Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

L'universale mediazione & regalità di Maria
L'universale mediazione & regalità di Maria
L'universale mediazione & regalità di Maria
E-book312 pagine3 ore

L'universale mediazione & regalità di Maria

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Chi meglio dei santi e sommi pontefici che ci hanno preceduto nel segno della fede e, che ora godono la visione beatifica della Santissima Trinità e di Maria stessa, possono delineare le virtù eccelse dell'Avvocata nostra, di cui lei si è servita di questi grandi e umili uomini di Chiesa per lasciare la sua impronta nella storia dell'umanità e nell'immagine dei suoi figli che si rifugiano sotto il suo manto? Ebbene, Ella si servì di loro e si serve oggi di tutti noi, perché Maria è Madre di tutti e intercede per tutti, e se l'accogliamo nella nostra vita come Madre, trionferemo con lei e per lei alla fine dei tempi, sul mondo intero soggiogato dall'angelo decaduto che vuole strappare le anime a Dio, e tormentare le anime che sono sotto la protezione di Colei che ha schiacciato la sua superbissima testa.
LinguaItaliano
Data di uscita31 dic 2021
ISBN9791220379588
L'universale mediazione & regalità di Maria

Correlato a L'universale mediazione & regalità di Maria

Ebook correlati

Religione e spiritualità per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su L'universale mediazione & regalità di Maria

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    L'universale mediazione & regalità di Maria - Rosaria Lullo

    PAPA PIO XII

    Discorso in onore di Maria Regina

    ( 1° novembre 1954 )

    Le testimonianze di omaggio e di devozione verso la Madre di Dio, che l'Universo cattolico ha moltiplicate nei mesi trascorsi, hanno provato splendidamente, così nelle pubbliche dimostrazioni, come nelle più modeste intraprese della pietà privata, il suo amore verso la Vergine Maria e la fede nei suoi incomparabili privilegi. Ma affine di coronare tutte queste manifestazioni con una solennità particolarmente significativa dell’Anno Mariano, abbiamo voluto istituire e celebrare la Festa della Regalità di Maria.

    Nessuno di voi, diletti figli e figlie, vorrà meravigliarsene, né pensare che si sia trattato di decretare alla Vergine un titolo nuovo. I fedeli cristiani non ripetono forse già da secoli nelle Litanie Lauretane le invocazioni, che salutano Maria col nome di Regina? E la recita del santo Rosario, proponendo in pia meditazione la memoria dei gaudi, dei dolori e delle glorie della Madre di Dio, non termina forse col ricordo radioso di Maria accolta in cielo dal suo Figliuolo e da Lui ornata col diadema reale?

    Non è stata dunque nostra intenzione d’introdurre qualche novità, ma piuttosto di far brillare agli occhi del mondo, nelle presenti circostanze, una verità atta ad apportare rimedio ai suoi mali, a liberarlo dalle sue angosce e ad indirizzarlo verso il cammino di salute, che esso ansiosamente ricerca.

    Meno ancora che quella del suo Figlio, la regalità di Maria non deve essere concepita in analogia con le realtà della vita politica moderna. Senza dubbio non si possono rappresentare le meraviglie del cielo che mediante le parole e le espressioni, ben imperfette, del linguaggio umano: ma ciò non significa appunto che, per onorare Maria, si debba aderire ad una determinata forma di governo o ad una particolare struttura politica. La regalità di Maria è una realtà ultraterrena, che però, al tempo stesso, penetra sin nel più intimo dei cuori e li tocca nella loro essenza profonda, in ciò che essi hanno di spirituale e d’immortale.

    L’origine delle glorie di Maria, il momento solenne che illumina tutta la sua persona e la sua missione, è quello in cui, piena di grazia, rivolse all'Arcangelo Gabriele il «Fiat», che esprimeva il suo assenso alla disposizione divina; in tal guisa Ella diveniva Madre di Dio e Regina, e riceveva l’ufficio regale di vegliare sulla unità e la pace del genere umano. Per Lei noi abbiamo la ferma fiducia che l’umanità s’incamminerà a poco a poco in questa via di salvezza; Ella guiderà i capi delle nazioni e i cuori dei popoli verso la concordia e la carità.

