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Delia
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E-book519 pagine1 ora

Delia

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Info su questo ebook

Raccolta di poesie che l'autore dedica alla sua amata Delia, Dea dei Girasoli, Bellissima Musa delle Arti da cui Vassalli estrae ispirazione ed emozioni che lasciano senza fiato.
LinguaItaliano
Data di uscita25 lug 2022
ISBN9791221375664
Delia

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    Delia - Maurizio Vassalli

    DELIA

    Maurizio Vassalli

    Dedicato alla mia amata Delia

    Dea dei girasoli

    Bellissima Musa delle Arti

    immagine 1

    PROLOGO

    Un giorno ho trovato

    nella moltitudine

    di una rete sociale

    la stupenda e

    magnifica Delia.

    Ti ho trovata:

    una pietra preziosa

    nel miocardio

    sentimentale,

    palpiti vividi

    vigore emozionale.

    Ti ho trovata,

    e ho visto la tua luce,

    luce splendida,

    di donna

    di madre,

    la lucentezza

    della tua anima,

    la tua Bellezza,

    Bellezza naturale

    di un viso,

    Arte assoluta,

    bilanciamento,

    corrispondenza,

    amabilità,

    forza,

    il tuo essere cara

    e brava persona.

    Adesso voglio amarti

    fino all'ultimo palpito,

    amarti oltre la vita

    nel trapuntato enigma

    nero della notte,

    nei giardini dei girasoli,

    del sole appeso all'universo;

    nei palazzi celestiali,

    sopra le nuvole

    di zucchero filato

    e sotto la liquirizia a pioggia,

    mia Musa, mio tutto,

    vivo dedicandoti

    la mia anima

    che brucia, arde,

    arde

    la sacra vampa

    degli ancestrali,

    divampa fino alla casa

    degli Dèi.

    Baldios Robot, l’acqua e le spine

    Un

    jolly

    calato

    per

    strada

    senza

    preavviso

    dal

    mazzo

    corrotto

    dello

    sconforto,

    la

    sua

    spirale

    sentivo

    scivolare,

    strisciare

    dentro

    di

    me.

    Si

    ciba

    senza

    pudore

    alcuno

    delle

    nostre

    recondite

    paure,

    le

    mastica

    per

    accontentare

    i

    suoi

    famelici

    appetiti.

    Finito

    il

    pasto

    ci

    vomita

    addosso

    il

    terrore

    e

    la

    sua

    gabbia

    per

    imprigionare

    il

    coraggio

    dell'ardire.

    Deambulavo

    le

    gambe

    intente

    a

    digerire

    l'asfalto

    bruciato

    per

    non

    incorrere

    in

    una

    lenta

    congestione.

    Da

    quando

    in

    quel

    chiaro

    del

    mattino

    ero

    sputato

    fuori

    dal

    portone

    di

    casa,

    Baldios

    Robot,

    assemblato

    da

    un

    coro

    di

    bambini,

    vigilava

    alle

    mie

    spalle.

    Nessun

    araldo

    si

    è

    presentato.

    Sbucato

    da

    un

    medioevo

    collassato

    nel

    presente,

    per

    annunciare

    la

    caduta

    delle

    comete

    sulla

    mia

    schiena

    spezzata

    provata.

    Appiattire

    così

    le

    poche

    sicurezze

    con

    la

    faccia

    schiacciata

    nella

    nuda

    terra

    dove

    tutto

    è

    microscopico,

    ma

    le

    bestie

    nere

    sono

    gigantesche.

    Una

    visione

    della

    durata

    di

    qualche

    secondo

    appena

    i

    miei

    cari

    genitori

    in

    posa

    dentro

    un’immagine

    proiettata

    da

    una

    camera

    oscura

    che

    gli

    strumenti

    ottici

    del

    cervello

    mi

    facevano

    sfiorare;

    sentivo

    il

    velluto

    dei

    loro

    visi

    nelle

    mie

    mani

    tremanti,

    mentre

    incominciavo

    a

    spargere

    acqua

    per

    la

    sementa

    delle

    spine.

