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Comunic-Azione: Piccolo dizionario di spiritualità della comunicazione e della PNL
Comunic-Azione: Piccolo dizionario di spiritualità della comunicazione e della PNL
Comunic-Azione: Piccolo dizionario di spiritualità della comunicazione e della PNL
E-book166 pagine1 ora

Comunic-Azione: Piccolo dizionario di spiritualità della comunicazione e della PNL

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Info su questo ebook

La comunicazione è decisamente spirituale. Almeno da quando Dio ha deciso di comunicare con l'uomo, secondo la Bibbia. Comunicare è un aspetto condiviso con le altre specie animali, ma per l'essere umano è qualcosa di essenziale per la sua evoluzione e progresso. Senza comunicazione non c'è evoluzione. La comunicazione esprime la profonda vocazione dell'uomo alla socialità, il bisogno fondamentale che segue nella scala di Maslow quelli fisiologici e di sicurezza e che precede quelli di stima e auto realizzazione. Comunicare significa mettere in comune e deriva dal latino cum munus, dove munus è il dono. La comunicazione è il processo dell'inviare e ricevere messaggi. Comunichiamo sempre in qualche modo. É impossibile non comunicare – anche volendo evitarlo – secondo il primo assioma della comunicazione di Paul Watzlawick. Comunichiamo quando parliamo, ascoltiamo, scriviamo, leggiamo e anche con il silenzio e il nostro linguaggio del corpo. Comunichiamo per il solo fatto di esistere. Va da sé che l'essere umano è corpo, anima e spirito. Queste tre dimensioni ne sono quindi coinvolte. Secondo le religioni tradizionali la comunicazione non ci lascerà mai e comunicheremo anche quando saremo nell'aldilà. Sempre secondo queste religioni la comunicazione appartiene a tutti gli esseri, anche quelli puramente spirituali. Persona nella dimensione spirituale non significa solo essere umano, ma qualsiasi essere razionale, intelligente e senziente, anche incorporeo. Gli angeli comunicano e così fanno da sempre le divinità. Comunic-Azione, perché la comunicazione è sempre un'azione attiva o passiva. In questo breve dizionario della spiritualità della comunicazione e della PNL (Programmazione Neuro Linguistica) ho scelto alcune voci significative in cui ho scorto un aspetto particolare di spiritualità e di aggancio con il testo biblico, il quale nonostante la modernità è per sua natura meta storico e parla agli uomini di tutti i secoli. D'altra parte – come scriveva Cesare Pavese – «Tutto il problema della vita è questo: come rompere la propria solitudine, come comunicare con gli altri». Come? Per Arthur Schopenhauer «La comunicazione avviene quando, oltre al messaggio, passa anche un supplemento di anima».
LinguaItaliano
Data di uscita16 mar 2023
ISBN9791221465693
Comunic-Azione: Piccolo dizionario di spiritualità della comunicazione e della PNL

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    Anteprima del libro

    Comunic-Azione - Giorgio Nadali

    A

    Ascolto

    Il problema più grande della comunicazione è che noi non ascoltiamo per capire… Ascoltiamo per rispondere… Senza ascolto non c’è buona comunicazione. L'ascolto attivo richiede la comprensione e l'interpretazione di ciò che viene detto con l'aiuto di un approccio partecipativo. Questo scambio richiede agli interlocutori di stabilire una relazione. Tuttavia, l'ascolto attivo è ancora possibile con pochi rischi di malintesi. Creare questa interazione richiede la comunicazione tra gli interlocutori, ma non ha senso cercare di capirli. L'ascolto è un'abilità appresa che deve essere praticata per migliorare. Questo perché le persone devono padroneggiare l'arte di comprendere le persone. Le persone con convinzioni e obiettivi personali diversi possono rappresentare un ostacolo all'ascolto efficace. Inoltre, problemi come preoccupazioni personali, ambivalenza sugli schemi o linguaggi conflittuali possono ostacolare il processo. "Il più grande ostacolo nella comunicazione personale, è l'incapacità umana di ascoltare con intelligenza, comprensione e abilità a ciò che dicono gli altri... L’incapacità di ascoltare davvero ciò che viene detto costituisce l'incapacità dell'uomo di comunicare … Come diceva Carl Rogers: «La tendenza a giudicare gli altri è la più grande barriera alla comunicazione e alla comprensione».

