Magico Condominio
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Recensioni su Magico Condominio
1 valutazione1 recensione
- Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Libro interessante che propone molte riflessioni sulla vita condominiale e sulle sue assurde situazioni. Non è un manuale tecnico, non è un manuale di psicologia, non è un romanzo ma è contemporaneamente un po' di tutte queste cose. Bella la possibilità di vedere video e spezzoni di film o pezzi teatrali sul tema condominiale. Da non perdersi la maxi assemblea con Roberto Benigni nel film "il Mostro", l'assemblea con il compianto Paolo Villaggio nella parte di Fantozzi. Anche il pezzo recitato in teatro da Gioele Dix ben si colloca nel contesto di tutto il libro. Un libro per chi vorrebbe fare l'amministratore condominiale ma anche per chi non lo farebbe mai. Sto aspettando che esca la versione stampata per comprarne subito una copia.
Anteprima del libro
Magico Condominio - Daniele Carlo Locarno
Daniele Carlo Locarno
Magico
Condominio
Un libro per chi è condòmino, consigliere
o amministratore, vorrebbe esserlo o non esserlo mai più
eBook
Disponibile in edizione stampata
con ISBN: 979-12-210-3042-6
Info e servizi
Youcanprint
Titolo: Magico Condominio
Autore: Daniele Carlo Locarno
Edizione eBook
© Maggio 2023 - Tutti i diritti riservati all'Autore
Servizi collegati all'edizione 5523
ISBN-A DRS issued on 2023
979-12-210-3308-3ISBN_ebookQuesta opera è pubblicata direttamente dall'Autore tramite la piattaforma di selfpublishing Youcanprint e l'Autore detiene ogni diritto della stessa in maniera esclusiva. Nessuna parte di questo libro può essere pertanto riprodotta senza il preventivo assenso dell'Autore. Utilizzabile esclusivamente per finalità di carattere personale. I diritti di commercializzazione, traduzione, memorizzazione elettronica, adattamento e di riproduzione totale o parziale con qualsiasi mezzo sono riservati per tutti i Paesi. La presente pubblicazione è protetta e la sua manomissione è vietata per legge e penalmente sanzionata.