    Il

    coro

    dei

    bambini

    acquisiti,

    impresso

    come

    una

    speranza

    nelle

    piaghe

    del

    mio

    inconscio,

    diventò

    in

    quel

    preciso

    istante

    una

    risorsa

    di

    Baldios

    per

    prendere

    tra

    le

    dita

    il

    jolly

    e

    scaraventarlo

    in faccia

    al

    mazziere

    feroce

    intessuto

    d'ombra.

    Baldios

    Robot,

    trasportato

    via

    dal

    coro

    leggiadro

    dei

    bambini,

    l'infanzia

    mai

    tradita,

    amata

    come

    una

    sposa

    in

    tutte

    le

    sue

    forme

    d'anime

    nel

    Giaciglio

    della

    dedizione.

    L'acqua,

    portata

    via

    da

    un

    paio

    di

    ali

    celesti

    come

    dono

    ai

    giardini

    dei

    campi

    elisi.

    Le

    spine

    convertite

    dal

    sospiro

    della

    natura

    in

    una

    collana

    di

    conchiglie

    da

    offrire

    a

    una

    dama

    del

    mare.

    VenusDelia

    VenusDelia

    è

    l'eroina

    di

    tutti

    noi,

    bella

    come

    un

    sogno

    trapuntato

    nella

    sua

    divisa

    in

    madreperla.

    Stupisce

    coi

    suoi

    poteri,

    colpisce

    le

    banalità,

    i

    cervelli

    in

    naftalina,

    scrivendo

    post

    acuti,

    pettinati

    di

    sensibilità

    e

    intelligenza.

    Le

    foto

    vivide,

    impresse

    nel

    bianco

    e

    nero,

    nelle

    tonalità

    dei

    colori

    il

    ritratto

    immortalato

    dello

    splendore,

    intensità

    lucente

    di

    gemme

    di

    topazio.

    VenusDelia

    è

    l'eroina

    più

    coraggiosa

    del

    pianeta

    Terra,

    il

    suo

    colpo

    finale,

    l'attacco

    solare

    del

    sorriso,

    scioglie

    l'oscurità

    e

    abbraccia

    le

    solitarie

    inquietudini,

    strappando

    di

    dosso

    le

    momentanee

    silhouette

    della

    tristezza.

    Trasmutazione disegnata

    Mentre

    Marco

    Polo

    ritornava

    dall'Oriente,

    lo

    squillo

    del

    telefono

    portava

    a

    destinazione

    il

    presente

    scongelato,

    ibernato

    dal

    mio

    discernimento

    in

    qualche

    scia

    di

    aeromobile

    dispersa

    nell'antidolorifico.

    La

    comunicazione

    impacchettata

    con

    carta

    riciclata

    da

    scartare

    con

    molta

    cura

    per

    non

    danneggiare

    le

    fragilità

    contenute.

    Pacchi

    regalo

    sospesi

    nel

    vuoto;

    verranno

    svelati

    i

    contenuti

    in

    momenti

    precisi

    della

    nostra

    esistenza,

    traumi,

    debolezze

    emotive

    si

    aggiungeranno

    all'Accumulo

    in

    precedenza

    registrato

    nella

    nostra

    psiche,

    nel

    nostro

    animo.

    Distoglievo

    il

    pensiero

    entrando

    da

    una

    porta

    che

    mi

    conduceva

    in

    un

    racconto

    disegnato;

    mi

    immedesimavo

    completamente

    lasciandomi

    totalmente

    trasmutare

    dallo

    stile

    delle

    facce

    dei

    corpi

    riprodotti

    con

    arte,

    con

    inchiostro

    vivido

    sulla

    tela

    sceneggiata.

    Ero

    diventato

    qualcun'altro

    qualcos'altro:

    un

    disegno

    un

    corpo

    tracciato

    di

    nere

    illusioni

    a

    china,

    il

    sangue

    nuotava

    nelle

    vene,

    lo

    percepivo

    miscela

    liquida,

    e

    lentamente

    i

    colori

    pennellavano

    lo

    sfondo

    circostante,

    penetravano

    le

    mie

    interiora,

    l'interezza

    del

    mio

    corpo

    diverso,

    inventato

    con

    caratteristiche

    specifiche

    che

    delineano

    un

    personaggio.

