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Briciole di pane
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E-book186 pagine1 ora

Briciole di pane

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Info su questo ebook

Julia ha sempre la valigia pronta ai piedi del letto, è sempre in fuga dai sentimenti.

Una donna spezzata e forse divisa dalle esperienze della sua vita, Non sa superare le proprie paure ma è inaspettatamente forte, si dibatte tra l'amore per un uomo e quello per suo padre, tutti e due persi per motivi diversi. Ma la vita sa sempre come sorprenderci e Julia, seguendo le briciole di pane sul suo cammino potrà fare pace con sè stessa.
LinguaItaliano
Data di uscita28 giu 2023
ISBN9791221476071
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    Anteprima del libro

    Briciole di pane - Larissa Vannucci

    1

    Tornava a casa.

    Ma qual era la sua casa? Dov'era la sua patria? Com'era la sensazione di trovarsi in un luogo familiare? Chi l'aspettava?

    Perché casa non è dove sei nato o dove hai una dimora, un letto, una cucina.

    Casa è dove ti senti di voler tornare, dove finisce il desiderio di fuga, dove suona la musica dell'amore, dove scoppietta il calore.

    Tornava, dunque, ma non con la certezza di restare; non con la calamita di un sentimento verso qualcuno che stava lì.

    Aveva vissuto in tanti luoghi diversi, si era spostata da un paese all'altro.

    Certe volte ci aveva abitato per qualche anno, altre solo per pochi mesi.

    Qualcosa la spingeva a riempire svelta la valigia e a chiudesi la porta alle spalle senza guardare indietro.

    Un ciclo finiva e tagliava i ponti con tutto; non lasciava mai cuori infranti, amicizie gocciolanti di nostalgia o frigoriferi mezzi pieni, perché da un po’ di tempo non era strutturata per affezionarsi a qualcosa o a qualcuno fino al punto di voler restare.

    E dunque anche le relazioni che intratteneva subivano la stessa sorte: non erano superficiali però neanche troppo profonde da creare catene o corde che potessero legarla o legare qualcun altro a lei, sempre pronta ad andare da qualche altra parte e a ricominciare daccapo.

    E dunque la sua venuta nel luogo anagrafico della sua nascita e della sua infanzia non poteva considerarsi un vero ritorno.

    Di che natura fosse il suo arrivo ancora non lo aveva capito.

    2

    C'era stato un solo uomo a farle battere forte il cuore.

    Era rimasto impigliato tra le sue ciglia lunghe e bionde; tra gli interstizi dell'anima; dentro i pensieri e nelle quattro stanze che pompavano sangue quasi in mezzo al petto.

    Si era trattato di una chimera vissuta intensamente: in quel solo unico anno avevano vissuto una passione avvolgente e totalizzante, di quel solo unico anno non aveva dimenticato un solo giorno.

    Uno strappo, un'amputazione, un'asportazione che l'aveva dilaniata, affamata e cambiata.

    Troppo bello per rinunciare, troppo difficile per continuare, troppi anni a dividere per decidere.

    La paura era stata troppo potente e il coraggio latitante; l'ottusità troppo grande, la lungimiranza assente.

    Aveva passato anni a sguazzare nei sensi di colpa che le tendevano agguati dietro alle parole, nascosti dentro i pensieri braccandola da tutte le parti.

    Aveva trascorso un tempo interminabile a interrogarsi sulla sua debolezza che non le aveva permesso di rischiare di essere felice.

    E così aveva cominciato a viaggiare. Per mettere distanza tra le sue inadeguatezze e l'amore della sua vita.

    Cambiava destinazione e preparava valigie sperando sempre che quelle sensazioni la lasciassero in pace, che non la seguissero.

    Saltava da un treno all'altro, da un aereo all'altro e non faceva il nido da nessuna parte.

    Dopo aver rinunciato a quell'unico amore, cercava invano di fare pace col passato, cercava di perdonarsi fuggendo. E non era e non sarebbe mai stata una buona soluzione.

    3

    Ogni decisione di partire l'aveva presa davanti al mare.

    Si sedeva sulla spiaggia e ascoltava il sussurro delle onde, attendendo che le indicassero un nuovo mondo da scoprire.

    Con la luce del sole negli occhi e la voce del mare nelle orecchie faceva le sue scelte. Non c'era altro posto in cui lei si sentisse meglio.

    E nonostante tutte le sue partenze, nonostante tutte le valigie, non riusciva a lasciare andare.

    L'amore interrotto era avvenuto perché non aveva lottato per viverlo e non perché lo aveva lasciato andare.

    Era stata più negligenza e paura quella che l'aveva congelata in una non azione, nell'immobilità di una statua.

    Si mangiava le mani, si rigirava nel fango del non fatto ma era troppo tardi.

    Non si torna mai indietro nel tempo e non si può rimediare agli infiniti echi stonati del passato.

    E dunque era approdata in Tunisia, sotto un cielo giallo di sabbia e un caldo secco e crepato.

    Ogni volta ricominciare la distoglieva dagli altri pensieri che stavano sempre pronti a saltarle alla gola.

    Nei primi giorni, settimane o mesi doveva trovare una sistemazione e un lavoro e questo le occupava ogni risorsa ed energia possibile.

    E le piaceva arrivare a sera senza più un briciolo di forza per pensare, concentrata per lo starter di un nuovo inizio.

    Quella volta aveva trovato un appartamento non troppo lontano dal mare. Da quelle finestre si vedevano solo altre finestre e altri tetti, ma tutto sommato non era male.

