Franz Schubert: La grande musica strumentale
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Anteprima del libro
Franz Schubert - Luigi Della Croce
© 2013 Libreria Musicale Italiana srl, via id Arsina 296/f, 55100 Lucca lim@lim.it www.lim.it
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione potrà essere riprodotta, archiviata in sistemi di ricerca trasmessa in qualunque forma elettronica, meccanica, fotocopiata, registrata o altro senza il permesso dell’editore, dell’autore e del curatore.
ISBN 9788855432092
Versione digitale realizzata da Streetlib srl
SOMMARIO
Repertorio per generi
Prefazione del cuore
PARTE GENERALE
Le otto sinfonie
Tabella cronologica delle sinfonie e degli abbozzi
Le diciassette ouverture per orchestra
Pezzi per violino e orchestra
I quindici quartetti per archi
Altre opere per soli archi
Sonate e pezzi per violino e pianoforte
Altra musica da camera con pianoforte
Musica da camera per complessi vari
Le venti sonate per pianoforte
Altri pezzi per pianoforte a due mani
Sonate e composizioni varie per pianoforte a quattro mani
PARTE ANALITICA
1810-1815
Prima fantasia, dieci quartetti, tre sinfonie e due sonate
Fantasia in sol maggiore per pianoforte a quattro mani D 1
Quartetto per due violini, viola e violoncello n. 1 in si bemolle maggiore D 18
Ouverture in do minore per due violini, due viole e violoncello D 8
Fantasia in sol minore per pianoforte a quattro mani D 9
Fantasia in do minore per pianoforte D 2E
Ouverture in si bemolle maggiore per il Singspiel Der Spiegelritter D 11
Ouverture in re maggiore per orchestra D 12
Quartetto per due violini, viola e violoncello n. 2 in re maggiore D 94
Ouverture in re maggiore per la commedia Der Teufel als Hydraulicus D 4
Ouverture in re maggiore per orchestra D 26
Trio per pianoforte, violino e violoncello in un movimento in si bemolle maggiore D 28
Quartetto per due violini, viola e violoncello n. 3 in do maggiore D 32
Quartetto per due violini, viola e violoncello n. 4 in si bemolle maggiore D 36
Quartetto per due violini, viola e violoncello n. 5 in do maggiore D 46
Fantasia in do minore per pianoforte a quattro mani D 48
Quartetto per due violini, viola e violoncello n. 6 in si bemolle maggiore D 68 (incompiuto)
Ottetto per due oboi, due clarinetti, due corni e due fagotti D 72 in fa maggiore
Quartetto per due violini, viola e violoncello n. 7 in re maggiore D 74
Nonetto per 2 clarinetti, 2 fagotti, controfagotto, 2 corni e 2 tromboni in mi bemolle minore in un movimento D 79 Per i funerali di Franz Schubert (o Piccola musica funebre)
Sinfonia n. 1 in re maggiore D 82
Ouverture in fa maggiore per il Singspiel Des Teufels Lustschloss D 84
Quartetto per flauto, viola, chitarra e violoncello in sol maggiore (da Wenceslaus Matiegka) Anh. II 2
Quartetto per due violini, viola e violoncello n. 8 in mi bemolle maggiore D 87
Quartetto per due violini, viola e violoncello n. 9 in si bemolle maggiore D 112
Sinfonia n. 2 in si bemollle maggiore D 125
Sonata per pianoforte (n. 1) in mi maggiore D 157
Quartetto per due violini, viola e violoncello n. 10 in sol minore D 173
Ouverture in re maggiore D 190 per il Singspiel Der vierjährige Posten
Sinfonia n. 3 in re maggiore D 200
Ouverture in mi maggiore D 239 per il Singspiel Claudine von Villa Bella
Sonata per pianoforte (n. 2) in do maggiore D 279
Ouverture in do maggiore D 326 per il Singspiel Die Freunde von Salamanka
1816-1818
Nove sonate per pianoforte, quattro per violino e tre sinfonie
Sonata per violino e pianoforte in re maggiore D 384 op. post. 137 n. 1
Sonata per violino e pianoforte in la minore D 385 op. post. 137 n. 2
Sonata per violino e pianoforte in sol minore D 408 op. post. 137 n. 3
Sinfonia n. 4 in do minore Tragica D 417
Conzertstück per violino e orchestra in re maggiore D 345
Rondò in la maggiore per violino e archi D 438
