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La caverna e il cosmo: Incontri sciamanici con un'altra realtà
La caverna e il cosmo: Incontri sciamanici con un'altra realtà
La caverna e il cosmo: Incontri sciamanici con un'altra realtà
E-book440 pagine6 ore

La caverna e il cosmo: Incontri sciamanici con un'altra realtà

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Info su questo ebook

In La Caverna e il Cosmo l'autore Michael Harner (la principale autorità nel campo dello sciamanesimo) fornisce nuove prove dell'esistenza di un'altra realtà.

Confrontando i viaggi sciamanici effettuati da lui e dai suoi studenti con quelli degli sciamani di altre etnie, Harner ne evidenzia le sorprendenti similarità. Raggiunge quindi la conclusione che i mondi spirituali a cui lo sciamano accede posseggono una loro intrinseca realtà.

Egli fornisce anche dettagliate istruzioni sulle innovative tecniche del particolare sciamanismo da lui sviluppato: il core-sciamanismo.

Seguendo tali istruzioni il lettore potrà ascendere ai mondi celesti, trovare i suoi insegnanti spirituali e riceverne aiuto e guida.
LinguaItaliano
Data di uscita1 feb 2016
ISBN9788871834153
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    Anteprima del libro

    La caverna e il cosmo - Michael Harner

    Collana

    TRANSPERSONALE

    51

    A mia moglie Sandra Harner, la mia unica, vera rosa perenne.

    Ai miei figli.

    A tutti coloro che hanno contribuito a preservare l’antica conoscenza.

    E alla memoria di Paul Uccusic (1937–2013).

    INDICE

    Ringraziamenti

    Prefazione all’edizione italiana

    Abbreviazioni

    Nota introduttiva

    Introduzione

    1.Il potere degli spiriti e la caverna

    2.Noi esistiamo! Gli spiriti chiedono di essere riconosciuti

    3.La ricerca

    4.Il nostro mondo: sciamani e spiriti

    5.Il viaggio negli altri mondi

    6.Primi viaggi di occidentali: il Mondo di Sotto e gli animali di potere

    7.L’ascensione sciamanica: storia, folclore e conoscenze

    8.L’ascesa mediante l’arcobaleno: i viaggi degli occidentali nel Mondo di Sopra

    9.I Maestri: spiriti compassionevoli che consigliano

    10.I Maestri: spiriti compassionevoli che guariscono

    11.Smembramento cosmico, unione e potere di guarigione

    12.Spiriti, cieli e libertà spirituale

    Postfazione: Di nuovo la caverna

    APPENDICE A: Ascendere al Mondo di Sopra per confrontare le esperienze

    APPENDICE B: Discendere nel Mondo di Sotto per confrontare le esperienze

    APPENDICE C: Risorse didattiche

    APPENDICE D: Core-sciamanismo e guarigione: informazioni per medici e operatori della salute

    Contributi al Celestia Study

    Note

    Bibliografia

    L’Autore

    Tavole

    RINGRAZIAMENTI

    In primo luogo desidero esprimere la mia gratitudine alle migliaia di studenti che hanno fornito materiali sull’ascensione e su altri tipi di esperienze sciamaniche agli archivi dello Shamanic Knowledge Conservatory (SKC) della Foundation for Shamanic Studies. Senza i loro contributi, questo libro non esisterebbe. Ringrazio in particolare gli autori dei materiali usati in questi ultimi anni per il Celestia Study.

    Elencare tutte le persone che hanno collaborato con me durante la stesura di La caverna e il cosmo richiederebbe un intero volume. Sono quindi costretto a limitare i miei ringraziamenti in primo luogo alla Fondazione per l’aiuto ricevuto negli ultimi cinque anni, inclusa l’assistenza fornitami dal suo staff per portare avanti questo progetto e per consultare i materiali dello SKC e quelli relativi allo sciamanismo nativo.

    Estremamente importante è stato il generoso aiuto dei miei collaboratori e amici, il dottor Baron A. M. F. e la dottoressa Melinda C. Maxfield (la Maxfield Foundation), senza i quali questo lavoro non avrebbe visto la luce. Ugualmente importante è stato il generoso aiuto di Betsy Gordon e della dottoressa Angeles Arrien, e delle Fondazioni che portano il loro nome. Grazie ai membri del consiglio direttivo della Fondazione per il tempo, l’appoggio e i saggi consigli: la dottoressa Maxfield, Robert Lee Morris, la dottoressa Frances E. Vaughan, Ralph M. Field, Heather Burch, il dottor Jeffrey David Ehrenreich e infine Susan Mokelke e Sandra Harner che, assieme a me, hanno diretto la Fondazione in questi ultimi anni.

