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Poesie Notturne
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E-book66 pagine21 minuti

Poesie Notturne

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Che cos’è il sonno? Se ci pensate un attimo, vi accorgerete che, forse, non avete mai riflettuto abbastanza sul suo significato, il suo peso, il suo senso più vero. Sappiamo che la sua funzione è di fondamentale importanza per l’equilibrio di una persona, ma sappiamo realmente il perché al di là di un aspetto meramente chimico e fisico? L’opera di Matteo Bonino, dunque, diventa di assoluto rilievo in tal senso perché pone l’attenzione su come il sonno sia un rifugio, in primis, alla vita stessa, un “luogo/non-luogo” in cui l’essere umano nella sua interezza approfitta di una seconda possibilità per dissipare quella nebbia che a volte sembra soffocarlo nello stato di veglia. Ma c’è molto di più: è una vera e propria dimensione altra in cui l’uomo diventa realmente libero di sé, cogliendo quell’opportunità di indipendenza che spesso non riesce a sfruttare nello scorrere (improprio) quotidiano delle ore e degli eventi che spesso subisce più che vivere.

Matteo Bonino è nato a Borgosesia (VC) il 18 aprile 2002. Diplomato al liceo Scientifico opzione Scienze applicate di Cossato (BI) con il massimo dei voti, frequenta per un anno la facoltà di Fisica presso l’Università di Trento e successivamente si iscrive alla facoltà di Lettere Moderne presso l’Università di Torino; sta attualmente completando gli studi. Lavoratore al Bungee-Center di Veglio (BI), scrive amatorialmente dal 2020 e nel 2021 ha vinto il concorso “Una poesia dal Cassetto 6”, con la pubblicazione del testo Fumatrice nella raccolta degli inediti della gara. Pubblica il suo primo libro Poesie Notturne nel 2022 con Albatros il Filo nella collana Nuove Voci.
Su Instagram è presente con il nome @teobonno e su Twitter con @matteo_bonno.
LinguaItaliano
Data di uscita31 lug 2022
ISBN9788830668546
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    Anteprima del libro

    Poesie Notturne - Matteo Bonino

    Nuove Voci

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le

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