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Luci a Saigon
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E-book60 pagine44 minuti

Luci a Saigon

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Narrativa - racconto lungo (38 pagine) - Una Saigon avvolta da un’atmosfera tentacolare e affascinante. Una giovane donna alla ricerca delle proprie radici.


A poco più di vent’anni Lua, cresciuta in Italia e rimasta orfana di madre, vola a Saigon in cerca del padre, di cui non ha mai saputo nulla.

In una città stritolante, afosa, stupefacente e dal fascino ambiguo, Lua riconoscerà una cultura che in parte le appartiene e un mondo sommerso impossibile da accettare.

Nel suo breve viaggio incontrerà due donne, diversissime per età e personalità, che le sveleranno i segreti delle sue origini e la apriranno a una nuova, e per certi versi disturbante, interpretazione del passato.

E forse anche del suo futuro.

Luci a Saigon ha vinto il secondo premio al concorso nazionale “Pluriverso femminile” indetto da Edizioni Milella. Dalla motivazione: “la protagonista appare emblema di audacia e serenità, e Saigon assurge a topos dell’universo femminile”.


Alessandra Zenarola, laureata in Scienze della formazione, lavora come assistente sociale. Possiede un attestato in “Editing e revisione manoscritti” e un attestato in “Editing e copy editing, livello avanzato”, entrambi conseguiti presso Firstmaster. Ha inoltre frequentato corsi di scrittura creativa online e in presenza e ha curato diversi editing di testi di autori vari.

Ha esordito in ambito letterario con il romanzo Il cowboy vanigliato. In seguito ha pubblicato la raccolta di racconti Smagliature e i romanzi Un cuore di latta e L’autunno dell’anno prima (nuova edizione Solfanelli, 2018). Sempre con Solfanelli/Tabula Fati ha pubblicato i gialli Bassa marea (2016), Il posto più freddo del mondo (2017) e Il solito niente (2019), il diario di viaggi Nuvole sul Mekong (2021) e il romanzo L’ora più dolce (2022), menzione d’onore al premio “Assosinderesi Awards 2023” e vincitore del premio “Narrativa indipendente” (2023). Ha curato la raccolta di racconti di viaggio AA.VV. Bagaglio a mano e partecipato all’antologia di racconti Non ti temo più, dedicata al tema del bullismo, e all’antologia di racconti gialli-noir Gotico Abruzzese (2023). Suoi racconti, finalisti o vincitori di concorsi letterari, sono presenti in antologie collettive.

Luci a Saigon è il suo racconto d’esordio per Delos Digital.

LinguaItaliano
Data di uscita31 ott 2023
ISBN9788825426625
Luci a Saigon

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    Anteprima del libro

    Luci a Saigon - Alessandra Zenarola

    Nota del curatore

    Ad agosto 2023, Luci a Saigon di Alessandra Zenarola ha vinto il secondo premio della sezione Racconti del concorso letterario Pluriverso Femminile 2023 indetto da Edizioni Milella: sono stati premiati gli sfondi prescelti dall’autrice (il Vietnam a contrasto fra passato e presente), le atmosfere tratteggiate e lo stile utilizzato, nonché la personalità della protagonista che appare pertanto emblema di audacia e serenità, e Saigon assurge a topos dell’universo femminile.

    L’alba, soffocante e lattiginosa, ha riempito la stanza.

    A Saigon il cielo è sempre grigio con qualche raro sprazzo di azzurro. Non lo ha letto sulle guide o sui diari di viaggio dei turisti da web. Lo sa dai ricordi di sua madre che dal suo villaggio in mezzo alle risaie guardava lo stesso cielo che adesso sta guardando Lua dalla finestra dell’hotel Thao Nhi.

    Un cielo color zinco, perla nei giorni fortunati.

    Lua ha la nausea. Colpa del jet lag e delle troppe birre bevute la sera prima in compagnia dell’americano, un ragazzo alto e con la barba rossiccia che ha conosciuto sulla terrazza del Pho Nang, il ristorante per studenti e viaggiatori con pochi soldi. Lei a cena da sola, involtini di gamberi e il cane della proprietaria che le ronzava attorno a mendicare cibo. L’americano cenava due tavoli a fianco, solo anche lui, con davanti una birra da litro e un piatto di pesce coperto di salsa. Le aveva rivolto un sorriso, si era alzato e aveva chiesto se poteva sedersi.

    – OK, accomodati.

    – Come ti chiami?

    – Lua.

    – Che nome musicale.

    Lo dicono in tanti, ma a Lua sembra un nome banale. Persino sciocco.

    L’americano si chiama Norman ed è in vacanza in Vietnam per la seconda volta. Le ha raccontato un sacco di stronzate, le solite balle che si inventano i figli e i nipoti di quelli che sono venuti a combattere. Nonni e padri sono tutti reduci di guerra pentiti e sulla sedia a rotelle, e magari i villaggi bombardati li hanno visti solo alla televisione.

    Dopo il gelato al mango Lua e l’americano hanno chiacchierato di cose futili. Per fortuna, perché Lua l’inglese lo ha imparato a scuola ma non è la sua lingua del cuore. Preferisce l’italiano, la lingua dolce con cui è cresciuta. O il vietnamita, il lessico dell’affetto che le ha insegnato sua madre Maya.

    Finite le birre l’americano ne ha ordinate altre due. E alle dieci sono andati a zonzo per le vie del Distretto Uno di Saigon dove i bar si accavallano uno addosso all’altro e i clienti sono seduti sui marciapiedi a bere vodka di riso e bibite ghiacciate. Uomini in canottiera li invitavano a entrare, a sedersi. A consumare.

    Dopo la quarta birra, bevuta da solo, l’americano si era messo a biascicare e a chiedere al cameriere una bottiglia di whisky da portare via.

    Simpatico, ma rischiava di diventare molesto e Lua lo aveva scaricato al bar, lasciandogli un numero di telefono fasullo e il conto delle birre da pagare.

    Non male come prima serata a Saigon.

    E adesso, in un risveglio opalescente, ha un mal di testa da schiattare e i muri della stanza le girano attorno come la giostra del tagadà. Rimane a letto ancora mezz’ora. Si alza a fatica, si butta sotto la doccia fredda, si strofina i capelli unti di umidità e di smog e comincia a sentirsi meglio.

    Scende nella saletta della colazione. L’hotel Thao Nhi che ha prenotato su internet e che si trova nel cuore storico della città è di poche pretese. Tre piani, un ascensore cigolante, tappezzeria marrone, una reception ventilata da pale sul soffitto. Sono tutti gentili: i receptionist, i camerieri, le ragazze che puliscono le camere. Lua ha gli occhi a mandorla e i capelli corvini.

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