    Il mio grazie anche agli altri maggior sostenitori della Fondazione, tra cui Bokara Legendre e il Tara Fund, Elizabeth Marshall, Edgar Brown, Della Clark, Don Ensslin, il Margaret Cohan’s Estate, il Fetzer Institute, la Frank Pace Jr. Foundation, Alicia L. Gates, il John Fetzer Memorial Trust, Susan Mokelke, Robert Lee Morris, Claudia Kuntze, la Shared Vision Charitable Foundation, lo Sterling Fund, la Community Foundation for Greater Atlanta, John e Jessica Schairer, la Seattle Foundation e il Flow Fund Circle. Molti altri, impossibili da elencare qui, hanno contribuito in vari modi attraverso le donazioni o il sostegno fornito in qualità di membri del corpo docente o membri del Cerchio della Fondazione. A tutti loro va la mia più profonda gratitudine.

    Tra tutti, a due persone in particolare va il mio ringraziamento per il loro speciale contributo. La vicepresidente della Fondazione, Sandra Harner, mia moglie, consigliera, sostenitrice, critica, editor e compagna di avventure sciamaniche per mezzo secolo, che ha partecipato a questo progetto con una pazienza e una modestia a cui tributo tutta la mia ammirazione. Susan Mokelke, la cui generosità, creatività, sofisticata esperienza telematica e instancabile lavoro come direttore esecutivo della Fondazione mi hanno concesso il tempo per lavorare a questo libro, contribuendo anche alla sua messa a punto per la pubblicazione.

    Grazie a Noelle Burch, che per anni ha svolto il lavoro di almeno due persone nella sede della Fondazione con grande efficienza e gentilezza. Per anni Gizelle Rhyon Berry ha svolto un essenziale ed eccellente lavoro di organizzazione degli archivi SKC per il progetto MONOR (Mapping of Nonordinary Reality), assistita per un periodo da Coleen Judson. Grazie anche a Louis G. Leeburg, James Harner e Carolyn Fee per il loro lavoro a sostegno delle attività delle Fondazione.

    La mia gratitudine agli eccellenti membri del corpo docente della Fondazione, tutti esperti praticanti sciamanici e insegnanti, attualmente sotto la guida di Susan Mokelke. Essendo troppi per elencarli tutti, mi limito a esprimere la mia gratitudine al collega antropologo Bill Brunton, direttore emerito della nostra rivista, Shamanism, che sino al pensionamento ha ricoperto importanti incarichi a livello internazionale per la Fondazione nonostante i problemi di salute.

    Grazie a un altro membro del corpo insegnante e antropologo, l’impareggiabile Heimo Lappalainen, per le ricerche pionieristiche in nome della Fondazione in Siberia e Asia centrale, e in particolar modo per il ruolo svolto nella spedizione del 1993 a Tuva.

    Grazie a quel pilastro di forza, generosità, capacità e modestia che è Paul Uccusic, direttore della Fondazione per l’Europa, che assieme alla moglie, Roswitha Uccusic, ha contribuito a formare un corpus multinazionale di insegnanti. Il suo lavoro, in particolare nella repubblica asiatica di Tuva, ha rafforzato la presenza della Fondazione in tutto il mondo. Sono altrettanto debitore per il lavoro di insegnamento oltre oceano condotto a nome della Fondazione a Alicia L. Gates, responsabile per la Spagna e l’America Latina, e a Kevin Turner responsabile per l’Asia.

    Sono perfettamente consapevole di non avere citato tante altre persone a cui sono debitore e chiedo a tutti loro di perdonarmi anche per i vuoti di memoria dovuti ai miei ottant’anni di età. Non posso però dimenticare coloro che hanno offerto un contributo vitale alla Fondazione nei suoi primi anni di vita, tra cui Norman e Michael Benzie, Dorothy S. Lyddon e sua figlia Martha, David Corbin, Nan Moss, David Rockfeller Jr. e il lungimirante, coraggioso ed eternamente giovane Laurance S. Rockfeller.

    Grazie infine alla casa editrice North Atlantic Books e al suo fondatore, Richard Grossinger; a Doug Reil, Kathy Glass e a tutta la redazione; in particolare alla mia editor Wendy Taylor, la cui professionalità è stata un grande dono.