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Made by human
A mia moglie Maria Rita
ai miei figli Luca e Marco
Indice
1 Prefazione
2 Un condominio enigmatico: L’impatto
3 Un condominio enigmatico: L’area
4 Un condominio enigmatico: Che fare?
5 Le petit monde
6 Il gesto dell’ombrello
7 Il condominio nel cinema e nel teatro
8 Galilei e Newton
9 Inerzia e treni
10 Stregoneria
11 Tecnologia e guerre
12 GPL, questo sconosciuto
13 Dottore mi aiuti
14 Don Chisciotte e la Qualità
15 Il buon vicinato
16 Quelli che… nel condominio - oh Yeah!
16.1 Telefonano dal balcone - oh Yeah!
16.2 Scrollano tappeti o altro - oh Yeah!
16.3 Gridano di giorno e di notte - oh Yeah!
16.4 Non sanno usare la frizione - oh Yeah!
16.5 Lasciano soli gli animali - oh Yeah!
16.6 Gettano di tutto al di sotto - oh Yeah!
16.7 Non sanno fare la differenziata - oh Yeah!
16.8 Sporcano dappertutto - oh Yeah!
16.9 Scrollano le tovaglie e non solo - oh Yeah!
16.10 Fanno grandi feste - oh Yeah!
16.11 Cucinano piatti speciali - oh Yeah!
17 Consiglieri
18 Ingredienti
19 Invidia
20 Stupidità
21 Cattiveria
22 Ignoranza
23 Inconcludenza
24 L’assemblea di ieri
25 Portineria
26 Sporco
27 Assestamenti
28 Indagini
29 Sabotaggi
30 Regolamenti
31 Morosità
32 Colori
33 Storie più o meno brevi
33.1 Silenzio
33.2 Galassia del quinto anello - anno 3028
33.3 Dott. Bencipensa, amministratore
33.4 Condominio e caduta dei gravi
33.5 La famiglia Porcelloni
33.6 I nuovi vicini
33.7 Il vecchio partigiano
33.8 Barzelletta
34 Cassa e Competenza
35 È Natale
36 Vorrei fare l’amministratore
37 Riflessioni finali
38 Note sull’autore
39 Alcuni video dell’autore
40 Note di approfondimento, link
40.1 Note in dettaglio
40.2 Finalità
40.3 Info e servizi
1 Prefazione
O sciogli i nodi se ci riesci, o li stringi, oppure spezzi il filo
Questo libro è dedicato a chi non è condòmino e/o non abiterebbe mai in un condominio, a chi lo è ed è felice di esserlo, a chi vorrebbe vivere in una casa unifamiliare e adesso non può, a chi fa il consigliere, a chi non farebbe mai il consigliere, a chi fa l’amministratore, a chi vorrebbe smettere di farlo, a chi non lo farebbe mai, a chi ha già chiuso questa attività, a chi è convinto di volerlo fare, a chi vorrebbe farlo ma ha dei dubbi. A chi pensa che fare l’amministratore condominiale sia un lavoro come un altro, a chi pensa che questo sia un lavoro terribile, a chi pensa che fare l’amministratore condominiale sia un lavoro gratificante e che dia molte soddisfazioni.
Il condominio è un mondo magico e complesso, dalle molte e a volte incredibili sfaccettature. Quanto segue nasce da un’esperienza articolata e complessa: oltre cinquant’anni come condòmino, dieci quale consigliere e anche più di dieci quale amministratore condominiale in condominii di diverse dimensioni, e alcuni di notevole complessità dimensionale e tecnologica. A ciò si aggiunge l’esperienza di quasi quarant’anni in qualità di psicologo del lavoro operando sul territorio nazionale con aziende private nell’ambito della selezione, valutazione, formazione e organizzazione.
I nomi dei personaggi, e loro riferimenti se a volte citati, sono volutamente inventati per garantire la privacy di quelli reali [¹]. Ciò per una forma di rispetto in generale, ma a volte per coprire con un velo pietoso alcuni comportamenti rilevati. I fatti si riferiscono però a situazioni veramente accadute, a volte un po’ romanzate, ma sempre reali anche se alcune potrebbero apparire decisamente strane o proprio incredibili.
Ogni condominio ha una sua vita autonoma, è un mondo a sé, e in esso i seguaci di alcune correnti psicoanalitiche potrebbero individuare anche manifestazioni che esprimono in modo evidente i contraddittori istinti di vita e quelli di morte.
All’interno del condominio si verificano fatti felici come la formazione di nuove famiglie e le nascite che decorano gli atrii condominiali con fiocchi rosa e azzurri, ma anche tristi come il dolore della malattia e delle scomparse, lo smembramento e la fine di famiglie, azioni criminose, maltrattamenti, e violenze di ogni genere. Nel condominio avvengono spesso anche fatti drammatici, raccapriccianti, quali delitti e suicidi. Alcuni arrivano così, all’improvviso, quali fulmini a ciel sereno, in situazioni dove la normalità della vita quotidiana viene stravolta da qualcosa di incomprensibile o di non facile interpretazione. In altri casi i fatti accaduti costituiscono l’unico risultato possibile, il finale di un dramma che era già prevedibile da tempo.
Nella vita condominiale agiscono anche leggi della teoria dei sistemi di Von Bertalanffy [²], della fisica, della psicologia sociale, ma anche di quella clinica… e non raramente della psichiatria.
Nella vita condominiale i sentimenti umani si alternano e si mescolano tra indifferenza, ammirazione, invidia, amore e odio, quando non si precipita addirittura nella follia. Ogni condominio è a tutti gli effetti un piccolo mondo, un campione della realtà sociale più estesa in cui è inserito.
In esso sono anche rappresentati comportamenti umani di popoli e culture tra loro lontane o solo diverse e quindi possono presentare differenze significative anche nel modo di interpretare fatti, concetti, idee, comportamenti.
Nel nostro paese, almeno al momento della pubblicazione, un condominio esiste da un punto di vista giuridico, nella sua forma minima, quando sono presenti almeno due diversi proprietari.
