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A quelli che restano
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E-book140 pagine1 ora

A quelli che restano

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Info su questo ebook

Simona cerca disperatamente il fratello Lucio, scomparso a Londra poco prima del suo matrimonio. Confida al suo diario emozioni, paure, speranze e ricerche. Ci fa conoscere il tormento di Lucio facendoci riflettere sul senso della vita, sulla fugacità del tempo e sull'importanza di amare coloro che restano.
LinguaItaliano
Data di uscita30 gen 2024
ISBN9791221450415
A quelli che restano

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    Anteprima del libro

    A quelli che restano - Basta Emme

    Prefazione

    Pensarti già fuori dal corpo in attesa di volare via è l’unica cosa che riesco ad immaginare. Non potendo cambiare il passato mi rassegno senza concedere illusorie opzioni alla mia anima.

    Ci sfiora come con una carezza la voce di Simona che con questo suo diario così intimo e delicato si apre a noi, ci racconta la sua vita concedendoci l’opportunità di diventarne partecipi.

    Già dalla prima pagina veniamo coinvolti dalla sua storia, riusciamo a entrare in sintonia con lei come se la conoscessimo da sempre. Questo perché percepiamo nella sua scrittura una grande gentilezza d’animo, una sincerità e una bontà che non hanno limiti. E tutto si accentua man mano che scopriamo quello che l’esistenza le ha riservato e decidiamo di portare insieme a lei quel macigno così grande che la attanaglia, nel tentativo di assorbire, per quanto sia possibile, un po’ del suo dolore.

    Non volevo correggere l’interprete, avrà cercato dentro al vocabolario del cuore, e forse di uno psicologo, le parole giuste per dirmelo. Intendevo tranquillizzarlo, sperando di rendergli questo passaggio di consegne meno difficile della realtà. Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato, anche se scappavo e terminata la telefonata ho pianto.

    Forte.

    Forte, forte.

    Simona deve accettare qualcosa che tutti proviamo a schivare, facendo finta che non esista. Perché nessuno di noi vorrebbe trovarsi di fronte alla morte, ammettere che sia reale e tangibile, che la fine non sia soltanto una situazione illusoria, con cui non dovremo mai fare i conti.

    Sappiamo bene quanto sia difficile salutare per sempre qualcuno, quali e quante siano le emozioni che ci sommergono nei lunghi tempi a venire. Ma quando questo qualcuno è una persona cara, con cui si è condivisa l’intera esistenza, allora è anche una parte sostanziale di noi ad andarsene per sempre.

    Simona non ha bisogno di forzarsi a farci provare certe emozioni, non ha bisogno di lunghi giri di parole per spiegarci quello che sta vivendo. Le sue frasi ci arrivano dritte al cuore, ci fanno indossare i suoi panni, provare lo sperdimento e l’ingiustizia che ne derivano.

    Eppure Simona non si fa mai annientare dal dolore, che malgrado i suoi colpi duri e possenti non la scalfisce. Lei rimane in piedi, senza vacillare troppo. Lo fa per la sua famiglia, per i suoi figli, per suo fratello, ma anche per sé stessa. Lo fa perché è animata da una grande capacità di amare, dall’immenso desiderio di proteggere i suoi cari, anche quando ciò sembra impossibile.

    Nel tepore delle coperte, i buoni propositi si sono estinti, caricando le considerazioni di nuovi significati. Ho riposto troppa fiducia nella notte e mi ha tradita. I pensieri accatastati si sono deformati come lunghe ombre nell’oscurità, impedendo al giudizio di spegnersi. Incomincio a muovere le dita delle mani e con i piedi cerco tra le lenzuola le calze che mi sono tolta. Fabrizio dorme, faccio pianissimo per non svegliarlo mentre m’interrogo sulla puntualità del mio vegliare.

    Sono uniti nel dolore i protagonisti di questa storia, ciascuno a un livello diverso. Perché la perdita può significare paura, sbigottimento, ma anche distruggerci per sempre. Può farci tremare nel presente, ma anche far riaffiorare alla memoria un passato che forse non abbiamo mai totalmente metabolizzato e accettato.

    Perdere qualcuno non significa solo non vedere più quella persona, provare a fare finta che non sia mai esistita, nel disperato tentativo di andare avanti. Vuol dire diventare improvvisamente maturi e grandi, riuscire a consolare sé stessi e i propri cari. Vuol dire non lasciarsi mangiare dal tempo e dai rimorsi, non passare le proprie ore a riflettere sulle azioni e le parole sbagliate, a immaginare un futuro che non potrà mai più esistere.

    Difficile comprendere e gestire un'assenza ma la vita è fatta di arrivi e partenze, il vuoto è sempre circondato dal pieno, come la fine dall’inizio. Nessuno dimentica e ognuno porterà nel suo cuore la tua storia per continuare a vivere con maggior consapevolezza.

    La storia di Simona ci fa riflettere sul senso della vita, sulla sua fugacità, sulla brevità del tempo che abbiamo a disposizione. La storia di Simona è la storia di una donna che cerca disperatamente il fratello e aggrappandosi ai ricordi, prova a fare i conti con il proprio passato, disposta a ferire sé stessa pur di lasciare gli altri indenni. È una storia che ci fa capire dalla prima all’ultima parola quanto la vita sia importante e che di fronte alla morte abbiamo un’unica scelta: amare coloro che restano in modo incondizionato.