    Quando questo libro era già in stampa ho ricevuto dal collega antropologo William Lyon una copia del suo ultimo lavoro, Spirit Talkers. Lo ringrazio per questo contributo alla diffusione dell’idea che il mondo degli spiriti va preso sul serio.

    PREFAZIONE ALL’EDIZIONE ITALIANA

    Non è necessario spendere molte parole per sottolineare l’importanza di questo ultimo lavoro di Michael Harner, e non è nemmeno facile fare delle riflessioni che aggiungano qualcosa di nuovo. Molti lettori italiani sono già familiari con l’opera precedente di Harner, La via dello sciamano (1980, trad. it. 1995), un testo che ha dato l’avvio alla rinascita dello sciamanismo nel mondo occidentale contemporaneo. Con La caverna e il cosmo, Harner porta a compimento il lavoro iniziato molti anni fa e condivide con noi il frutto di una vita di studi, insegnamento e pratica sciamanica personale. Per la sua ricchezza, complessità e ampiezza di respiro, il testo è destinato a diventare un classico di ogni tempo. Il libro può essere letto a più livelli. Da un lato fornisce una introduzione chiara e completa alle concezioni e alle tecniche di base dello sciamanismo, ed è quindi accessibile anche a chi si avvicina per la prima volta a queste pratiche. Dall’altro lato contiene una saggezza profonda che trapela ovunque, anche se talvolta è espressa soltanto in poche note personali o in brevi commenti alle esperienze di viaggio sciamanico raccontate dai suoi studenti.

    La metodologia è quella del core-sciamanismo (core shamanism), un’espressione che si riferisce unitamente agli aspetti centrali e transculturali dello sciamanismo. A volte questo approccio è stato considerato meno autentico di altre vie più legate a specifiche tradizioni sciamaniche, ad esempio quella nativo americana. Tuttavia, La caverna e il cosmo evidenzia in molti modi come il core-sciamanismo sia saldamente fondato sui principi e metodi fondamentali dello sciamanismo classico o tradizionale, pur adattandosi alle particolarità e alle esigenze della cultura moderna. Portando ad esempio le narrative di viaggi sciamanici incluse quali parti integranti del testo, Harner mostra come le esperienze che possiamo avere praticando il core-sciamanismo siano esperienze spirituali autentiche, che ci collegano alle stesse fonti di potere spirituale e di guarigione conosciute da sempre agli sciamani nativi. La realtà non ordinaria è unica, ma ciascuno la sperimenta nei propri termini culturali e, in effetti, soltanto in questo modo può avere significato per le persone.

    Chiunque sia già familiare con il lavoro di Harner troverà il libro estremamente chiarificatore sotto vari punti di vista. Potrei dire che è come se la prospettiva diventasse più profonda o si potessero mettere a fuoco e capire meglio tante cose che già si conoscevano. Oltre a ciò è un libro entusiasmante e stimolante che ci spinge ancora di più a voler conoscere i misteri dello sciamanismo. Credo che tutti vi troveranno delle informazioni molto interessanti riguardo lo sviluppo del lavoro di Harner nel corso degli anni, inclusi gli aneddoti tratti dalla sua vita. L’elaborazione dei concetti, la presentazione dei metodi, la cosmologia che Harner delinea, le narrative di viaggi sciamanici degli occidentali e i numerosi raffronti con lo sciamanismo nativo, tutto lo rende una lettura obbligata per chi si occupa di tali pratiche. Allo stesso tempo è scritto in modo rigoroso, con grande sintesi e chiarezza espositiva. Rispetto a La via dello sciamano, molti troveranno delle cose nuove, in particolare il viaggio nel Mondo di Sopra e il lavoro con i maestri spirituali. Alcune parti saranno più rilevanti per gli studenti che praticano da tempo il viaggio sciamanico e i metodi di guarigione sciamanica. Per tutti sarà un libro che rivelerà nuovi aspetti ogni qualvolta lo si rilegga.