    Che cosa dunque potrebbero fare i cristiani nell'ora presente, in cui l’unità e la pace del mondo, ed anzi le sorgenti stesse della vita, sono in pericolo, se non volgere lo sguardo verso Colei, che apparisce loro rivestita della potenza regale? Come Ella avviluppò già nel suo manto il Fanciullo divino, primogenito di tutte le creature e di tutta la creazione (cfr. Col. 1, 15), così si degna ora di avvolgere tutti gli uomini e tutti i popoli con la sua vigilante tenerezza; si degna, come Sede della Sapienza, di far rifulgere la verità delle parole ispirate, che la Chiesa applica a Lei: «Per me reges regnant, et legum conditores iusta decernunt; per me principes imperant, et potentes decernunt iustitiam» (Prov. 8, 15-16; Brev. Rom. in Comm. Fest. B. Mariae Virg. I Noct. Lect. I). - Per mezzo mio regnano i re, e i magistrati amministrano la giustizia; per mezzo mio comandano i principi e i sovrani governano con rettitudine. - Se il mondo lotta al presente senza tregua per conquistare la sua unità, per assicurare la pace, l’invocazione del regno di Maria è, al di sopra di tutti i mezzi terreni e di tutti i disegni umani sempre in qualche modo difettosi, la voce della fede e della speranza cristiana, salde e forti delle promesse divine e degli aiuti inesauribili, che questo impero di Maria ha diffuso per la salvezza della umanità.

    Tuttavia dalla inesausta bontà della Vergine Beatissima, che invochiamo oggi come la regale Madre del Signore, noi attendiamo anche altri benefici non meno preziosi. Non soltanto Ella deve annientare i foschi piani e le opere inique dei nemici di una umanità unita e cristiana, ma ha da comunicare altresì agli uomini di oggi qualche cosa del suo spirito. Intendiamo con ciò la volontà coraggiosa ed anche audace, che, nelle circostanze difficili, di fronte ai pericoli e agli ostacoli, sa prendere senza esitare le risoluzioni che s’impongono, e perseguirne l’esecuzione con una energia indefettibile, in guisa da trascinare dietro le sue orme i deboli, gli stanchi, i dubbiosi, coloro che non credono più alla giustizia e alla nobiltà della causa che debbono difendere. Chi non vede in qual grado Maria ha attuato in sé stessa questo spirito e ha meritato le lodi dovute alla «donna forte»? Il suo «Magnificat», questo cantico di gioia e di fiducia invincibile nella potenza divina, di cui Ella imprende ad effettuare le opere, la riempie di santa audacia, di una forza ignota alla natura.

    Come noi vorremmo che tutti coloro, i quali hanno oggi la responsabilità del buono e retto andamento degli affari pubblici, imitassero questo luminoso esempio di sentimento regale! Invece, non si nota forse talvolta anche nelle loro file una sorta di stanchezza, di rassegnazione, di passività, che impedisce loro di affrontare con fermezza e perseveranza gli ardui problemi del momento presente? Alcuni non lasciano forse talora gli avvenimenti andare alla deriva, invece di dominarli con una azione sana e costruttiva?

    Non è dunque urgente di mobilitare tutte le forze vive ora in riserva, di stimolare coloro, che non hanno ancora piena consapevolezza della pericolosa depressione psicologica in cui sono caduti? Se la regalità di Maria trova un simbolo del tutto appropriato nella « acies ordinata », nell’esercito schierato in battaglia (Off. in Assumptione B. M. V. passim), certamente nessuno vorrà pensare a qualsiasi intenzione bellicosa, ma unicamente alla forza d’animo, che ammiriamo in grado eroico nella Vergine, e che procede dalla coscienza di operare validamente per l’ordine di Dio nel mondo.

    Possa la nostra invocazione alla regalità della Madre di Dio ottenere agli uomini solleciti delle loro responsabilità la grazia di vincere l'abbattimento e l’indolenza, in un’ora, in cui nessuno può permettersi un istante di riposo, quando in tante regioni la giusta libertà è oppressa, la verità offuscata dal lavorio di una propaganda mendace, e le forze del male sembrano quasi scatenate sulla terra!

    Se la regalità di Maria può suggerire ai reggitori delle nazioni atteggiamenti e consigli che rispondono alle esigenze dell'ora, Ella non cessa di riversare su tutti i popoli della terra e su tutte le classi sociali l'abbondanza delle sue grazie. Dopo lo spettacolo atroce della Passione ai piedi della Croce, in cui aveva offerto il più duro dei sacrifici che possano essere domandati a una Madre, Ella continuò ad effondere sui primi cristiani, suoi figli di adozione, le sue materne sollecitudini. Regina più che alcun’altra per la elevazione della sua anima e per la eccellenza dei doni divini, Ella non desiste dall'elargire tutti i tesori della sua affezione e delle sue dolci premure alla misera umanità. Lungi dall'essere fondato sulle esigenze dei suoi diritti e la volontà di un altero dominio, il regno di Maria non conosce che un’aspirazione: il pieno dono di sé nella sua più alta e totale generosità.

