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Il Mandala contro il cancro
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Il Mandala contro il cancro
E-book149 pagine1 ora

Il Mandala contro il cancro

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Info su questo ebook

Negli ultimi anni, i diversi orientamenti della psicologia hanno portato avanti numerosissimi studi cercando di individuare quale potesse essere l’approccio clinico più efficace alla persona ammalata di cancro. In tale ambito la tecnica della colorazione e della creazione del Mandala è uno strumento semplice, ma fortemente spirituale. Uno strumento che mira non a guarire la malattia, ma la persona ammalata. Nella prima parte del libro l’Autrice affronta un itinerario per il mondo alla scoperta di come il Mandala sia stato utilizzato praticamente fin dagli albori dell’umanità. La seconda parte del volume comprende una breve descrizione della psiconcologia, una branca complessa della psicologia che studia e affronta le problematiche psicologiche connesse alla malattia oncologica. Segue poi una descrizione delle caratteristiche delle persone ammalate di cancro, in particolare della condizione psicologica sociale e culturale di chi viene a sapere di essere malato. Il cuore del libro è però rappresentato dall’esperienza diretta fatta nel Day Hospital di Oncologia medica dell’Unità Operativa Complessa dell’Ospedale G. Di Maria di Avola (SR), con le persone in trattamento antineoplastico e con quelle che si trovavano a casa perché alla fine del loro percorso di vita in quanto incurabili. Si è trattato di un percorso dentro il Mandala, che ha come fine ultimo quello di accompagnare la persona malata di cancro al raggiungimento dell’armonia e dunque alla guarigione della propria anima. Conclude il libro una panoramica sulle terapie alternative e complementari che possono integrarsi con gli approcci tradizionali, per garantire una qualità di vita dignitosa e il pieno rispetto della persona.
LinguaItaliano
Data di uscita11 dic 2013
ISBN9788827224076
Il Mandala contro il cancro
Autore

Daniela Respini

Psicologa clinica, psicoterapeuta cognitiva-comportamentale, si è perfezionata in psiconcolgia e mandalaterapia seguendo numerosi corsi negli Stati Uniti. È coordinatrice della sezione Sicilia della Società italiana di psiconcologia (SIPO). Collabora con la rivista scientifica "Supportive and palliative cancer care" e da più di vent’anni si prende cura delle persone ammalate di cancro lavorando in tutti i settori della psiconcologia, dalla prevenzione all’accompagnamento di fine vita. La sua esperienza olistica in questa disciplina la conduce oggi a essere formatore e docente in vari master e corsi rivolti al personale medico-sanitario. Ha pubblicato diversi lavori scientifici inerenti all’argomento.

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    Il Mandala contro il cancro - Daniela Respini

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    Il mandala contro il cancro

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    Una comunicazione in codice

    Daniela Respini

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    Copyright

    Il mandala contro il cancro - Una comunicazione in codice

    di Daniela Respini

    Per contattare l’Autrice:

    mareluce@mareluce.it

    www.mareluce.it

    ISBN 978-88-272-2407-6

    Prima edizione digitale 2013

    © Copyright 2013 by Edizioni Mediterranee

    Via Flaminia, 109 - 00196 Roma

    www.edizionimediterranee.net

    Versione digitale realizzata da Volume Edizioni srl - Roma

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    Dedica

    A mia madre e mio padre

    Ringraziamenti

    Un grazie particolare alle persone che mi hanno permesso di utilizzare i loro straordinari mandala e di raccontare la loro storia.

    Grazie a Lama Ciampa Ghiatso per la sua guida, a don Nisi Candido e a Gaspare Urso. Grazie a Lodovico Balducci per la stima e la fiducia datemi durante la mia permanenza negli Stati Uniti, a Paolo Tralongo per avermi dato disponibilità a inserire un laboratorio di colorazione e creazione di mandala in un reparto di oncologia.

    E infine un grazie a Giuseppe Lissandrello che con il suo fare da sfidante mi ha introdotta nel mondo del mandala incoraggiandomi a scrivere la mia esperienza sull’uso del mandala nella cura della persona ammalata di cancro

    Presentazione

    Daniela Respini è una di quelle rare persone la cui opera riflette il senso di missione che pervade tutta la sua vita. Dopo un tirocinio molto intenso in psicologia clinica, Daniela si è resa conto ben presto che ogni costruzione teorica era insufficiente a contenere l’esperienza umana. Per incontrare le persone che si affidano a lei nella pienezza del loro significato, Daniela ha scoperto la necessità di comprendere le convinzioni esistenziali, di condividerne il linguaggio, di entrare in contatto con il desiderio più volte inespresso di dare un significato alla propria esistenza. Daniela ha capito che l’esistenza umana non può essere frammentata. L’esperienza umana integrale è per sua natura trascendente, perché cerca di collocarsi all’interno di un disegno universale. La dimensione spirituale è necessaria all’espressione di questa interezza, e il mandala è lo strumento che permette di incontrare diverse forme di spiritualità; di filtrarle per trarne dei significati comuni e universali.

    Conoscere Daniela Respini mi ha permesso di credere nella possibilità della redenzione descritta da Ottavio Paz nel libro Il labirinto della solitudine: La storia ha le connotazioni atroci di un incubo. La grandezza umana consiste nel preparare opere belle e durature con la materia di questo incubo.