Una struttura con cinquanta appartamenti, trenta box, venti cantine e quant’altro ma con un unico proprietario, non sarebbe di un condominio... ma un’unica proprietà.
Il condominio per essere tale deve anche presentare parti comuni, quali facciate, tetti, terrazzi, aree di manovra, impianti di riscaldamento centralizzati, ecc.
Le modalità con cui tali proprietà sono attribuite in quota ai singoli proprietari, i famosi
millesimi, possono variare in base al codice civile, al regolamento condominiale, a caratteristiche costruttive. Ne costituiscono un esempio i tetti a falde
che possono coprire una parte specifica di immobili e non coprirne altri.
Le tematiche tecniche del condominio sono complesse, non sempre univoche, e in continua evoluzione.
Le interpretazioni derivanti da diverse sentenze della Corte di Cassazione, che a volte possono anche risultare contraddittorie, non rendono sempre facile l’interpretazione, la gestione, l’amministrazione.
Alcuni condominii per loro struttura e caratteristiche generali sono semplici, altri sono molto complessi per vari motivi, quali la loro storia pregressa, la tipologia costruttiva, i cambiamenti normativi, l’entrata o l’uscita di nuovi proprietari.
Le normative negli ultimi decenni hanno subìto evoluzioni e a volte migliori definizioni, con modifiche al codice civile, ma non sempre più chiare e semplificate.
Le manutenzioni ordinarie, straordinarie, per la riduzione e ottimizzazione dei consumi energetici, le scelte più ecologiche, l’utilizzo di nuove tecnologie e la maggiore attenzione alla salute delle persone sono aumentate e diventate spesso molto complesse da definire, progettare, attuare.
Aspetti molto importanti quali la sicurezza degli impianti elettrici, termici, antincendio, strutturali, fotovoltaici, ecc. hanno da una parte migliorato la qualità e la sicurezza, dall’altra complicato parecchio la vita di amministratori, consiglieri, condòmini, e imprese che offrono servizi al condominio.
La giungla delle normative e delle loro interpretazioni comporta un evidente aumento della complessità.
Un aspetto che caratterizza il condominio come qualcosa di molto particolare, sta nel fatto che è un ente di gestione, un ente collettivo a sé, non inquadrabile nelle grandi categorie delle persone fisiche, persone giuridiche, associazioni (riconosciute e non), fondazioni, comitati ed enti vari.
Oltre agli aspetti tecnici, normativi e giuridici nel condominio si intersecano, si intrecciano e si evidenziano i comportamenti umani che per loro caratteristiche rappresentano qualcosa di ulteriormente complesso e non sempre prevedibile.
La società italiana, come avvenuto in altri paesi dell’Europa e del Mondo, ha subìto nel corso di più di mezzo secolo trasformazioni significative dovute a drastici cambiamenti nel modo di lavorare, pensare, vivere la coppia, la famiglia, la religione, la politica, la cultura e quant’altro.
Il progressivo trasformarsi in una società multi etnica ha portato al convivere di mondi anche molto diversi, con altri valori, costumi e religioni. Non sempre l’amalgamarsi di culture differenti è facile, e non sempre l’integrazione si verifica.
È sempre più facile nello stesso condominio ascoltare lingue diverse e assistere a comportamenti e abitudini a volte contrapposte delle culture di origine.
A tutto ciò si affianca un esteso peggioramento del senso civico con una marcata ed evidente caduta del rispetto interpersonale.
Nel primo dopoguerra, la mancanza di mezzi e di risorse portava probabilmente a condividere maggiormente con gli altri le difficoltà con un diffuso senso di solidarietà. Oggi si è passati a un maggiore benessere apparente al quale però non sembra essere corrisposto un reale miglioramento del livello di vita e una maggiore felicità. Le difficoltà sono tuttavia aumentate dal punto di vista sociale e le disparità in vari ambiti sono ancora oggi motivo di evidente ingiustizia e malessere sociale.