Sonata per pianoforte n. 3 in mi maggiore D 459 (5 Klavierstücke D 459 A)
Trio per violino, viola e violoncello in si bemolle maggiore D 471 (incompiuto)
Ouverture per orchestra in si bemolle maggiore D 470
Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore D 485
Quartetto per due violini, viola e violoncello n. 11 in mi maggiore D 353
Sonata per pianoforte (n. 4) in la minore D 537
Sonata per pianoforte (n. 5) in la bemolle maggiore D 557
Ouverture per orchestra in re maggiore D 556
Sonata per pianoforte (n. 6) in mi minore D 566
Sonata per pianoforte (n. 7) in mi bemolle maggiore D 568
Sonata per pianoforte (n. 8) in fa diesis minore D 570 – 604 – 571
Sonata per pianoforte (n. 9) in si maggiore D 575
Sonata per pianoforte e violino in la maggiore D 574
Tredici variazioni per pianoforte su un tema di A. Huttenbrenner D 576
Trio per violino, viola e violoncello in si bemolle maggiore D 581
Polonaise in si bemolle maggiore per violino e orchestra D 580
Sinfonia n. 6 in do maggiore D 589
Ouverture per orchestra in re maggiore in stile italiano D 590
Ouverture per orchestra in do maggiore in stile italiano D 591
Rondò in re maggiore per pianoforte a quattro mani D 608
Fantasia in do maggiore per pianoforte Grazer Fantasie D 605A
Sonata per pianoforte (n. 10) in do maggiore D 613
Sonata in si bemolle maggiore per pianoforte a 4 mani D 617
Sonata per pianoforte (n. 11) in fa minore D 625
Otto Variazioni su un canto francese per pianoforte a 4 mani D 624
Introduzione e variazioni su un tema originale in si bemolle maggiore per pianoforte a 4 mani D 603
1819-1824
Dal quintetto La Trota alla Sinfonia Incompiuta, al quartetto La Morte e la fanciulla
Ouverture in re maggiore per il Singspiel Die Zwillingsbrüder D 647
Ouverture per orchestra in mi minore D 648
Sonata per pianoforte (n. 12) in la maggiore D 664
Quintetto per pianoforte, violino, viola violoncello e contrabbasso in la maggiore La trota
D 667
Ouverture per pianoforte a quattro mani in sol minore D 668
Ouverture per pianoforte a quattro mani in fa maggiore D 675
Ouverture in do maggiore per il melologo L’arpa magica D 644
Movimento di quartetto per due violini, viola e violoncello (n. 12) in do minore D 703
Variazione su un valzer di Diabelli per pianoforte in do minore D 718
Frammenti di sinfonia in re maggiore D 708A
Frammenti di sinfonia in mi maggiore (n. 7) D 729
Ouverture per l’opera Alfonso und Estrella D 732
Sinfonia in si minore D 759 (n. 8) L’Incompiuta
Fantasia per pianoforte in do maggiore Wandererfantasie D 760
Sonata per pianoforte (n. 13) in la minore D 784
Ouverture in fa maggiore per il Singspiel Die Verschworenen (I congiurati) D 787
Ouverture in fa minore per l’opera Fierrabras D 796
Musiche di scena per Rosamunde, Fürstin von Zypern D 797
Introduzione, tema e 7 variazioni per flauto e pianoforte in mi minore sul lied Trockne Blumen D 802
Ottetto per clarinetto, fagotto, corno, due violini, viola, violoncello e contrabbasso in fa maggiore D 803
Quartetto per due violini, viola e violoncello n. 13 in la minore D 804
Quartetto per due violini, viola e violoncello n. 14 in re minore Der Tod und das Mädchen D 810
Sonata in do maggiore per pianoforte a quattro mani (Grand Duo) D 812
Otto Variazioni per pianoforte a quattro mani in la bemolle maggiore D 813
Divertissement à l’hongroise in sol minore D 818
Sonata in la minore per arpeggione e pianoforte D 821
1825-1828
Sinfonia La grande
, due trii, quintetto con due violoncelli, le tre ultime sonate
Sinfonia in do maggiore (n. 8) Grande D 944
Sonata per pianoforte (n. 14) in do maggiore Reliquie D 840
Sonata per pianoforte (n. 15) in la minore D 845
Sonata per pianoforte (n. 16) in re maggiore D 850
Grande marche funèbre in do minore per pianoforte a 4 mani D 859
Divertissement sur des motifs originaux français in mi minore per pianoforte a quattro mani D 823
Quartetto per due violini, viola e violoncello n. 15 in sol maggiore D 887