    Così dunque Maria esercita la sua regalità: accettando i nostri omaggi e non disdegnando di ascoltare anche le più umili e imperfette preghiere. Perciò, desiderosi come siamo d'interpretare i sentimenti di tutto il popolo cristiano, noi rivolgiamo alla Vergine Beatissima questa fervida implorazione:

    «Dal profondo di questa terra di lacrime, ove l’umanità dolorante penosamente si trascina; tra i flutti di questo nostro mare perennemente agitato dai venti delle passioni, eleviamo gli occhi a Voi, o Maria, Madre amatissima, per riconfortarci contemplando la vostra gloria, e per salutarvi Regina e Signora dei cieli e della terra, Regina e Signora nostra.

    Questa vostra regalità vogliamo esaltare con legittimo orgoglio di figli e riconoscerla come dovuta alla somma eccellenza di tutto il vostro essere, o dolcissima e vera Madre di Colui, che è Re per diritto proprio, per eredità, per conquista.

    Regnate, o Madre e Signora, mostrandoci il cammino della santità, dirigendoci e assistendoci, affinché non ce ne allontaniamo giammai.

    Come nell’alto del cielo Voi esercitate il vostro primato sopra le schiere degli Angeli, che vi acclamano loro Sovrana; sopra le legioni dei Santi, che si dilettano nella contemplazione della vostra fulgida bellezza; così regnate sopra l’intero genere umano, soprattutto aprendo i sentieri della fede a quanti ancora non conoscono il vostro Figlio. Regnate sulla Chiesa, che professa e festeggia il vostro soave dominio e a voi ricorre come a sicuro rifugio in mezzo alle calamità dei nostri tempi. Ma specialmente regnate su quella porzione della Chiesa, che è perseguitata ed oppressa, dandole la fortezza per sopportare le avversità, la costanza per non piegarsi sotto le ingiuste pressioni, la luce per non cadere nelle insidie nemiche, la fermezza per resistere agli attacchi palesi, e in ogni momento l’incrollabile fedeltà al vostro Regno.

    Regnate sulle intelligenze, affinché cerchino soltanto il vero; sulle volontà, affinché seguano solamente il bene; sui cuori, affinché amino unicamente ciò che voi stessa amate.

    Regnate sugl’individui e sulle famiglie, come sulle società e le nazioni; sulle assemblee dei potenti, sui consigli dei savi, come sulle semplici aspirazioni degli umili.

    Regnate nelle vie e nelle piazze, nelle città e nei villaggi, nelle valli e nei monti, nell’aria, nella terra e nel mare; e accogliete la pia preghiera di quanti sanno che il vostro è regno di misericordia, ove ogni supplica trova ascolto, ogni dolore conforto, ogni sventura sollievo, ogni infermità salute, e dove, quasi al cenno delle vostre soavissime mani, dalla stessa morte risorge sorridente la vita.

    Otteneteci che coloro, i quali ora in tutte le parti del mondo vi acclamano e vi riconoscono Regina e Signora, possano un giorno nel cielo fruire della pienezza del vostro Regno, nella visione del vostro Figlio, il quale col Padre e con lo Spirito Santo vive e regna nei secoli dei secoli. Così sia!»¹¹

    ___________________

    ¹¹ Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XVI anno di Pontificato (2 marzo 1954 - 1 marzo 1955), pp. 237-241.

    Fig. 3 - Matteo Cristadoro, L'eterno Padre dipinge l'Immacolata Concezione, olio su rame (1659),

    Abazia San Martino delle Scale.

    Capitolo I

    ~L’infanzia della piccola Maria di Nazareth~

    Consideriamo Maria Immacolata che viene al mondo nove mesi dopo la sua Concezione, e conferma di giorno in giorno le speranze della terra. Ammiriamo la pienezza di grazia che Dio aveva posta in Essa, e contempliamo i santi Angeli che la circondano del loro rispetto e del loro amore, come la futura Madre di Colui che deve essere il capo della natura angelica e umana¹².

