Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Quando le caprette facevano ciao
Quando le caprette facevano ciao
Quando le caprette facevano ciao
E-book205 pagine2 ore

Quando le caprette facevano ciao

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Questo libro vuole essere un omaggio ai cartoni animati degli anni '80 (e qualcuno anche prima) e che hanno allietato le nostre giornate da bambini. E anche da adulti.

Un demenziale viaggio tra le trame riviste dall'autore che si prende gioco dei personaggi più amati facendoli cadere nel ridicolo; si passa così da Lady Oscar e la piccola Georgie che correva nel prato, a quella portasfiga immensa di Candy che faceva morire o rendeva invalida qualsiasi cosa ella toccasse...
LinguaItaliano
Data di uscita15 apr 2022
ISBN9791221400977
Quando le caprette facevano ciao

Leggi altro di Natanaele Rullo

Correlato a Quando le caprette facevano ciao

Ebook correlati

Umorismo e satira per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Quando le caprette facevano ciao

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Quando le caprette facevano ciao - Natanaele Rullo

    IL SONDAGGIO

    Ho dovuto coinvolgere parecchie persone in un sondaggio per scoprire quali erano i cartoni animati più visti, ma soprattutto per rendermi conto di quali, a distanza di anni, sono rimasti di più nel cuore della gente...

    I risultati sono stati veramente sorprendenti, ho notato che moltissime ragazze non disdegnavano i cartoni con i robot, mentre molti uomini piangevano guardando i programmi nati per il pubblico femminile... mah!?!

    Inoltre, la maggior parte dei ragazzi amava seguire le avventure tragicomiche delle orfanelle della TV solo per il piacere di farsi delle gran belle risate; le donnine, dal canto loro, seguivano i cartoni di lotta libera e i robottoni per poter poi picchiare tutti coloro che ridevano delle disgrazie che capitavano alle povere orfanelle.

    Un tipo poco sveglio ha avuto il coraggio di decantare i programmi di adesso... l'avrei bastonato: ma come si può fare un paragone simile??? Sono riuscito a far tirare fuori il bambino che è in ognuno di noi; con questo sondaggio mi sono divertito e si sono divertiti moltissimo anche gli intervistati. Adesso però, tocca a voi farvi quattro risate.

    Cosa aspettate allora...? Girate pagina!

    MAMMA CRISTINA

    Un ruolo preminente, nei cartoni animati, l'hanno avuto, e l'hanno, tuttora, le sigle musicali.

    Attraverso la sigla si intuisce il ruolo del protagonista. Se poi l'interprete della sigla ha una bella voce suadente (e un bell'aspetto) il successo è assicurato.

    Il primo capitolo di questo libro è dedicato alla mamma delle sigle dei cartoni animati: Cristina D'Avena.

    Quando, intorno all'anno 1967, minuto più, minuto meno, Cristina D'Avena esordì allo Zecchino d'Oro con Il valzer del moscerino, aveva solamente tre anni. Io, invece, non ero ancora nato. Il moscerino non so... ma se ballava il valzer doveva essere un moscerino già adulto!

    Sono cresciuto, come molti di voi, a pane e cartoni animati, e il film della mia infanzia aveva come sottofondo musicale le canzoni di questa bravissima interprete.

    Nel 1981, con la sigla bambino Pinocchio, la D'Avena cominciò la sua carriera artistica e professionale; nel 1983 arrivarono i puffi e lì, puffa di qua, puffa di là, dovette fare molta attenzione per non calpestarli tutti. Chissà poi se alla fine il signor Gargamella è riuscito a mangiarseli oppure no... di sicuro qualcuno, ma non si sa chi, è riuscito a catturarli: infatti nelle gelaterie si trova sempre il gelato al gusto di puffo... li avranno strizzati e munti per benino quei nanerottoli!

    Ma continuiamo con le sigle che, da quell'anno in poi, sbocceranno in ogni angolo della televisione come dei fiori a primavera; per esempio dei tulipani... anzi un tulipano solo: Il tulipano nero che arriverà nel 1984 e segnerà un bel pezzo della nostra infanzia... a colpi di fioretto naturalmente!

    Ci sarà spazio anche per la piccola Georgie che, non so per quale motivo, corre felice sul prato... probabilmente starà andando a farsi una bella scampagnata là sui monti con Annette!!!

    E finalmente, dal 1986, alla bella voce della giovane Cristina si poté associare anche un volto grazie ad una serie di telefilm in cui la cantante doveva interpretare il ruolo di Licia. La serie si basava sul cartone animato giapponese Kiss me Licia, la cui sigla indovinate un po' chi la cantava?... indovinato!

    Love me Licia, Licia dolce Licia, Teneramente Licia e Balliamo e cantiamo con Licia furono le quattro serie di telefilm che ebbero un successo strepitoso in Italia e all'estero.