    Avrei voluto che il testo approfondisse maggiormente e più esplicitamente la visione personale di Harner soprattutto riguardo alcuni aspetti della pratica sciamanica; ma, come egli stesso spiega, ha preferito lasciare la parola ad altri. Certamente la sua visione e le sue conclusioni personali sono adombrate in ogni pagina del libro, perché egli ha sempre rifiutato di proporsi come un’autorità, per non parlare del suo grande interesse ed estrema curiosità per le scoperte di altre persone. Indubbiamente ha sempre tenuto fede al compito che si era prefisso fin dall’inizio del suo insegnamento: trasmettere una metodologia che altri potessero utilizzare per le loro personali esplorazioni, ma non la conoscenza sciamanica perché questa è ricevuta direttamente dai propri spiriti aiutanti nella realtà non ordinaria. Questa autonomia spirituale è riaffermata costantemente attraverso le esperienze di viaggi sciamanici di occidentali riportate nel testo, esperienze alle quali Harner tributa il suo onore come fonti di conoscenza e scoperte per molti aspetti parallele a quelle degli sciamani nativi. Anche sulla base di queste esperienze, Harner può presentare lo sciamanismo come uno strumento e una via di indipendenza spirituale. Tempo addietro in un nostro colloquio telefonico, l’autore mi confermò che sperava che La caverna e il cosmo diventasse un libro spiritualmente rivoluzionario. Io ritengo infatti che questo testo avrà un effetto profondo su molte persone perché il fatto di poter acquisire in prima persona le proprie verità spirituali attraverso la pratica sciamanica, permetterà loro di liberarsi dalle credenze radicate, rinnovare la loro visione del mondo e, cosa non meno importante, contribuire a una trasformazione più ampia della nostra cultura in generale.

    ABBREVIAZIONI

    N.B. Nel testo italiano si sono conservati gli acronimi inglesi per facilitare le ricerche e le correlazioni con le altre opere dell’A. nella lingua originaria.

    NOTA INTRODUTTIVA

    Quando insegnavo ancora antropologia alla Graduate Faculty della New School for Social Research tenni un seminario in cui gli studenti del programma di Master imparavano a fare personalmente il viaggio sciamanico per comprendere meglio le esperienze degli sciamani dei popoli nativi. Ogni settimana i partecipanti al seminario dovevano fare un viaggio sciamanico a casa con l’aiuto di una registrazione di tamburi e poi scrivere un resoconto della loro esperienza.

    La seconda settimana, dopo il primo viaggio sciamanico a casa, una giovane dirigente che si era iscritta al seminario solo perché si integrava bene nelle sue necessità di orario, alzò timidamente le mano e chiese, più in tono di affermazione che di domanda: Dottor Harner, d’ora in avanti non saremo mai più gli stessi, vero?.

    Molto probabilmente aveva ragione.

    INTRODUZIONE

    A partire dalla pubblicazione del mio libro La via dello sciamano, oltre trent’anni fa, il mio insegnamento è stato principalmente orale, in linea con le antiche tradizioni sciamaniche, ma ora è venuto il momento di affrontare in modo pubblico alcuni temi che esigono urgente attenzione da parte del mondo contemporaneo. Due domande fondamentali sono: Esiste più di una realtà?, e Siamo soli nell’affrontare i problemi dell’esistenza?.

    Questo libro riferisce le esperienze di alcuni delle migliaia di occidentali che hanno trovato risposta a queste domande attraverso gli antichi metodi degli sciamani, tra cui l’ascesa mediante l’arcobaleno, alla scoperta di meravigliose dimensioni celesti in attesa di poter dare loro aiuto. Assieme alle risposte, questi cercatori hanno anche trovato una nuova libertà spirituale: la libertà di conoscere, e non solo quella di credere o non credere.

    Il grande studioso delle religioni comparate, Mircea Eliade, ha sottolineato la specificità dello sciamanismo all’interno delle grandi tradizioni spirituali, ovvero la capacità degli sciamani di volare in altri mondi, inclusi i mondi celesti, ai quali accedono in uno stato alterato di coscienza che Eliade definisce estasi. Questo stato è conseguito attraverso la magia musicale del tamburo che permette allo sciamano di raggiungere il più alto dei cieli;¹ ma poco altro ci dice su questa magia musicale.

    I tamburi appaiono ovunque nelle fotografie degli sciamani siberiani, particolarmente noti per i loro voli in altri mondi. Alcuni studiosi hanno ritenuto che i tamburi servissero solo a produrre un effetto teatrale durante le sedute sciamaniche, e altri si sono spinti ad affermare che negli sciamani siberiani non intervenisse alcun cambiamento di coscienza. Altri, seguendo il micologo Gordon Wasson, hanno ritenuto che fosse l’ingestione di un fungo psicoattivo, l’Amanita muscaria, a indurre la convinzione di poter volare in altri mondi.

