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Perlanera
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E-book155 pagine3 ore

Perlanera

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Info su questo ebook

Dopo il funerale della nonna, Giulia è tornata a Milano, alla sua vita quotidiana, portando con sé lo specchio di oKram. La pubblicazione del suo primo romanzo le dona una certa notorietà e nel corso di una serata di beneficienza incontra il suo ex compagno di università, Giacomo, stimato e apprezzato restauratore di manoscritti. Tra loro è subito attrazione. Lei, indipendente per natura e ancora legata al ricordo-rimpianto di un amore che non si è concretizzato come avrebbe desiderato, è una sfida per Giacomo, consapevole che i suoi sentimenti sono forti e sinceri come mai gli è capitato di provare. Venuto a sapere dell’alone di mistero che circonda lo specchio di oKram, l’uomo è deciso a svelarlo e si mette alla ricerca di un antico testo in cui si narra di una leggenda che potrebbe rifarsi alla vicenda del primo proprietario dello specchio e delle sue tre figlie.
Nel frattempo, a Milano arrivano i soldati inviati per pattugliare le strade e prevenire altri atti di terrorismo. Tra loro, c’è Leonardo deciso a riconquistare Giulia. La sua presenza e le sue intenzioni sconvolgono l’equilibrio raggiunto dalla donna. In questa caleidoscopica situazione, torna a farle visita l’uomo dei suoi sogni ricorrenti, per rivelarle, la notte di Natale, tutta la verità sulla storia dello specchio. Ma è pronta Giulia?
È quasi stupefacente la capacità di entusiasmo e di creazione di atmosfera dell’autrice, che riesce a delineare personaggi in bilico tra favola e realtà.
LinguaItaliano
Data di uscita1 apr 2019
ISBN9788832924220
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    Anteprima del libro

    Perlanera - Laura Del Veneziano

    mortale.

    1

    Giacomo

    Ogni favola è un gioco

    che finisce se senti tutti

    vissero felici e contenti

    forse esiste da sempre

    non importa l’età

    perché è vera soltanto a metà! [1]

    Dannazione! Aveva di nuovo dimenticato di togliere la sveglia prima di addormentarsi! Ormai era una cosa che purtroppo accadeva molte volte, troppe!

    La sera precedente, facendo tardi con Giulia tra le braccia, aveva cose molto più eccitanti a cui pensare che non alla sveglia programmata per le sei come ogni mattina.

    Dopo averla spenta con un sapiente tocco dell’indice della mano sinistra, si girò dall’altro lato del letto allungando il braccio destro per cercare il corpo nudo e caldo di Giulia. La sua ricerca andò a vuoto: niente capelli sparsi sul cuscino, niente pelle da accarezzare, Giulia non c’era. Giacomo si sforzò di rimanere ancora qualche istante con gli occhi ben chiusi cercando tra le lenzuola vuote un qualsiasi segno di lei, ma alla fine dovette arrendersi alla realtà.

    Se ne era andata, come suo solito, senza lasciare a Giacomo niente di più del suo dolce profumo nel letto. Nonostante la consapevolezza, aprì i suoi profondi occhi neri con ancora una lieve speranza che andò però immediatamente in frantumi: era solo nel suo grande letto, a elemosinare il profumo della pelle che in maniera così crudele Giulia gli aveva lasciato in dono.

    Chissà da quanto tempo era uscita, e poi per andare dove? E fra quanto tempo avrebbe potuto rivederla?

    Si tirò su a sedere, prese subito in mano la cornetta e iniziò a comporre sulla tastiera, nell’attesa si concentrò su quella parte dell’apparecchio che girando su se stessa riportava la tastiera nella posizione iniziale in modo da poter caricare il numero successivo: il suo rumore tipico dava veramente l’idea di qualcosa che, in maniera più o meno ingegnosa, faceva un certo sforzo per metterti in contatto con un’altra persona. Finito il numero ecco che dall’altra parte giunse il segnale di linea libera. Attese fiducioso, invano, per qualche istante, poi dovette riagganciare, non senza una punta di delusione. Giulia come al solito non era rintracciabile, se decideva di sparire per giorni riusciva a farlo a costo di ritrovarsi con tutta la polizia italiana impegnata nelle sue ricerche: quella donna non avrebbe mai rinunciato alla sua libertà di nascondersi e ritirarsi dal mondo.

    Rassegnato si alzò dal letto per raggiungere il bagno, era necessaria una doccia per tentare di dare una piega più positiva a quel sabato mattina, poi avrebbe ripreso le sue ricerche. Aveva, infatti, iniziato da un paio di mesi a cercare notizie sullo specchio di oKram; era stato incuriosito dal libro omonimo e dalla storia di Giulia ed era sicuro che ci dovesse essere, in documenti storici, qualche riferimento alla leggenda. Se davvero c’era da qualche parte nascosta una verità da rivelare su tutta quella faccenda, lui aveva intenzione di scoprirla.