    Ma fra tutte queste Licia non dimentichiamo i fantastici Snorky, anche questi, sembra, del 1986: annata buona! E Il mago di Oz? Dove lo mettiamo?

    In tutti questi anni, Cristina D'Avena ha venduto più di sei milioni di dischi in tutto il mondo, e a questo successo ha contribuito anche mio padre dopo varie suppliche e petizioni!

    Grazie Cristina! Grazie per tutte le belle emozioni!

    QUANDO LE CAPRETTE FACEVANO CIAO

    Ma voi... vi ricordate di quando le caprette facevano ciao?

    Può capitare di non rammentare questo o quell'altro cartone animato, oppure di restare perplessi di fronte ad un personaggio che chissà quante volte avremmo visto da bambini ma che in quel momento non ricordiamo chi sia, quindi, prima di iniziare una vera e propria suddivisione per genere, ho pensato di offrirvi un antipasto in attesa del piatto forte...

    E allora, siete pronti? E via, tuffiamoci perciò in questo fantastico viaggio alla scoperta di quei personaggi che hanno allietato la nostra infanzia... e che le caprette siano con voi!

    IN PRINCIPIO FURONO I VICHINGHI

    Nel 1977, (più o meno), fu trasmesso in Italia il primo cartone animato giapponese. Il suo esordio sul piccolo schermo fu un vero trionfo. Il suo titolo era Vicky il vichingo.

    Per dovere di cronaca è altresì giusto sapere che a quei tempi io avevo solamente due anni e non potevo assolutamente sapere cosa mai fosse un vichingo. Però mi sono divertito lo stesso!

    Tuffiamoci adesso nel mondo rude e primitivo di questo cartone: Vicky è un ragazzino curioso, timido e molto creativo. Ama riflettere molto su ciò che gli capita intorno e non sa darsi pace se non riesce a trovare una spiegazione a tutto.

    Vicky vive con il padre Alvar, la madre Ilva e la cuginetta Invy all’interno del villaggio Flake, in Norvegia.

    Il padre di Vicky, Alvar, era un tipo impulsivo, pasticcione e arrogante. Aveva una barbaccia ispida e spinosa e portava una benda sull’occhio. Con il suo equipaggio, solcava i mari a bordo di una grande nave per esplorare nuove terre e affrontare mille e più pericoli che neanche tutti i vichinghi messi insieme riuscivano poi a superare... che imbranati!

    A risolvere tutti i problemi della ciurma ci pensava sempre il piccolo Vicky: bastava che si strofinasse il naso... et voilà, la soluzione eccola qua! Se fosse veramente così facile risolvere i problemi a quest'ora andremmo tutti in giro con il naso arrossato, ma pienamente felici!

    QUANDO LE CAPRETTE FACEVANO CIAO?

    All'inizio degli anni anni '80... era quello il periodo di massima cordialità caprina in cui le capre salutavano allegramente tutti quanti. E non solo, anche i monti erano gentili e sorridevano a chiunque: si trattava delle Alpi Ilari, così denominate perché ridevano sempre.

    E' in quel periodo che la piccola Heidi approda sugli schermi italiani. E’ la storia di una poveretta che, rimasta orfana, viene affidata alla zia Dete che però non può tenerla con sé in città e quindi decide di rigirare la patata bollente ad un rude montanaro suo lontano parente: il vecchio dell’Alpe che vive in uno chalet isolato sulla cima della montagna.

    Nel mondo dei cartoni animati, di nomi strani se ne sentono tanti ma questi... Dete? E il vecchio dell’Alpe? il classico nome che darei ad una forma di taleggio! E come diavolo può permettersi uno chalet in montagna con una pensione di merda che prende un pensionato???

    La poveretta fa subito amicizia con diversi animali: la capretta Fiocco di Neve, il cane Nebbia e Peter, che è una persona come lei ma contemporaneamente è anche una bestia.

    Quando, dopo diverse decine di puntate, la ragazza si trova sempre più a suo agio tra i monti sorridenti che succede? Sul più bello ritorna la zia Dete che le ha trovato finalmente un posto di lavoro a Francoforte come dama di compagnia di una certa Clara. A quei tempi, però, non esistevano i sindacati per le dame di compagnia e la piccola Heidi dovette accontentarsi del misero stipendio che le offrivano, e senza protestare: cioè niente!

    La signorina Clara soffriva di una non specificata malattia che la costringeva su una sedia a rotelle. Ma era veramente paralizzata o faceva finta? Nessuno si è mai interessato a fondo della vicenda e le assicurazioni lasciavano a desiderare già da allora.

    Le due ragazzine erano ormai entrate in perfetta sintonia, ma ciò che le terrorizzava a morte era la governante di Clara, la perfida signorina Rottenmeier, poi denominata Rottweiler per i modi animaleschi con cui azzannava le persone.