    Aveva preso una bici un po' malandata e con quella si muoveva per andare al lavoro, a fare la spesa, al mare.

    La libreria era immensa e si respirava odore di carta e d'inchiostro, la porta era di legno dorato intarsiato, con numerosi riquadri di vetro trasparente.

    Un buon posto dove lavorare, dove stare e dove incastrare qualche tassello di vita.

    4

    <> disse Yuri entrando in libreria.

    <>

    << È una sorpresa>>

    <> rispose sorridente Julia, senza fare altre domande.

    Non si sa come, Yuri aveva fatto apparecchiare sulla spiaggia.

    Un po' come si vede fare spesso nei film romantici, con tanto di tovaglia immacolata che toccava terra e candele sul tavolo.

    Julia in un primo momento sembrò contrariata: Vuoi vedere che questo è diventato romantico e vuole cambiare le cose? pensò accigliata.

    Ma non sapeva che per Yuri quella era l'ultima sera che passava lì, che sarebbe rientrato in Italia il mattino successivo e che quello era un regalo per salutarla.

    Lui si accorse del buio che circondava la donna e non era perché avevano solo le candele a rischiarare la notte. Lei si era seduta e non parlava, non indossava i suoi sorrisi, sembrava che i pensieri le vorticassero intorno smuovendo un vento di burrasca.

    <> chiese lui.

    << Dipende>> rispose lei.

    <>

    << Dipende dal motivo di tutto questo teatrino.>>

    Era tesa, una corda di chitarra girata più e più volte intorno alla chiavetta, le guance arrossate, gli occhi secchi.

    <>

    L'ossigeno andò di nuovo a riempire la sacca dei polmoni, le narici colsero l'odore salato del mare e gli occhi si accorsero dei colori invitanti che riempivano il piatto.

    <>

    Non era una che chiedeva scusa, Julia; aveva le sue idee, il suo modo di vedere il mondo, il suo carattere, e non si sentiva in dovere di giustificarsi e tanto meno di dare spiegazioni a nessuno circa il suo modo di fare ruvido.

    << Allora mangiamo, ho fatto preparare un sacco di bontà. E per finire ci sono anche i makrouds, spero ti piacciano.>>

    << Sono pronta ad assaggiare tutto>> disse divertita.

    Era tornata quella di sempre.

    Non conoscevano nemmeno i gusti dell'uno e dell'altra ma andava bene così, Julia si era finalmente rilassata.

    5

    << Buon giorno, cercavo qualche libro di Maurizio De Giovanni. Mi hanno parlato della serie sul commissario Ricciardi.>>

    Si era espresso in italiano e lei lo guardò divertita.

    <>

    << Mi ero informato, speravo proprio che mi avessero dato le indicazioni giuste. Parlo solo qualche parola di francese. Giusto per dire buon giorno, buona notte, vorrei mangiare>> e sorrise timidamente con la bocca che tentava di tenere legata e chiusa e gli occhi che scappavano agli angoli del viso.

    << È venuto nel posto giusto. Sì, guardi, ne ho due sul commissario Ricciardi.>>

    << Allora li prendo entrambi, tanto sono lento a leggere, me li voglio gustare per poi rileggerli una seconda volta.>>

    Questa volta il sorriso uscì senza essere trattenuto dalla timidezza o forse dall'imbarazzo.

    Lei lo trovò irresistibile.

    Restarono agganciati con lo sguardo per un tempo che si era allungato e gonfiato come la pasta per la pizza. E come quella era diventato elastico, uno sguardo che lanciava frecce sorridenti. Come un arco i pensieri di lei furono tirati all'indietro e poi lasciati liberi di andare avanti.

    Non ci volle molto perché l'invito arrivasse preciso a destinazione.

    Dopo i convenevoli per la vendita, lui disse: << Mi chiamo Yuri, sono arrivato da poco, non conosco ancora nessuno. Ti andrebbe di uscire a cena con me una di queste sere?>>

    << Grazie, io sono Julia, accetto volentieri. Che ne dici di stasera?>>

    Non perdeva tempo, lei. Se c'era una cosa che aveva imparato riguardo al tempo era che non si ferma, non si riavvolge, non presenta altre occasioni, ma solo e spesso, il conto.

    6

    Era iniziata così con Yuri, senza programmi e senza progetti.

    Il loro incontrarsi viveva solo nello spazio che poteva essere ovunque ed evitava il tempo per non fare i conti dei giorni che passavano, per non mettere in campo il pallottoliere e immaginare quanta vita ci sarebbe stata da trascorrere ancora insieme senza pianificare alcunché.

    Julia voleva così, era così che metteva in costruzione una relazione, in assenza di peso, di pretese, di futuro.

    E Yuri pareva essere pienamente d'accordo.

    Un pranzo, una cena, una giornata al mare e incontri intensi e intriganti in camera da letto.

    Lei era liscia, appassionata, generosa e lui gentile, sensuale, coinvolgente.

    Quella prima volta, dopo la cena consumata in un ristorantino di spalle al mare, erano andati a casa di lei.

    I vestiti erano volati già nell'ingresso e le bocche si erano mangiate le labbra umide.

    Le mani di Yuri avevano dipinto ghirigori sul seno di lei ed erano scese tra le cosce e, una volta completamente nudi, il contatto con la pelle l'uno dell'altra era esploso in un tripudio di sapori.

    Julia, coi capelli biondi come l'oro, lo coprì coi suoi riccioli che si stesero come un manto

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