    L’onnipresenza dei tamburi in queste fotografie destò la mia curiosità e alla fine degli anni ‘60 del Novecento cominciai a sperimentare con il tambureggiamento per studiarne gli effetti. Dopo vari esperimenti fui entusiasta nel constatare che un ritmo uniforme di 205-220 percussioni al minuto era un mezzo perfetto per indurre un cambiamento di coscienza e, relativamente allo sciamanismo, per viaggiare o volare nei mondi degli spiriti.² Questo stimolo uditivo, o stimolo sonoro, non ricorre all’uso di sostanze stupefacenti ed è un metodo sciamanico classico.

    Come sviluppo della mia pratica personale, e in risposta alle richieste che mi venivano fatte, cominciai a insegnare a piccoli gruppi l’uso del tamburo per indurre un cambiamento di coscienza, non solo allo scopo di visitare altri mondi, ma anche per portare nella vita quotidiana aiuto e guarigione sciamanica. Intanto, l’interesse per questa conoscenza cresceva e nel 1979 mia moglie Sandra e io creammo il Center for Shamanic Studies (oggi la Foundation for Shamanic Studies) come strumento per promuovere l’insegnamento dello sciamanismo. Iniziai anche a fare delle registrazioni per permettere ad altri di compiere il viaggio sciamanico senza il tambureggiamento dal vivo. (Va sottolineato che di per sé il viaggio sciamanico non trasforma automaticamente in sciamani, ma è un passo utilissimo per apprendere e praticare lo sciamanismo, perché questa tecnica permette di imparare in modo rapido e diretto dagli spiriti). Nel 1980 pubblicai La via dello sciamano, un testo che diede inizio al revival sciamanico a livello mondiale.³

    Attraverso le mie ricerche sul campo e il mio addestramento con alcuni sciamani tribali, attività iniziate oltre mezzo secolo fa, come pure attraverso la pratica sciamanica personale e lo studio di materiali relativi a centinaia di culture, scoprii, appresi, sperimentai e ridiedi vita a un grande numero di pratiche sciamaniche. Su questa base elaborai l’approccio del core-sciamanismo (core shamanism, alla lettera il nucleo centrale dello sciamanismo) come metodologia di insegnamento per portare lo sciamanismo nella vita contemporanea. Questo nucleo essenziale di pratiche comprende gli elementi universali, o quasi-universali, dello sciamanismo unitamente al viaggio in altri mondi, che ne costituisce il tratto più distintivo. Tali metodi si fondano sul riconoscimento implicito, se non esplicito nel linguaggio delle popolazioni native, dell’esistenza di due realtà, ordinaria e non ordinaria. Alla seconda si perviene attraverso quello che chiamo lo stato sciamanico di coscienza, stato che presenta gradi diversi di profondità e che ha pure una sua componente appresa.

    Oggi, utilizzando il core-sciamanismo e lo stimolo uditivo, decine di migliaia di persone in tutto il mondo possono, come gli sciamani siberiani tradizionali, penetrare in un’altra realtà per viaggiare in altri mondi, ma anche per condividere guarigione e altre forme di aiuto sciamanico in questo mondo. (Per chi non abbia familiarità con il core-sciamanismo, si veda l’Appendice D per informazioni più dettagliate).

    Da oltre un quarto di secolo, la Foundation for Shamanic Studies porta avanti un progetto di raccolta di materiali sciamanici che comprende circa cinquemila resoconti di viaggi sciamanici fatti da occidentali, esperienze che abbiamo chiamato viaggi al di fuori del tempo. Il termine occidentali è un termine di comodo che include statunitensi (il gruppo più numeroso), canadesi ed europei. Questo archivio, che costituisce la fonte principale di questo libro, è unico al mondo. Fa parte del progetto Mapping of Nonordinary Reality (MONOR) ed è di proprietà del Shamanic Knowledge Conservatory, organo della Foundation for Shamanic Studies; l’archivio ha sede nella California settentrionale e ospita anche una raccolta di pubblicazioni sullo sciamanismo relativa a centinaia di culture native di tutto il mondo.

    Per anni sono stato riluttante a pubblicare prematuramente questi materiali, nel timore che una volta resi pubblici potessero influenzare nuovi studenti e gli occidentali in genere impedendo loro di fare esperienze autonome, ma oggi, grazie ai corsi e ai seminari della Fondazione, molte cose sono diventate di pubblico dominio. Per evitare il rischio di contaminazione derivante dalla conoscenza anticipata delle esperienze di altri, che impedirebbe nuovi e spontanei viaggi nell’ignoto, lo Shamanic Knowledge Conservatory non accetta più resoconti di viaggi sciamanici. Sembra quindi giunto il momento di condividere una piccola parte dei materiali in forma di libro.