    Ovviamente, Giulia, non era minimamente a conoscenza di questo suo nuovo progetto.

    Giacomo l’aveva ritrovata nel bel mezzo dell’uscita del suo libro, non sapeva nulla della vita di quella donna prima del suo discreto successo, ma una cosa era certa: l’eco che quella pubblicazione aveva avuto, aveva portato grossi cambiamenti nella vita di Giulia. Tanto per cominciare, diverse testate giornalistiche avevano fatto a gara a proporle contratti di lavoro pur di averla nel loro staff, inoltre, la casa editrice con la quale il libro era stato pubblicato, praticamente, le stava addosso per avere un altro successo prima possibile. Lei, invece, tentava continuamente, con tutte le sue forze di mantenere in piedi la sua vita, così come era, senza troppo stravolgerla, per questo motivo si lasciava andare all’amore che lui le aveva dichiarato, troppe poche volte e, immancabilmente poi, ogni volta, spariva per qualche giorno.

    L’acqua calda della doccia riportò inevitabilmente i pensieri di Giacomo al corpo nudo di Giulia attaccato al suo. La morbidezza e il profumo della schiuma gli ricordavano inesorabilmente i vellutati capelli color cioccolato nei quali amava intricare le dita e affondare il viso per respirare di lei. Assorto in questo piacevole ricordo, gli tornò alla mente un giorno in cui si erano incontrati casualmente ormai quasi un anno prima.

    Entrambi, senza saperlo, quel venerdì sera erano presenti alla stessa serata di beneficenza.

    Giulia, sulla scia del successo del suo libro, aveva accettato l’invito a partecipare e a tenere un breve discorso, in quanto storica sostenitrice dell’Associazione Culturale Contro il Cancro, una realtà importante che organizzava periodicamente eventi il cui ricavato andava, appunto, in beneficenza alla ricerca.

    Giacomo invece aveva conosciuto questa importante realtà da poco tempo e tramite alcuni colleghi. Tuttavia, doveva ammettere lui, ciò che quella sera ottenne molta rilevanza rispetto a tutto il resto fu, che quasi come fosse una visione, Giulia, a metà della cena, fu invitata dalla presidente dell’Associazione, a prendere parola.

    Giacomo era coinvolto in un’importante conversazione con i suoi compagni di tavolo, ma non appena sentì scandire al microfono il nome di Giulia, con l’aria di chi crede di aver avuto un’allucinazione, si ritrovò estasiato a guardare quella donna alla quale aveva pensato fin troppo spesso nei mesi precedenti.

    Ora quell’immagine era fin troppo nitida nella sua memoria: Giulia indossava un elegante e sobrio vestito con una trama delicatamente floreale i cui colori andavano dal nero, al bordeaux, all’ocra. Tutte tonalità che si accordavano perfettamente con il colore leggermente olivastro della sua pelle, visibile dallo scollo pronunciato che aveva sulla schiena e con la morbidezza dei suoi capelli, distrattamente appuntati poco sopra la nuca. Dopo il loro primo incontro durante la presentazione di Lo specchio di oKram e il conseguente caffè, Giacomo aveva più volte tentato di rivedere Giulia, riuscendo però soltanto a strapparle qualche prolungato aperitivo. Eppure, era bastato così poco a lui per pensare che valesse la pena buttare tutta la sua vita all’aria per lei!

    Era una donna affascinante, intrigante, misteriosa come uno di quei libri enigmatici che inevitabilmente attrae tanto il lettore e gli fa perdere la testa nella sua storia. Non poteva negarlo, fin da subito aveva provato un’attrazione irresistibile per lei, che non gli permetteva di rinunciarvi con troppa facilità. Un ermetico e impenetrabile alone di mistero lo attraeva e gli obnubilava la coscienza.

    Giulia, dal canto suo, era rimasta piacevolmente incuriosita da questo compagno di università tornato dal passato quasi per caso e che sembrava non mollare la presa in alcun modo. Se lo ritrovava ovunque: nella sua routine, quelli che aveva soprannominato come imprevisti-Giacomo avevano iniziato a sorprenderla in maniera molto piacevole e insistente.

    A quella cena di beneficenza, guardandola salire sul palchetto dunque, lui non poté non pensare a un segno del destino, e subito, la sua abile mente di conquistatore si mise in moto per stupire, ancora una volta, quella donna che, ne era certo, adorava essere sorpresa.

    Mentre la guardava tenere ben alta l’attenzione della sala gremita su di sé, si domandò se ci fosse un modo, non troppo diretto per manifestare la sua presenza, per farle sapere, che in mezzo a quelle duecento persone che la ascoltavano, c’era anche lui, ammaliato dalla sua bellezza.

