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Odi scritte a matita
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Odi scritte a matita
E-book138 pagine28 minuti

Odi scritte a matita

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Info su questo ebook

L’Autore presenta il suo libro raccontando: «Molti anni fa, dopo un lutto, ancor più brutale perché inatteso, non riuscivo più a scrivere. Un giorno, guardando dalla finestra dell’ambulatorio, vidi un poster con la pubblicità di un bikini. Da quella immagine nacque “Ode al reggiseno” e l’intuizione che si potesse tentare di scrivere  poesie relative agli oggetti: il reggiseno, gli orologi, la frutta, i lampioni, come se, in parte, si avverasse la frase che ho citato da Cent’anni di solitudine: “Molte cose erano prive di nome, per citarle bisognava indicarle col dito”. In realtà, ero io a dover ritrovare i nomi del mondo. A questa prima intuizione seguì una crescita verso una maggiore interiorità e, quindi, poesie dedicate “al vuoto” oppure “alla solitudine” o “alle domeniche”, per giungere poi ad alcune rivolte specificamente a due donne che sono state fondamentali nella mia vita. Ho chiamato queste poesie “Odi” non per illudermi di competere con i classici, ma semplicemente perché mi sembravano un inno, anche se spesso amaro, alla vita, osservata attraverso i suoi oggetti, i suoi soggetti, le sue peculiarità».
LinguaItaliano
Data di uscita29 ago 2022
ISBN9788855491426
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    Anteprima del libro

    Odi scritte a matita - Giovanni Inardi

    ODE AL REGGISENO

    Come canterò

    la tua concavità

    che in te si fa nido

    Come

    se non ricordando

    in sguardi di pelle

    onda di mano

    e tenerezza di pensiero

    quel seno

    che nato per accogliere

    Tu

    accogli

    Sei candido

    per gareggiare con la pelle

    nero per sedurre

    sei colorato

    Tu

    petalo duplice che fiorisci

    sul fiore della donna

    Sei serico e costoso

    estivo

    semplice

    una trama di cotone

    una garza appena

    che scherza

    nasconde

    illude per mostrare

    Tu

    che sostieni

    quel delicato peso

    che le nostre mani

    chiedono di abbracciare

    ODE AL SAPONE 19/12/2004

    Ti stendi nevicando spume

    sul nostro corpo

    di muliebri colline

    d'asperità virili

    Ti spandi in profumi

    ti fai pelle alla pelle

    eco che forma ripete

    carezza

    veste

    Netta

    In favore d'acqua

    ci rendi limpidi

    a noi stessi

    Vorrei una schiuma

    un profumo per l'anima

    per le mie colpe

    per la timidezza d'esistere

    per la paura

    d'esser respinto

    Per il terrore

    di essere accettato

    Vorrei detergermi

    la vergogna del passato

    l'amore trascurato

    i sorrisi orfani

    Ma non v'è balsamo

    nettare

    onda

    che possa

    Solo acqua e mani

    restano

    e fatica

    Per modellarsi

    un perdono di fango

    ODE AL SOLE

    Quando il sole si spegnerà

    solo otto

    saranno i minuti

    che resteranno 

    Il primo

    se lo ruberà il terrore 

    d'una cecità popolata di stelle   

    Nel volger del secondo

    mi inchinerò all'ombra mia

    per donarle quell'addio

    che si conviene       

    Il terzo

    sarà opaco di lacrime

    per i volti lontani

    che già non vedo

    né più vedrò   

    Durante il quarto

    mi guarderò queste mani

    avare d'opere

    prodighe d'errori

    secche alla carezza 

    Il quinto

    lo dedicherò alla luce

    perché come vita

    e morte

    tutti ci fece uguali 

    Nel sesto

    cercherò una croce

    nel settimo m'appenderò

    per perdonare tutti

    e me stesso 

    nell'ottavo ed ultimo

    ODE AL SONNO

    Solo a momenti

    ci popoli

    Sonno

    Son quei tempi lenti

    in cui il vecchio

    seduto

    reclina il capo

    in vendemmia di pace

    ed il soldato dimentica

    pidocchi e trincea

    fango e fucile

    mentre al bambino

    persino il gemito si placa

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