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Elia
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E-book100 pagine1 ora

Elia

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Info su questo ebook

Così a te racconterò il mio sogno.
Due uomini camminavano alla volta del tempio discutendo animosamente sul giusto riguardo a Dio nel rito. Nel mentre, uno dei due cadde in un pozzo. Subito cominciò ad inveire contro l’amico perché a suo dire era la causa della sua sventura. L’amico non si lasciò trarre in inganno dalle sue parole. Si tolse la veste e la getto nel pozzo e così lo tirò fuori e lo salvò.
E questi appena scampato al pericolo così si rivolse al suo salvatore: «Ora ti aspetti che io ti ringrazi?»
Ma l’amico gli rispose: «No. Il Signore mi ha concesso la grazia di salvarti la vita, ma non mi ha permesso di renderti saggio».
LinguaItaliano
Data di uscita22 ago 2022
ISBN9791221388923
Elia

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    Anteprima del libro

    Elia - Domenico Riccio

    Elia

    Così a te racconterò il mio sogno.

    Due uomini camminavano alla volta del tempio discutendo animosamente sul giusto riguardo a Dio nel rito. Nel mentre, uno dei due cadde in un pozzo. Subito cominciò ad inveire contro l’amico perché a suo dire era la causa della sua sventura. L’amico non si lasciò trarre in inganno dalle sue parole. Si tolse la veste e la getto nel pozzo e così lo tirò fuori e lo salvò.

    E questi appena scampato al pericolo così si rivolse al suo salvatore: «Ora ti aspetti che io ti ringrazi?»

    Ma l’amico gli rispose: «No. Il Signore mi ha concesso la grazia di salvarti la vita, ma non mi ha permesso di renderti saggio».

    (Scritto nel 2013)

    Conquista te stesso e dominerai il mondo!

    I templi cadono in rovina e si comincia a morire con facilità.

    In fondo tra te e la tua morte non è il tempo che ti separa ma la paura. Solo la tua paura.

    Mentre grazia, mistero e sacrificio ti pongono innanzi alla meraviglia!

    Ogni opera che porranno i re avrebbe potuto essere fatta meglio. Ma saranno re coloro che faranno le opere come le farebbero i re e non coloro che avrebbero potuto farle meglio.

    Ecco, io vi invito a vivere, a sbagliare, ad apprendere e riprovare.

    Agli Esseri Soprannaturali che ho incontrato in questo Cammino io lascio Elia

    Uno scritto arcaico; incessante, lento e denso racconto di un sogno; un romanzo sapienziale, privo di storia e sviluppo narrativo; circolare ed immobile; evocativo; in semantica caleidoscopica; in concatenazione e commistione; elencazione e descrizione; prosa ritmica e salmodiante; ermetico ed espressionista; un libro scritto sulla roccia; duro, puro, semplice; primordiale e assoluto; scarnificato; senza inizio e fine; eterno.

    1 Prologo

    Così inizia la storia di Elia il Tisbita.

    E la sua storia è esemplare per il popolo. Per questo io la racconto. Per questo vi insegno la storia di Elia, la mia storia. Di quando gli fu rivolta la parola dall’Eterno. E con le sue parole. E gli fu rivolta dall’Eterno per primo e non dal Signore. Perché le parole fossero rivolte per l’eterno e non per quel tempo.

    Egli parlò sotto Acazia, figlio di Acab e Gezabele, re di Israele.

    «La parola di Dio scese su di me. La notte trovò la mia porta. Entrò dalla porta, come se fosse in casa sua. E ne era Signore, di quella casa; che non era mia, eppure mi era stata affidata; eppure io ne ero parte.

    E come vi dormivo, allo stesso tempo vegliavo e pregavo. Non seppi mai quale era il mio stato. Per questo era unico e per questo mi fu rivolta la parola.

    Affinché io vi dica fin da principio: dormite, pregate e vegliate. Perché il tempo del mondo non vi inganni, e siate riposati all’ora del mattino e non vi si veda agitarvi inutilmente, perché non è l’agitazione e la frenesia che sono gradite al Signore. Quella è solo l’ipocrisia di chi si lacera le vesti in gesti inutili.