La situazione generale causata dalla pandemia da Covid-19 con le sue complicazioni ha cambiato e segnato negativamente il modo di vivere soprattutto nelle comunità estese e nei centri con maggiore numero di abitanti.
Non da ultimo nel 2022 l’arrivo della Guerra ai confini dell’Europa e le ansie che a tutti noi ne sono derivate hanno reso meno sereno il modo di vivere e aumentato ovunque le tensioni e le preoccupazioni sociali.
Il condominio è magico perché è difficile, complesso e rappresenta un campione della realtà della vita quotidiana, del periodo storico, della società che viviamo, con contraddizioni e fatti non sempre piacevoli che lo caratterizzano.
La figura dell’Amministratore può essere o meno presente, in base alle dimensioni della struttura condominiale [³].
La grande quantità di comportamenti diversi degli amministratori meriterebbe un ampio trattato dedicato, per la varietà delle casistiche e delle situazioni tragicomiche che si potrebbero rilevare.
Sono noti molti casi di amministratori scomparsi, in varie parti d’Italia, dopo avere accuratamente svuotato i conti correnti dei condominii amministrati. Sembra che alcuni non siano stati più trovati e così può essere avvenuto per le loro famiglie, che forse vivono sotto altre identità, magari in qualche isola da sogno o in qualche paradiso fiscale. La professione di amministratore è complessa, e molti e diversi sono i comportamenti dell’ampio numero di amministratori in attività.
Si va da comportamenti onesti e impegnati a comportamenti via via meno onesti e impegnati, ma si assiste anche a una massiccia presenza di comportamenti medi
che potremmo definire, usando un termine statistico nella norma
o normali
.
A volte si possono rilevare comportamenti da parte degli amministratori di vera e propria assenza
attraverso irreperibilità totale, scarsa reperibilità, non realizzazione di lavori da affrontare e quant’altro. Ciò può spesso associarsi a mala gestione economica e finanziaria.
È conosciuto il senso di impotenza e di sconforto di molti condòmini che nonostante la loro buona volontà, non riescono a comprendere le tabelle dei consuntivi delle gestioni annuali o si trovano di fronte a operazioni contabili e/o fiscali non sempre chiare e trasparenti. [⁴⁷]
Spezziamo anche una lancia a favore degli amministratori onesti, che si impegnano e cercano di fare al meglio il loro lavoro, anche se paradossalmente, non sono sempre stimati, compresi e apprezzati da tutti i condòmini.
Nell’esperienza personale molte volte parlando di questa attività con persone diverse mi è capitato di sentire dire: Voi amministratori siete degli Eroi
.
All’inizio mi sembrava una vera esagerazione, ma oggi dopo diversi anni, sono pienamente convinto che avessero proprio ragione.
Daniele Carlo Locarno
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2 Un condominio enigmatico: L’impatto
La struttura, almeno per come la ricordo, era veramente colossale. Complessa nella sua articolazione e anche molto variegata. Dai grandi parcheggi superiori e inferiori, con strade comuni e molte stradine private, muri con una lunga storia, parti antiche e più recenti e moderne, alcune dotate delle tecnologie più innovative.
Aree verdi con alberi di alto fusto, alcuni prati e giardini davanti e intorno alle case, che apparivano chiaramente costruite in epoche molto diverse.
Ero stato appena nominato quando mi ci avventurai per la prima volta. Ebbi subito un senso di forte smarrimento, dopo essermi veramente perso in quel labirinto e nel cercare affannosamente una via di uscita.
A nulla valse la mia attenzione alla disposizione dei numeri civici perché capii immediatamente che non seguiva nessuna logica. Sembravano messi a caso, senza un riferimento preciso, speravo che sul lato destro si trovassero almeno quelli pari e sul sinistro quelli dispari, o anche viceversa, ma non era così. Gruppi di numeri pari stavano dallo stesso lato intercalati dai dispari e si alternavano senza alcuna logica. La progressione infine era inesistente in quanto salendo lungo una delle strade si trovava un numero civico con valore maggiore, alternato a numeri messi a casaccio che matematicamente si sarebbero dovuti trovare molto prima o molto dopo. Sembrava che il progettista o i progettisti di quella struttura avessero operato con l’unico scopo di rendere impossibile a chi non conoscesse perfettamente i luoghi, il trovare qualcosa o qualcuno.
