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Giuliano
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E-book93 pagine1 ora

Giuliano

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A chi non vede e a chi non ne ha bisogno io dico: Dio è colpevole! Il più colpevole! Il colpevole dei colpevoli! Di tutti i peccati dell’universo. Poiché Egli ha fatto cieli e terra. Per questo lo abbiamo messo a morte.
Ha avuto giustizia. Quella migliore che gli si potesse offrire! È stato giudicato. Giudicato da Anna, Caifa, Pilato ed Erode. E poi ancora da Pilato e dal popolo.
Tutti lo hanno giudicato.
Tutti lo hanno giudicato colpevole!
Dio non è stato ucciso da uno squilibrato, da un pazzo o da un fanatico. Non è stato assassinato. È stato condannato a morte da un tribunale regolare al termine di un regolare processo secondo le leggi. Il sistema e l’ordinamento degli uomini, in esecuzione delle proprie leggi umane, ha condannato a morte Dio.
Tutti lo hanno voluto colpevole! Abbiamo trovato il colpevole. Egli si è fatto colpevole! Si è fatto colpevole per noi.
Ma era colpevole. Colpevole di essere Dio. Di essere senza peccato. Di non essere conforme alle nostre regole …
Quindi abbiamo fatto Giustizia. Giustizia: il mostro che tutto assorbe, che ha ragione e che non comprende ragioni.
E tu Lettore, guarda il Sole! Che vedi? La scorgi la sua grandezza? E l’inutilità della grandezza? Egli è innocente! Innocente, capisci? Eppure lo abbiamo condannato a bruciare in eterno! A bruciare per noi! Egli ci dona la luce e la vita! Anche lui ucciso al termine di un processo giusto!
Ma la sua sconfitta è pure la sua vittoria: un innocente condannato a bruciare in eterno!
Noi prendiamo vita da un condannato al rogo eterno.
Tremendo è il destino del Sole: bruciare per sempre dannato!
Se solo sapessimo quanto costa al Sole bruciare non disdegneremmo i nostri giorni. Neanche quelli peggiori. Ogni attimo sapremmo santificare.
Cosa avrà mai commesso? Non so. Ma occorre diventare ciechi alle cose del mondo per comprendere quelle di Dio!
LinguaItaliano
Data di uscita22 ago 2022
ISBN9791221388961
Giuliano

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    Anteprima del libro

    Giuliano - Domenico Riccio

    Giuliano

    A chi non vede e a chi non ne ha bisogno io dico: Dio è colpevole! Il più colpevole! Il colpevole dei colpevoli! Di tutti i peccati dell’universo. Poiché Egli ha fatto cieli e terra. Per questo lo abbiamo messo a morte.

    Ha avuto giustizia. Quella migliore che gli si potesse offrire! È stato giudicato. Giudicato da Anna, Caifa, Pilato ed Erode. E poi ancora da Pilato e dal popolo.

    Tutti lo hanno giudicato.

    Tutti lo hanno giudicato colpevole!

    Dio non è stato ucciso da uno squilibrato, da un pazzo o da un fanatico. Non è stato assassinato. È stato condannato a morte da un tribunale regolare al termine di un regolare processo secondo le leggi. Il sistema e l’ordinamento degli uomini, in esecuzione delle proprie leggi umane, ha condannato a morte Dio.

    Tutti lo hanno voluto colpevole! Abbiamo trovato il colpevole. Egli si è fatto colpevole! Si è fatto colpevole per noi.

    Ma era colpevole. Colpevole di essere Dio. Di essere senza peccato. Di non essere conforme alle nostre regole …

    Quindi abbiamo fatto Giustizia. Giustizia: il mostro che tutto assorbe, che ha ragione e che non comprende ragioni.

    E tu Lettore, guarda il Sole! Che vedi? La scorgi la sua grandezza? E l’inutilità della grandezza? Egli è innocente! Innocente, capisci? Eppure lo abbiamo condannato a bruciare in eterno! A bruciare per noi! Egli ci dona la luce e la vita! Anche lui ucciso al termine di un processo giusto!

    Ma la sua sconfitta è pure la sua vittoria: un innocente condannato a bruciare in eterno!

    Noi prendiamo vita da un condannato al rogo eterno.

    Tremendo è il destino del Sole: bruciare per sempre dannato!

    Se solo sapessimo quanto costa al Sole bruciare non disdegneremmo i nostri giorni. Neanche quelli peggiori. Ogni attimo sapremmo santificare.

    Cosa avrà mai commesso? Non so. Ma occorre diventare ciechi alle cose del mondo per comprendere quelle di Dio!

    (Scritto nel 2016)

    Personaggi

    Giuliano, il verace e l’autentico

    Mardonio, il vecchio precettore eunuco, goto veneratore della cultura classica

    Massimo, il consigliere filosofo, neoplatonico

    Libanio, l’amico sofista siro

    Euterio, il pagano eunuco, consigliere e ambasciatore visionario

    Prisco, il sacerdote teurgo austero

    Salustio, il politico razionale ed equilibrato

    Nevitta, il soldato barbaro pagano

    ATTO I

    Giuliano è a Naisso, nella sala del palazzo che ha eretto a suo quartier generale, e ha ricevuto la notizia della morte di Costanzo. Se vuole, l’impero può essere suo.