    Cesena, 27 febbraio 2019

    Non dormo dalle tre e sono solamente le cinque e un quarto. Mi sono svegliata col fiatone e un’angoscia che si può affettare.

    Ho fatto un brutto sogno, anzi... bruttissimo.

    Ero in cucina a preparare la colazione, quando l’eco di non so cosa annunciava un rumore assordante. Pareva uno scroscio di pioggia battente e più s’avvicinava, più s’assottigliava, fino a ricordare tante unghie picchiettanti su di una superficie liscia. Quell’anonimo scalpitio anticipava l’arrivo inaspettato di una fiumana di ratti, neri ed enormi, che cercavano di salire sulle mie gambe e morderle, mentre le lunghe code schioccavano sul pavimento. Ho lottato con tutte le mie forze per cacciarli, bastonandoli con un badile.

    Quando pensavo fosse tutto passato, una femmina in preda alle doglie s’è sdraiata sotto il tagliere e, con dei versi che perforavano i timpani, ne ha partoriti un numero infinito. L’inconscio è accorso a tranquillizzarmi dicendomi che era solamente un sogno. Infine, mi sono ritrovata a vagare lungo un corridoio stretto che conduceva in una stanza dalle pareti gialle. C’era un divano scuro che m’invitava a sedere, ma un acre odore di lenzuola sterili impediva alla mia mente d’arrestarsi. Ero sequestrata da una straziante attesa. Nel tepore delle coperte, i buoni propositi si sono estinti, caricando le considerazioni di nuovi significati. Ho riposto troppa fiducia nella notte e mi ha tradita. I pensieri accatastati si sono deformati come lunghe ombre nell’oscurità, impedendo al giudizio di spegnersi. Incomincio a muovere le dita delle mani e con i piedi cerco tra le lenzuola le calze che mi sono tolta. Fabrizio dorme, faccio pianissimo per non svegliarlo mentre m’interrogo sulla puntualità del mio vegliare.

    Consulto Google sul significato del sogno: i topi rappresentano le nostre paure, se sono neri simboleggiano un pericolo imminente, racchiudendo il timore di non saperlo affrontare. Possono indicare anche la difficoltà di vedere la pura realtà.

    Senza fasciarmi la testa prima di cadere, è meglio se mi concentro sul momento e chi vivrà vedrà. Qualsiasi cosa accadrà, l’affronterò come meglio potrò. Non posso più aver paura della paura, la staticità di quel periodo è passata, appartengo alla mia anima adesso e il tempo di cincischiare è finito.

    Cesena, 4 marzo 2019

    Questa mattina mentre mi lavavo i denti, un rumore ovattato di passi si è insinuato tra la porta del bagno e il disimpegno.

    In quella direzione ho visto un’ombra sfumare sotto ai miei occhi.

    Ho preso una paura fottuta. La cadenza e il ritmo mi hanno ricordato quelli di Nick, l’uomo più ecclettico con cui ho lavorato, forse è venuto a salutarmi.

    La sua imprevedibile fine mi ha turbata tantissimo, gli mancava un anno alla pensione e godeva di ottima salute. Si stava preparando per vivere una giornata di ferie e un infarto ha spento la sua voglia di conoscere il mondo.

    Cercare la responsabilità per attribuirla a qualcuno è un’ovvia attività, perché la morte è peggio della colpa e nessuno l’accetta.

    Siamo tutti provati da questa vicenda, consapevoli dell’impalpabile futuro e uniti nella concretezza che solamente la fine garantisce.

    Il presente è restituito e distribuito impercettibilmente a tutti, ma spesso non ce ne rendiamo conto perché viviamo in funzione di ciò che vorremmo, in bilico tra il dovere e il piacere.

    Dopo il rito funebre, è stato trasportato al cimitero e mentre lo salutavo da lontano, mi sono accorta che la sua tomba di famiglia è sopra alla nostra.

    Ho avuto una stranissima sensazione, mentre un brivido correva lungo la mia schiena.

    Cesena, 5 marzo 2019

    Mancano esattamente un mese e un giorno al fatidico sì e Lucio non chiama, ha detto la mamma che è molto giù, ma è normale.

    Il lavoro lo tiene sotto pressione, però sa come gestire i suoi stati d’animo e se dovesse aver bisogno sa che può chiamarmi sempre.

    Ripenso a quell’incubo e all’attesa bruciante che nello stomaco fa ancora male. Sembrava la casa di nostra madre, però le pareti erano gialle e non essendo un colore a lei gradito, fatico ad associarlo.

    Un’angoscia così l’ho provata solo una volta nella vita.

    Sarebbe meglio se mi concentrassi sul momento, invece di pensare a cosa significa l’inquietudine dell’attesa giunta in sogno, ma ci sono ancora dentro e non mi libero. Le cose arrivano e se ne vanno, tutto ha inizio da una fine e devo imparare a starci dentro,

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