Inoltre altro aspetto che risultava illogico e privo di senso consisteva nel fatto che all’interno degli estesi confini perimetrali del condominio, che si distribuiva su una grande collina, erano presenti molte unità abitative che non ne facevano assolutamente parte, cioè in pratica non erano proprio soggette al mio mandato. C’erano sì fisicamente, ma sembravano essere state ignorate dai costruttori che avevano organizzato e poi completato il progetto. Il risultato era stato che nel regolamento generale di tutta l’area, questi civici, riferiti a unità diverse per dimensioni, altezza e superfici quando non vere e proprie ville, con piccoli parchi e giardini, non esistevano perché non erano in nessun modo considerati.
Le ville avevano sicuramente visto tempi migliori e sfoggiavano scaloni in marmo segnati in modo evidente dal tempo, alcuni tetti e coperture apparivano pericolanti.
In seguito, con mie ricerche e ulteriori verifiche, scoprii che alcune di queste ville erano abitate. In una vivevano anziani che nessuno sapeva a che titolo vi abitassero, come se una forma di omertà o di oblìo avesse pervaso tutte quelle coscienze. Gli immobili preesistenti alla realizzazione del maestoso progetto, sembravano proprio non avere nulla a che fare con gli altri che facevano parte dell’area. Anche queste costruzioni, seppure non considerate nel regolamento generale, erano comunque coinvolte in quella totale mancanza di regole e di logica.
Una di queste in particolare, una villa di origini presumibilmente ottocentesche, mostrava nella proprietà e diametralmente opposti due grandi e alti cancelli la cui fattura curata evidenziava la mano abile di artigiani di altre epoche. Erano in ferro massiccio di colore verde con tratti marcatamente arrugginiti e molti altri evidenti segni del tempo. Le molte punte di lancia sulla sommità delle ante erano robuste e armoniose, a difesa di ciò che era stato un mondo a sé, ormai dimenticato.
Dai cancelli partivano in modo lineare i resti di alti e numerosi archi ricoperti forse un tempo di glicini, rose o altri rampicanti. Si poteva immaginare ciò da resti disseccati di rami e grosse radici affioranti lungo i viali. La parte nobile della villa presentava grandi scaloni in marmo con gradini ampi e maestosi. Questi dovevano avere subìto il calpestio di schiere di nobili e benestanti, nel passare o fermarsi ad ammirare quello che intorno alla villa doveva essere stato un ricco giardino, forse un vero parco.
Erano presenti diverse palme slanciate verso il cielo ma decisamente abbandonate a sé stesse e senza manutenzione da anni. Un muraglione di recinzione circondava quella proprietà, evidenziando le pietre tra i calcinacci evidentemente segnati da una stanchezza secolare.
Una fontana in marmo bianco con un grande delfino era quasi irriconoscibile, asciutta e ricoperta da rovi. Il prato, che in epoche lontane avrebbe potuto competere con quelli inglesi, era totalmente infestato da erbacce e arbusti.
Incuriosito da questa struttura, anche se non sembrava inclusa nel mandato assegnatomi, cercai di documentarmi con alcune ricerche al registro del catasto immobiliare di Genova.
La villa, dagli atti notarili (redatti a mano con piuma d’oca e calligrafie arzigogolate di difficile lettura) era stata per anni di proprietà di alcune famiglie nobili, duchi, marchesi e conti i cui cognomi erano praticamente sconosciuti ai comuni mortali. Tuttavia all’epoca dovevano essere sicuramente ben inseriti nella società dei nullafacenti benestanti.
Negli atti si poteva ricostruire la gloria di un lontano passato, in cui poveri contadini lavoravano le terre circostanti e servi numerosi e ossequiosi si inchinavano ai voleri di questi potenti imparruccati e nullafacenti.
Era poi iniziata l’inesorabile decadenza e le carrozze trainate da cavalli avevano percorso sempre meno i viali di accesso e le stanze affrescate, le pareti e i soffitti avevano risuonato solo di vuoti silenzi.