Grande Marche Héroique per pianoforte a quattro mani in la minore D 885
Sonata per pianoforte (n. 17) in sol maggiore D 894
Rondò in si minore per violino e pianoforte D 895
Otto variazioni per pianoforte a quattro mani D 908 su un tema tratto dall’opera Marie di Hérold
Sei Moments Musicaux per pianoforte D 780
Quattro Impromptus per pianoforte D 899
Trio per pianoforte, violino e violoncello in mi bemolle maggiore D 929
Fantasia in do maggiore per violino e pianoforte D 934
Quattro Impromptus per pianoforte D 935
Trio per pianoforte, violino e violoncello in mi bemolle maggiore (Notturno) D 897
Trio per pianoforte, violino e violoncello in si bemolle maggiore D 898
Fantasia in fa minore per pianoforte a quattro mani D 940
Allegro in la minore per pianoforte a quattro mani Lebensstürme D 947
Tre pezzi per pianoforte in mi bemolle minore, mi bemolle maggiore e do magggiore D 946
Quintetto per due violini, viola e due violoncelli in do maggiore D 956
Sonata per pianoforte (n. 18) in do minore D 958
Sonata per pianoforte (n. 19) in la maggiore D 959
Sonata per pianoforte (n. 20) in si bemolle maggiore D 960
Bibliografia ragionata
Discografia selettiva
Indice delle opere
REPERTORIO PER GENERI
Sinfonie
n. 1 in re maggiore D 82
n. 2 in si bemolle maggiore D 125
n. 3 in re maggiore D 200
n. 4 in do minore Tragica D 417
n. 5 in si bemolle maggiore D 485
n. 6 in do maggiore D 589 Piccola
n. 7 in si minore Incompiuta D 759
n. 8 in do maggiore D 849 Grande
Ouvertures per orchestra
in si bemolle maggiore Der Spiegelritter D 11
in re maggiore D 12
in re maggiore Der Teufel als Hydraulicus D 4
in re maggiore D 26
in re minore Des Teufels Lustschloss D 84
in re maggiore Quattro anni di sentinella D 190
in mi maggiore Claudine von Villa Bella D 239
in do maggiore Die Freunde von Salamanka 326
in si bemolle maggiore D 470
in re maggiore D 556
in re maggiore in stile italiano D 590
in do maggiore in stile italiano D 591
in re maggiore Die Zwillingsbrüder D 647
in mi minore D 648
in re minore Alfonso und Estrella D 732
in fa maggiore Die Verschworenen (Der häusliche Krieg) D 787
in fa minore Fierabras D 796
Pezzi per violino e orchestra
Conzertstück in re maggiore D 345
Rondò in la maggiore D 438
Polacca in si bemolle maggiore D 580
Rondò in si minore D 895
Quartetti per archi
n. 1 in sol minore / si bemolle maggiore D 18
n. 2 in re maggiore D 94
n. 3 in do maggiore D 32
n. 4 in si bemolle maggiore D 36
n. 5 in do maggiore D 46
n. 6 in si bemolle maggiore D 68
n. 7 in re maggiore D 74
n. 8 in mi bemolle maggiore D 87 (op. 125 n.1)
n. 9 in si bemolle maggiore D 112
n. 10 in sol minore D 173
n. 11 in mi maggiore D 353 (op. 125 n.2)
n. 12 in do minore D 703
n. 13 in la minore D 804
n. 14 in re minore La morte e la fanciulla D 810
n. 15 in sol maggiore D 887
Altre opere per soli archi
Ouverture in do minore per quintetto d’archi D 8
Trio in si bemolle maggiore D 471
Trio in si bemolle maggiore D 581
Quintetto con due violoncelli in do maggiore D 956
Sonate e pezzi per violino e pianoforte
Sonata in re maggiore D 384 (op. 137 N.1)
Sonata in la minore D 385 (op. 137 n.2)
Sonata in sol minore D 408 (op. 137 n.3)
Sonata in la maggiore D 574 (op. 162)
Fantasia in do maggiore D 934 (op. 159)
Altre opere da camera con il pianoforte
Trio in si bemolle maggiore D 28
Trio in mi bemolle maggiore D 929
Trio in si bemolle maggiore D 898
Adagio (Notturno) per trio D 897
Quintetto con contrabbasso La trota D 667 (op. 114)
Introduzione, tema e 7 variazioni per flauto e pianoforte in mi minore Fiori appassiti, D 802
Sonata per arpeggione e pianoforte in la minore D 821
Musica da camera per altre formazioni
Ottetto per oboi, clarinetti, corni, fagotti e tromboni in fa maggiore D 72
Nonetto per clarinetti, fagotti, controfagotto, corni e tromboni in mi bemolle minore D 79
Ottetto per fiati e archi in fa maggiore D 803.
