La Trilogia dell'Amore
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Anteprima del libro
La Trilogia dell'Amore - Eleonora Neri
Capitolo Primo:
L’incontro in Giappone
Erano anni che Giulio programmava un viaggio in Giappone: varie volte lo aveva progettato e poi rimandato. Finalmente questa volta aveva convinto il suo amico Alessandro a venire con lui, e così erano partiti per un viaggio lungo e faticoso ma allo stesso tempo carichi di speranze ed aspettative. Atterrati a Tokyo si erano accorti che il Giappone era ancora più diverso da come se lo erano immaginato. Tokyo, città senza un inizio ed una fine, metropoli era accogliente ed allo stesso tempo caotica, con i bellissimi templi di Asakusa che facevano da contrasto ai grattacieli di Shinjuku. Al terzo giorno di vacanza, in una giornata calda ed afosa di Luglio, con ancora il fuso orario da metabolizzare, Giulio ed Alessandro stavano percorrendo il caratteristico quartiere degli artisti. Anche qua vi erano tanti turisti curiosi ed ai lati tanti artisti di tutte le età e nazionalità, perché l’arte è universale e non ha confini. Giulio desiderava avere un suo ritratto da poter poi incorniciare come ricordo della sua vacanza in Giappone. Si guardò intorno e si accorse che la possibile scelta era più ampia di quanto potesse pensare. Gli artisti presenti erano centinaia, da ambo i lati della strada. Improvvisamente, il suo occhio cadde su una ragazza a cui erano caduti dei fogli da disegno per terra. Giulio si precipitò per aiutarla e lei lo ringraziò in inglese, arrossendo dall’imbarazzo.
You are welcome!
replicò lui, aggiungendo subito:
Pleased to meet you, I am Giulio.
I am Alice, pleased to meet you, too!
rispose lei, con un soffio di voce che denotava un po’ di impaccio.
Where are you from?
I am from Italy.
A quel punto il volto di Giulio si fece sorpreso e subito chiese:
Di preciso, da dove vieni?
Dalla provincia di Bologna.
Giulio non credeva ai suoi occhi: in una città immensa come Tokyo, era riuscito a trovare per puro caso una ragazza, sua coetanea, proveniente anche lei da Bologna. Che caso fortunato! Passarono alcuni secondi mentre Alice attendeva una risposta da Giulio, che tardava ad arrivare…
Non ci crederai, ma anche io sono di Bologna!
disse Giulio
Alice, che pian piano si stava sciogliendo, rispose:
Che bella coincidenza. Se vuoi un ritratto, te lo offro io.
No, non posso accettare. Facciamo che mi fai lo sconto?
Ok, come preferisci!
Dopo aver rimesso a posto i fogli caduti, Alice prese la matita ed un foglio e dette indicazioni a Giulio su come posare, affinché il ritratto riuscisse meglio. Dopo mezz’ora circa Alice finì di disegnare e Giulio guardò stupito il risultato: era ben riuscito e nel vederlo ebbe un attimo di stupore e disse:
Ma brava che sei! Come hai imparato?
Grazie mille! Fin da piccola ho disegnato, poi ho coltivato la mia passione frequentando il liceo artistico e la scuola di fumetto!
Giulio prese il disegno e lo pagò. Salutò Alice, ma dopo poco che si era girato per andarsene, fu richiamato da lei:
Aspetta Giulio! Mi sono dimenticata di darti il mio biglietto da visita! Dato che siamo della stessa città, se hai bisogno di qualcosa sai dove trovarmi. Io tra una settimana circa sono di ritorno in Italia…
Giulio, rimasto piacevolmente colpito da ciò, prese il biglietto e lo custodì dentro il suo portafogli. Lasciò Alice continuando la sua visita a Tokyo, ma il pensiero di quell’incontro fortuito lo accompagnò a lungo. Disse infatti ad Alessandro:
Sai Ale, vorrei tanto conoscere meglio quella ragazza che mi ha fatto il ritratto…
Ti piace?
Non so se mi piace… è presto per dirlo. Ma c’è qualcosa in lei che mi colpisce…E poi è stata tanto gentile con me… Magari potrei invitarla a prendere un tè. Che ne dici?
Fai proprio bene Giulio. In bocca al lupo!