Il mio stato d’animo fu sempre più incuriosito quando ricostruii quell’antica storia, lontana nel tempo e forse nello spazio. La villa era lì, presente nel complesso, ma inesistente, quasi come se fosse un fantasma, in quel grande ed enigmatico condominio.
La villa, e le altre più antiche costruzioni, erano così diverse da altri palazzi del condominio vero e proprio, recenti, insonorizzati, con impianti fotovoltaici, complessi apparati elettronici, caldaie dell’ultima generazione e sistemi di accesso con transponder e computer dedicati, classificati con classe energetica A.
Gli abitanti dell’area parlavano poco e capii facilmente che tra diverse zone, quelle alte, quelle basse, quelle a Est e quelle a Ovest c’erano forti rancori se non vere e proprie manifestazioni di odio ormai consolidate.
Alcuni fin dai primi contatti cercarono di coinvolgermi nelle loro fazioni e guerricciole, parlando male di questo e di quell’altro. Uno tra i temi ricorrenti era la piscina che si era costruito quello della casetta rossa, con cui peraltro parecchi avevano pesantemente litigato.
Il mandato mi era stato conferito dopo un’interminabile, burrascosa e incredibile riunione assembleare. Io e un altro amministratore, che si era candidato per quell’incarico, eravamo stati invitati entrambi come ospiti all’assemblea. Dopo la nostra presentazione e quella dei servizi offerti, ci fu chiesto di lasciare la sala per discutere liberamente senza la nostra presenza. Eravamo quindi fuori dalla sala ma pur trovandoci a una certa distanza, si udivano chiaramente urla e pesanti parolacce. I condòmini, non riuscendo a mettersi d’accordo tra loro sui due preventivi presentati, dopo estenuanti tentativi, tutti senza esito, avevano deciso di assegnare il mandato lanciando per aria una monetina. Ce lo dissero candidamente, dopo averci fatto rientrare. La fortuna, o meglio la sfortuna, mi fece assegnare quell’incarico. Fu l’inizio del caos in cui, nei giorni e negli anni a seguire mi trovai sempre più coinvolto e tristemente consapevole.
Quel condominio era veramente un enigma. Aveva una storia confusa, che si perdeva in decenni precedenti. Era decisamente un condominio molto particolare, al di fuori di ogni standard immaginabile. Non era un condominio per così dire, tradizionale
, era strano e fuori dal comune il modo in cui era nato, si era sviluppato e si era infine fermato in una sorta di fissità a dir poco gelatinosa
senza possibili e reali vie di uscita. Potrei quasi dire che l’assoluta contraddizione fosse la sua regola di riferimento, nata dal fatto che persone diverse, con interessi contrastanti se non opposti avevano realizzato accordi, progetti e modifiche nel trascorrere del tempo. Queste azioni, quando trascritte nero su bianco, erano incomplete, soggette ad aggiornamenti dichiarati e mai realizzati in seguito. Le persone poi che lo abitavano erano in guerra tra loro per motivi assolutamente futili e di poca importanza.
Recentemente, dopo avere visto il film La stranezza
film Commedia del 2022 diretto da Roberto Andò con Toni Servillo, Salvatore Ficarra e Valentino Picone, potrei dire che amministrando quel condominio per ben dieci anni, il mio sentimento prevalente fosse una forma di Stranezza
.
Nel film ci si riferiva a quel sentimento particolare che travolgeva Luigi Pirandello sin da bambino: era l'ispirazione creativa propria dei poeti e degli artisti.
Nel mio caso invece, si trattava di sentimenti di curiosità, voglia di risolvere le situazioni, ma contemporaneamente soffocati dall’assoluta impossibilità di trovare soluzioni praticabili.
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3 Un condominio enigmatico: L’area
Dopo l’avvio del mio incarico come amministratore iniziai velocemente a rendermi conto di essermi cacciato in una situazione a dir poco complessa, tanto che qualcuno non avrebbe esitato a definirla un grande casino
.
Ciò si delineò prendendo coscienza di