    Un elemento chiave strettamente correlato all'ascolto è il feedback, o comunicazione di ritorno. Questo è il risultato della comunicazione e rappresenta l’efficacia di una buona comunicazione. Domandando si può generare feedback e scoprire se esiste effettivamente un'interazione tra le parti coinvolte. Quindi Domanda! Chi pone domande possiede la padronanza della conversazione. L’ascolto è l’arte di tutte le persone carismatiche e chi sa ascoltare è il migliore interlocutore che si possa trovare.

    L'ascolto viene dal cuore, mentre l’udire viene dalle orecchie.

    Tieni gli occhi e le orecchie ben aperti - e la bocca chiusa, se vuoi acquisire l'abitudine di decidere rapidamente. Quelli che parlano troppo fanno ben poco altro. Se parli più di quanto ascolti, non solo privi te stesso di molte opportunità di accumulare conoscenze utili, ma rivelerai i tuoi progetti e le tue finalità a gente che proverà gusto a sconfiggerti, perché ti invidia (Napoleon Hill). Secondo Plutarco La natura ci ha dato due orecchie ma una sola lingua, per la ragione che siamo tenuti più ad ascoltare che a parlare.

    «Ascolta Israele!». Nell’antico testamento Dio esordisce in Deuteronomio 5,1 con il verbo ebraico shemà שְׁמַע, che significa ascoltare. Per gli ebrei la preghiera dello shemà è la più importante. «Ascolta, Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è Uno». שמע ישראל י*ה*ו*ה אלהינו י*ה*ו*ה אחד. Pronunciata coprendosi gli occhi con la mano destra. Questo gesto favorisce la concentrazione e quindi l’ascolto.

    Gesù gli rispose: «Il primo comandamento di tutti è: Ascolta, Israele: Il Signore Dio nostro è l'unico Signore. (Marco 12,29)

    In verità, in verità vi dico: Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna, e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita (Giovanni 5,24)

    Nel Buddismo, ci sono quattro elementi nel discorso consapevole che possono aiutarti a dire cosa intendi e a rimanere presente nelle tue interazioni quotidiane: 1) ascoltare se stessi 2) usare il silenzio come parte del discorso 3) ascoltare gli altri 4) parlare lentamente, in modo chiaro e conciso.

    L’ideogramma cinese per il verbo Ascoltare è molto esplicito:

    •  Orecchio = Ciò che usi per udire

    •  Dieci e occhio = Presta attenzione come se avessi dieci occhi

    •  Uno = Ascolta con attenzione individuale

    •  Cuore = Ascolta con tutto il cuore (oltre che con orecchi e occhi)

    Assertività

    L'assertività descrive quanto sei preparato a difendere le tue opinioni quando qualcun altro vuole risultati diversi. Troppa poca o troppa assertività è comunicazione inefficace (Ames, Lee e Wazlawek, 2017).

    L’assertività è la capacità di utilizzare modalità di comunicazione che rendano altamente probabili reazioni positive dell’ambiente e riducano la possibilità di reazioni negative. È l’equilibrio tra una comunicazione sincera e costruttiva. Troppa poca assertività può portare alla passività; troppa può portare all'aggressività. Nonostante esistano agli estremi opposti dello spettro di comunicazione, entrambi gli stili sono ugualmente inutili nel creare e mantenere relazioni di lavoro e personali vantaggiose.

    La parola assertività deriva dal latino ad serere, e significa affermare o addirittura affermare se stessi. L'assertività è la capacità di esprimere i propri sentimenti, di scegliere come comportarsi in un dato momento/contesto, di difendere i propri diritti, di esprimere serenamente un parere di disaccordo quando ritenuto opportuno, di portare avanti le proprie idee e convinzioni, rispettando, allo stesso tempo, quelli degli altri.

    Essere assertivi significa affermarsi nel rispetto degli altri. Questo è un concetto fondamentale che viene spesso frainteso. Ma cos'è esattamente l'assertività? È uno stile comunicativo che consiste nell'affermare le proprie opinioni senza offendere o aggredire l'interlocutore, impegnandosi nel contempo a risolvere situazioni problematiche con un atteggiamento collaborativo.

