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Tommaso
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E-book101 pagine1 ora

Tommaso

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Info su questo ebook

Capisco che è assurdo,
ma trovo assurdo
che l’assurdo non possa essere capito.
LinguaItaliano
Data di uscita1 set 2022
ISBN9791221393941
Tommaso

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    Tommaso - Domenico Riccio

    Tommaso

    Capisco che è assurdo,

    ma trovo assurdo

    che l’assurdo non possa essere capito.

    (Scritto nel 2020)

    Premessa

    Il testo riporta degli appunti vari scritti da Tommaso Moro negli ultimi momenti di prigionia quindi tra il 1° e il 6 luglio 1535. La vaghezza ed insieme la profondità degli stessi fanno pensare che avesse già il sentore dell’aldilà.

    Si aggiunge alle arguzie manifestata negli ultimi momenti, quando – ad esempio – il 1° luglio 1535, Tommaso, appena condannato a morte, si rivolge ai giudici che gli chiedono se desidera aggiungere qualcosa. «Ho poco da dire, tranne questo: il beato Apostolo Paolo era presente e consenziente al martirio di santo Stefano. Ora, sono entrambi santi in Cielo. Benché abbiate contribuito alla mia condanna, pregherò fervidamente perché voi ed io ci ritroviamo insieme in Cielo. Allo stesso modo, desidero che Dio Onnipotente preservi e difenda Sua Maestà il Re e gli mandi un buon consiglio».

    Il 6 luglio, viene condotto sul luogo del supplizio, abbraccia il boia, si benda gli occhi da sé e poi «Un momento! – dice, mettendosi a posto la barba – essa non ha tradito!».

    Il capo cade al primo colpo.

    Principio

    Fratello mio, queste cose io ti dico.

    All’inizio come alla fine, sono queste.

    Perché è così che ragionano gli uomini.

    Queste cose ho sentito nella mia vita.

    Ogni giorno di questa, queste.

    Allora ecco le mie cose.

    Quelle che io ti dico.

    Tommaso

    La colpa è la causa di tutte le cose, di quelle che sono per quello che sono, di quelle che non sono per quello che non sono.

    Tutte le cose avvengono per colpa.

    Qualsiasi cosa è colpa di qualcuno.

    Nell’anno 57 prima di Cristo Pompeo fu incaricato di raccogliere quanto più grano possibile, in tutte le province per approvvigionare Roma, in preda ad una forte carestia.

    La carestia era colpa e colpevole.

    *

    La colpa, capisci fratello? La colpa!

    Non importa mai quello che hai fatto,

    che cosa possa succedere o non succedere.

    Che tu viva o muoia, non è importante.

    Che l’impero intero perisca, non interessa a nessuno.

    Che l’orbe terraqueo sprofondi non è rilevante.

    La colpa – vedi – la colpa è bloccante.

    Il popolo si rimpalla la colpa e non fa nulla per rimediare.

    Dio porta sulle sue spalle tutte le colpe di Dio.

    Egli è il colpevole creatore di ogni cosa:

    non è colpa dell’uomo se esiste il sole

    né se Venere ruota intorno alla terra nel suo orbitare.

    Ma non basta, Egli ha preso su di sé tutte le colpe degli uomini.

    Le ha portate sul Calvario, ne ha sentito tutte le sofferenze.

    Sulla croce ha sofferto le colpe degli uomini.

    Egli era il colpevole, l’unico colpevole in quel momento.

    La storia era colpevole.

    Seguaci di un Dio Colpevole, oggi noi rinasciamo, per grazia Sua, senza colpe.

    Eppure la colpa ci rovina gli animi e ci blocca.

    Noi non perseguiamo il bene per paura di essere colpevoli.

    Ma Dio ha preso tutte le colpe.

    Noi siamo seguaci del Dio Colpevole.

    *

    Lo ricordava l’Oscuro.

    Non troverai mai la verità, se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspettavi di trovare.

    Parlare le lingue del mondo ma non avere amore.

    Quando le profezie saranno abolite,

    le lingue cesseranno e la conoscenza verrà meno.

    L’amore ci sarà ancora.

    Parole dette e poi scritte, senza che l’inchiostro ne abbia alcuna colpa.

    Senza che ne tragga giovamento.

    A Lui solo tutta la gloria!

    Non è l’inchiostro né la pergamena né lo scrittore.

    La gloria è di Dio.

    Se riesci ad accettare questo, allora potrai vivere.

    Se sei un musicista devi fare musica,

    se sei un artista devi dipingere,

    se sei un poeta devi scrivere.

    Ogni uomo deve essere ciò che è:

    è l’unico modo per essere in pace con se stessi.

    *

    Ritorna allo scrittoio allora e scala la piramide.

    Primo.

    Abbandona i bisogni, le logiche, il mondo minerale.

    Secondo.

    Lasciati alle spalle la sicurezza, la stabilità, il possesso.

    Terzo.

    Supera l’appartenenza, il gruppo, il branco, le masse.

    Quarto.

    Non fermarti all’umano, ma scopri l’oltre.

    Quinto.

    Conosci te stesso e accetta ciò che sei, apprendi i tuoi limiti.

    *

    Quindi superali.

    Ma come? Ecco, fermati, pensa, impara chi sei, accetta i tuoi difetti, poi solve et coagula.

    In una pietra grezza c’è il ferro tra mille impurità.

    Mettila nella fornace.

    Nell’altoforno fonde.

    Si libera delle scorie e delle impurità, diventa ciò che è: ferro.

    Lavoralo il ferro, forgialo con le tue stesse mani.

    Da liquido puoi dargli la forma che vuoi.

    Dopo che hai accettato chi sei, puoi decidere chi vuoi essere.

    Ma prima devi sciogliere completamente te stesso.

    Accettare tutto.

    Non opporti.

    E tu che hai superato i bisogni primordiali, la ricerca della sicurezza, dell’appartenenza, del riconoscimento altrui, ora sei liquido.

    Completa dunque la tua trasformazione: prima solve e poi coagula.

    Sei puro ferro liquido, decidi la tua forma.

    Diventa martello ed ogni cosa sarà chiodo davanti a te!

    *

    Un tavolo e una sedia.

    Sul tavolo, un recipiente, l’inchiostro e una penna d’oca.

    Questa è la tua esistenza.

    Nulla è già scritto tutto dipende da te.

    E allora prendila tra le mani la

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