Il gelido azzurro

Di Marco Melani

Il verso che declina le parole di Marco Melani è chiaro, immediato, breve però mai “corto”, solo in alcuni casi maggiormente articolato. Tutto questo risponde senza dubbio alla necessità di una parola che altrimenti sarebbe insostenibile nella sua corposità; è come se un intreccio di leggerissimi ma indistruttibili fili sorreggesse il peso del mondo, la bellezza dell’essenzialità al servizio dell’imponenza della parola.

Marco Melani nasce a Pistoia, dove completa gli studi secondari al Liceo Scientifico “Duca Amedeo di Savoia”, in seguito si laurea in Filosofia all’Università degli Studi di Firenze, discutendo una tesi sul “rapporto tra la filosofia greca ed il pensiero di Nietzsche attraverso le traduzioni di Giorgio Colli”. Influenzato dal pensiero dell’esistenzialismo tedesco, in particolare dal ruolo svolto dalla poesia come ricerca dell’essere nelle opere di Martin Heidegger e Hans George Gadamer, trova linfa vitale per la sua ispirazione nelle poesie di Dylan Thomas, Vladimir Vladimirovič Majakovskij, Georg Trakl, Rainer Maria Rilke. È stato disc-jockey presso varie radio, con programmi di musica di tendenza: rock, punk, new wave, indie, blues, funky. Ha prodotto varie performance teatrali dedicate a poeti ed aspetti della vita contemporanea. Attualmente è docente nelle scuole superiori di secondo grado.

• Lingua: Italiano
• Editore: Europa Edizioni
• Data di uscita: 31 dic 2022
• ISBN: 9791220137249

Anteprima del libro

Prefazione di Pamela Michelis

Non so se è mai capitato a qualche lettore di posare gli occhi sul titolo di un volume e provare una sensazione particolare, un movimento quasi viscerale capace improvvisamente di risvegliare la necessità di un approfondimento importante che sembrava dormire nella comprensione.

L’opera di Marco Melani, Il gelido azzurro, è una raccolta che provoca un movimento dell’animo simile, poiché fin dal titolo ci sembra di sentire veramente qualcosa di gelido che emana dalle parole, con l’aspirazione a qualcosa di misteriosamente sacro, perché quell’azzurro, infatti, rimanda alla purezza stessa di un testo che ricerca ontologicamente il significato dell’essere, nella sua sacralità misteriosa.

Il vento rovista

tra i rami del tiglio

come un satiro furtivo

fissa il suo sguardo

alla luna.

Nel giardino in penombra

ninfe leggere

muovono foglie.

Di Dioniso

ti sfiora

l’ebrezza notturna,

d’aria il nulla profuma

e richiama

un volto di donna

mentre si muove lontano

il respiro dei monti.

(ESTASI)

È intrigante la lettura dell’opera del nostre autore perché la ricchezza delle parole