Dee, fate, streghe. Il potere femminile dai culti naturali a Walt Disney
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Società e scienze sociali - saggio (92 pagine) - Un’analisi delle connotazioni che il potere femminile ha assunto nei secoli
Nel corso della sua storia, il personaggio di Elsa di Frozen incarna tutti i principali ruoli femminili presenti nei Classici Disney: Principessa, Regina Cattiva, Strega e Fata, prima di scoprire la sua vera natura al termine del secondo film.
Il suo percorso riflette le diverse connotazioni che il potere femminile ha assunto agli occhi della società: prima oggetto di Venerazione con le dee dei culti naturali, poi di Persecuzione con la caccia alle streghe, e infine di parziale Riabilitazione grazie alla figura delle fate, per poi giungere a una Liberazione che ci riporta alle origini, in un cerchio perfetto.
Alla sapiente trattazione di Angelo Serfilippi, a cavallo fra religione, mitologia, storia, fiaba e letteratura, si aggiunge lo sguardo sociologico e femminista di Leone Locatelli, in un’analisi del ciclo del potere femminile che inizia dalla Preistoria e arriva fino a Walt Disney, con le sue streghe, le sue fate e le sue dee.
Angelo Serfilippi vive a Marotta-Mondolfo, in provincia di Pesaro. Insegna lingue straniere ed è laureato all’Università degli studi di Urbino “Carlo Bo”.
Studioso di fiabe, miti e culti, è uno dei consulenti di ricerca di heroica.it.
Leone Locatelli è un ricercatore indipendente, autore e fondatore del sito heroica.it, dedicato all’analisi e alla valorizzazione dei personaggi femminili nella cultura pop.
Per Delos Digital è saggista e curatore della collana omonima.
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Recensioni su Dee, fate, streghe. Il potere femminile dai culti naturali a Walt Disney
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Anteprima del libro
Dee, fate, streghe. Il potere femminile dai culti naturali a Walt Disney - Angelo Serfilippi
A Maurizio,
che ha cambiato tutta la mia vita
(e perfino la mia opinione su Frozen II).
Leone Locatelli
Ad Anna.
Mia nonna, unica e indimenticabile.
E a tutta la mia amata famiglia.
Angelo Serfilippi
Una questione di potere
Leone Locatelli
Frozen (2013) e Frozen II (2019) sono in cima alla classifica dei film d’animazione più di successo di tutti i tempi: 1 hanno vinto premi, infranto record, dominato il mercato dei giocattoli, influenzato lo zeitgeist degli anni ‘10 del XXI secolo.
A dare vita al fenomeno mediatico che ha riportato la Walt Disney al centro dell’immaginario collettivo c’è una storia basata su due sorelle, una nata con poteri magici, una nata senza poteri
, 2 Elsa e Anna.
Scrivendo di cultura pop, non ho potuto fare a meno di chiedermi cosa queste due nuove eroine suggeriscano in merito alla rappresentazione della figura femminile nel nostro tempo.
Quello che ho subito notato è una disparità, a livello di popolarità, fra Anna ed Elsa. Se guardiamo i primi trailer di Frozen cercando di dimenticarci del fenomeno che è stato e che continua ad essere, notiamo come l’enfasi del montaggio venga posta su Anna, la sorella minore. In effetti, anche se il rapporto fra le due ragazze risulta fondamentale ai fini della trama, è Anna ad apparire per la maggior parte del film.
Eppure, quando Frozen ha raggiunto le sale, è stata Elsa a conquistare il cuore del grande pubblico.
Qual è il motivo dell’enorme successo di questo personaggio?
Perché, come scrive Ellen Byron del The Wall Street Journal, 3 per ogni bambola di Anna se ne vendono due di Elsa?
Una prima, superficiale ricerca online, fra forum di discussione e blog, sembra fornirci già la risposta.
Alcuni attribuiscono il suo successo all’immortale Let It Go, altri puntano sull’abito azzurro, più distintivo e glamorous rispetto a quello di Anna, altri ancora azzardano blondes have more fun
, 4 ma tutti concordano su una cosa: Elsa è bella e ha i poteri magici
, 5 come riassumeva Lucy De Maso, 4 anni, nel 2014.
Passa qualche anno, il successo del primo film comincia ad appannarsi e la Disney si affretta a portare nelle sale cinematografiche l’atteso sequel, che debutta in Italia il 27 novembre 2019.
Ammetto di non essere mai stato un appassionato di Frozen, tantomeno di Elsa, ma l’impatto culturale del primo film è stato innegabile.
Sentivo il bisogno di sapere cosa si sarebbero inventati
per il secondo.
Mi sono fiondato in sala al primo spettacolo del primo giorno di programmazione e ne sono uscito a dir poco confuso, quasi adirato: cosa diamine avevo appena visto?
Per gran parte del film non ci avevo capito molto, ma gli ultimi 20 minuti della pellicola mi avevano lasciato completamente basito.
Il finale del brano Mostrati (Show Yourself), interpretato da Elsa (Serena Autieri, nella versione italiana), lasciava supporre che fosse successo qualcosa di significativo, ma cosa? Sembrava, al massimo, che Elsa avesse ottenuto un nuovo abito e una nuova pettinatura, per la gioia del settore merchandise. Cosa era successo davvero?
Nei mesi successivi ho riguardato il film almeno dieci volte e, anche grazie all’aiuto di un caro amico (Maurizio), sono riuscito a cogliere la potenza simbolica della trasformazione di Elsa, che finalmente trova il suo posto nel mondo.