    Le esperienze riportate dai praticanti occidentali riguardano le ascese a quello che gli studiosi chiamano il Mondo di Sopra e le discese nel Mondo di Sotto, entrambi contrapposti al mondo in cui viviamo, chiamato Mondo di Mezzo. Questi due mondi appartengono esclusivamente alla realtà non ordinaria e sono dimensioni degli spiriti, mentre il mondo in cui viviamo possiede entrambi gli aspetti: quello della realtà ordinaria, che corrisponde alla normale percezione, e quello della realtà non ordinaria, meno facilmente percepibile in assenza di una pratica sciamanica.

    Il Mondo di Sopra non è quello osservato dall’astronomia e anche le galassie più lontane non ne fanno parte. Allo stesso modo, la discesa nel Mondo di Sotto non avviene attraverso gli strati geologici del pianeta, ma conduce in una dimensione puramente spirituale priva di qualunque limitazione terrena.

    Questo libro riporta esperienze fatte da occidentali in tutti e tre i mondi, ma con un’attenzione particolare al Mondo di Sopra, soprattutto perché oggi in Occidente c’è un grande interesse circa la natura e perfino la possibilità di mondi spirituali lassù. In altre parole, i cieli sono reali, metaforici o puramente fantastici?

    Le prove che abbiamo raccolto suggeriscono che la risposta dipende dalla realtà che si considera, se quella ordinaria o quella non ordinaria. Nella realtà non ordinaria, accessibile attraverso le classiche tecniche sciamaniche tra cui lo stimolo uditivo, non sembra esservi dubbio sull’esistenza dei cieli, dei cori celesti e delle divinità, o sulla presenza di esseri o spiriti nel Mondo di Sopra. Ma come si vedrà in seguito, la presenza di spiriti è provata anche nel nostro mondo, il Mondo di Mezzo.

    Le prove tratte dai resoconti di ascensione e presentate in questo libro si oppongono alla credenza che vi sia un unico cielo e che vi siano potuti pervenire solo profeti, santi e fondatori delle grandi religioni morti da tempo. Prove imparziali contrastano anche la credenza degli atei e degli scettici che ritengono queste dimensioni puramente immaginarie. Oggi persino alcuni membri del clero cristiano suggeriscono che il paradiso sia uno stato interiore, più che un luogo.

    Molti anni fa, con la mia Via dello sciamano, ho fornito agli occidentali degli elementi introduttivi al viaggio sciamanico nel Mondo di Sotto, e negli ultimi trent’anni numerose persone hanno visitato quel mondo. Questo è uno dei motivi per cui in questo libro privilegio piuttosto il Mondo di Sopra, anche se il capitolo finale offre sorprendenti elementi sulle scoperte fatte nel Mondo di Sotto.

    Poiché le notizie cosmologiche contenute in questo libro sono di per sé contributi importanti alla saggezza sciamanica, non ho tentato, anche a causa dei limiti di spazio, di individuare delle somiglianze con i racconti di esperienze di pre-morte né con i resoconti di prima mano degli sciamani nativi, quest’ultimi sorprendentemente scarsi. Riconosco tuttavia l’importanza di questi studi comparati e li sollecito, scopo che figura anche tra quelli di questo libro.

    Voglio sottolineare di nuovo che in questo lavoro non tento di fare raffronti interdisciplinari. Sono un antropologo, uno sciamanologo, un praticante di sciamanismo e, in questo libro, un mappatore delle esperienze sciamaniche occidentali. Nient’altro. Chi voglia conciliare lo sciamanismo con altre discipline, ad esempio la psicologia, è invitato a resistere alla tentazione immediata di arrestare i soliti sospetti, come si dice nel film Casablanca, cioè di utilizzare gli strumenti riduzionisti standard. Non ho nulla contro il riduzionismo di per sé, ma ritengo che debba fondarsi sulla conoscenza approfondita di qualsiasi altro campo da ridurre. Nel caso dello sciamanismo, questa conoscenza deve derivare da un numero elevato di esperienze dirette, da una vasta sperimentazione e da ricerche approfondite, oltre che da un’identica padronanza del campo che si vorrebbe fare oggetto di studio comparativo. Ammetto che non è un compito facile, ma quando mai uno studio serio è stato facile?