Sonate per pianoforte
n. 1 in mi maggiore D 157
n. 2 in do maggiore D 279
n. 3 in mi maggiore (Fünf Klavierstücke) D 459
n. 4 in la minore D 537
n. 5 in la bemolle maggiore D 557
n. 6 in mi minore D 566
n. 7 in mi bemolle maggiore D 568
n. 8 in fa diesis minore D 570-604-571
n. 9 in si maggiore D 575
n. 10 in do maggiore D 613
n. 11 in fa minore D 625
n. 12 in la maggiore D 664
n. 13 in la minore D 784
n. 14 in do maggiore Reliquie D 840
n. 15 in la minore D 845 (op. 42)
n. 16 in re maggiore D 850 (op. 53)
n. 17 in sol maggiore D 894 (op. 78)
n. 18 in do minore D 958
n. 19 in la maggiore D 959
n. 20 in si bemolle maggiore D 960
Altri pezzi per pianoforte a due mani
Fantasia in do minore D 2E
Tredici variazioni su un tema di Huttenbrenner D 576
Fantasia di Graz in do maggiore D 605A
Variazione su un valzer di Diabelli D 718
Fantasia in do maggiore Wandererfantasie D 760
Sei Moments musicaux D 780
Quattro Impromptus D 899
Quattro Impromptus D 935
Drei Klavierstücke D 946
Opere per pianoforte a quattro mani
Fantasia in sol maggiore D 1
Fantasia in sol minore D 9
Fantasia in do minore D 48
Sonata in si bemolle maggiore D 617
Sonata in do maggiore (Gran Duo) D 812
Otto variazioni sulla canzone francese Il buon cavaliere D 624
Quattro variazioni su un tema originale D 603
Otto variazioni in la bemolle maggiore D 813
Otto variazioni su un tema dell’opera Marie di Hérold D 908
Divertissement à l’hongroise in sol minore D 818
Divertissement sur des motifs originaux français in mi minore D 823
Ouverture in sol minore D 668
Ouverture per pianoforte in fa maggiore D 675
Grande Marche Funèbre in do minore (D 859).
Grande Marche Héroique in la minore (D 885).
Rondò in re maggiore D 608
Allegro in la minore Lebensstürme D 947
PREFAZIONE DEL CUORE
Nell’accingermi a consegnare all’editore questo nono libro di analisi musicali, quasi tutte dedicate alla grande scuola classica viennese, non posso trattenermi dal rendere omaggio a Giorgio Taboga recentemente scomparso: uno studioso sui generis, che metteva il suo naso e il suo acume negli anfratti della storia della musica. In particolare, consumò la vita a indagare sui misteri, veri o presunti, che circondano la figura del compositore Andrea Luchesi da Motta di Livenza, dimenticato maestro di cappella a Bonn per tutto il tempo in cui Beethoven la frequentò. Il caso Luchesi era diventato in Italia il caso Taboga. Gli volevo bene perché sentivo che era in buona fede, anche quando le sue teorie non avevano sufficienti riscontri o rasentavano l’ossessione. La sua furia di scoprire la verità a ogni costo non risparmiava nessuno della scuola di Vienna. E ricostruì, in un libro pubblicato dalla presente casa editrice, quella che fu, a suo parere, la vera causa della fine di Mozart: una banale storia di corna e cronaca nera. Nessuno lo ha sinora smentito perché probabilmente qui ha visto giusto.
E ora veniamo a Schubert, che Taboga non ha fatto forse in tempo a coinvolgere nel suo documentato assalto alla sacralità della Wiener Klassik. Schubert, il fiore spuntato sul classicismo con seicentocinquanta e più Lieder e con il tesoro unico, non abbastanza esplorato e incredibilmente profondo e seducente, della sua musica strumentale, chiara nella filiazione diretta da Haydn, Mozart e Beethoven. Di quest’ultimo, nel 1827, il trentenne compositore portò a spalle la bara, sopravvivendogli solo di un anno.