    Gabbiani

    come

    fantomatiche

    figure

    imbevute

    nel

    bianco

    eseguivano

    evoluzioni

    circensi

    nello

    schizzo

    sprizzato

    di

    limone.

    L'occhio

    smarrito

    in

    un

    punto

    di

    fuga

    con

    l'abbattimento.

    Un

    punto

    esclamativo

    dalle

    proporzioni

    geometriche

    perfette

    in

    sella

    a

    un

    cavallo

    in

    movimento.

    Poi,

    un

    punto

    sempre

    più

    minuscolo,

    un

    puntino

    appena

    pronunciato

    fino

    a

    evaporare

    in

    un

    altro

    luogo,

    dove

    le

    distanze

    sono

    centuplicate,

    è

    il

    tratto

    che

    mi

    contraddistingue

    da

    complesso

    realistico

    a

    abbozzato

    irreale.

    15 ottobre 2021

    Respiro

    scrivendo

    palpiti

    di

    poesia.

    Mentre

    incontro

    il

    tuo

    sorriso,

    affacciato

    a

    un

    balcone

    di

    una

    finestra

    immaginaria

    nel

    ritratto

    della

    tua

    beltà

    perpetua.

    Stagliarsi

    nel blu

    mescolato

    al

    bianco

    e

    nel

    celeste

    scintillante;

    le

    tue

    rime

    armoniose

    rendono

    confortevole

    l'Annacquato

    declivio

    frastagliato

    con

    urbane

    rovine

    in

    letargo

    per

    lo

    svogliato

    tempo

    speso

    in

    calcoli

    raggrumati

    nell'ozio.

    Sei

    Lì,

    con

    la

    profondità

    dei

    tuoi

    meravigliosi

    occhi.

    I

    miei

    pensieri

    fanno

    a

    gara

    per

    mutare

    in

    una

    fonte

    naturale

    priva

    di

    Ombrosità.

    Soffocare

    in

    quella

    luce

    gentile,

    ubriacarsi

    in

    quella

    intensità

    sfavillante.

    I dispiaceri

    perdono

    la

    ragione

    di essere

    un

    istante

    benedetto

    dalle

    anime

    velate

    di

    vuota

    cera.

    Gli

    edifici

    si

    arrampicano

    in

    cerca

    di

    risposte

    fino

    al

    Creato.

    Le

    macchine

    si

    muovono

    su

    gomma

    perché

    ormai

    è

    un’abitudine

    non

    esercitare

    più

    i

    muscoli

    delle

    gambe.

    Una

    congestione

    di

    motori

    per

    le

    strade

    Inaridite

    da

    malinconici

    presagi

    armati

    di

    cemento.

    Distolgo

    lo

    sguardo

    dal

    centro

    cittadino;

    il

    tuo

    viso:

    un’opera

    d'arte

    incorniciata

    da

    capelli

    d'oro

    che

    distendono

    le

    tensioni.

    Scrivo

    rapito

    dalle

    emozioni,

    scrivo,

    ed

    è

    magnifico

    incantarmi.

    Il disincanto

    Lo lascio

    Nelle tasche

    dell'abbigliamento

    di tutti

    i giorni.

    Adesso

    vivo

    un momento

    di

    palpiti

    di

    poesia.

    Trittico dedicato alla bellissima musa delle arti.

    1

    Oggi,

    in

    questa domenica

    mattina,

    ho visto

    la luce

    dipinta:

    un

    Miracolo

    su tela,

    i tratti

    dolci

    e melodiosi

    del tuo viso,

    i tuoi

    occhi

    splendidi,

    la

    tua

    bocca

    sorridente:

    quale

    emozione

    intensità

    mi

    hai

    donato!

    Brillante

    soave

    raggio

    di

    vita.

    Compositori,

    poeti,

    scrittori,

    pittori,

    classici

    imperituri

    ti

    avrebbero

    dedicato

    la loro

    opera omnia

    immortalandoti

    Oh, divina musa

    ispiratrice.