    Durante anni di corsi e seminari di core-sciamanismo è stata prestata grande attenzione a fornire agli studenti solo un minimo di indicazioni per il viaggio sciamanico. Istruzioni più dettagliate si possono trovare nelle appendici A e B. Usando i metodi sciamanici ivi descritti siete invitati a paragonare le vostre esperienze personali con quelle presentate in questo libro. Le appendici non vogliono essere affatto un breve manuale, ma uno strumento offerto ai lettori per testare la realtà e la natura delle scoperte fatte da altri occidentali nel Mondo di Sopra, e in misura minore nel Mondo di Sotto, e riportate in queste pagine.

    Dopo la lettura di questo libro, purtroppo non sarete più naif o innocenti riguardo a che cosa aspettarvi nelle ascensioni al Mondo di Sopra e nelle discese al Mondo di Sotto, ma rimanete aperti a meravigliose scoperte, inclusa quella che le vostre esperienze non dipendono da quelle riferite da altri. Aspettatevi che, con la pratica del core-sciamanismo, cadano anche alcuni dei dogmi cosmologici più radicati della Chiesa, dello stato e della scienza.

    Mentre scrivo questa introduzione ho ottantatré anni. Ho valutato e interiorizzato molto di ciò che ho imparato sullo sciamanismo in un corpus di conoscenze personali, che ho trasmesso oralmente ad altri in comunicazioni ricche di tracce di ricordi perduti ormai nelle sabbie del tempo. Questo libro contiene anche delle comunicazioni date ai miei studenti e al pubblico in generale per un periodo di oltre trent’anni, ma rinnovo l’invito a tutelarvi dalle mie affermazioni verificandole esperienzialmente attraverso la vostra personale pratica sciamanica. In queste pagine presento anche dei nuovi dati e suggerisco i modi per verificarli. Se troverete dei punti già letti o uditi in altri luoghi, non stupitevi perché ho insegnato i principi e le tecniche dello sciamanismo e del viaggio sciamanico a migliaia di studenti alcuni dei quali hanno pubblicato una parte dei miei insegnamenti orali,⁶ ma non i dati esposti per la prima volta qui.

    Riportare lo sciamanismo in Occidente include incoraggiare voi lettori ad avere più fiducia nella vostra autorevolezza e autonomia spirituale. Ad alcuni materiali aggiungo i miei personali commenti, mentre altri sono presentati senza o con pochissimi commenti appunto per stimolare l’indipendenza del vostro pensiero.

    Abbiamo ascoltato troppe persone parlare dal pulpito e di fronte alle varie congregazioni di questa o di quella religione, ripetendo e commentando sino allo sfinimento le stesse vecchie storie sulle esperienze dei fondatori delle grandi religioni del mondo, ma ora è venuto il momento di avvalervi dell’opportunità di fare queste esperienze in prima persona. Quindi i materiali esposti qui non sostituiscono affatto la cosa reale: la vostra esperienza diretta. Allo stesso modo non è un lavoro rivolto a un pubblico accademico, ma un tentativo per ispirare i lettori offrendo loro nuovi dati e nozioni.

    Considero queste nuove informazioni, ovvero i resoconti delle esperienze di altri e l’ispirazione che possono dare, come il mio intento principale e il mio contributo più importante a questo libro. Gli archivi della Fondazione sono stati passati al setaccio per fornire una gamma il più ampia possibile di esperienze che, benché non ordinarie, rientrano tuttavia nelle possibilità e nelle potenzialità di tutti. Assieme ai principi base del core-sciamanismo, questi materiali, in quanto riflessioni profonde sulla nostra condizione di esseri umani, possono contribuire ad allargare gli orizzonti dei lettori interessati.

    Ho scelto di dedicare il mio tempo limitato a includere informazioni che ritengo davvero importanti, e anche urgenti, da trasmettere a un mondo che si trova nella situazione instabile e pericolosa di disputare all’infinito su materie spirituali basandosi su antiche storie. Lo sciamanismo è invece la via della conoscenza diretta, e non delle storie raccontate da altri (nemmeno le mie!), e in molte culture native lo sciamano è colui che conosce.

    Mi auguro che i lettori possano trovare questo libro utile per ridurre la loro dipendenza dai dogmi cosmologici delle religioni istituzionalizzate. Mi auguro che vi incoraggi, o vi spinga ancora di più, a fare direttamente i vostri incontri sciamanici con un’altra realtà, perché soltanto là possiamo trovare la compassione, l’aiuto e la guarigione di cui il nostro mondo ha tanto bisogno. In un certo senso, questa è una dichiarazione di indipendenza spirituale avvalorata dalle testimonianze raccolte, e un invito a usare questa conoscenza e questa libertà per portare più saggezza, compassione e gioia nella vostra vita e in quella degli altri.

