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Pensieri della gente come me
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E-book52 pagine23 minuti

Pensieri della gente come me

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Pensieri della gente come me di Gabriella Borgogni è qualcosa di diverso dalla “solita” raccolta di poesie. Non solo perché in essa sono contenute anche delle pregevoli prose, ma soprattutto perché l’autrice utilizza diverse modalità espressive, diversi stili, mescolandoli tra loro. Così a prose diaristiche si succedono creazioni epistolari e momenti veri e propri di poesia.

Gabriella Borgogni è nata il 3 settembre 2005 a Vico Equense. Vive a Torre Annunziata, dove frequenta il Liceo “Pitagora - B. Croce”, indirizzo classico. Grazie al suo percorso di studi incentrato sullo studio dei classici e delle materie umanistiche, si è avvicinata alla scrittura che, soprattutto durante il periodo del lockdown, ha rappresentato un’importante valvola di sfogo e un mezzo per riflettere su sé stessa e su ciò che la circonda.
LinguaItaliano
Data di uscita31 ott 2022
ISBN9788830672338
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    Anteprima del libro

    Pensieri della gente come me - Gabriella Borgogni

    Nuove Voci - Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterly. Con ignominia fu escluso

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