    Il cane... ehm cioè, la signorina Rottenmeier non era d'accordo a portare la giovane Clara sui monti: ma la nonna di Clara e la piccola Heidi insistevano ed erano convinte che l’aria pura dei monti avrebbe giovato alla salute della giovane.

    E così fu; dopo un ruzzolone di un centinaio di metri con la sua sedia a rotelle, la signorina Clara, anziché morta stecchita o paralizzata irrimediabilmente, si ritrovò miracolosamente guarita! L'aria pura, l'acqua fresca o il formaggio caprino del vecchio? Secondo me è stato tutto merito di altro... l'erba di alta montagna per esempio: come si spiega, cara Heidi, che i monti ti sorridevano sempre e le caprette ti facevano ciao???

    Stiamo sulle droghe pesanti, eh???

    CANNE MAGICHE

    Dopo aver fatto conoscenza con la piccola Heidi del capitolo precedente, ci tocca imbatterci in un altro drogato: Sampei, Sampei, pescatore, grandi orecchie a sventola.... cantava la sigla di questo cartone animato nato attorno al 1974 e trasmesso qualche anno dopo.

    Questo ragazzo sembrava avesse un unico scopo nella vita: imparare i trucchi della pesca, per questo non c’era episodio che rompesse le scatole a suo nonno Ippei (altro nome idiota) per farsi svelare qualche segreto. Contento lui.

    Alla fine passano decine e decine di episodi a vedere ‘sto rimbambito aspettare, aspettare e aspettare ancora che qualcosa abboccasse all'amo! .... ma non era più economico per i produttori di una simile scempiaggine inserire un episodio in cui il ragazzo si recava in una pescheria e se ne comprava quanti ne voleva di pesci? Così finalmente finiva anche la serie e non ci annoiavamo per oltre un mese, o no?!?

    La canna da pesca che Sampei usava in ogni episodio, doveva essere una invenzione della NASA: costruita con materiale indistruttibile, si piegava a destra e a sinistra, si torceva, contorceva e faceva le piroette in aria ad ogni episodio e, a fine serie, era ancora intatta!

    Ma la cosa più strana erano le infinite razze di pesci che pullulavano le acque dove il nostro protagonista si fermava a pescare. Roba da farci una puntata speciale di SuperQuark:

    ­il MARLIN BLU (che roba è?).

    ­il PESCE AYU (che quando ti colpisce con la coda gridi: AYU!).

    ­la TROTA ARCOBALENO (che ne combina di tutti i colori).

    ­il MITICO KOKUREN (augh grande Spirito Kokuren!!!).

    ­lo SPERLANO (passaparola!).

    ­la TROTA DINOSAURO (un pesce un tantino preistorico).

    Per pescare simili creature i vermi usati come esca dovevano essere allevati in grande stile. Alcuni avevano persino la limousine privata con tanto di autista. Si può chiaramente affermare che il verme era più importante del pescatore.

    La storia comincia con Sampei che passa i primi episodi a caccia di un verme da infilzare sull'amo da pesca; verme che non pare comunque essere molto d'accordo e che quindi, nei successivi capitoli, riesce comunque a scappare. Risolto in qualche modo il problema del verme mancante, Sampei getta l'amo in acqua e aspetta pazientemente per altre 4/5 puntate, almeno finché, da quelle parti, non transita, in bicicletta, Yurin, una simpatica ragazza sempre in minigonna.

    In certi frangenti, sono i pesci stessi a saltar fuori dall'acqua per godersi il panorama. Pesci pervertiti! Dopo che la ragazza si allontana, Sampei si accorge che qualcosa sta tirando forte. Ma non è la canna da pesca... da sottolineare come la sigla comincia ad elogiare le doti magiche della canna: che ti cambia la vita e non puoi più farne a meno... Addirittura!!! Ma quale canna??? Quella da pesca o quella che ti stai tranquillamente fumando in attesa che qualcosa abbocchi?

    C'E' UN IDIOTA NELLA GIUNGLA

    Beati quei tempi dove gli idioti erano solo nella giungla: adesso basta guardarsi intorno e te li ritrovi ovunque!

    Stravagante bamboccione tutto muscoli e niente cervello, George è la brutta copia della brutta copia di Tarzan. Praticamente una schifezza!

    Tormentone dei tanti passati pomeriggi, questo strambo eroe della giungla si proponeva come paladino della nostra demenziale adolescenza: quando un aereo precipita, e si schianta nel bel mezzo della giungla, George, piccolino, viene preso in custodia dal simpaticissimo scimmione Ape che poi lo alleverà come fosse suo figlio.

    Il piccolo George è un vero flagello, ma il grande George è tre volte tanto! Grasso come un cinghiale e poco intelligente, affrontava ogni giornata con la stessa grinta di una pecora!

    La cosa che gli riusciva meglio era lanciarsi con la liana da un albero e... schiantarsi poco dopo contro un altro albero più grande! George ci faceva divertire veramente tanto; veniva trasmesso subito dopo pranzo... era

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1