    La Venerabile Suor Maria di Gesù d’Agreda, religiosa e mistica spagnola del 1600, nella sua celeberrima opera mariana: La mistica città di Dio, centra l’attenzione sulle dinamiche della creazione del corpo e l’infusione dell’anima nel corpicino di Maria Santissima:

    «Le tre divine Persone dissero fra loro: E' ormai tempo che diamo inizio all'opera del nostro beneplacito, creando quella pura creatura ed anima che deve trovare grazia ai nostri occhi al di sopra di tutte le altre. Dotiamola di ricchi doni e deponiamo in lei sola i più grandi tesori della nostra grazia. Tutte le altre, alle quali demmo vita, furono ingrate e ribelli al nostro volere opponendosi al nostro intento di conservarle nel felice stato originale di quando creammo i primi uomini, cosa che impedirono per loro colpa. Non essendo conveniente che la nostra volontà resti bloccata, creiamo in tutta santità e perfezione questa creatura nella quale non abbia parte alcuna il disordine del primo peccato. Creiamo un’anima secondo i nostri desideri, un frutto dei nostri attributi, un prodigio del nostro infinito potere, che non venga toccata dalla macchia del peccato di Adamo. Facciamo un'opera che sia un oggetto degno della nostra onnipotenza e un esemplare della perfezione che prepariamo per i nostri figli, e sia il fine del disegno che pensammo nella creazione. E poiché hanno tutti trasgredito nella libera volontà e decisione del primo uomo, sia questa sola creatura quella in cui restauriamo ed eseguiamo ciò che perdettero allontanandosi dal nostro volere. Sia ella unica immagine e similitudine della nostra divinità, sia compimento del nostro beneplacito, al nostro cospetto, per tutta l'eternit๳[...]. È ormai giunto il tempo stabilito dalla nostra provvidenza per far nascere la creatura più gradita e accetta ai nostri occhi, la restauratrice della prima colpa del genere umano, colei che deve schiacciare la testa al serpente, colei di cui era figura quella singolare donna che, come grande segno, apparve alla nostra presenza, colei che deve rivestire di carne umana il Verbo eterno¹⁴.

    Immediatamente l'Altissimo stabilì coloro che dovevano occuparsi di così nobile incarico; ne elesse quindi cento da ciascuno dei nove cori, per un totale di novecento. Ne scelse altri dodici, i quali, in forma umana visibile ma con simboli della redenzione sulle loro vesti, la potessero assistere nelle cose più ordinarie¹⁵[...]. Oltre a tutti questi santi angeli, il Signore assegnò e nominò altri settanta serafini dei più eccelsi e più vicini al trono della Divinità, affinché comunicassero con la Principessa del cielo nello stesso modo in cui comunicano e parlano tra loro e i superiori illuminano gli inferiori[...]. Furono scelti per questo beneficio in numero di settanta come corrispondenti agli anni di lei¹⁶[...]. Tutti insieme formano una schiera di mille angeli, tra serafini ed altri di ordine inferiore. Questa città di Dio fu sovrabbondantemente presidiata per essere difesa dagli eserciti infernali¹⁷[...]. Quando si sposarono Anna aveva ventiquattro anni e Gioacchino quarantasei. Dopo il matrimonio trascorsero venti anni senza prole e, quando la figlia venne concepita, la madre aveva quarantaquattro anni e il padre sessantasei¹⁸[...]. Nella formazione del corpo purissimo di Maria, secondo il nostro modo di intendere, la sapienza e la potenza dell'Altissimo operarono con tanta cura sia nella quantità che nella qualità dei quattro umori naturali - sanguigno, melanconico, flemmatico e collerico - e nella mescolanza perfettissima di questa composizione, in modo che esso agevolasse senza impedimento gli atti interiori di un'anima così santa, quale sarebbe stata quella che avrebbe dovuto dare vita ad esso¹⁹[...]. Il giorno in cui avvenne la prima concezione, cioè quella del corpo di Maria Santissima, era domenica, corrispondente a quella della creazione degli angeli, dei quali ella doveva essere Regina e Signora. Per la formazione e la crescita degli altri corpi sono necessari, secondo l'ordine naturale e comune, molti giorni perché si organizzino e abbiano la disposizione richiesta per infondere in essi l'anima razionale [...]. Invece, nella formazione del corpo di Maria santissima, la virtù divina abbreviò il tempo naturale e ciò che si sarebbe dovuto operare in ottanta giorni, o quanti naturalmente sarebbero stati necessari, si fece in modo perfetto in sette. In questi giorni nel grembo di sant'Anna quel corpo miracoloso fu plasmato e preparato, con la debita crescita, per ricevere la santissima anima della nostra Signora e Regina²⁰[...]. Il sabato dopo questa prima concezione, si fece la seconda, nella quale l'Altissimo creò l'anima di sua Madre e la infuse nel corpo. Così entrò nel mondo la creatura più santa, perfetta e gradita ai suoi occhi più di quante ne ha create e creerà sino alla fine del mondo o per l'eternitಹ[.]. Ebbe scienza infusa, sapienza di tutte le scienze e delle arti naturali. Da questo conobbe e seppe tutto il naturale e il soprannaturale che porta alla grandezza di Dio, di modo che fin dal primo istante, nel grembo di sua madre, fu sapiente, prudente, illuminata e capace di comprendere Dio e tutte le sue opere più di quanto lo furono e lo saranno in eterno tutte le altre creature, ad eccezione del suo Figlio santissimo²²[...]. Questa divina stella mattutina spuntò, dunque, al mondo, intorno alla mezzanotte, cominciando così a dividere la notte dell'antica legge e delle prime tenebre dal giorno nuovo della grazia, che stava già per apparire²³[...]. Gli angeli con tanti altri spiriti celesti venerarono devoti la dolce bambina, tra le braccia di sua madre, e le suonarono delle celesti sinfonie, di cui udì qualcosa sant'Anna; i mille angeli, invece, destinati alla custodia, si presentarono davanti alla gran Regina, per dedicarsi al suo servizio²⁴[...]. Mentre i santi angeli venivano a conoscenza di questi e di altri misteri, udirono una voce dal trono, che, nella persona del Padre eterno, diceva: «La nostra eletta sarà chiamata Maria e questo nome deve essere meraviglioso e grande; quelli che lo invocheranno con devoto affetto, riceveranno copiosissime grazie; quelli che lo apprezzeranno e pronunceranno con riverenza, saranno consolati e vivificati; tutti ritroveranno in esso il rimedio dei loro mali, i tesori per arricchirsi e la luce che li guidi verso la vita eterna. Questo nome sarà terribile contro l'inferno, schiaccerà il capo al serpente, ed otterrà insigni vittorie sui principi delle tenebre»²⁵[...]. Otto giorni dopo la nascita della grande Regina, scese dall'alto una moltitudine di angeli bellissimi e maestosi, portanti uno scudo sul quale era scolpito, a caratteri brillanti e risplendenti, il nome di Maria [...]. Questa fu la nascita più fortunata che la natura potè salutare, poiché portò una bambina la cui vita, già dal primo giorno, non solo fu esente dalla macchia del peccato, ma fu più pura e santa di quella dei supremi serafini»²⁶.