Ricordiamo anni fa l’esecuzione a Bruxelles del Quintetto della trota a cura di Lodovico Lessona, pianista di successo, entro la cornice di un complesso da camera torinese appena costituito. Alla fine del concerto, nel ridotto del Palais des Beaux Arts, gli feci i complimenti per quella trota squisita. Poche settimane più tardi sarebbero periti lui e i suoi amici musicisti in una sciagura aerea durante una tournée nell’Europa centrale. Alla sua memoria dedico, fra le analisi delle opere schubertiane oggetto del presente libro, quella relativa al quintetto di cui avevamo parlato insieme quella sera del 1972.
Dato che la musica è anche e soprattutto sentimento, come cercano di dimostrare le mie note, più attente ai moti del cuore che alle modulazioni fuori norma o alle giravolte astratte dell’enarmonia, mi è gradito accomiatarmi con un’ultima reminiscenza relativa alla fine degli anni Quaranta, quando ero cronista ventenne di un quotidiano torinese, ora estinto, e redigevo cronache musicali sbarazzine
sull’edizione della sera. Un dipendente della editrice del giornale, un autista di cognome Alessiato, amava parlarmi della sua passione per la musica classica. Un giorno mi raccontò di un viaggio a Vienna e di avere deposto un mazzo di rose sulla tomba di Beethoven. Ma una poi l’ho tolta, precisò, per mettere qualcosa anche su quella di Schubert
.
l.d.c
Bruxelles, giugno 2011
FRANZ SCHUBERT
LA GRANDE MUSICA STRUMENTALE
PARTE GENERALE
LE OTTO SINFONIE
Nel campo della musica strumentale, dai tempi di Haydn e prima, la sinfonia era il genere più rispettato e temuto da un compositore. Schubert si decide a questo importante passo alla età di sedici anni, avendo dietro di sé già una selva di opere, in particolare sette quartetti per archi. Indubbiamente lo favorì il fatto di trovarsi in un ambiente raffinato come l’Imperial Regio Convitto dove l’educazione musicale aveva raggiunto un livello tale da permettere la costituzione di un'orchestra di allievi completa in tutti i ranghi. Di questa faceva parte Schubert, negli ultimi tempi anche in veste di direttore. Ma gli ultimi tempi
giunsero presto al termine. Alla fine del 1813 egli lasciò il convitto per rientrare in famiglia preparandosi a dare una mano al padre come insegnante nella sua scuola. A tale scopo, ancora in novembre, si iscrive alla Normal Hauptschule di Vienna, dove al termine dell’anno successivo otterrà il diploma ufficiale di vice istitutore. Ma le ragioni dell’improvvisa interruzione della precedente vita scolastica così promettente su ogni piano, non sono del tutto chiare. I risultati dello studio – a fronte dei progressi incredibili e delle capacità dimostrate nel settore musicale – si erano certo alquanto ridimensionati e, in materie come la matematica, erano comparse nelle ultime pagelle inaspettate insufficienze. Ciò non aveva tuttavia impedito ai severi esaminatori addetti alla concessione delle borse di studio di confermare a Schubert il privilegio per l’anno successivo.
Scritta a 16 anni, ancora nel 1813, per la festa del direttore, poche settimane prima che Schubert lasciasse definitivamente il Convitto, la prima sinfonia ricalca nello strumentale di gala, comprendente trombe e timpani le sinfonie celebrative dei maestri austriaci e in particolare di Haydn. L’adagio introduttivo, qui più che doveroso, diverrà una costante in quasi tutte le sinfonie successive. La giovanile freschezza di questo primo movimento si concentra nel flessuoso secondo tema dalla cantabilità sciolta, senza inibizioni, che Schubert esibirà come un suo personale contrassegno in ogni settore della musica strumentale. Le pastorellerie d’obbligo dell’andante sono contestate da altrettanto prevedibili tuoni di circostanza, così come la solennità rustica del minuetto slitta presto in una bonaria musica militaresca. Nell’allegro finale, festaiolo e fragoroso, gli ottoni sono lasciati a briglia sciolta. Ma è da notare qui, come già nel primo movimento, un’applicazione non usuale della forma sonata con lo svolgimento centrato sul secondo tema.
