
Pieno di talento, capace di mettere in scena spettacoli di rara qualità, di scrivere canzoni indimenticabili, di muovere il suo corpo in modo sbalorditivo, Michael Jackson ha sedotto il pubblico innanzitutto per le sue qualità artistiche.
Come contropartita, il pubblico ha dovuto accettare le eccentricità fuori dal normale di un personaggio mai classificabile, una specie di eccentrico eroe di una favola che avrebbe deragliato lungo la strada.
Resta il fatto che la Storia ricorderà l'essenziale : « Billy Jean », « Thriller », « Don’t stop til you get enough » e altre canzoni diventate dei classici e destinate a resistere all'usura del tempo...
Come ha dichiarato un altro maestro della sua arte, Steven Spielberg :
« Così come non avremo mai più altri Fred Astaire o altri Chuck Berry o altri Elvis Presley, non ci sarà mai più nessuno paragonabile a Michael Jackson. »
« Il suo talento, la sua vivacità e il suo lato misterioso fanno di lui una leggenda... »
Un'infanzia rubata
« Mio padre mi prendeva a calci per delle sciocchezze, oltre a fare continuamente delle scenate. Mi faceva arrabbiare molto e mi faceva molto male. Restituirgli i colpi non faceva che peggiorare le cose. Se gli lanciavo una scarpa in faccia, o tentavo di sferrargli un pugno, con un solo gesto mi faceva ancora più male che con tutti gli altri colpi insieme. Se riprovavo a colpirlo, mi lasciava sul pavimento. »
« Ricordo che correvo sotto i tavoli per sfuggirgli e questo lo faceva arrabbiare ancora di più . »
Così Michael Jackson ha descritto la relazione con suo padre Joseph (di solito chiamato Joe) nella sua autobiografia Moonwalk.
Joe Jackson era un abominevole tiranno ? Il padre di Michael Jackson ha di certo acquisito la reputazione di una persona severa, brutale, che non esitava a disprezzare i suoi figli, a cominciare da Michael di cui prendeva in giro il fisico chiamandolo « big nose » (grande naso). Joe, in seguito, si era tuttavia difeso dall'accusa di aver tormentato i suoi figli, affermando che lui non era stato più severo dei normali genitori che di tanto in tanto danno una sculacciata.
Resta il fatto che ciò che Michael stesso ha raccontato su di lui è poco gratificante. Del resto, Michael non ha lasciato neanche un centesimo a questo padre di cui ha sempre detto che gli aveva « rubato l'infanzia» : nel 2002, lo ha semplicemente e completamente escluso dal suo testamento, mentre ha mantenuto il cognome della madre Katherine...
Frustrato musicista di blues, il padre dei Jackson era stato un tempo membro di un gruppo di Rhythm and Blues (r'n'b'), i Falcons, che non era neanche minimamente diventato popolare. Non essendo stato in grado di sopravvivere con la musica, ha continuato a lavorare come operaio in un'officina. Negli anni '50, lavorava ogni giorno, tra mille difficoltà, per per far fronte alle necessità della famiglia. Katherine, sua moglie, cuciva lei stessa i vestiti dei figli. I Jackson erano adepti della religione dei testimoni di Geova, che prevedeva una stretta disciplina e un atteggiamento spesso austero.
Michael è nato il 29 agosto 1958 nella città di Gary, in una piccolissima casa al 2300 di Jackson Street.
« Bastava fare cinque passi per percorrere la casa in tutta la sua lunghezza », dirà più tardi Michael Jackson. « In effetti non era molto più grande di un garage ».
E' questo minuscolo garage che ha accolto i nove figli che la coppia Jackson ha avuto nel corso degli anni : i ragazzi dividevano un'unica stanza riempita di letti a castello, e le ragazze, Janet e La Toya, si dividevano il divano in salotto.
Joe sembra non aver mai smesso di provare a prendersi una rivincita sull'esistenza, e a riuscire a conoscere il successo musicale, seppur per procura. Per riuscirci, egli mise a dura prova la sua prole, perseguendo un unico obiettivo : trasformare quei fratelli in un gruppo famoso.
