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Bresciamella
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E-book105 pagine38 minuti

Bresciamella

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Info su questo ebook

Nella seconda metà degli anni Settanta mi capitò di acquistare il libro “Brescia e il suo territorio”. Fui colpito dalla descrizione del Carnevale di Bagolino, un evento che appariva quasi come surreale e per certi versi meta-territoriale, data la complessità del suo manifestarsi e l’atipicità delle sue tradizioni. Esso ha ispirato la mia silloge, la quale intende fondere mito e realtà. Il drago narratore racconta, indi si congeda e appare il filosofo che estrapola dal viaggio le proprie conclusioni e svela il mistero delle cose. In questa Stonehenge brixiana il drago e l’uomo si ricongiungono e diventano una cosa sola, un’entità super-reale. Dedico questa mia raccolta di poesie a Bagolino e al suo irresistibile fascino, coll’augurio che il suo carnevale non finisca mai... 
LinguaItaliano
Data di uscita30 lug 2018
ISBN9788831909280
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    Anteprima del libro

    Bresciamella - Flavio Tamiro

    BRESCIAMELLA

    1) San Giorgio e la parrocchia (a Bagolino)

    Che rabbia se m’indaffaro

    da Valle Sabbia a Caffaro...

    e il segno senza freno

    si traccia verso Breno.

    M’ubriacherò con sidro,

    andrò sul Lago d’Idro,

    tal gesto: "Che si compia!

    sia teste la Val Trompia."

    Di smacco avverto tanfo,

    lo scacco, certo d’ Anfo,

    è matto per le calli,

    protratto su Tre Valli.

    Mi volgo al saltafoss,

    m’avvolgo nel Bagòss,

    da tilter m’infortuno,

    al silter m’ac-camuno.

    Da Colle di San Zeno

    la zolla pone freno,

    così su Corna Blacca

    ritorna chi si stacca.

    Il rosso a toni gialli

    al Dosso c’è dei Galli;

    chi valga, poi la tocchi!

    l’antica Malga Zocchi.

    Segnai sul calendario

    che andai su Monte Ario

    venendo all’attenzione

    di Dosso già Falcone.

    Ciclista zompa-fosso

    applauda da commosso

    colui che a Punta Almana

    rispunti a far Bagosso.

    Da solo io mi forgio:

    lo giuro su San Giorgio

    che mia la giovin bocca

    tutt’altro sia che sciocca!

    Sfacciata nuova manna!

    un tabby di capanna,

    soriano lui vocifera

    da prònao addotto a trifora.

    Il gatto religioso

    e poco timoroso

    con Dio di sante gatte

    è fio di quote latte.

    Il micio, da indefesso,

    s’approssima all’ingresso

    e prega Giorgio Santo

    di cibo averne tanto.

    L’ambita parrocchiale

    stupisce l’animale:

    miracolo è divino,

    cenacolo è felino.

    Seguendo il pellegrino

    davvero da vicino

    accedo da turista

    a chiesa adesso vista.

    Il primo di una lista

    che stimo, sia Battista

    Lantana, che montana

    piantana erige arcana.

    Che forse Lelio Buzzo

    sia mica in calce, struzzo,

    che cero abbini a core

    di Piero Bagnadore?

    È ipotesi da ciospo

    o protesi d’un rospo

    che nobile architetto

    sia mobile in aggetto.

    Chi guidi la fregata

    confidi, la navata,

    che su l’altare nicchia

    costare sì, costicchia.

    Gli affreschi di Sandrini

    sian teschi di santini;

    urlò Giovane Palma:

    Dai, trovane la salma!

    Il drago, coi suoi resti,

    quel mago di Celesti

    l’ha rinverdito al vaglio

    di Giorgio, forte il maglio.

    Tesori? Ti ci ficchi!

    lavori di quel Ricchi,

    che non lasciò, non rese,

    se ne fasciò, li prese.

    Davvero tinse morbido

    Francesco, vero Torbido;

    né dacio né albanese

    fu Facio Veronese.

    Indietro sul portone

    c’è Pietro, lui: Marone,

    ma tizio non sia vano

    se vizio è di Tiziano.

    Badate a mio il consiglio:

    guardate San Basilio,

    San Marco, pure Rocco:

    trierarchi di rintocco.

    Non ho creduto male:

    ne vale Parrocchiale!

    ma ciò che non v’ho detto...

    ohibo! io son draghetto!!!

    Che storia! Bagolino...

    L’esercito di Roma

    vestito come alpino,

    ti venne a visitare

    per darti un salutino.

    Al cambio di cavalla,

    l’auriga Fragolino,

    comprò tessuto in balla

    e nacque Pagolino.

    Trovato avesse sorgo

    t’avrebbe fatto borgo,

    infatti nel Seicento

    t’unisti al Duca a Trento.

    Ti davi ariose arie

    in quanto grande e più,

    però le Giudicarie

    ti davano del tu.

    Successe al Longobardo:

    Romano Sacro Impero!

    lui sopra l’Aquisgrana

    grattugia papa nero.

    Al tempo dei Comuni,

    con Guelfo e Ghibellino

    spartisti i tuoi Camuni

    tra Brescia ed

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