    ATTO I – SCENA 1 – È morto

    Sulla scena Giuliano, Libanio, Euterio, Massimo e Mardonio. Giuliano è girato di spalle rispetto al pubblico ed immobile. Con aria greve ma via via più concitata, Libanio ed Euterio con lo sguardo vuoto e accucciati, parlano al vento, l’uno accanto all’altro senza spostarsi. Massimo e Mardonio ascoltano preoccupati le loro parole.

    LIBANIO (con aria greve) Chi l’ha ucciso?

    EUTERIO Forse io, forse tu: non ricordo. Avevamo gli occhi coperti quel giorno, non rammenti? E l’odore …

    LIBANIO Chi l’ha ucciso?

    EUTERIO Non sono stato io! Tu invece …

    MASSIMO I ciechi hanno visto.

    MARDONIO Allora avremmo potuto …

    EUTERIO Solo chi non ha marciato per primo ha visto. Io ho visto. Ora so. Conosco le memorie degli eguali. Quelli che si confrontavano tra di loro e che dibattevano di fronte al mistero. Essi si prodigavano nel proprio mestiere (si alza e – sempre sguardo perso nel vuoto – si rivolge al pubblico): quello di essere umani!

    LIBANIO Ma hanno bisogno di regole, i tapini! Meschine quanto loro negletti!

    MASSIMO Hanno bisogno di uccidere; come se questo possa cancellare il loro peccato.

    EUTERIO Quando uno verrà dall’alto non attenderà che lo si riverisca. Il conquistatore atterra. Il cupido cerca l’abbraccio: ma chi pensi possa venire ad elemosinare di te?

    LIBANIO Io sono un uomo. Tutti fummo uomini prima di questo. Prima dell’abominio che cosa eravamo?

    MARDONIO Senza coscienza …

    LIBANIO Senti come parla quel pazzo che gli viene dietro, il pavido, Euterio: lo seguirà; eppure non spenderà una parola per lui prima che muoia. (Illuminandosi ed alzando la voce) Un comprimario non diventerà partecipe ma ciò che non ha appreso dalla vita lo imparerà dalla morte.

    MARDONIO Maestra questa? Che miserabili … Il lerciume inonderà la terra …

    EUTERIO Sì, ma lo vedremo. Assai …

    ATTO I – SCENA 2 – Una luce

    Entra Prisco, il sacerdote, seguito da Nevitta.

    MASSIMO I sacerdoti si apprestano al sacrificio. Tutto è all’ordine e perfetto nel tempio.

    LIBANIO Già vedo scorrere …

    EUTERIO Il tempo! Com’è tardi! Ma pure com’è calma la sera! Lo spegnersi di un cero esausto ed il profluvio di aromi che emana.

    LIBANIO E dimmi: la via si diffonde? Cosa gli chiede?

    MASSIMO La vita, credo. Ma è tale per ognuno di noi. Eppure è così diverso stasera …

    EUTERIO È sera! Certo. E che sera. Quando la rivedremo al buio sapremo ricordarci di questa sera?

    MASSIMO (conscio della pazzia nella quale stanno cadendo i presenti) Ma è morto! Costanzo è morto! Giuliano è imperatore. Costanzo è morto. Morto, vi ho detto! È morto come giammai avremmo creduto.

    GIULIANO (con rabbia ma piano) Nessuno muore se Roma non vuole. Io decreto che egli viva. Solo quando io vorrò sarà morto!

    EUTERIO (guardando una luce nel cielo) Prima che lo faccia l’uomo. Prima ancora che lo pensi il Padre. Occorre andare avanti e precorrere il proprio destino. Perché quello che fu fatto un tempo giungerà ad effetto ed ogni determinazione scoprirà il suo scopo.

    LIBANIO (come Euterio, guardando la stessa luce) Quando mi guardi, Signore, io mi perdo; se ti vedo però, io comprendo. La lunga via che non ci hai permesso di osservare e ricordare ora si pone di fronte a noi. Una lunga strada stiamo per iniziare …

    MARDONIO Stiamo per iniziare, Signore: accomodati.

    GIULIANO Per me? Non per me! Tu hai fatto tutto questo per me? Per me hai così ben apparecchiato? È tutto ben disposto; tutto è in ordine.

    NEVITTA (piano e intonato) Non comprendo il sacrificio. Mi pesa la volta celeste sul capo. Le stelle mi vengono incontro. Ed io non ho niente da offrire. Il mio momento è ancora lontano. (Rivolto al pubblico, cerca di svegliare tutti dalla visione) Ci preoccupiamo di quello che c’è stato prima. Nessuno si preoccupa di quanto deve ancora accadere. Cosa ci vedi nel vero, che non stia anche nel falso. Il vero e il falso tutto contengono: non occorre che sciupino la tua via.

    MASSIMO Se non sei in equilibrio sulla terra non puoi essere in equilibrio nel cielo! Finirai sotto

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