    C’è un rapporto tra Comunicazione Assertiva e Intelligenza Emotiva?

    L’intelligenza emotiva è la capacità di utilizzare le informazioni emotive provenienti da noi e dalle altre persone. È la capacità di controllare i sentimenti ed emozioni proprie ed altrui, distinguere tra di esse e di utilizzare queste informazioni per guidare i propri pensieri e le proprie azioni e raggiungere obiettivi. L’intelligenza emotiva è la capacità di relazionarsi agli altri a partire da un paradigma di fiducia, invece che da quello del timore.

    Il rapporto è stretto. Chi ha un’alta intelligenza emotiva ha anche una buona comunicazione assertiva.

    Cos’è lo stile assertivo?

    Lo stile assertivo è riconosce il tuo diritto di avere un’opinione e il mio a dirti di no e le conseguenze sono: Idee chiare, Equilibrio interiore, Autostima, Essere se stessi, Serenità. La vera persona vincente e di successo, non aggredisce, non umilia, non disprezza, non offende.

    «Imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita» (Matteo 11,29)

    Si può essere decisi senza essere aggressivi?

    La grinta del successo è rivolta verso se stessi, non è aggressività verso gli altri. Distinguiamo: l’umiltà dalla debolezza, l’arroganza dalla decisione, i diritti dai capricci, le opinioni dalla realtà oggettiva. L’umiltà è la virtù di chi non si sente al centro del mondo. Sa perdonare. Sa motivare. L’umiltà è riconoscere i propri limiti, non è camminare a testa bassa con aria dimessa o vestire male. Riconosce i propri errori e cerca di migliorare. Considera importanti le opinioni e gli interessi degli altri. Nono umilia gli altri… «Non se la tira». Sa mettersi in discussione.

    «Il vostro parlare sia: Sì, sì, no, no; tutto ciò che va oltre questo, viene dal maligno». (Matteo 5,37)

    Il comando di Cristo per i credenti è semplice: le parole e no siano vincolanti in tutti i casi. Qualsiasi altra cosa viene dal male. Un credente dovrebbe essere onesto in ciò che dice e fa, non dovrebbe aver bisogno della pressione di un giuramento artificiale per portare a termine i propri impegni. E il credente dovrebbe vivere una vita di integrità tale che gli altri si fidino di loro senza cercare tali giuramenti.

    «Imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita» (Matteo 11,29)

    B

    Brand reputation

    Tecnicamente, riferita ad un’azienda, la brand reputation misura quanto e come il nome di un prodotto o di un marchio è conosciuto e apprezzato. Siamo tutti dei brand. Ci proponiamo al mondo. Il brand è l’identità del nostro successo «Un marchio per una società è come la reputazione di una persona. Puoi guadagnare reputazione, cercando di fare bene le cose difficili». (Jeff Bezos)

    In senso lato può quindi essere intesa come la nostra reputazione. Quale immagine diamo di noi al mondo.

    Per un cristiano la brand reputation è la misura di come dà al mondo l’immagine di figlio di Dio e di luce nel mondo: «Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere, perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa». (Matteo 5,15)

    «Io infatti vi ho dato l'esempio, affinché come ho fatto io facciate anche voi" (Giovanni 13,15)

    «Siate miei imitatori, fratelli, e considerate coloro che camminano così, secondo l'esempio che avete in noi» (Filippesi 3,17)

    L’immagine di sé non deve però essere ostentazione: "Guardatevi dagli scribi, i quali passeggiano volentieri in lunghe vesti e amano i saluti nelle piazze, i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei conviti» (Luca 20,46)

    Per un musulmano è sulla forza edificante dell’obbedienza individuale che verrà elaborata la dottrina secondo la quale è bene agire pubblicamente nell’adempimento degli obblighi cultuali per dare il buon esempio.

    Bugia

    «Statisticamente in media una persona dice tre bugie ogni dieci minuti di conversazione e vi assicuro che parlo di gente normale, non di chi mette bombe in una chiesa di un quartiere nero» (Dr. Cal Lightman).

    In Italia quasi 21 milioni di adulti ammettono di aver detto mediamente 66 bugie nell’ultimo anno, con una media di 5 al mese. Il 38% ha affermato di non mentire mai. Gli italiani tra i 35 e i 64 anni

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