Tutto iniziò una sera del 1962 in cui Joe si rese conto che uno dei suoi figli, Tito, aveva toccato la sua chitarra, cosa che normalmente era proibita. Cercando di celare la sua rabbia, gli chiese di mostrargli cosa sapesse fare. Quello che ascoltò gli piacque.
Gli venne un'idea : perché non creare un gruppo con Tito (9 anni) alla chitarra, il più grande Jackie (11 anni) alla voce, accompagnato da Jermaine (8 anni) ? Due vicini si unirono all'operazione : Reynaud Jones alla chitarra e Milford Hite alle percussioni. Tuttavia, questi verranno gradualmente rimpiazzati da altri due fratelli Jackson: prima Marlon e poi Michael.
Tutta l'attenzione del padre era rivolta a fare in modo che i suoi figli diventassero delle celebrità, e ne conseguiva che Jackie, Tito, Marlon e Michael vedevano il loro tempo libero dedicato a delle incessanti lezioni musicali.
Michael ha raccontato che a volte guardava con invidia i bambini che giocavano fuori, rimpiangendo il fatto di non avere diritto a questi momenti di svago.
« Quando diventai più grande, non c'era che il lavoro, il lavoro, il lavoro» ha raccontato il Re del Pop durante la trasmissione di Oprah Winfrey nel 1993.
Appena usciti da scuola, posati gli zainetti in salone, iniziavano le lezioni, con l'obiettivo di ottenere delle prestazioni di una qualità tale da rasentare la perfezione. Per ottenere il suo scopo, Joe non esitava ad impiegare metodi duri. Era fuori questione cantare in una tonalità scorretta o saltare un beat perché la punizione era pesante. Joe faceva ricorso alla violenza sulla sua prole, e manifestava una ferocia che sua moglie Katherine cercava di compensare, apparendo, di contro, la bontà in persona.
« Ci faceva ripetere mentre teneva in mano una cintura. Ci correggeva ad ogni minimo errore. A volte utilizzava dei fili elettrici o tutto ciò che trovava a portata di mano. Arrivava anche a sbatterci contro il muro con tutta la forza che aveva. Sento ancora mia madre urlare : ‘Joe, così lo uccidi, fermati! ‘», ha raccontato Michael nel documentario Living with Michael Jackson realizzato da Channel Four. Così come dirà di questo padre dittatoriale che : « Gli bastava uno sguardo per terrorizzarci ».
I fratelli Jackson più grandi sono stati a lungo riluttanti nel far integrare il fratello minore nel gruppo. Tuttavia, fin dai primi momenti in cui egli ci entrò, il piccolo angelo si impose immediatamente come il più dotato del gruppo, ma anche come il più carismatico dei Jackson.
Leggenda vuole che, un giorno, quando Michael aveva appena 4 anni, si mise ad improvvisare su una canzone di James Brown. Immediatamente si capì quanto egli fosse dotato di un talento fuori dal comune.
« Mia madre ci cantava delle canzoni country », ha raccontato Michael nel 1981. « Tuttavia, era il r'n'b' che mi esaltava. Era la musica che mi faceva muovere. Riempiva il mio cuore di gioia e mi dava voglia di cantare ».
La vera scintilla scoccò un po' più tardi, quando Michael partecipò a uno spettacolo di scuola. Interpretava la canzone « Climb Every Night », tratta dalla commedia musicale The Sound Of Music.
« Quando finii di cantare, la reazione del pubblico mi travolse. La sala tremava, tanti erano gli applausi. Le mie insegnanti piangevano. Io non riuscivo a crederci. Li avevo resi felici. Allo stesso tempo però, mi sentivo imbarazzato, perché sinceramente in me non vedevo niente di speciale. Io cantavo soltanto come ero abituato a fare ogni sera a casa mia».