    Pregate perché il Signore vi sarà sempre a fianco. Ed io sarò il vostro santo.

    Nei tre modi che intenderete il Signore.

    Io sono il santo dei primi, del popolo eletto, degli anziani, dei guardiani dell’arca e degli edificatori del tempio.

    Io sono il santo dei secondi, dei colonizzatori della terra, degli aumentatori, dei custodi delle scienze dell’uomo.

    Io sono il santo dei figli che arrivano per ultimi, che sono irrequieti, che sono nella giovinezza e che non vedono il mondo, che rompono i vasi sulla terra.

    Io sono Elia e il mio Dio è il Signore, io sono Elia il Tisbita, Elia dell’Oreb, Uno degli Inviati.

    Io sono grande presso i tre popoli di Dio ed io sono il tre volte grande presso tutte le genti che seguono l’unico Dio.

    Perché Dio mi ha conosciuto prima che io nascessi. Come è comune agli uomini e per coloro che non sono uomini e per quanti non ne mantengono coscienza».

    Perché il Signore Iddio stesso parlò ad Elia.

    «Tu sei opera mia. Prima che tu nascessi e prima che ti formassi nel grembo di tua madre, io ti ho conosciuto ed ho imposto il mio sigillo sul bambino. Per questo nascerai prima degli altri, perché non saranno le leggi della natura il tuo limite. Tu sei la volontà di Dio e la parola di Dio in mezzo alle nazioni. Per questo io non attenderò la luna per la tua nascita né la levatrice.

    Ed ogni volta che io vorrò tu rinascerai. Perché ciò che è stato può essere ancora, e così sarà ogni volta che io vorrò.

    E ciò che è stato, rimarrà stabilito in eterno ed io la chiamerò storia dell’uomo e della terra che gli ho affidato e del mondo che chiami universo.

    Perché esso conterrà la sua storia e la storia dell’uomo ed ogni attimo ed ogni palpito di vita troverà la pietra nella quale sarà infisso in modo indelebile e sarà stele sul cammino del viandante.

    Tu parlerai all’uomo ed a tutti gli uomini che io ti invierò davanti, nel tuo cammino. Incontrerai gli uomini e parlerai loro, le parole che io ti dirò, tu dirai loro».

    «Ma Signore, non so parlare», rispose Elia.

    «Le parole che io ti dirò, tu dirai loro. Perché tu sei il mio profeta ed araldo ed annuncerai agli uomini il seguito della loro storia. Ed essi ti crederanno e crederanno al Signore. Se non crederanno, non conosceranno il Signore. Ed allora tu li lascerai nella loro ignoranza e la loro ignoranza non sarà disdoro al tuo nome. Andrai avanti».

    «Ma come potrò fare quello che mi chiedi? Io sono solo lo spazio fisico che il mio corpo occupa».

    «Conquista te stesso e dominerai il mondo».

    «Signore, io sono pronto».

    «No, non sei pronto. Perché nessuno è pronto e sei uomo. Ma io stesso ti ho fatto uomo fra gli uomini e ti ho fatto forte fra gli uomini».

    Quando si svegliò, era Elia il Tisbita e parlava con Dio.

    Di lui si erano impossessati i demoni. Il suo corpo era sconquassato dai tremori e fremeva terribilmente.

    Ma egli non aveva bisogno del corpo. Così, infatti, diceva a se stesso: «Il talento non serve. L’attitudine porta alla rovina. La disciplina, invece, ti fa vincere, Elia. L’intelligenza la puoi conoscere, giammai, però, la puoi comprendere.

    Chi costruisce le mura più spesse e quelle più alte: ecco il Signore delle città dell’uomo. Chi irreggimenta il fiume e lo piega ai suoi voleri: questi è il Signore delle acque. Chi istruisce gli armati e dispone gli uomini in truppe: ecco il Signore degli eserciti».

    Così fu il mondo prima di Elia. Così ebbe inizio la sua storia. Così ebbe inizio la storia.

    Fu quindi l’Altissimo a spezzare il sonno ed a

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