    Tra le righe

    Del pentagramma,

    tessuti tematici

    legati, note di

    diamante

    dove ritrovarti

    negli archi,

    nel volume

    sonoro

    un’orchestra

    descrittiva.

    Il sole

    fuso con la

    partitura

    d'ametista,

    gli strumenti,

    ricamo di

    diademi d'oro

    e d'argento,

    che recano

    il tuo

    nome.

    Complesse

    incastonature

    di parole:

    bellezza,

    nitidezza

    naturale,

    architetture

    in rima

    come chiese

    secolari,

    edificate

    nella

    perfezione

    architettonica

    della

    tua

    magnificenza.

    Cantate

    In strofe

    che scendono

    con grazia

    nella gradevolezza

    delle linee sinuose

    del tuo volto

    guarnito

    da una magnifica

    chioma di girasoli

    e rose gialle.

    Romanzi

    scritti

    con

    l'inchiostro

    bruciante,

    ardente

    dell'anima

    in stato di

    grazia,

    nutrita dalla folgore

    della tua lucentezza.

    Trame

    partorite

    dal

    genio

    umano

    per

    raccontarti

    nell'incanto

    della

    tua

    essenza

    d'angelo

    guaritore

    dalle infezioni

    dell'esistenza,

    spirito

    e

    materia.

    In

    quante

    gallerie

    il

    capolavoro

    del

    tuo

    viso

    esposto,

    scuole

    diverse

    di

    pittura,

    stili,

    sensibilità,

    firme

    differenti.

    Per

    Onorare,

    omaggiare

    la

    tua

    figura

    elegante

    con

    talento

    ed

    espressività,

    arabeschi

    costruiti

    nel

    crogiolo

    ardente

    con

    fluorescenze

    ricamate

    D'Ambrosia,

    immortali

    dipinti

    della

    storia

    universale.

    2

    La

    solitudine

    fa

    strani

    effetti,

    specie

    la

    domenica

    e

    nei

    restanti

    giorni

    di

    festa,

    ti

    saluta

    gentilmente

    con

    un

    inchino.

    Completa

    in

    tua

    compagnia

    le

    parole

    crociate,

    e

    poi

    ti

    lascia

    con

    le

    verticali

    orizzontali

    vuote,

    tracce

    della

    noia

    al

    cappuccino

    macchiato

    di

    nubiloso

    fatuo

    esistere.

    Vaporoso

    tra

    vapori

    intestini

    di

    solitari

    giochi

    delle

    carte

    mai

    finiti

    vincenti

    ma

    perdenti.

    Che

    sorpresa

    riscoprire

    il

    sorriso

    sbocciato

    nello

    spettacolare

    tuo

    viso.

    Mi

    ha

    preso

    con

    i

    suoi

    gioviali

    petali

    rilucenti,

    e

    mi

    sono

    ritrovato

    nell'Eden

    rifiorito,

    colmo

    di

    stupore,

    giubilo

    perfetto

    rimasterizzato

    delle

    percezioni

    sensoriali.

    Con

    questo

    modesto

    modo

    di

    scrivere,

    passionale,

    incontenibile

    nella

    personalità,

    calligrafia

    che

    contraddistingue

    la

    mia

    persona.

    Spero

    di

    contraccambiare

    degnamente,

    la

    felicità

    offerta

    dalla

    tua

    grazia

    camminava

    cordialmente

    con

    le

    sue

    scarpe

    da

    danza

    luminescenti

    sulla

    mia

    tristezza,

    per

    scioglierla

    in

    festose

    maschere

    carnevalesche

    di

    zucchero

    a

    velo.

    Ammirarti

    e

    rimirarti,

    fonte

    essenziale

    per

    inebriare

    nell'esaltazione

    serena

    le

    inquietudini

    impanandole,

    friggendole

    a

    puntino,

    per

    tirare

    fuori

    tutti

    i

    sapori

    e

    gli

    umori

    degli

    ingredienti,

    amalgamarli,

    equilibrarli,

    nel

    conforto

    rassicurarli.

    3

    I

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