Samuele
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Info su questo ebook
Non odiarne alcuno.
Non sai cos’hanno fatto per te.
Essi ti hanno donato la vita.
Si sono consumati fino a spegnersi nel crepuscolo uno ad uno.
E poi ogni notte ogni giorno ha sognato.
E di nuovo a brulicarti intorno al mattino.
Come se fosse il primo, ogni giorno ha seguito il presente.
Il passato è divenuto la storia.
Così ieri è rimasto scolpito.
Amali tutti e non dimenticarne alcuno.
Dipana i tuoi giorni.
Sciogli l’intreccio.
I tuoi giorni sono come parole.
Amale tutte le tue parole.
Anche quella più truce.
Non disdegnarla.
Leggila insieme alle altre.
Scoprirai la sua importanza nel grande discorso della tua vita.
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Anteprima del libro
Samuele - Domenico Riccio
Samuele
Amali tutti i tuoi giorni.
Non odiarne alcuno.
Non sai cos’hanno fatto per te.
Essi ti hanno donato la vita.
Si sono consumati fino a spegnersi nel crepuscolo uno ad uno.
E poi ogni notte ogni giorno ha sognato.
E di nuovo a brulicarti intorno al mattino.
Come se fosse il primo, ogni giorno ha seguito il presente.
Il passato è divenuto la storia.
Così ieri è rimasto scolpito.
Amali tutti e non dimenticarne alcuno.
Dipana i tuoi giorni.
Sciogli l’intreccio.
I tuoi giorni sono come parole.
Amale tutte le tue parole.
Anche quella più truce.
Non disdegnarla.
Leggila insieme alle altre.
Scoprirai la sua importanza nel grande discorso della tua vita.
(Scritto nel 2014)
1 Teofania
Samuele aveva perso le speranze di salvare l’uomo. Così, al margine di quella stessa sera, fu preso dalla nube e riportato al più abbagliante giorno d’estate.
Ed il sole gli rivolse la parola e gli dettò quanto avrebbe riportato all’uomo:
«Non avere paura, ti ho detto. Eppure tu non avevi timore di Dio. La tua trepidazione era la stessa di Adamo che si nascondeva dopo essersi cibato del frutto. Piegato e senza guardare verso di me hai detto: Da tempo ho smesso di servirti e tu non sei il mio Signore
.
Ora stai ricordando. È la stessa via che hai percorso verso la perdizione. Hai spezzato il giogo e rotto i legami dimenticando da dove ti ho tratto e ti sei risvegliato per un sentiero scosceso quando si è fatto buio intorno a te.
Chiama Baal, adesso! Rivolgi lo sguardo supplichevole ai tuoi dei stranieri, ai re, ai principi, ai sacerdoti e ai loro profeti. Ti risponderanno nella loro lingua e tu non li capirai. Sentirai agghiacciare il tuo cuore.
Ti svegli solamente ora mentre abbracci una pietra sul tuo cammino e la chiami: Madre!
.
Hai costruito tanti piccoli dei: che fine hanno fatto ora? Li hai riscoperti fantocci, pezzi di legno e cocci. Questo erano anche prima ed i fumi dei tuoi sacrifici non sono bastati per attribuire loro un’anima.
Quante volte l’Eterno dovrà perdonare? Non è questa la domanda. Non riusciresti a spazientire il tuo Dio. Ma che senso ha vivere senza la correzione di Dio. Perché pascolare senza regola, tra i lupi e senza guida. E chi verrà a mungermi del latte? Chi mi aiuterà nel parto.
Mille sono gli dei che ti sei creato. Con le tue mani li hai plasmati. La creta e il legno e la pietra è la loro sostanza. E tu credi che creta, legno e pietra possano trovare un’anima? Parli di fronte a delle statue vuote. Come è vuota la tua anima.
Essi sono diventati numerosi. Come le città di Giuda. Più loro crescono, più si levano le anime dalle città. I loro abitanti divengono esanimi. Senza legge, senza onore, senza memoria colpiscono i profeti che io mando loro.
Il ferro è il destino dei profeti. Come se la parola si potesse fermare! Che le tue orecchie non odano i lamenti dei miei servitori! Anche girato puoi vedere le nefandezze che ti vuoi far nascondere.
La tua sventura è la tua coscienza. Ma non basta il vino a farla scomparire. Essa ti perseguiterà anche da morto, mentre vagherai – corpo senz’anima – alla ricerca del tuo feretro morto in battaglia, non scoraggiato dal fetore che sale dai cadaveri in putrefazione. Allora la tua cecità non ti lascerà vedere lo spettacolo della tua ignominia.
Chi sono quei corpi? I tuoi giovani leoni immolati per nulla. Lasciati al nulla. Senza che il caso li ricomprendesse. Morire per niente. Venditori di morte altrui.
Chi parla non si sacrifica.
Chi si sacrifica muore per un altro.
Chi muore, uccide anche se stesso.
Tutti muoiono su questa terra.
Perché nessuno sa più vivere.
Mille volte avete chiamato la morte, mille nomi le avete dato: è questa la vostra scienza!
La conoscete nel suo intimo. Avete voluto impararla più di ogni altra cosa. La morte pretende di condurvi nella vita. Pretende di insegnare cosa fare sulla terra. Avete imparato a morire in molti modi. E soltanto perché avete paura. Non siete più in grado di sopportare la vita. Non siete in grado di orientare i vostri sforzi. Non si costruiscono più templi. E la loro costruzione non vi concede riposo, non vi dà soddisfazione.
Ciò che costruite è fatto per l’uomo. Serve ad impressionare l’uomo. Perché sapete che non potete impressionare l’Eterno. Ed allora ciò che costruite serve pure a nascondervi. Che sia sufficientemente coperto il tempio per nascondervi allo sguardo di Dio. Che siano sufficientemente robuste le sue mura per sfuggire alla sua ira.
Ma perché Iddio dovrebbe provare ira nei vostri confronti, se non la misericordia per lo stolto?
Piccoli uomini su questa terra. Rinchiusi nei loro frenetici formicai. appassiti dalle lotte fratricide. L’uragano li spazzerà via entrambi. Entrambi i formicai verranno distrutti. L’onda li cancellerà. Con tutto il corollario di sdegno. La natura non lascerà traccia della ipocrisia di piccole formiche che si credono grandi al cospetto di Dio. Che si arrogano il diritto di dire che fanno la sua volontà.
Cani miscredenti e bestemmiatori: inghiottitevi la lingua!
Le fiamme non saranno abbastanza il giorno della fine. E ciò prolungherà l’agonia.
Ognuno in lotta con l’altro con in bocca la bestemmia di uccidere per Dio.
Se Dio vuole uccidere l’uomo saprebbe farlo. Ed il giorno della fine verrà. Verrà. Ma non è ancora arrivato.
Vi uccidete di spada liberando la vostra sozzura. Cani vestiti da lupi che imitano i leoni. Vi schiaccerò come bisce senza che il mio piede si infanghi nel vostro sangue. E sarete condannati al nulla eterno.
Dov’è il mio tempio?. Il tempio che mi avevate promesso su questa terra? Il tempio che mi avevano promesso i vostri padri? Il tempio che avevano progettato i padri dei vostri padri? Il tempio di cui avevano gettato le fondamenta al