Jermaine, che fino ad allora era stato la voce della band, deve cedere pian piano il posto alla stella naturale del gruppo : Michael, che allora aveva appena sei anni ! I fratelli maggiori, tuttavia, restano per molto tempo il modello da seguire :
« Era su Jermaine che mi focalizzavo di più. Lui mi accompagnava a scuola. Io indossavo i suoi vestiti. Lo imitavo continuamente. In confronto alla mia voce da bambino, Jermaine era un cantante esperto. Amavo il suo timbro. A livello vocale, lui mi ha mostrato la direzione da seguire. »
Ovunque i Jackson Five si esibissero, Michael cristallizzava l'attenzione su di lui, sia per la sua voce delicata ma intensa, che per il suo sorriso disarmante, ma anche per la sua presenza dal fascino quasi irresistibile...
E' tempo di debuttare e il gruppo comincia ad esibirsi durante i fine settimana nei locali della regione, inclusi quelli di strip-tease. I fratelli iniziano aggiudicandosi una competizione organizzata dal liceo di Gary, dove interpretavano « My Girl » dei Temptations. Poco dopo, Joe Jackson riesce a far ottenere loro un contratto in un night-club della zona, con una retribuzione di 8 dollari a prestazione.
Inizialmente, i fratelli si esibiscono con il nome di Ripples and Waves (Increspature e Onde), ma molto presto Joe sceglie di chiamarli Jackson Five
. La loro professionalità viene notata molto presto. A forza di esibirsi negli squallidi locali dello stato dell'Indiana, il gruppo riesce a farsi conoscere anche nelle grandi città.
La svolta arriva nel 1967 quando i Jackson Five partecipano a una competizione in un luogo in tutti i sensi mitico : il Teatro Apollo di Harlem (New York), il luogo in cui James Brown aveva registrato un album entrato nella leggenda, Live at the Apollo. La reputazione dei Jackson Five li aveva preceduti, e si esibirono direttamente in finale. I fratelli uscirono vincitori dalla prova, e questo gli aprì alla grande le porte di una potenziale celebrità.
Nell'ottobre del 1967, viene firmato un contratto di sei mesi con una casa discografica dell'Indiana, la Steeltown Records. Questa volta, i fratelli devono presentare delle canzoni inedite. L'opera di un musicista di Chicago, Ed Silver, viene scelta come lato A : « Big Boy ». E' una canzone di qualità, introdotta da un orecchiabile assolo di chitarra, che lascia poi il posto alla voce super seducente di Michael. Il 45 giri esce il 30 gennaio 1968. Trasmesso in modo regolare dalle radio locali, se ne vendono una decina di migliaia di copie. Seguendo l'onda, esce un secondo singolo e i Jackson Five registrano anche un intero album per Steeltown, ma quest'ultimo non uscirà in commercio...
Si dà il caso che in quello stesso 1968, che in moltissimi angoli del pianeta è stato contrassegnato dalle rivolte studentesche, i Jackson Five conoscano la propria rivoluzione : la loro reputazione è arrivata fino alle orecchie di un certo Berry Gordy, il fondatore dell'etichetta discografica Motown, lo stesso che aveva lanciato stars della portata Diana Ross e dei Supremes, Marvin Gaye, Stevie Wonder...
E' il cantante Gladys Knight stesso che attira l'attenzione del capo della Motown sui fratelli venuti dall'Indiana.
Incredibile ma vero : i Jackson Five si ritrovano a firmare presso la casa discografica che ha costruito le carriere di stars del calibro di Stevie Wonder !
« Fu la gioia più totale quando apprendemmo che avevamo superato l'audizione alla Motown. Ricordo che Berry Gordy ci fece sedere. Ci disse che avremmo scritto una pagina di storia tutti insieme» ha raccontato Michael Jackson in Moonwalk.
« Farò di voi le più grandi stelle del mondo, e parleranno di voi nei libri di storia. Ci disse esattamente questo. E noi, ascoltandolo, saltammo di gioia gridando : «Certo ! Si ! »
« Non dimenticherò mai quel momento. Ci aveva invitati tutti a casa sua ed era come se stessimo vivendo davvero una favola. Ascoltavamo quest'uomo, pieno di talento, così importante, che ci prediceva un successo fuori dal comune : « Il vostro primo disco sarà un primo posto, il vostro secondo disco sarà un primo posto e