    Poi fu come un’illuminazione improvvisa, distolse appena un attimo lo sguardo da lei per verificare che nella sala ci fosse un impianto stereo, Giulia parlava già da circa tre o quattro minuti, e lui non poteva certo prevedere per quanto tempo sarebbe ancora andata avanti. Inoltre, non poteva essere sicuro che in un hotel a cinque stelle disponessero di musica classica, ma, come al solito non poteva non tentare, rinunciando alla possibilità di farsi notare. Si alzò di scatto, si avvicinò a una delle hostess presenti in sala e le bisbigliò qualcosa all’orecchio. Poi, con aria profondamente fiera di sé tornò a sedere per godersi la scena.

    Qualche istante dopo, mentre Giulia era circa alla metà del suo intervento, le luci si spensero in tutta la sala e, in sottofondo, tutti sentirono risuonare una sinfonia.

    Il telefono si mise a suonare e costrinse Giacomo a tornare al presente. Probabilmente qualcuno lo stava cercando per lavoro ma decise di prendersi il suo tempo per finire comunque la doccia e uscire dal bagno. Più tardi, chiunque fosse, lo avrebbe richiamato: Giulia invece non chiamava mai. Si faceva rincorrere sempre e ovunque e questo suo tratto caratteriale incontrava perfettamente il modo di essere di Giacomo, sempre pronto a raccogliere le sfide più difficili.

    Quando uscì dalla doccia, si sorprese a desiderare Giulia in quella casa con lui, magari a preparare la colazione o ancora assonnata tra le lenzuola. Quella donna lo stava profondamente cambiando: nella sua vita caotica e senza precisi punti di riferimento soltanto lei era riuscita a fermare tutto in maniera prepotente pur sfuggendo continuamente. Non sapeva spiegarsi come questo fosse possibile. Nei suoi innumerevoli viaggi aveva conosciuto molte donne, anche molto belle, più di una aveva dichiaratamente perso la testa per lui, eppure da quasi un anno ormai, lui non riusciva a togliere Giulia dalla testa e a smettere di sognare di lei anche a chilometri di distanza. Quasi come fosse una calamita potentissima dalla quale niente e nessuno poteva distrarlo. Il pensiero di lei, e il ricordo dei momenti di profonda passione passati insieme, lo accompagnavano in maniera talmente costante da ritrovarsi, con immenso stupore, a progettare di cambiare la sua vita per lei e, quando ciò accadeva, il desiderio di fermarsi e stabilirsi da qualche parte del mondo per formare con lei una famiglia, faceva capolino tra i suoi pensieri. Giulia invece continuava a sfuggirgli.

    Con un profondo e significativo sospiro chiuse l’acqua, si avvolse nel suo accappatoio, e il profumo di Giulia, che andò ancora una volta a stimolare i suoi sensi, lo inebriò eccitandolo, nonostante la notte di intensa passione che le aveva dedicato.

    Al diavolo! imprecò gettando in maniera brutale l’accappatoio in terra, l’impulso lo invitò a prendere di nuovo il telefono in mano per tentare una nuova chiamata, ma per fortuna o forse soltanto per puro caso, in quel preciso momento l’apparecchio si mise a suonare di nuovo e i pensieri di Giacomo cambiarono improvvisamente.

    Dottor Martelli buongiorno, sono Lara della Biblioteca delle Belle Arti, volevo informarla che è arrivato questa mattina il manoscritto illustrato che aveva richiesto.

    Bene, rispose lui scovando tutta la gentilezza possibile dentro di sé, passerò in giornata a ritirarlo.

    In realtà si sentiva come un carcerato cui avessero finalmente concesso un’ora di aria: c’erano voluti un paio di mesi per fare arrivare quel testo. Il suo stato d’animo peggiorò ancora quando, subito dopo Lara aggiunse con voce ferma e decisa: Ecco dottor Martelli, il punto è che il testo, essendo molto antico e delicato è purtroppo disponibile soltanto per la consultazione presso le nostre sale.

    Ma io ho fatto regolare richiesta al direttore, ci ho parlato personalmente e mi aveva assicurato che avrei potuto prelevarlo, rispose Giacomo piuttosto scocciato.

    Sì, ne sono a conoscenza, purtroppo però, viste le condizioni in cui il manufatto si trova, una volta visionato, il direttore non ha potuto fare altrimenti, e mi ha chiesto di invitarla qui, se le è possibile in giornata, per valutare lei stesso di persona e chiarire la questione. Potrebbe essere da noi oggi prima della chiusura dell’ora di pranzo?

    Lara sembrava una persona piuttosto

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