    Lodovico Balducci

    Introduzione

    Credo che niente accada per caso. Nella vita ci sono eventi che ci vengono incontro perché possiamo ulteriormente guardarci dentro. Il mio accostamento a un nuovo approccio clinico nasce da un album di mandala da colorare che mi venne regalato diversi anni fa da Giuseppe, un collega esperto in tecniche di mediazione corporea. Mi è stato presentato come un invito, o una provocazione, a cercare qualcosa di nuovo nel prendermi cura delle persone ammalate di cancro, perché potessero raggiungere una migliore qualità della vita. Inizialmente sono stata abbastanza scettica: da cognitivista ho sempre ricavato infatti le mie teorie dall’evidenza scientifica. Ma ho deciso di raccogliere la provocazione cominciando a documentarmi sul mandala. Avevo già precedentemente preso parte a un workshop sul mandala in occasione di uno dei miei viaggi negli Stati Uniti, dove ho anche visitato un laboratorio di arte-terapia presso il Lee Moffit Cancer Institute di Tampa (Florida), in cui veniva utilizzata la colorazione del mandala. Erano tutti segnali evidenti che il mio approccio terapeutico aveva bisogno di arricchirsi.

    Nel corso degli anni, diverse sono state le tappe della mia formazione. Dai miei confronti con alcuni Lama tibetani ho estratto la parte religiosa, trasformando il mandala in uno strumento puramente tecnico. Per diverso tempo mi sono dilettata a colorare e costruire mandala, decorando casa mia; poi, mi sono divertita spesso a colorare con i miei nipoti i muri di casa di mia madre con straordinari mandala che disegnavamo spontaneamente. Era un momento di piacevole distensione: lentamente notavo che dentro di me accadeva qualcosa.

    Ero fortemente concentrata su quanto accadeva nel mio corpo e su quali erano i pensieri che invadevano la mia mente. Riuscivo ad avere più chiaro come talvolta il mio stato fisico era influenzato dai miei pensieri. Inizialmente è stato per me uno strumento ludico e creativo. Man mano che ne scoprivo gli effetti benefici, da un punto di vista psicologico, ho voluto approfondirne le conoscenze fino a sperimentarlo in un primo tempo con le persone affette da cancro e, in una seconda fase, con le persone affette da disturbi psicologici in genere.

    Nella colorazione del mandala ho sempre cercato di seguire il mio istinto e osservare ciò che emergeva dai continui dialoghi tra la mia mano, i miei occhi e l’inconscio. E capita sempre che ogni colore ne inviti un altro. Nell’applicazione di queste tecniche (quali la colorazione e la creazione del mandala, disegni geometrici e la tecnica di meditazione tibetana) mi sono accorta che vengono fuori alcuni elementi che arricchiscono la conoscenza del proprio sé. Il mandala, per usare alcune affermazioni dei pazienti, "mi porta a pensare su di me, facendomi scoprire delle verità mai conosciute, ma soprattutto facendomi ricordare che ho un sé".

    Il modello complesso nell’ambito del prendersi cura coinvolge anche l’operatore. Questi, trovandosi a lavorare con i pazienti oncologici, deve essere anzitutto spinto da una forte motivazione umanitaria. Prendersi cura dell’altro vuol dire anche entrare in contatto con le proprie emozioni e con quelle altrui. La malattia diventa un peso incommensurabile sia per la persona malata che per l’operatore: quest’ultimo si carica dell’emotività del suo paziente portandoselo a casa, cioè mantenendolo presente anche nella relazione con i propri familiari. Il rischio del burn out è sempre presente. In questo senso, le attività diversionali proposte possono diventare di grande aiuto per gli addetti ai lavori, per coltivare la propria spiritualità e per vivere con la giusta empatia la sofferenza dell’altro.

    A mio avviso, è nella natura di ogni uomo cercare una determinata armonia tra la psiche e il corpo. Per raggiungerla ogni individuo può utilizzare strategie diverse: dalla meditazione al pensiero creativo, al rilassamento. Nella mia esperienza posso affermare che la spiritualità conduce a un’approfondita conoscenza del sé, a una crescita interiore di auto-osservazione, che ci porta a operare su noi stessi per migliorare quegli aspetti che sono negativi e stressanti. Nell’uso degli strumenti proposti, quali la colorazione e la costruzione di mandala, la bioenergetica, la musicoterapia, vengono racchiuse diverse funzioni: dal fantasticare alla creazione libera, alla meditazione, all’attenzione, alla concentrazione. La persona ammalata, infatti, è portatrice di grande sofferenza incarnata nel corpo e nell’anima.

    Scrivere un libro sul mandala è stato per me un lavoro abbastanza complesso, dal momento che avrei dovuto trascrivere emozioni, pensieri, sensazioni e darne un significato scientifico allo stesso tempo. Sono passati circa cinque anni da quando è stato pensato questo libro e ho ancora la stessa difficoltà. Non riesco a esprimere adeguatamente a parole ciò che viene comunicato dalla mia interiorità. In queste pagine tenterò di evidenziare come esistono diverse modalità e differenti tipi di approccio alla malattia. L’obiettivo, però, è unico: aiutare quelle persone che a un certo punto della propria vita vengono invase da una malattia devastante come il cancro.

    Negli ultimi anni, i diversi orientamenti della psicologia hanno portato avanti numerosissimi studi con l’obiettivo di individuare quale potesse essere l’approccio clinico più efficace alla persona ammalata di cancro. Cercherò di dimostrare il potere di uno strumento semplice ma fortemente spirituale come mezzo di cura di una malattia cronica quale il cancro. Uno strumento che mira non a guarire la malattia, ma la persona ammalata. Mi riferisco alla tecnica della colorazione e della creazione del mandala.

    Nella prima parte di questo libro affronterò una sorta di viaggio per il mondo, per

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