Nella seconda sinfonia, che reca la stessa dedica al direttore del Convitto viennese ed è pure destinata all’orchestra dei suoi ex compagni, Schubert ricalca nel primo movimento, dall’eroismo un po’ forzato, il tema dell’ouverture beethoveniana per Le creature di Prometeo. Ma nell’inappuntabile andante e variazioni si conferma allievo non ancora ribelle di Haydn, come dimostra già la scelta del tema diviso fra staccato e legato. Questo procedere in scarpine è comune alle prime tre variazioni, mentre nella quarta si assiste a una imitazione dei soprassalti di finta collera comuni a molti andanti dell’autore della Creazione. Ma la tempesta simulata si è già placata nell’ultima variazione alla quale segue un’altrettanto docile coda. Altro discorso merita il finale, per il quale Schubert ha scelto il ritmo di tarantella. La popolare danza napoletana dà luogo a una ridda impressionante di passi e gesti accesi, una eloquenza torrenziale. È lo Schubert scatenato e sincero che ritroveremo nella quinta sinfonia e nell’ouverture per Rosamunda.
L’influsso di Haydn con i suoi serafici adagi introduttivi è sensibile anche nella terza sinfonia, sennonché l’allegro con brio, esaurita la carica del preludio di circostanza, non ha poi nulla di ampolloso, presentandosi come una canzoncina in ritmo puntato intonata dalla voce intermittente di un oboe e un clarinetto. Nei tre movimenti successivi continua l’ondeggiamento fra passato e avvenire, fra i grandi del secolo diciottesimo e Beethoven, esemplificati rispettivamente nell’andante in cui Schubert si concede una sosta in un quadretto di maniera con ritornelli e simmetrie di stampo barocco, e nell’atipico minuetto. Della danza cortigiana il terzo movimento conserva solo il nome come dimostra già il modo secco, quasi burbero con cui si presenta il tema, a ranghi riuniti con sforzando in contrattempo. Per la seconda volta, dopo la felice esperienza fatta nella sinfonia n. 2, Schubert inserisce la tarantella napoletana nel contesto di una forma classica del più alto livello. È di nuovo un’operazione di successo, fornendo lo spunto a un finale che è un miracolo di vivacità ed equilibrio e corona, con i suoi accenti ora leggeri e svagati, ora intrisi di una ilarità esplosiva, il prodotto di un compositore in cerca di strade nuove.
Malgrado il titolo di Tragica, applicato dall’autore in epoca posteriore, e malgrado la tonalità di do minore, la quarta sinfonia appare, a giudicare a prima vista in base all’adagio molto premesso al primo movimento, più conforme ai modelli settecenteschi che a quello di Beethoven. Spinta da un dinamismo senza eccessi la musica si sposta poi nell’allegro su toni eroicomici. Ben diverso è lo stato d’animo espresso nel secondo tempo, pagina di alta ispirazione e originalità, del tutto affrancata dagli automatismi formali e dalle forbitezze del linguaggio caro al Settecento. È lo sconfinamento in un altro mondo, un cambiamento radicale di melodia e di rotta, cui l’autore ricorrerà sovente nelle opere più moralmente impegnate. Una melodia sofferta parte come dalle distanze, alternandosi a un discorso in valori brevi tutto d’attacco, non scevro da amarezza. E se nel minuetto si può ritrovare qualche accenno di gestualità beethoveniana, è tuttavia nel finale che si notano quegli elementi che potrebbero cautamente giustificare la nozione di tragico. Per la prima volta nella musica strumentale di Schubert si assiste a uno svolgimento in cui il soggetto principale viene sottoposto a un travaglio tale da dilatarne la fisionomia. Il pensiero ritorna ancora una volta a Beethoven nella spettacolare e trionfale modulazione conclusiva a do maggiore.
Organico e struttura della quinta sinfonia sono ridotti rispetto alle prime quattro opere e apparentemente essa segna un ritorno all’eloquenza ordinata e impassibile di un’epoca sorpassata. Ma proprio per quel suo incedere diretto, senza pretese di solennità – per la prima volta Schubert rinuncia all’adagio introduttivo – è divenuta la più amata dal pubblico e dai direttori d’orchestra. Il primo tema è emblematico nel suo invito immediato all’esuberanza e alla gioia scacciapensieri, sentimenti che traboccano da incontenibili tripudi violinistici. Nei due movimenti successivi Schubert ostenta non senza compiacimento la sua ammirazione per Mozart la cui sinfonia in sol minore è presa, in più punti dell’andante con moto e del minuetto, da incontestabile modello. Altra pagina esemplare, questa volta nel solco di Haydn, il finale riannoda con il discorso del primo movimento esibendo due temi che portano entrambi a un'ebrezza comunicativa. E se lo