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XI edizione del Premio Internazionale di Poesia ORAZIO Anno 2023 - IL MIO SOGNO PIÙ BELLO
XI edizione del Premio Internazionale di Poesia ORAZIO Anno 2023 - IL MIO SOGNO PIÙ BELLO
XI edizione del Premio Internazionale di Poesia ORAZIO Anno 2023 - IL MIO SOGNO PIÙ BELLO
E-book197 pagine49 minuti

XI edizione del Premio Internazionale di Poesia ORAZIO Anno 2023 - IL MIO SOGNO PIÙ BELLO

Di AAVV

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Info su questo ebook

La Poesia, il suo amare, camminare, contemplare, il suo trasmutare attraverso il lavoro fatto di libertà e inquietudine fa sì che la sua opera rimanga come simbolo di un tempo dove non tutte le illusioni sono perdute, dove il meraviglioso sopravvive.
Un cammino illuminato dal sole e dalle magiche aurore, che prosegue nella trasparenza delle nuvole e nel trovarsi in sintonia con la vita degli animali e delle piante.
Un paesaggio attraverso il visibile e l’invisibile, dentro e fuori di noi.
L’orecchio sensibile che deve mediare le varie voci senza paura dei segreti acuti e delle dolcezze.
Impariamo la dialettica che si instaura tra la natura e la preghiera.
È tutto l’universo è sacro, orazione lieve, viva, perfetta. Apre dentro di noi ampi spazi, luci e ombre si allargano.
Le cose sorgono dentro come musica da uno strumento.
La Poesia, lo strumento di qualcosa che è al di fuori di noi ma del quale facciamo parte.
Consciamente o inconsciamente. In questa dimensione si trova la mente del poeta.
I sognatori sono il senso dell’universo, qualcosa in più della scienza, sono l’anima della materia, imprevedibili e profondi quanto l’universo infinito.
I Poeti sentono gli esseri naturali e soprannaturali, gli esseri che volano e cantano.
Comincia lentamente e l’esercizio della forma è la ricerca di qualcosa di più prezioso.
Sinapsi addormentate riattivano regioni occulte, trovano aperture – tutto il corpo impara – non è soltanto la mano che attua, delicati ingranaggi girano cercando sintonia.
LinguaItaliano
Data di uscita31 mag 2023
ISBN9788830682443
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    XI edizione del Premio Internazionale di Poesia ORAZIO Anno 2023 - IL MIO SOGNO PIÙ BELLO - AAVV

    PRESENTAZIONE

    La Poesia, il suo amare, camminare, contemplare, il suo trasmutare attraverso il lavoro fatto di libertà e inquietudine fa sì che la sua opera rimanga come simbolo di un tempo dove non tutte le illusioni sono perdute, dove il meraviglioso sopravvive.

    Un cammino illuminato dal sole e dalle magiche aurore, che prosegue nella trasparenza delle nuvole e nel trovarsi in sintonia con la vita degli animali e delle piante.

    Un paesaggio attraverso il visibile e l’invisibile, dentro e fuori di noi.

    L’orecchio sensibile che deve mediare le varie voci senza paura dei segreti acuti e delle dolcezze.

    Impariamo la dialettica che si instaura tra la natura e la preghiera.

    È tutto l’universo è sacro, orazione lieve, viva, perfetta. Apre dentro di noi ampi spazi, luci e ombre si allargano.

    Le cose sorgono dentro come musica da uno strumento.

    La Poesia, lo strumento di qualcosa che è al di fuori di noi ma del quale facciamo parte.

    Consciamente o inconsciamente. In questa dimensione si trova la mente del poeta.

    I sognatori sono il senso dell’universo, qualcosa in più della scienza, sono l’anima della materia, imprevedibili e profondi quanto l’universo infinito.

    I Poeti sentono gli esseri naturali e soprannaturali, gli esseri che volano e cantano.

    Comincia lentamente e l’esercizio della forma è la ricerca di qualcosa di più prezioso.

    Sinapsi addormentate riattivano regioni occulte, trovano aperture – tutto il corpo impara – non è soltanto la mano che attua, delicati ingranaggi girano cercando sintonia.

    Márcia Theóphilo

    Presidente di giuria

    del Premio Internazionale di Poesia Orazio

    Candidata al NOBEL per la Letteratura

    IL MIO SOGNO PIÙ BELLO

    (vincolante solo per i partecipanti alla

    4^ Sezione : Studenti)

    SEZIONE INTERNAZIONALE

    Liriche lucenti

    PREMIATE

    PRIMA DEL BUIO

    Nel vento che sferza anche la sera

    ammutolisce il suo rossore e si fa

    nera anzitempo nell’inquieto

    sfilacciarsi di nubi a presagio

    di pioggia, fors’anche tempesta.

    Resistono nei tronchi provati

    dall’usura delle stagioni olivi

    secolari che impavidi si ergono

    nel cielo viola di lampi e frecce

    di luce a tagliare grovigli di vecce

    nell’avvicendarsi delle forme

    scolpite come totem di resilienza.

    In questo paesaggio che declina

    in una notte orfana di stelle

    si scaldano al fuoco dei ricordi

    parole per cantare, ancora, la vita

    che resta prima del buio.

    Gabriella Paci

    di Arezzo

    VINCITRICE della Sezione Internazionale

    Liriche lucenti

    LA VOGLIA DI RESTARE

    (per mio padre)

    La sera è un ultimo graffio

    di un giorno che ha smesso

    di crescere sul tuo volto,

    ora che i minuti

    smettono di accadere

    e strisciano inermi

    nel fondo liquido

    di iridi acquose.

    È come spegnere il tempo

    nel silenzio delle parole,

    sono i nomi di tutte le cose

    lasciati a un confine né cielo né terra,

    e tutto è attonito

    nei primi lembi di un’alba livida,

    dove antiche paure tremano

    e l’inverno morde dietro le tende.

    Ti allontani lungo sentieri immobili

    senza più lotta,

    la voce sottile non sa più dire

    del niente che sale dalle radici,

    le guerra di palliativi

    cresce dentro le vene.

    Tu nulla puoi restituire

    a queste stagioni mute,

    a noi, che ancora cerchiamo un segno

    in cui ritrovarti pieno della tua fiamma,

    un istante simile a sempre,

    ancora un attimo delle tue mani.

    È la tua voglia di restare

    ad aprirti gli occhi,

    ancora,

    due punti d’azzurro,

    tenaci,

    dal profondo.

    Elisabetta Liberatore

    di Pratola Peligna

    Menzione Speciale della Giuria

    Sezione Internazionale

    Liriche lucenti

    PRIMAVERA DI PACE

    Vorrei che questa pioggia di rovine diventasse canto

    e tutti sapessero ascoltare al di là delle parole,

    La vita è una strana alchimia,

    noi come schegge impazzite senza tregua,

    soli, racchiusi nel nostro bel guscio fatto di niente,

    riposiamo l’occhio sognante dell’animo nostro.

    Noi come radici strappate al seno del mondo,

    spingendo il cuore ai margini del cielo,

    scampiamo al naufragio sulla zattera del sogno,

    e libriamo nell’anima un canto d’amore e di libertà,

    che brama nuova Primavera di Pace

    che vuol solo sbocciare

    e librarsi alla Vita che verrà.

    Cinzia Manetti

    di Poggibonsi

    Selezionata sul Tema

    Sezione Internazionale

    Liriche lucenti

    IL RISCHIO DI SOGNARE

    Dietro le linee curve della luna

    onde si riversano nel cuore

    le mie rughe come tatuaggi

    accolgono lacrime incerte.

    Sento però nel calice notturno

    il

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