    Afferma Sant’Antonio da Padova:

    «Quando venne il tempo di usare misericordia, il tempo di costruire la casa del Signore, il tempo favorevole e il giorno della salvezza, allora il Signore fece sorgere la stella del mattino, cioè la Vergine Maria, perché fosse la luce dei popoli. La Beata Vergine Maria, nella sua nascita, fu dunque come la stella del mattino. Di Lei dice ancora Isaia: Un germoglio spunterà dal tronco di lesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici (11, 1). Osserva che la Vergine Maria è paragonata al germoglio, a motivo delle cinque proprietà che questo possiede: è lungo, diritto, solido, sottile e flessibile. Così Maria fu lunga nella contemplazione, diritta per la sua perfetta giustizia, solida per la fermezza della mente, sottile (sobria) per la povertà e flessibile per l'umiltà. La Beata Vergine Maria è paragonata alla luna piena perché è perfetta sotto ogni aspetto. Mentre la luna nel suo ciclo ha delle imperfezioni, quando è dimezzata e quando è falcata, la gloriosa Vergine Maria mai ebbe delle imperfezioni: né nella sua nascita, perché fu santificata ancora nel grembo materno e custodita dagli angeli; né durante i giorni della sua vita, perché mai peccò di superbia: sempre rifulse di pienezza di perfezione. Ed è detta luce perché dissolve le tenebre»²⁷.

    La Vergine Maria si distingue, spiritualmente parlando, dalle altre donne della storia dell’umanità sin dalla sua infanzia, non solo perché era stata concepita senza la colpa d’origine, ma perché dentro di Lei albergava, già dai suoi primi gemiti e dai suoi primi passi, il tempio dello Spirito Santo, Dio era incarnato in Lei e Lei incarnata in Dio.

    La famiglia di Gioacchino ed Anna vive in Galilea, al Nord della Palestina, precisamente a Nazareth. La vita degli sposi è molto riservata e illibata. Dio ha benedetto questa famiglia, donando una bambina speciale, che sarebbe stata la Madre del Messia, Maria. Ella nasce a Nazareth, tutta pura, tutta santa e immacolata. Mentre tutta la Corte Celeste esulta la sua venuta sulla terra, l’inferno freme e trema. L’Onnipotente la considera il suo capolavoro e il termine fisso d’eterno consiglio.

    Il Figlio di Dio la chiamerà Madre, gli angeli la proclameranno la loro Regina e tutti i peccatori di tutte le generazioni,

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1