L’ultimo tassello del puzzle, però, è arrivato quando Angelo Serfilippi, co-autore di questo saggio, mi ha scritto per propormi alcuni contributi per il mio sito heroica.it e per la collana da me curata per Delos Digital.
La prima proposta era incentrata sui culti naturali femminocentrici, la seconda sulla nascita e l’evoluzione della figura della fata.
Delle varie proposte che ho ricevuto, questa è stata la prima e unica volta in cui ho risposto con un Sì
assoluto ed entusiasta, che mi è salito direttamente dal cuore. Niente ma
, se
, però
. Ho subito accolto entrambe le idee, dopodiché ci siamo sentiti al telefono e abbiamo cominciato a parlarne.
Essendo entrambi grandi appassionati di cinema d’animazione, ci è venuto naturale associare le figure trattate ai personaggi della Walt Disney.
Parlando delle Dee dei culti naturali, ho subito pensato a Persefone del corto La Dea della primavera (1934) e allo Spirito della Primavera di Fantasia 2000 (1999), poi ho avuto un sussulto: Elsa, nel sequel, scopre di essere una Dea!
Collocarla all’interno di una delle categorie femminili del canone disneyano mi ha aperto la mente su una verità fino a quel momento ignorata: la sua storia ci permette di mettere in luce i diversi ruoli che vengono ricoperti da bambine, ragazze e donne fin dai miti e dalle fiabe più antiche, ma soprattutto le diverse connotazioni che il potere femminile ha assunto nella storia dell’umanità.
Devo essere giunto a questa conclusione nel giro di un frammento di secondo, mentre Angelo Serfilippi attendeva pazientemente al telefono.
Nella mia testa, finalmente, tutto aveva un senso, incluso Frozen II.
Ho detto a Serfilippi che avevo avuto un’idea, che volevo essere anch’io parte del saggio. Alla sua conoscenza in fatto di religioni, mitologia, storia e letteratura, si è quindi aggiunto il mio sguardo sociologico e femminista, che tante volte si è rivolto ai personaggi Disney.
La cornice che accompagnerà l’analisi sarà infatti di matrice disneyana, un dovuto omaggio allo studio d’animazione che, prima e più di tutti, ha saputo riportare in vita personaggi tramandati da secoli nel mito, nella fiaba, nella letteratura e nella storia, proiettandoli nell’immaginario collettivo del XX e XXI secolo. I miei interventi accompagneranno la sapiente trattazione di Angelo Serfilippi, tracciando il ciclo
del potere femminile attraverso i personaggi Disney più conosciuti e amati, Elsa in primis.
Nota: Ai fini della trattazione, abbiamo preso in considerazione esclusivamente figure magiche femminili che appaiono nei lungometraggi d’animazione che fanno parte del canone dei Classici Disney – con l’eccezione della già citata Persefone, protagonista del corto La Dea della Primavera della serie Silly Symphony.
1. Classifica aggiornata al 26 settembre 2021. www.boxofficemojo.com/chart/top_lifetime_gross/?area=XWW
2. Lo spiega, in pochissime parole, il personaggio di Olaf nel sequel, facendo un riassunto del primo film.
3. E. Byron, P. Ziobro, Elsa Dominates Anna in ‘Frozen’ Merchandise Sales
. The Wall Street Journal (online), 4 novembre 2014. www.wsj.com/articles/elsa-dominates-anna-in-frozen-merchandise-sales-1415131605 (Consultato il 20-09-2021).
4. Lett. Le bionde si divertono di più
. Elsa, infatti, sfoggia una folta chioma di capelli biondo platino, in contrasto con l’arruffata zazzera rossiccia di Anna. Le numerose lentiggini di quest’ultima, inoltre, vengono definite da più fonti come un punto a suo sfavore.
5. E. Byron, P. Ziobro, Elsa Dominates Anna in ‘Frozen’ Merchandise Sales
. The Wall Street Journal (online), 4 novembre 2014. online.wsj.com/articles/elsa-dominates-anna-in-frozen-merchandise-sales-1415131605 (Consultato il 26-09-21).
Il ciclo del potere femminile
Elsa nasce come entità divina grazie ai poteri che gli spiriti della natura le conferiscono, 6 ma prende coscienza della sua identità solo al termine del secondo film, dopo essere stata identificata come principessa
, regina
, strega
e fata
.
La ciclicità del suo percorso riflette le diverse connotazioni che il potere femminile ha assunto agli occhi della società: prima oggetto di Venerazione con le Dee pagane, poi di Persecuzione con la caccia alle streghe e di parziale Riabilitazione grazie alla figura delle fate, per poi giungere a una Liberazione che torna alle origini, ai culti femminocentrici, per reintegrarli nell’inconscio collettivo.
Il saggio partirà dunque dall'analisi della figura femminile nei culti naturali per poi giungere alla sua demonizzazione, a fronte dell'abbandono delle religioni politeiste, e alla sua successiva rivalutazione in ambito fiabesco, sfociando infine nell’arte e nella cultura popolare, che hanno riportato la Dea al centro dell'immaginario contemporaneo.
Le Dee, le streghe e le fate disneyane, oltre ad accompagnare la trattazione di Leone Locatelli, saranno riprese, singolarmente, in chiusura della stessa, in una sorta di glossario in cui verranno ricondotte direttamente ai temi che hanno caratterizzato le integrazioni storiche, mitologiche, letterarie e artistiche redatte da Angelo Serfilippi. Tale sezione conclusiva vuole porsi come un elenco esaustivo di tutte le figure femminili magiche presenti nei Classici Disney, attingendo anche a tutti quei personaggi che non sono stati direttamente trattati nei precedenti capitoli.
6. Come spiegato in Frozen