Il loro viaggio in Giappone proseguì senza intoppi, anzi si può dire che Giulio ed Alessandro trascorsero delle giornate belle ed intense. Solo nel viaggio di ritorno, Giulio prese con sé il biglietto da visita di Alice, lo lesse e disse in cuor suo: Si, desidero conoscerla meglio!
Capitolo Secondo:
Il ritrovo a Bologna
Tornato a Bologna, Giulio si ritrovò con tante cose da sistemare: la scuola stava per ricominciare e non vedeva l’ora sia di rivedere i suoi vecchi allievi, sia di conoscere quelli nuovi. Animato dalla passione per la matematica, si dimenticava che un tempo esporsi in pubblico era stato per lui difficile. Seppur timido, con i ragazzi dimostrava comprensione ed un fondo di benevolenza che lo rendevano apprezzato da quasi tutti i suoi studenti.
Aveva un piccolo rito scaramantico a cui faceva affidamento
, ogni qualvolta iniziava una nuova avventura; rilassarsi, godendosi un bel tè, al suo caffè preferito: il Cafe de Paris.
Mentre era intento a sorseggiare un tè Hojicha, rimembranze del suo passato viaggio nel Sol Levante, prese il portafogli per controllare le sue carte. Fu tra queste che rinvenne nuovamente il biglietto da visita di Alice.
Fu come rivivere un bel ricordo di un altrettanto piacevole viaggio e fu questa la ragione principale che lo spinse a contattarla.
Alice non rispose subito, ma quando disse pronto!
la sua voce suonò buffa, quasi impacciata.
Giulio, però, non fu da meno sotto questo aspetto: farfugliò qualche parola incomprensibile, tanto da temere che lei lo prendesse per matto. Fu solo dopo che si sciolse un po’ e proseguì:
Buongiorno, emh…Alice, giusto? Ecco, non so se ti ricordi, sono Giulio, quel ragazzo di Bologna che hai conosciuto nel viale degli artisti a Tokyo. Mi avevi fatto uno sconto per il mio ritratto…
Aaaaahhh sì!! Mi ricordo di te! Sei stato l’unico ad aiutarmi, mentre perdevo tutti i fogli! Grazie ancora, senza di te avrebbero fatto da mangime alle carpe Koi!
Giulio, contento che lei si ricordasse, replicò:Già, e sarebbe stato un peccato, perché disegni veramente bene! Ecco…mi farebbe piacere vedere altri tuoi lavori…se sei libera, io sono al Café de Paris, a prendere un tè…pensavo, ecco, che magari potresti venire a farmi compagnia!
Giulio non si aspettava un silenzio così prolungato. Mentre dall’altro lato il telefono faceva scena muta stava per riattaccare, quando gli rispose la voce di lei, alquanto flebile:
Mmmmhh…ook?
Sembrava più una domanda, ma a Giulio tanto bastò.
D’accordo allora, facciamo per le 17?
Va bene.
Quando Giulio riattaccò il telefono, iniziò a guardare impazientemente l’orologio e subito dopo la porta d’ingresso del locale. Era curioso di conoscere meglio Alice, capire bene che ragazza fosse, anche se non riusciva a comprendere come mai fosse in certo qual modo così ansioso di vederla. Assorto nei pensieri, ad un certo punto si girò e la scorse mentre entrava e guardava disorientata all’interno del caffè. Giulio fece un cenno con la mano e lei si avvicinò a lui, un po’ imbarazzata.
Si guardarono e per un attimo rimasero interdetti, poi Giulio le allungò la mano per stingere la sua e lei fece altrettanto. Erano entrambi impacciati e non sapevano cosa dirsi, quando all’improvviso Giulio esordì:
Purtroppo l’Estate sta finendo…le temperature si sono già abbassate…
Eh già…
rispose Alice
Tornò fra loro un imbarazzato silenzio.
Giulio si fece coraggio e continuò:
Sai Alice, il tuo disegno l’ho inquadrato in casa mia ed ogni mattina che mi sveglio lo guardo e mi sembra giorno dopo giorno più bello!
Grazie Giulio! Sei davvero gentile...
Come va con il tuo lavoro?
chiese Giulio
"Insomma...Ho