    IL POTERE DEGLI SPIRITI E LA CAVERNA

    IL POTERE

    Nel gennaio del 1957, un piccolo gruppo di Shuar (Jívaro) e io scoprimmo di esserci persi dopo settimane di cammino nella foresta pluviale della regione montagnosa dell’Alta Amazzonia. Stanchi, affamati e disorientati incontrammo finalmente un gruppo amichevole di cacciatori shuar, che ci dissero che ci stavamo dirigendo nella direzione sbagliata. Condivisero con noi una parte delle loro provviste e ci indicarono la direzione dell’insediamento shuar che stavamo cercando.

    Lasciati i cacciatori, arrivammo a un fiume non grande ma ingrossato dalle recenti piogge sulle Ande a occidente. Era un ostacolo insormontabile e attendemmo giorni e giorni che le acque si abbassassero, ma senza fortuna. I miei compagni aspettavano tranquilli e apparentemente imperturbati dalla situazione, ma io diventavo sempre più impaziente perché sapevo che era possibile costruire delle zattere con dei tronchi di balsa e delle pale ricavate dai bambù guadua. Proposi più volte ai miei compagni di non aspettare oltre, ma di costruire le zattere e raggiungere l’altra sponda. Ogni volta rifiutavano.

    Sempre più impaziente, li provocai: si definivano grandi guerrieri ma non avevano il coraggio di attraversare il fiume. Senza dire niente, costruirono in breve tempo tre zattere e ci disponemmo ad attraversare. Il fiume era largo una cinquantina di metri. La prima zattera, manovrata da due indios e carica di una parte dei bagagli, attraversò. Io salii sulla seconda assieme a due vogatori. A tre quarti di strada, una rapida afferrò la zattera e la rovesciò, scagliandoci nell’acqua tumultuosa. Con sforzi enormi raggiungemmo in salvo la riva. La terza zattera attraversò agevolmente.

    Mentre ci disponevamo a continuare il viaggio, dissi: Abbiamo rischiato la morte. Siamo fortunati ad essere ancora vivi.

    Mi aspettavo un qualche consenso, almeno tacito, ma i miei compagni continuavano a rimanere immobili e in silenzio come stereotipi di stoici guerrieri indios. Davano l’impressione che non fosse successo niente, tanto erano imperturbabili.

    La loro assenza di reazioni mi stupì, perché erano gli stessi che si erano dimostrati riluttanti ad attraversare il fiume nonostante le mie esortazioni. Feci osservare poco educatamente che prima non volevano attraversare e ora si comportavano come se fosse stata una cosa da nulla, anche se avevano avuto paura.

    Si scambiarono delle occhiate ma continuavano a rimanere in silenzio. Poi uno di loro, quello che conoscevo meglio, finalmente parlò e disse: Non avevamo paura di attraversare il fiume, perché noi non possiamo morire. Ma non sapevamo se tu saresti morto.

    In quell’attimo, il pericoloso attraversamento di un fiume amazzonico spalancò la porta su una importante comprensione spirituale. In seguito gli Shuar mi spiegarono che il potere degli spiriti li proteggeva da tutti i tipi di morte, tranne che dalle malattie epidemiche. Imparai anche che questo potere può abbandonare una persona che, non ricevendo più protezione, può effettivamente morire. Prima di partire per avventure pericolose, gli Shuar cercavano dei segni indicanti che erano ancora in possesso dei poteri protettivi forniti dai loro spiriti guardiani. Se i segni erano negativi non si muovevano, soprattutto se si trattava di attaccare dei nemici.

    Come gli Shuar, gli sciamani di tutte le popolazioni native del mondo sanno che il potere degli spiriti è fondamentale per la sopravvivenza, la salute e la capacità di guarire gli altri. Senza questo potere siamo indifesi contro le malattie e gli incidenti: una conoscenza che nelle culture sciamaniche tradizionali permea la vita di virtualmente tutti i loro membri.

    Jaime de Angulo, che visse con gli indiani Atsugewe della California settentrionale agli inizi del XX secolo, lo esprime molto bene: Senza potere non possiamo fare niente al di fuori dell’ordinario. Con il potere possiamo fare tutto.¹

    Il potere è come un campo di forza che permea lo sciamano, permettendogli di usare quel potere per aiutare e guarire gli altri. Il concetto sciamanico di potere è simile al

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